Altro dramma in montagna

Difficile frenare l'entusiasmo di una bella salita in ambiente glaciale , ma avendo vissuto la metamorfosi dei ghiacciai negli ultimi 10-15 anni, ho dovuto fare uno sforzo per riuscirci, a meno di andare su itinerari strabattuti ed in condizioni ragionevolmente sicure.
In articoli come questi il giornalista non sa bene di cosa parla e compare sempre la magica frase "ha perso l'appiglio".
In realtà non c'è nessun appiglio la cui perdita possa (o debba) provocare la morte di un alpinista. Qui si parla di una progressione in conserva NON protetta. Cosa che normalmente basta e avanza su di un ghiacciaio in buone condizioni e su difficoltà di basso grado. Altrove serve per forza di cose una conserva protetta, ovvero uno o più punti di ancoraggio al terreno o parete, in modo da arrestare una qualsiasi scivolata.
Qui nessuna delle cordate progrediva in sicurezza, altrimenti non si spiegherebbe una simile tragedia. Oppure sono stati fregati dalla neve fresca depositata su ghiaccio vivo.

Capiremo meglio con i prossimi articoli cosa sia successo...

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La verità possono dircela solo i superstiti, chissà cosa è successo.

Tutte le volte che ho toccato di prima mano le notizie dei giornali, mi sono sempre sbattuto su imprecisioni e pressapochismo, nessuna polemica, solo quello che ho potuto verificare.
 
Quando l'ho sentita mi sono sentito un gufo... nella mia guida Comunicare Via Radio c'è un esempio di chiamata di soccorso proprio da quella posizione in cui è avvenuto questo incidente... porca trota...
 
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