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Escursione fatta lunedì scorso, nonostante le previsioni dell'arpav non fossero proprio confortanti siamo partiti lo stesso per fare foto al tramonto e alba e passare la notte in cima.
Si parte da Gena Alta dove arriviamo grazie al passaggio di una amica.
Si prende la mulattiera che parte dalla fontana e si dirige verso la val Soffia.
Quasi al suo termine si scende e si attraversa il torrente a prendere una traccia dall'altra parte.
Risalito il costone si trova un bivio con segnali appesi su un albero.
Si prende la traccia di sinistra con direzione val dei Forti, si risale lungamente fino a quota 1200 metri finché si supera uno spigolo che ci porta in vista della val Covolera.
Si prosegue sulla destra in piano con relativa esposizione sempre su traccia con un passaggio di primo grado, scendendo alla fine sul fondo della valle.
Si risale la parte opposta per traccia verticale fino a quota 1300 metri circa.
Qui bisogna fare attenzione, segno rosso di intersezione sbiadito su un masso che indica la biforcazione poco dopo.
Si sale leggermente verso destra in direzione della valle dei Forti lasciando perdere la traccia che si dirige invece in val Covolera.
Si prosegue in falsopiano in vista della Croda Bianca e del Mont Alt.
Mano a mano che ci si avvicina al fondo della valletta si può intuire il percorso che si svolge su cengia dalla parte opposta, sul fianco nord del Col dei Sech.
In prossimità dello sbocco la cengia si sposta su salti rocciosi fino ad arrivare sul fondo della valle.
Si risale ancora una volta il costone fino ad un boschetto; fare attenzione, dove la traccia indicata dagli ometti piega verso l'alto, proseguire in piano verso destra cercando di stare in quota o scendendo leggermente, attraversando il bosco senza tracce, stando in prossimità del salto sottostante, in modo da trovare la traccia che sempre senza segnali ma marcata dal passaggio, scende in alta val dei Forti.
Dall'altra parte evidente la cengia da prendere.
Attraversiamo la valletta sotto massi giganteschi e prendiamo appunto la cengia che nella prima parte si presenta esposta ma ben tracciata.
Nella seconda metà invece il percorso è invaso dai mughi, molto faticoso da seguire.
Dall'altra parte si vede la prima cengia superata.
Si supera un primo evidente canalone e si prosegue fino ad arrivare in prossimità di un altro canalone invaso dai mughi che bisogna prendere; pochi metri più avanti, se si prosegue sulla cengia, si arriva in vista di uno spalto erboso.
Attaccare invece il canalone tenendosi sul fondo e cercando il varco migliore tra i mughi. Non dirigersi verso la cresta a destra ma piuttosto tenere la sinistra, sempre in mezzo ai mughi con qualche passaggio anche su roccette di primo grado.
Dopo circa sei ore arriviamo sotto quella che ci appare la cima, sappiamo che non c'è posto in cima per dormire, ci spostiamo perciò verso la cresta di destra e troviamo uno slargo tra i mughi dove posiamo gli zaini.
Decidiamo di non attaccare direttamente ma proseguire la traccia di prima sulla sinistra della cresta; per fortuna perché scopriamo che dietro a quella che pensavamo essere la cima ci sono altre due anticime poco più alte.
Dopo mezzora arriviamo sulla cima vera e propria, in vista delle pareti, giusto in tempo per il tramonto.
Siamo proprio sotto il Mont Alt, a sinistra la Croda Bianca, staccata la cima del Bus del Diaol e più distanti i Feruch. Sulla destra il Fornel e il Zimon di Perarola.
Stiamo circa un'oretta in cima a fare foto, vediamo le pareti indorarsi, per poi arrossarsi e spegnersi velocemente.
Torniamo al posto prescelto per dormire, mangiamo e cazzeggiamo un po'.
Ci sistemiamo alla belleemeglio ma non comodissimi. Il mio compagno trova un posto discreto ma con un sasso che sporge, io mi adatto su un cespuglio un po' in pendenza con un sottile materassino, purtroppo non trovando un posto adatto devo rinunciare al materassino gonfiabile.
