- Parchi delle Marche
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- Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Dati
Data: 7 Giugno 2017
Regione e provincia: Marche, Fermo
Località di partenza: Vetice, frazione di Montefortino
Località di arrivo: Idem
Tempo di percorrenza: 7h
Chilometri: 10.5
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: Sentiero esposto in molti punti, pendenze elevate fino a oltre 40°
Periodo consigliato: Da giugno a Novembre, mai con neve
Segnaletica: Omini di pietra lungo il sentiero 22.
Dislivello in salita: 1022
Dislivello in discesa: 1022
Quota massima:1348
Accesso stradale: Fino a vetice strada asfaltata, poi strada a ciottoli per circa 400 metri
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=7927
Descrizione
Ho visitato l'Eremo diverse volte, e l'ho sempre trovato bellissimo. L'unico "difetto" era il vociare e l'affollamento (in realtà non c'era mai folla, ma per un eremo...). Ho quindi deciso di cogliere tutto quel che si poteva di positivo da un evento che tratti positivi non ne ha affatto. Siccome il terremoto ha chiuso l'accesso alla gola dell'Infernaccio (la cui strada ed il successivo sentiero è ostruita da una frana e vietata da una ordinanza), ho cercato una via alternativa per arrivare all'Eremo e visitarlo mentre è deserto. Il tutto in solitaria, poichè di solito le escursioni le faccio con moglie e figlio di 7 anni, ma non mi azzardo mai a portare il bambino su sentieri non noti, prima vado sempre in avanscoperta io.
A Vetice si può arrivare con l'auto prendendo la strada che porta al Santuario dell'Ambro. Poco prima del santuario sulla sinistra c'è il bivio per la frazione. Dall'abitato sulla destra una strada a ciottoli sale sul pianoro, è sconnessa ma non proibitiva per una normale utilitaria. Si arriva così ad una fonte (Fonte vecchia) dove c'è uno slargo e si può parcheggiare l'auto. L'obiettivo dell'escursione, l'eremo, è già visibile in lontananza e lo resterà per gran parte del percorso.
Da lì partono due carrerecce, una che a estra sale per i prati di Vetice, e l'altra che costituisce il vecchio sentiero CAI numero 22, che si inoltra in direzione SudOvest verso un casale chiamato Casale Samara, fino a costeggiarlo. Fin qui il sentiero è comodo e quasi in pianura. Comincia quindi a restringersi, restando però sempre visibile, entrando nel bosco. Qui alcuni tratti sono esposti e la vegetazione si sta riappropriando del sentiero stesso. Si attraversano alcuni canaloni dove le valanghe di Gennaio hanno cancellato il sentiero lasciando pietraie da fare di traverso, ma si riesce sempre a trovare il sentiero dall'altro lato prima di iniziare l'attraversamento. Già qui l'itinerario perde le caratteristiche di una categoria E per diventare EE. Su percorre il versante sud
Si esce quindi dal bosco e si comincia a salire quasi in verticale. A tratti si sente la tentazione di mettere le mani a terra. Il sentiero sale ripido (e a tratti invisibile) verso una sella che all'improvviso apre il panorama sulla gigantesca conca del monte Priora (se riesco ad allegarlo ho un video di questo momento)
Qui termina il sentiero 22, l'itinerario tracciato prosegue lungo il sentiero 21 fino alla cima della Priora, ma per dirigersi verso l'eremo si deve abbandonare il sentiero e scendere lungo un ripido pendio da affrontare prima in traverso e poi in discesa , teatro di valanghe invernali e quindi pieno di pietre smosse e alberi abbattuti.
Questo pezzo mette alla prova ginocchia, caviglie, scarponi e determinazione (specie pensando al doverlo affrontare in salita).
Arrivato sul fondo della valle del Rio si sente il rumore della "cascata nascosta". Ma c'è una brutta sorpresa. La neve delle valanghe non si è ancora sciolta e forma un nevaio di ghiaccio pressato proprio sul letto del torrente.
