Escursione 2 giorni sulle Alpi Giulie

Parchi del Friuli-Venezia Giulia
  1. Parco Regionale delle Dolomiti Friulane
Data: 30-5-2015
Regione e provincia: Fvg-Udine
Località di partenza: Malga Saisera
Località di arrivo: Malga Saisera
Tempo di percorrenza: 10 ore
Chilometri: n.d.
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: nevai e roccette
Periodo consigliato: estate inoltrata, autunno
Segnaletica: cai bianco rossa
Dislivello in salita: 1000m
Dislivello in discesa: 1000m
Quota massima: 1900m
Accesso stradale: da Valbruna percorrere tutta la trada fino al finire dell' asfalto verso la Val Saisera

Intro

La storia di questa due giorni nasce dalla voglia e bisogno di starcene in mezzo alla natura, senza dover nemmeno parlar per forza con qualcuno quando nemmeno serve.
Non è facile far combaciare tutto alla perfezione: trovar un bivacco ad una quota non troppo elevata per evitare nevai con i zaini a pieno carico, possibilmente con un sentiero non troppo impegnativo fisicamente. Poi c' è il discorso di dov' è situato: il topo sarebbe che si veda sia alba che tramonto, non solo per un discorso di romanticismo, ma anche per il calore del sole.
Dopo trovare un rifugio per il giorno dopo, dove appoggiarci per il pranzo.
Si, forse un pò troppe pretese, ma noi ce l' abbiamo fatta!
La sveglia non suona presto sta volta: abbiamo proprio voglia di prendercela con calma. Sono le 7.
Con calma facciamo colazione, lavati e profumati carichiamo l' auto.
Tutti e tre ancora assonnati saliamo e partiamo: direzione Val Saisera.
Parcheggeremo a fianco la vecchia caserma. Da qui parte la nostra avventura nelle Alpi Giulie.

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Imboccheremo la strada forestale denominata sentiero 616 per poi deviare sulla destra per il sentiero 639 per il bivacco Stuparich.

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La giornata promette bene: c'è un cielo blu terso, soffia una leggera brezza, all' ombra i brividi ci ricordano che siamo ancora a maggio.
Il verde del bosco di faggio e pino è stupendo, qui la natura la fà da padrona, ma alla grande! Non esiste artista più bravo!
Noi saliamo a rilento mentre Piva corre su e giù come una matta con i suoi legnetti...Super Piva!

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Il bosco si dirada e ci addentriamo nella Fossa di Carnizza...

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Il sentiero sale dentro questo vallone detritito. Si mantiene sulla destra di questo fino ad incontrare il bivio del sentiero 611: A destra per il Rifugio Grego, sinistra per il bivacco.
Attraversiamo il vallone e ci portiamo sulla sua sinistra, da qui a tornanti ripidi, ma ripidi, proprio una scala...prendiamo quota.
Sbuchiamo praticamente sotto il Montasio: qui ci si sente piccoli. Siamo sotto La Torre Carnizza e la Cresta dei draghi, è bellissimo.
Ora camminiamo verso est sul sentiero 652 che, in breve tempo, ci porterà al bivacco.

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Il bivacco Stuparich da fuori sembra malandato, metre quando si entra ci si rende conto dello sforzo che è stato fatto per realizzare quest' opera:

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Tra tutte le varie agende con relazioni di scalate, vie di arrampicata, ci soffermiamo su di un quadretto dove c'è scritto che nel sottotetto del bivacco vive un ghiro e se si sentono rumori è lui...ma che bella casetta che si è trovato!
Pranziamo sotto un sole che ci riscalda. Tra foto e filmati il tempo passa lentamente.
Ci distendiamo sull' erba a contemplare la natura. Gran relax, proprio quello che cercavamo.
Prima di cena cominciamo a fare la legna per il fuoco: proprio dietro il bivacco ci son tanti pini morti, con i rami belli secchi.
Con qualche peripezia la Debora riuscirà ad accendere il fuoco...

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Stiamo fin dopo le 20 a scaldarci vicino al fuoco. Dopo di che, all' interno del bivacco ci cuciniamo la nostra minestra di fagioli: quanto ci mancava!
La serata ce la passiamo a giocare al gioco dell' oca trovato qui: che risate!
Prima di andare a dormire facciamo qualche scatto...