La notte in questo periodo dell'anno è molto lunga, più di 12 ore, siamo anche con poca acqua appena sufficiente per il caffè di domani mattina ma tutto sommato riusciamo a chiudere occhio qualche ora. Per fortuna non c'è vento, andiamo comunque sottozero di qualche grado. La stellata notturna è fantastica, vediamo anche qualche stella cadente, io ne vedo una di dimensioni esagerate.
La mattina dopo nonostante la scomodità si fa sempre fatica ad alzarsi.
Ma si preannuncia una splendida alba, il cielo nonostante le previsioni si è mantenuto sempre pulito.
Il sole sorge aldilà del Forzelon delle Mughe, le nuvole dietro la forcella prima diventano lilla, poi rosse e poi gialle.
Dall'altra parte si arrossano anche i Feruch e il Bus del Diaol.
Ma lo spettacolo più grande e inaspettato è il Col Bel e la retrostante catena delle Pale di San Martino.
Il culmine arriva quando una nuvola copre parzialmente il sole, le Pale diventano Viola scuro e fanno da sfondo ad un Col Bel ancora più dorato.
Dopo l'alba facciamo colazione, un po' di caffè e due croissant presi il giorno prima che si sono congelati durante la notte.
Scopriamo anche che 50 metri più in là c'era una bella piazzola d'erba dove saremmo stati belli comodi!
Ripartiamo malvolentieri ma il mio compagno nel pomeriggio lavora, Scendiamo per dove siamo saliti e in quattro ore e mezza siamo di nuovo a Gena dove la solita amica ci riporta alla base. Neanche il tempo di un saluto e di una spulciatura dalle zecche e scappiamo.
NB è un percorso per escursionisti esperti, che siano già stati nei Monti del Sole, il percorso è parzialmente segnalato nella prima parte con qualche vecchio segno rosso ma più che altro bisogna saper seguire le tracce e capire le direzioni da prendere. Le ultime due ore sono una lotta continua con i mughi, è necessario saper seguire le tracce dei camosci e riconoscere di essere sul percorso giusto da qualche ramo tagliato. Fare attenzione alle zecche.
Si parte da Gena Alta dove arriviamo grazie al passaggio di una amica.
Si prende la mulattiera che parte dalla fontana e si dirige verso la val Soffia.
Quasi al suo termine si scende e si attraversa il torrente a prendere una traccia dall'altra parte.
Risalito il costone si trova un bivio con segnali appesi su un albero.
Si prende la traccia di sinistra con direzione val dei Forti, si risale lungamente fino a quota 1200 metri finché si supera uno spigolo che ci porta in vista della val Covolera.
Si prosegue sulla destra in piano con relativa esposizione sempre su traccia con un passaggio di primo grado, scendendo alla fine sul fondo della valle.
Si risale la parte opposta per traccia verticale fino a quota 1300 metri circa.
Qui bisogna fare attenzione, segno rosso di intersezione sbiadito su un masso che indica la biforcazione poco dopo.
Si sale leggermente verso destra in direzione della valle dei Forti lasciando perdere la traccia che si dirige invece in val Covolera.
Si prosegue in falsopiano in vista della Croda Bianca e del Mont Alt.
Mano a mano che ci si avvicina al fondo della valletta si può intuire il percorso che si svolge su cengia dalla parte opposta, sul fianco nord del Col dei Sech.
In prossimità dello sbocco la cengia si sposta su salti rocciosi fino ad arrivare sul fondo della valle.
Si risale ancora una volta il costone fino ad un boschetto; fare attenzione, dove la traccia indicata dagli ometti piega verso l'alto, proseguire in piano verso destra cercando di stare in quota o scendendo leggermente, attraversando il bosco senza tracce, stando in prossimità del salto sottostante, in modo da trovare la traccia che sempre senza segnali ma marcata dal passaggio, scende in alta val dei Forti.
Dall'altra parte evidente la cengia da prendere.
Attraversiamo la valletta sotto massi giganteschi e prendiamo appunto la cengia che nella prima parte si presenta esposta ma ben tracciata.
