- Parchi del Piemonte
-
- Parco della fascia fluviale del Po - tratto Cuneese
Data: 27/08/2016
Regione e provincia: Piemonte - CN
Località di partenza: Castello (1.603 m)
Località di arrivo: Castello (1.603 m)
Tempo di percorrenza: 7h + 6h
Grado di difficoltà: PD-
Descrizione delle difficoltà: passi di arrampicata (fino al III), sfasciumi
Periodo consigliato: tarda estate, autunno
Segnaletica: tacche gialle, ometti
Dislivello in salita: circa 2.300
Dislivello in discesa: circa 2.300
Quota massima: Punta Trieste - 3.841 m
Accesso stradale: prima di entrare in Castello, lasciare la macchina negli spiazzi dopo il rifugio Allevé
Descrizione
Scacco al Re
Dopo tre anni che era nel mirino, finalmente l’abbiamo presa.
Scegliamo di partire da Castello, uno perché è la via storica, due perché è quella con la salita più costante.
Preso dall’emozione mi dimentico di comprare il prosciutto per il pranzo, mi arrabatterò con con quello che ho in casa ma non sarà un granché.
Kima parte in anticipo e dormirà nella sua cuccia, io e @Gaijin andremo insieme.
Finalmente è il grande giorno, dormo poco o niente, alle tre suona la sveglia, ho già degli SMS sul cellulare: il buon @Gaijin ha avuto problemi tecnici e non riuscirà a partecipare. Vado da solo
Alle 5 raggiungo a Castello (1.602 m) kima che ha dormito nel kangoo, questa la sua cuccia, le ragazze non si sono lasciate fotografare.
È buio pesto, ma riusciamo ad individuare e iniziare a percorre il sentiero U09 senza bisogno di frontali, il sentiero è una comoda sterrata, ma sale decisa, costeggiando il torrente Vallanta.Dopo circa un’ora a 2.012 m incontriamo il bivio con il sentiero per i bivacchi Boarelli e Berardo, inizia a divenire chiaro e così non ranziamo il bivio. Dopo pohi metri un altro bivio a sx il sentireo U11 che va al Berardo, a dx il sentiero Ezio Nicoli che risale il Vallone delle Forcioline.
Andiamo a destra, inizialmente il sentiero passa nel bosco, dopo sbuca nel vallone dapprima prati e poi un interminabile pietraia molto instabile, attrezzata con alcune catene superflue in salita, utili in discesa.
Il sentiero non finisce mai, più volte sembra essere vicina la fine, ma poi prosegue, troviamo anche due fonti lungo il percorso.
Alla fine sbuchiamo nel piano dove troviamo i laghi delle Forcioline, molto belli e il bivacco Boarelli (2.823 m) 3 ore dalla partenza.
Facciamo una piccola pausa al Bivacco, bello anche se sempre sovraffollato, qui conosciamo Ralf il fantomatico tedesco che d’estate vive al bivacco e sale e scende dal Monviso, ormai è arrivato a 137. Pur non condividendo il fatto che viva al bivacco, devo dire che è una persona molto semplice e cordiale, amante della montagna e che conosce molto bene le vallate del Piemonte, lasciamo il bivacco, ma poi ritroveremo Ralf in vetta.
Prendiamo il sentiero diretto che va al bivacco Andreotti, sullo sfondo compare la nostra meta, ancora lontana.
Il sentiero è una pietraia sfasciumosa, si sale a fatica e spunta il bivacco sullo sfondo, un puntino verde. Piano piano ci avviciniamo e dopo 1 ora e un quarto dal Boarelli raggiungiamo l’Andreotti (3.277 m).
Altra piccola pausa, incontriamo una persona che aspetta il ritorno dei compagni, il bivacco viene usato come deposito per alleggerirsi prima di salire in vetta. Il tratto dopo è un infido tratto sfasciumoso, si muove tutto, una cosa penosa,
saliamo ancora di circa 100 m e poi inizia il tratto più duro, gli ultimi 500 metri di arrampicata. Qui molliamo i bastoncini, che ritroveremo al ritorno e mettiamo il casco obbligatorio, con tutte le pietre che si muovono sul percorso.
Si alternano passi di arrampicata più o meno facile (fino al III) a tratti di sentiero, l’altitudine si sente, ho sempre il fiatone.
Incrociamo lunghe comitive, che si assicurano con la corda e ci fanno perdere un sacco di tempo, ne approffitto per rifiatare.