Il nevaio deve essere attraversato per arrivare al sentiero CAI 223 che si trova sul versante Ovest della valle, ma mentre dall'aspetto sembrano 50cm di neve in realtà sono almeno 5 metri. Ed il torrente ci passa sotto, per cui c'è un rischio concreto di cadere se non dovesse reggere il peso.
Cerco un punto in cui ci sono più tronchi possibili e lo attraverso usandoli come "ponte" in modo da distribuire il peso sulla neve. Arrivo sul versante opposto ma il sentiero 223 Non c'è più. O è sotto la neve, più in basso, o le valanghe lo hanno cancellato. Percorro quindi fuori sentiero circa 100 metri nella direzione dell'acqua, di traverso sul versante destro orografico del torrente stesso. Sarebbe più facile percorrere il margine del nevaio, ma scendendo questo diventa più sottile e non voglio rischiare.
Finalmente ritrovo il sentiero 223 che porta dritto fino all'eremo. Al confronto di quanto passato finora è una autostrada
Arrivo all'eremo dopo circa 3.5 ore dalla partenza e purtroppo visto il ritardo sulla tabella di marcia posso fermarmi meno del previsto. Una brutta sorpresa è la non attività della fonte d'acqua. Riesco comunque a godermi il silenzio e l'atmosfera bellissima del luogo, mentre consumo il mio pasto.
L'edificio ha subito alcuni danni dal sisma, ma non appare pericolante nè gravemente danneggiato. La torre è ancora in piedi, ci sono crepe ma non crolli evidenti.
Il ritorno per la stessa via è stato più facile per via della conoscenza del percorso ormai acquisita, ma il pezzo fuori sentiero si è fatto sentire molto. Per fortuna la macchina era parcheggiata di fianco alla fonte, per cui ho avuto acqua a volontà al traguardo.
Ho scritto al CAI avvisandoli dello stato dei sentieri 22 e 223, poichè ritengo che con la chiusura delle gole dell' Infernaccio questo possa diventare un itinerario alternativo, stavolta non turistico ma comunque praticabile dagli escursionisti, per raggiungere l'Eremo.
Data: 7 Giugno 2017
Regione e provincia: Marche, Fermo
Località di partenza: Vetice, frazione di Montefortino
Località di arrivo: Idem
Tempo di percorrenza: 7h
Chilometri: 10.5
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: Sentiero esposto in molti punti, pendenze elevate fino a oltre 40°
Periodo consigliato: Da giugno a Novembre, mai con neve
Segnaletica: Omini di pietra lungo il sentiero 22.
Dislivello in salita: 1022
Dislivello in discesa: 1022
Quota massima:1348
Accesso stradale: Fino a vetice strada asfaltata, poi strada a ciottoli per circa 400 metri
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=7927
Descrizione
Ho visitato l'Eremo diverse volte, e l'ho sempre trovato bellissimo. L'unico "difetto" era il vociare e l'affollamento (in realtà non c'era mai folla, ma per un eremo...). Ho quindi deciso di cogliere tutto quel che si poteva di positivo da un evento che tratti positivi non ne ha affatto. Siccome il terremoto ha chiuso l'accesso alla gola dell'Infernaccio (la cui strada ed il successivo sentiero è ostruita da una frana e vietata da una ordinanza), ho cercato una via alternativa per arrivare all'Eremo e visitarlo mentre è deserto. Il tutto in solitaria, poichè di solito le escursioni le faccio con moglie e figlio di 7 anni, ma non mi azzardo mai a portare il bambino su sentieri non noti, prima vado sempre in avanscoperta io.
A Vetice si può arrivare con l'auto prendendo la strada che porta al Santuario dell'Ambro. Poco prima del santuario sulla sinistra c'è il bivio per la frazione. Dall'abitato sulla destra una strada a ciottoli sale sul pianoro, è sconnessa ma non proibitiva per una normale utilitaria. Si arriva così ad una fonte (Fonte vecchia) dove c'è uno slargo e si può parcheggiare l'auto. L'obiettivo dell'escursione, l'eremo, è già visibile in lontananza e lo resterà per gran parte del percorso.
