Mi sembra che molti abbiano letto superficialmente l'articolo postato nel primo intervento, o l'hanno letto in modo diverso da me.
A me sembra che l'autore non si riferisca a "rambate" (un mio amico ora morto per altre cause le chiamava così, in senso positivo e scherzoso naturalmente) come quelle tipiche del nostro amico Alexmoscow, su terreno impervio, scomodo, ma non roba da rischiare la pelle ad ogni singolo passo. Lo stesso Alex ci ha appena riferito di una bella escursione in cui è tornato indietro vicino alla meta proprio perché erano venute meno le condizioni di sicurezza.
L'autore del testo invece parla d'altro. Parla di sentieri sconsigliati dalle guide perché rischiosi, cioè con tratti esposti, rocce infide, e niente assicurazioni. E ribadisce più volte che a lui piace per quello, perché se va senza assicurazioni gli sale l'autostima. Gli altri fanno l'alpinismo tecnicamente più difficile ma assicurato, lui fa quello tecnicamente più facile, ma senza protezioni.
Un giro in qualsiasi quartiere delle nostre città ci porta, a bordo strada, a vedere lapidi di giovani motociclisti o automobilisti periti in questa vana ricerca di autostima. Se l'autostima non ce l'hai, correre rischi stupidi difficilmente te la darà. Il risultato sarà che l'autostima continuerà a latitare, tu continuerai a correre in moto (pensando che se fai la curva ancora più forte poi raggiungerai l'obiettivo) finché avrai la tua foto sul paracarro.
Se hai un deficit di autostima non andare in moto e non andare in montagna! Lo dico seriamente!
Osservate l'ultima foto di quelle pubblicate nel link del primo testo. Un passo falso e sei fra i quondam. La logica è: vero, ma io, sapendo questo, faccio ogni passo con estrema attenzione e provo questo piacere di rischiare.
Liberissimo, naturalmente, ci mancherebbe.
Ma rifletti sul fatto che prima o poi, fatalmente, ineluttabilmente, il passo falso lo farai. E anche se non lo facessi, le circostanze (un sasso che cede, un sasso che ti cade in testa, ecc.) potrebbero avere lo stesso effetto, e quelle sono al di fuori del tuo controllo.
Quanto al fatto di come fosse l'alpinismo delle origini, non lo so. Ma è come dire che ti sale l'autostima ad andare forte in motocicletta senza casco perché quello era il motociclismo delle origini.
Io sono il più tranquillo degli escursionisti e francamente non capisco non tanto il rischio "razionalizzabile" in sé (che ha senso: che sia l'Everest, o il parapendio, o il deltaplano, o il paracadutismo ecc.) ma il rischio "in sé" per elevare la propria autostima.
Se fai le attività di cui sopra le fai - normalmente - perché ti piace la pratica di quello sport in sé. Il rischio è, come dire, un accidente del caso. Se fosse possibile fare paracadutismo eliminando tutti i rischi, tutti i paracadutisti lo farebbero senza rischi.
Qui parliamo di uno che - per fare un paragone - fa paracadutismo senza secondo paracadute perché così migliora la propria l'autostima ed è più vicino al paracadutismo delle origini. A me sembra un ragionamento di uno che ha problemi.
Comunque a ognuno la sua montagna. Amen.
PS Rambata: escursione in montagna, senza sentiero, nell'ambiente naturale noto come "casinaia", per divertirsi.