- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Dati
Data: 14/09/2017
Regione e provincia: Abruzzo, Teramo
Località di partenza: Lago dell'Orso (Ceppo)
Località di arrivo: Lago dell'Orso (Ceppo)
Tempo di percorrenza: ...
Chilometri: 20
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: lunghezza, dislivello, soprattutto terreno impervio e luoghi particolarmente isolati nelle valli
Periodo consigliato: con la buona stagione
Segnaletica: ottima!
Dislivello in salita: 1350m
Dislivello in discesa:
Quota massima: 2411m (Pizzo di Moscio)
Accesso stradale: dal Ceppo, località di Rocca Santa Maria, Teramo
Descrizione
Da diverso tempo con l'amico e socio @Leo da solo e la lupa Linda (e la mia piccola meticcia Zoe) non ci facevamo una giornata "piena" in montagna, la Laga inizia ad assumere gli affascinanti toni autunnali ed il richiamo è fortissimo. L'idea iniziale è quella di raggiungere Pizzo di Sevo, un isolato torrione - per noi teramani - percorrendo la cresta che collega Pizzo di Moscio, Cima Lepri (mai toccata sia da me, sia dal socio) ed appunto il Sevo per il famoso tracciolino e vado di Annibale.
L'itinerario è per 1/3 noto e per il resto tutto "a vista", purtroppo è una cresta che presenta diversi saliscendi, ma la voglia è tanta ed allora si va... decidiamo di non partire troppo presto anche per tornare coi colori del tramonto, in realtà un po' di complicazioni logistiche ed il fatto che stiamo molto in relax mentalmente fanno si che siamo al Lago dell'Orso (in auto, dal Ceppo tramite permesso gratuito da richiedere al camping) con gli scarponi a terra alle 10.15 ... un orario davvero da "vip"! Ora però dirado le parole e chiedo ausilio alle immagini, che già vi avrò tediato, anche perchè il percorso che avevamo in mente verrà mutato nel corso della giornata e si rivelerà un'ottima scelta...
La lunga dorsale della Storna conduce visivamente dalla destra dell'immagine all'appuntito Pizzo di Moscio, Zoe la mia piccola è pronta e pimpante... si parte
E' un percorso conosciuto, si procede spediti, ma fa più caldo del previsto e Zoe e Linda optano per una sosta rinfrescante...
La Laga con bolli bianco-rossi, paletti bordati in alto di bianco e rosso (acciaio) e addirittura cartelli! Davvero una bella scoperta questo rifacimento della rete sentieristica del parco!
Non conosco le percorrenze per il Pizzo di Moscio, ma in 1.45h dalla macchina siamo in vetta, dopo una veloce scrutatina puntiamo decisi la cresta a noi ignota e che già altre volte ci aveva ammaliati... Cima Lepri è un bel roccione a metà del percorso, Pizzo di Sevo si fa notare sullo sfondo.
Da questa visuale, panorami inediti... quasi stentiamo a riconoscere il Gorzano ed anche il Gran Sasso sullo sfondo appare nuovo.
Laga, immensa Laga... la cresta cede il passo ad i pratoni tipici di queste splendide montagne, uno spicchio di luna ci guida dall'inizio della passeggiata, dalla vetta del Moscio in poi il vento si è fatto insistente (e siamo sopra i 2000m) ma almeno ha mitigato un caldo che sembra non voler finire.
Da qui ci giriamo a contemplare la cresta percorsa e Pizzo di Moscio (nella foto a sinistra), la piramide appuntita che anche da Teramo riconosciamo, ha un'altro aspetto.
Superato i pratoni ci si presenta una nuova cresta, ma soprattutto un affaccio mozzafiato sulla zona di Amatrice... a queste genti così colpite dagli eventi, il nostro ideale abbraccio
Dalla parte opposta Zoe osserva i monti Gemelli, che si ricordi della prima vetta della sua vita, il Girella?
La cresta che da qui conduce a Cima Lepri è aerea ed appassionante, una splendida scoperta
Troviamo riparo dal vento ed è giunto il momento di mangiare, ma ripartiamo senza perder tempo che la strada è ancora lunga. Da qui parte il leggendario tracciolino di annibale, è affascinante percorrerlo ma pizzo di Sevo inizia a farci comprendere con maggiore forza di che pasta è fatto.