I fantomatici “fornelli” sono due canalini, che superiamo senza grosse difficoltà (I, II), ben più difficile la fessura (III)
Continuiamo a salire, incontriamo la cresta est, ci siamo quasi.
Ancora qualche passo, e spunta la croce di vetta, iniziamo a gongolare, ormai ce l’abbiamo fatta.
La vetta è ancora molto affollata ma riusciamo a farci la foto insieme.
Ce l’abbiamo fatta anche il re è stato preso, una strana sensazione.
Il panorama è una specie di delusione, le cime vicine sono tutte più basse e quelle alte sono lontane, fa’ strano essere sulla cima che vedevamo dalle cime di praticamente tutte le nostre escursioni.
Piano piano scendono tutti dalla vetta, ma qui ci raggiungono Ralf e un altro amico che avevamo incontrato sulla Mondrone.
Di fronte a noi c’è un’altra cima: la punta Nizza
Che faccio lascio? Ovviamente no, il kima si catapulta a conquistarla
Qualche passaggio di arrampicata e anche questa è nel sacco. Qui ci raggiungono i nostri nuovi compagni.
Torniamo sulla punta Trieste ormai vuota.
E decidiamo che è ora di tornare indietro, inizia la lunga discesa; ai "fornelli" incontriamo una comitiva che scende lentamente uno per volta, una pena, perdiamo almeno mezz'ora, passati i fornelli li superiamo.
La discesa è più insidiosa della salita, il punto più ostico per me rimane la fessura, comunque scendiamo senza utilizzare la corda.
Al bivacco Boarelli, già pieno, facciamo un'altra piccola sosta e i nostri nuovi amici si sggiungono a noi in discesa.
La discesa è eterna e la stanchezza si fa' sentire, incrociamo un sacco di gente che sta salendo.
Finalmente dopo oltre 14 ore di escursione ritorno alla macchina.
Gita meravigliosa con il buon kima, il Monviso è preso, non me ne rendo ancora conto.
Sulla salita incontrata molta gente, alcuni dei quali ti chiedevi cosa ci facessero lì, è pur sempre una salita alpinistica, visto di tutto, da quelli pieni di rinvii , a quella che assicuravano i compagni nei modi più fantasiosi, non ci si deve stupire se poi capitano gli incidenti.
@Piervi ti abbiamo lasciato un saluto sul libro di vetta, così quando sali ti ricordi di noi
Regione e provincia: Piemonte - CN
Località di partenza: Castello (1.603 m)
Località di arrivo: Castello (1.603 m)
Tempo di percorrenza: 7h + 6h
Grado di difficoltà: PD-
Descrizione delle difficoltà: passi di arrampicata (fino al III), sfasciumi
Periodo consigliato: tarda estate, autunno
Segnaletica: tacche gialle, ometti
Dislivello in salita: circa 2.300
Dislivello in discesa: circa 2.300
Quota massima: Punta Trieste - 3.841 m
Accesso stradale: prima di entrare in Castello, lasciare la macchina negli spiazzi dopo il rifugio Allevé
Descrizione
Scacco al Re
Dopo tre anni che era nel mirino, finalmente l’abbiamo presa.
Scegliamo di partire da Castello, uno perché è la via storica, due perché è quella con la salita più costante.
Preso dall’emozione mi dimentico di comprare il prosciutto per il pranzo, mi arrabatterò con con quello che ho in casa ma non sarà un granché.
Kima parte in anticipo e dormirà nella sua cuccia, io e @Gaijin andremo insieme.
Finalmente è il grande giorno, dormo poco o niente, alle tre suona la sveglia, ho già degli SMS sul cellulare: il buon @Gaijin ha avuto problemi tecnici e non riuscirà a partecipare. Vado da solo
Alle 5 raggiungo a Castello (1.602 m) kima che ha dormito nel kangoo, questa la sua cuccia, le ragazze non si sono lasciate fotografare.
È buio pesto, ma riusciamo ad individuare e iniziare a percorre il sentiero U09 senza bisogno di frontali, il sentiero è una comoda sterrata, ma sale decisa, costeggiando il torrente Vallanta.Dopo circa un’ora a 2.012 m incontriamo il bivio con il sentiero per i bivacchi Boarelli e Berardo, inizia a divenire chiaro e così non ranziamo il bivio. Dopo pohi metri un altro bivio a sx il sentireo U11 che va al Berardo, a dx il sentiero Ezio Nicoli che risale il Vallone delle Forcioline.
