L' ometto

Ottimi spunti di riflessione! Grazie a tutti!
Non sapevo dell' origine nordica (cairn) degli ometti.
Nelle pietraie il materiale per la costruzione non manca.
Sono meno impattanti dei segni rossi.
Rispetto a questi ultimi, si vedono da tutte le direzioni.
 
Ottimi spunti di riflessione! Grazie a tutti!
Non sapevo dell' origine nordica (cairn) degli ometti.
Nelle pietraie il materiale per la costruzione non manca.
Sono meno impattanti dei segni rossi.
Rispetto a questi ultimi, si vedono da tutte le direzioni.
Nordico è quanto meno il termine, ma direi che la "tecnologia" costruttiva sia stata portata avanti contemporaneamente in diverse parti del globo.
 
Passo della Lausa, Valle Stura
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pietraie moreniche sotto il Monviso
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Valle Gesso, Vallone delle Fenestrelle
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"Non distruggete gli ometti e, soprattutto, non costruitene a caso: sono dei segnali salvavita"
L'appello arriva direttamente dal Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico

In queste settimane, complice anche il caldo, che ha spinto molte persone a cercare un po' di refrigerio in montagna, le località alpine della nostra provincia hanno visto la presenza di tantissimi turisti ed escursionisti, facendo registrare il pienone quasi ovunque.

Chi non frequenta spesso la montagna, però, ignora molte piccole regole fondamentali per la sicurezza propria e degli altri. Una di queste, importantissima, è stata evidenziata anche dal Corpo Nazionale del Soccorso Alpino che, a luglio scorso, ha lanciato un piccolo appello:
"Non distruggete e, soprattutto, non costruite a caso gli ometti".

Ma cosa sono gli "ometti"? Chiedendo in giro, a caso, abbiamo scoperto che non sono in tanti a saperlo.

Gli ometti sono le torrette di sassi in cui ci si imbatte, spesso, percorrendo qualche sentiero montano. "Sono dei segnali importantissimi quando i bolli bianchi e rossi dei sentieri non sono visibili o non possono essere apposti, in estate come in inverno. Segnali che hanno indicato la giusta via a migliaia di persone quando erano indecisi sul percorso da seguire, veri e propri segnali salvavita", scrivono sulla pagina Facebook del soccorso alpino.

Sulle nostre montagne se ne possono incontrare tantissimi. Ecco, se vi capitasse, tenetelo a mente: non distruggeteli e, soprattutto, non createne a caso.

http://www.targatocn.it/2017/08/12/...uitene-a-caso-sono-dei-segnali-salvavita.html

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.........a volte ne faccio uno semplicemente perché sta bene lì e so o bellissimi:semplici.
 

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In una mia recente escursione in solitaria, nel gruppo Puez-Odle tra la val Gardena e l' alta Badia, i segni non si vedevano più. Dopo un po di cammino eccolo lì, l' ometto ad indicarmi la via.
 
Bellissima riflessione Piervi e foto meravigliose.
Pensare che qualche settimana fa sul nostro Appennino ho condiviso un tratto di sentiero con una signora, molto conosciuta qui nelle nostre regioni e che trascorre metà della sua vita sui monti, che strada facendo ha distrutto un paio di omini di pietra, dicendo che facilitano troppo l'orientamento. E si è sentita autorizzata anche da una sua amica guida CAI, che fa corsi di orientamento qui sull'Appennino. Sono rimasto un po' perplesso per questo, ma per quieto vivere sono stato in silenzio.

Questi qui nella foto, si trovano quasi in vetta al Ben Nevis in Scozia, la montagna più alta della Gran Bretagna, indispensabili perché su c'è sempre nebbia: molto difficile da abbatterli :)
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Ecco altri due ometti essenziali, su creste molto visibili
La prima indica la direzione per la cima di Cougourde (Francia) nell'immensa pietraia
La seconda indica la direzione della via diretta dalle Forciolline verso il bivacco Andreotti per la salita al Monviso.
Qui sono proprio essenziali per non vagare per ore nei vasti saliscendi della morena
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