Nella seconda metà invece il percorso è invaso dai mughi, molto faticoso da seguire.
Dall'altra parte si vede la prima cengia superata.
Si supera un primo evidente canalone e si prosegue fino ad arrivare in prossimità di un altro canalone invaso dai mughi che bisogna prendere; pochi metri più avanti, se si prosegue sulla cengia, si arriva in vista di uno spalto erboso.
Attaccare invece il canalone tenendosi sul fondo e cercando il varco migliore tra i mughi. Non dirigersi verso la cresta a destra ma piuttosto tenere la sinistra, sempre in mezzo ai mughi con qualche passaggio anche su roccette di primo grado.
Dopo circa sei ore arriviamo sotto quella che ci appare la cima, sappiamo che non c'è posto in cima per dormire, ci spostiamo perciò verso la cresta di destra e troviamo uno slargo tra i mughi dove posiamo gli zaini.
Decidiamo di non attaccare direttamente ma proseguire la traccia di prima sulla sinistra della cresta; per fortuna perché scopriamo che dietro a quella che pensavamo essere la cima ci sono altre due anticime poco più alte.
Dopo mezzora arriviamo sulla cima vera e propria, in vista delle pareti, giusto in tempo per il tramonto.
Siamo proprio sotto il Mont Alt, a sinistra la Croda Bianca, staccata la cima del Bus del Diaol e più distanti i Feruch. Sulla destra il Fornel e il Zimon di Perarola.
Stiamo circa un'oretta in cima a fare foto, vediamo le pareti indorarsi, per poi arrossarsi e spegnersi velocemente.
Torniamo al posto prescelto per dormire, mangiamo e cazzeggiamo un po'.
Ci sistemiamo alla belleemeglio ma non comodissimi. Il mio compagno trova un posto discreto ma con un sasso che sporge, io mi adatto su un cespuglio un po' in pendenza con un sottile materassino, purtroppo non trovando un posto adatto devo rinunciare al materassino gonfiabile.
La notte in questo periodo dell'anno è molto lunga, più di 12 ore, siamo anche con poca acqua appena sufficiente per il caffè di domani mattina ma tutto sommato riusciamo a chiudere occhio qualche ora. Per fortuna non c'è vento, andiamo comunque sottozero di qualche grado. La stellata notturna è fantastica, vediamo anche qualche stella cadente, io ne vedo una di dimensioni esagerate.
La mattina dopo nonostante la scomodità si fa sempre fatica ad alzarsi.
Ma si preannuncia una splendida alba, il cielo nonostante le previsioni si è mantenuto sempre pulito.
Il sole sorge aldilà del Forzelon delle Mughe, le nuvole dietro la forcella prima diventano lilla, poi rosse e poi gialle.
Dall'altra parte si arrossano anche i Feruch e il Bus del Diaol.
Ma lo spettacolo più grande e inaspettato è il Col Bel e la retrostante catena delle Pale di San Martino.
Il culmine arriva quando una nuvola copre parzialmente il sole, le Pale diventano Viola scuro e fanno da sfondo ad un Col Bel ancora più dorato.
Dopo l'alba facciamo colazione, un po' di caffè e due croissant presi il giorno prima che si sono congelati durante la notte.
Scopriamo anche che 50 metri più in là c'era una bella piazzola d'erba dove saremmo stati belli comodi!
Ripartiamo malvolentieri ma il mio compagno nel pomeriggio lavora, Scendiamo per dove siamo saliti e in quattro ore e mezza siamo di nuovo a Gena dove la solita amica ci riporta alla base. Neanche il tempo di un saluto e di una spulciatura dalle zecche e scappiamo.
NB è un percorso per escursionisti esperti, che siano già stati nei Monti del Sole, il percorso è parzialmente segnalato nella prima parte con qualche vecchio segno rosso ma più che altro bisogna saper seguire le tracce e capire le direzioni da prendere. Le ultime due ore sono una lotta continua con i mughi, è necessario saper seguire le tracce dei camosci e riconoscere di essere sul percorso giusto da qualche ramo tagliato. Fare attenzione alle zecche.
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