Andiamo a destra, inizialmente il sentiero passa nel bosco, dopo sbuca nel vallone dapprima prati e poi un interminabile pietraia molto instabile, attrezzata con alcune catene superflue in salita, utili in discesa.
Il sentiero non finisce mai, più volte sembra essere vicina la fine, ma poi prosegue, troviamo anche due fonti lungo il percorso.
Alla fine sbuchiamo nel piano dove troviamo i laghi delle Forcioline, molto belli e il bivacco Boarelli (2.823 m) 3 ore dalla partenza.
Facciamo una piccola pausa al Bivacco, bello anche se sempre sovraffollato, qui conosciamo Ralf il fantomatico tedesco che d’estate vive al bivacco e sale e scende dal Monviso, ormai è arrivato a 137. Pur non condividendo il fatto che viva al bivacco, devo dire che è una persona molto semplice e cordiale, amante della montagna e che conosce molto bene le vallate del Piemonte, lasciamo il bivacco, ma poi ritroveremo Ralf in vetta.
Prendiamo il sentiero diretto che va al bivacco Andreotti, sullo sfondo compare la nostra meta, ancora lontana.
Il sentiero è una pietraia sfasciumosa, si sale a fatica e spunta il bivacco sullo sfondo, un puntino verde. Piano piano ci avviciniamo e dopo 1 ora e un quarto dal Boarelli raggiungiamo l’Andreotti (3.277 m).
Altra piccola pausa, incontriamo una persona che aspetta il ritorno dei compagni, il bivacco viene usato come deposito per alleggerirsi prima di salire in vetta. Il tratto dopo è un infido tratto sfasciumoso, si muove tutto, una cosa penosa,
saliamo ancora di circa 100 m e poi inizia il tratto più duro, gli ultimi 500 metri di arrampicata. Qui molliamo i bastoncini, che ritroveremo al ritorno e mettiamo il casco obbligatorio, con tutte le pietre che si muovono sul percorso.
Si alternano passi di arrampicata più o meno facile (fino al III) a tratti di sentiero, l’altitudine si sente, ho sempre il fiatone.
Incrociamo lunghe comitive, che si assicurano con la corda e ci fanno perdere un sacco di tempo, ne approffitto per rifiatare.
I fantomatici “fornelli” sono due canalini, che superiamo senza grosse difficoltà (I, II), ben più difficile la fessura (III)
Continuiamo a salire, incontriamo la cresta est, ci siamo quasi.
Ancora qualche passo, e spunta la croce di vetta, iniziamo a gongolare, ormai ce l’abbiamo fatta.
La vetta è ancora molto affollata ma riusciamo a farci la foto insieme.
Ce l’abbiamo fatta anche il re è stato preso, una strana sensazione.
Il panorama è una specie di delusione, le cime vicine sono tutte più basse e quelle alte sono lontane, fa’ strano essere sulla cima che vedevamo dalle cime di praticamente tutte le nostre escursioni.
Piano piano scendono tutti dalla vetta, ma qui ci raggiungono Ralf e un altro amico che avevamo incontrato sulla Mondrone.
Di fronte a noi c’è un’altra cima: la punta Nizza
Che faccio lascio? Ovviamente no, il kima si catapulta a conquistarla
Qualche passaggio di arrampicata e anche questa è nel sacco. Qui ci raggiungono i nostri nuovi compagni.
Torniamo sulla punta Trieste ormai vuota.
E decidiamo che è ora di tornare indietro, inizia la lunga discesa; ai "fornelli" incontriamo una comitiva che scende lentamente uno per volta, una pena, perdiamo almeno mezz'ora, passati i fornelli li superiamo.
La discesa è più insidiosa della salita, il punto più ostico per me rimane la fessura, comunque scendiamo senza utilizzare la corda.
Al bivacco Boarelli, già pieno, facciamo un'altra piccola sosta e i nostri nuovi amici si sggiungono a noi in discesa.
La discesa è eterna e la stanchezza si fa' sentire, incrociamo un sacco di gente che sta salendo.
Finalmente dopo oltre 14 ore di escursione ritorno alla macchina.
Gita meravigliosa con il buon kima, il Monviso è preso, non me ne rendo ancora conto.
Sulla salita incontrata molta gente, alcuni dei quali ti chiedevi cosa ci facessero lì, è pur sempre una salita alpinistica, visto di tutto, da quelli pieni di rinvii , a quella che assicuravano i compagni nei modi più fantasiosi, non ci si deve stupire se poi capitano gli incidenti.
@Piervi ti abbiamo lasciato un saluto sul libro di vetta, così quando sali ti ricordi di noi
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