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Ci buttiamo finalmente in branda che suon quasi le 23.
Dormiamo tutto sommato bene, del ghiro non si è sentito nulla.
Ci alziamo prima delle 5 per goderci l' alba: lo scorso anno sul bivacco Marussich non ci era andata particolarmente bene a causa del meteo, quest' anno ci siamo rifatti..

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Colazione, sistemiamo tutto, lasciando qualche ricordo del nostro passaggio ( bombola gas piena e ciotola morbida Piva ), e partiamo: direzione Jof di Sompdogna
Il sentiero 652 ci ci porterà fin sotto Foran de la Grave dove un nevaio ci ricorderà che siamo ancora in maggio. Qui il sentiero si divide con il 610 per il Jof di Sompdogna. Ci teniamo sulla destra e saliamo in mezzo ai pini nughi.
Ad un tratto Debora mi dice:" guarda su in cima!"
Tre camosci.
Fantastico!

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Saliamo e ricordi della Grande Guerra fanno riflettere su tante cose...

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Arriviamo in cima che son le 8. Da qui il panorama è bellissimo!

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Proseguiamo per il sentiero 610 che da qui non è molto segnato, bisogna un pò avere immaginazione:
in pratica scende dalla cima in direzione est, dopo pochi metri c'è una sorta di ricovero nelle trincee.

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Qui ci viene il dubbio che stia scendendo in direzione sbagliata, invece poco più avanti si divide, noi ci teniamo su quello a sinistra, più in alto.
Così scenderemo in breve di quota, il sentiero picchia giù forte, una gioia per i nostri ginocchi!
L' unica che non sembra essere stanca è Piva.

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Arrivati al bivio con il sent.651, ci rendiamo conto che tra poco ritorneremo nella civiltà: son due giorni che siamo soli tra noi, e non abbiamo affatto voglia di tornare alla routine.
Così ci sediamo nel bosco forse per immagazzinare più energia positiva che possiamo, non lo so.
Pivetta gioca sempre con i suoi legnetti. che forte che è, le sue batterie non finiscono proprio mai.
Riprendiamo il nostro cammino verso il laghetto: bel posto anche questo...

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Subito dopo cominciamo a sentire delle voci e capiamo che siamo arrivati la Rifugio Grego.
Qui un falegname ci farà fare tante risate con il suo accento "Cerniel" e il suo modo di fare da grezzo.
Un altro signore ci racconterà di Mauro Conighi che a suo tempo insieme ad un altro aveva portato uno spargher sul bivacco Stuparich per cucinare agli ospiti con cucina medievale. Aveva persino fatto un piccolo orto sul retro del bivacco.
Dopo aveva preso in gestione il Rif. Flaiban Pacherini in Val di Suola...passo di suola
Fine anni 90 una malore lo uccise proprio sul sentiero per il rifugio.
Così passiamo la mattinata a sentire storie, belle sotrie.
Pranziamo alla grande con frico salsicce e polenta, ottima cucina!

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Verso le 13 comincia la nostra discesa per la Val Saisera dove ci aspetta la cliozza.
Alle 14:30 ci togliamo scarponi e ci mettiamo seduti in auto.
Siamo stanchi ma questa stanchezza fisica riesce a tirar su lo spirito, e ci sentiamo bene.
Una saluto da Emanuele, Debora e una leccata da Piva, Super Piva!
Ecco il percorso fatto...

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A breve il filmato intero!
 
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Complimenti per l' idea, ho sempre sognato di dormire allo Stuparich, chissá se un giorno ci riusciró. Visto che voi avete la possibilitá, vi consiglio vivamente nei prossimi mesi di fare il sentiero Chersi che dallo Stuparich porta al Rifugio Pellarini in ambiente grandioso e altamente suggestivo.
 
Mi sembra che il sentiero Chersi ha dei passaggi attrezzati. Questa visto nel web su altri report. Volevo già andarci, ma, arrivare fin lì per poi tornare indietro, non mi sembra il caso.
 
I cavi credo siano dallo Stuparich alla Spragna sul sentiero 611; se parti da Malga Saisera per il 616 trovi all' inizio un cavetto (definito anche inutile) e alla Spragna c' é una scaletta che ricordo alta circa come me che non credo ti creerá problemi per il cane. Altre attrezzature non le ricordo, ma l' ambiente in alto quando si traversano gli Studence é una cosa indimenticabile.
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