Da lì partono due carrerecce, una che a estra sale per i prati di Vetice, e l'altra che costituisce il vecchio sentiero CAI numero 22, che si inoltra in direzione SudOvest verso un casale chiamato Casale Samara, fino a costeggiarlo. Fin qui il sentiero è comodo e quasi in pianura. Comincia quindi a restringersi, restando però sempre visibile, entrando nel bosco. Qui alcuni tratti sono esposti e la vegetazione si sta riappropriando del sentiero stesso. Si attraversano alcuni canaloni dove le valanghe di Gennaio hanno cancellato il sentiero lasciando pietraie da fare di traverso, ma si riesce sempre a trovare il sentiero dall'altro lato prima di iniziare l'attraversamento. Già qui l'itinerario perde le caratteristiche di una categoria E per diventare EE. Su percorre il versante sud
Si esce quindi dal bosco e si comincia a salire quasi in verticale. A tratti si sente la tentazione di mettere le mani a terra. Il sentiero sale ripido (e a tratti invisibile) verso una sella che all'improvviso apre il panorama sulla gigantesca conca del monte Priora (se riesco ad allegarlo ho un video di questo momento)
Qui termina il sentiero 22, l'itinerario tracciato prosegue lungo il sentiero 21 fino alla cima della Priora, ma per dirigersi verso l'eremo si deve abbandonare il sentiero e scendere lungo un ripido pendio da affrontare prima in traverso e poi in discesa , teatro di valanghe invernali e quindi pieno di pietre smosse e alberi abbattuti.
Questo pezzo mette alla prova ginocchia, caviglie, scarponi e determinazione (specie pensando al doverlo affrontare in salita).
Arrivato sul fondo della valle del Rio si sente il rumore della "cascata nascosta". Ma c'è una brutta sorpresa. La neve delle valanghe non si è ancora sciolta e forma un nevaio di ghiaccio pressato proprio sul letto del torrente.
Il nevaio deve essere attraversato per arrivare al sentiero CAI 223 che si trova sul versante Ovest della valle, ma mentre dall'aspetto sembrano 50cm di neve in realtà sono almeno 5 metri. Ed il torrente ci passa sotto, per cui c'è un rischio concreto di cadere se non dovesse reggere il peso.
Cerco un punto in cui ci sono più tronchi possibili e lo attraverso usandoli come "ponte" in modo da distribuire il peso sulla neve. Arrivo sul versante opposto ma il sentiero 223 Non c'è più. O è sotto la neve, più in basso, o le valanghe lo hanno cancellato. Percorro quindi fuori sentiero circa 100 metri nella direzione dell'acqua, di traverso sul versante destro orografico del torrente stesso. Sarebbe più facile percorrere il margine del nevaio, ma scendendo questo diventa più sottile e non voglio rischiare.
Finalmente ritrovo il sentiero 223 che porta dritto fino all'eremo. Al confronto di quanto passato finora è una autostrada
Arrivo all'eremo dopo circa 3.5 ore dalla partenza e purtroppo visto il ritardo sulla tabella di marcia posso fermarmi meno del previsto. Una brutta sorpresa è la non attività della fonte d'acqua. Riesco comunque a godermi il silenzio e l'atmosfera bellissima del luogo, mentre consumo il mio pasto.
L'edificio ha subito alcuni danni dal sisma, ma non appare pericolante nè gravemente danneggiato. La torre è ancora in piedi, ci sono crepe ma non crolli evidenti.
Il ritorno per la stessa via è stato più facile per via della conoscenza del percorso ormai acquisita, ma il pezzo fuori sentiero si è fatto sentire molto. Per fortuna la macchina era parcheggiata di fianco alla fonte, per cui ho avuto acqua a volontà al traguardo.
Ho scritto al CAI avvisandoli dello stato dei sentieri 22 e 223, poichè ritengo che con la chiusura delle gole dell' Infernaccio questo possa diventare un itinerario alternativo, stavolta non turistico ma comunque praticabile dagli escursionisti, per raggiungere l'Eremo.
Allegati
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