Siamo sul tracciolino e quasi al "vado di annibale" che rimane proprio alle pendici della vetta, il Sevo presenta una salita davvero sfiancante per noi che già abbiamo trottato molto, il vento continua sostenuto ed all'orizzonte da ovest si muovono nuvole veloci....
qualcosa sta cambiando, i tempi sono stretti, ci sediamo sul vado e probabilmento come qualche antico soldato decidiamo il sentiero migliore: punteremo il Pelone, da lì un sentiero scende prima verso gli stazzi del Castellano, poi nel fosso della Morricana e da lì a mezzacosta fino alla Storna ed il Lago dell'Orso. L'itinerario di cresta per il rientro ci sembra sfiancante ma soprattutto troppo esposto ad un vento che inizia a reclamare la sua possenza, inoltre toccheremo zone della Laga ignote, la scelta è fatta ed aggirata la conca sotto Cima Lepri siamo dalla parte opposta su un sentiero a mezzacosta, le luci iniziano a mutare e disegnano il fosso del rio Castellano.
Pizzo di Sevo continua a svettare prepotente, sarà per un'altra volta
Le nuvole corrono rapide e mutano forma continuamente, anche le greggi iniziano a ritornare verso valle
Ci ritroviamo di nuovo su una piccola cresta, propaggine ad est di Cima Lepri
Poi da qui il sentiero piega verso valle, i bolli ed i paletti saranno utilissimi qui sotto
Le nuvole iniziano ad addensarsi sempre di più, la cresta di fronte a noi è la destinazione e non è tanto vicina, ma possiamo vedere che il meteo sul sentiero dell'andata è diventato davvero proibitivo, si abbiamo fatto bene
E cala il buio nelle valli mentre le creste sono spazzate da raffiche fortissime e coperte da nuvole dense
A circa mezz'ora dagli stazzi della Morricana un rigagnolo è un buon punto di ristoro, il cielo oramai è coperto del tutto
Un piccolo gruppo di alberi di fianco ad una cascata quasi in secca è anche sede di un riparo di roccia costruito dai pastori, siamo stanchi ed un tè ci sta tutto, poi ripartiamo cercando di intuire sulla roccia quasi strapiombante dove passerà il nostro cammino
Vento, nebbie, terreno impervio ed una pendenza decisa a fronte di distanze ridotte... si sale con decisione, il freddo mi mette qualche crampo che riesco ad arginare con mestiere e qualcosa da mettere sotto i denti, in basso il gruppo di alberi dai quali siamo partiti
La cengia è meno stretta di quel che pensavamo, la nebbia però ci preclude la vista che secondo me è splendida, ma va bene così
Ed è ancora lunga nonostante abbiam guadagnato i 2000m di quota da tempo, ma giungiamo alla Storna coi colori giusti anche se il vento in cresta è letteralmente violento, la nostra scelta di ripiego non è stata un ripiego.
L'ultima fotografia è più una visione che altro, il rossore alle nostre spalle, le nuvole, la stanchezza, siamo alla macchina e tutto mi sembra un sogno: la Laga non delude mai, la Laga è magica dice sempre mia moglie
Data: 14/09/2017
Regione e provincia: Abruzzo, Teramo
Località di partenza: Lago dell'Orso (Ceppo)
Località di arrivo: Lago dell'Orso (Ceppo)
Tempo di percorrenza: ...
Chilometri: 20
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: lunghezza, dislivello, soprattutto terreno impervio e luoghi particolarmente isolati nelle valli
Periodo consigliato: con la buona stagione
Segnaletica: ottima!
Dislivello in salita: 1350m
Dislivello in discesa:
Quota massima: 2411m (Pizzo di Moscio)
Accesso stradale: dal Ceppo, località di Rocca Santa Maria, Teramo
Descrizione
Da diverso tempo con l'amico e socio @Leo da solo e la lupa Linda (e la mia piccola meticcia Zoe) non ci facevamo una giornata "piena" in montagna, la Laga inizia ad assumere gli affascinanti toni autunnali ed il richiamo è fortissimo. L'idea iniziale è quella di raggiungere Pizzo di Sevo, un isolato torrione - per noi teramani - percorrendo la cresta che collega Pizzo di Moscio, Cima Lepri (mai toccata sia da me, sia dal socio) ed appunto il Sevo per il famoso tracciolino e vado di Annibale.
L'itinerario è per 1/3 noto e per il resto tutto "a vista", purtroppo è una cresta che presenta diversi saliscendi, ma la voglia è tanta ed allora si va... decidiamo di non partire troppo presto anche per tornare coi colori del tramonto, in realtà un po' di complicazioni logistiche ed il fatto che stiamo molto in relax mentalmente fanno si che siamo al Lago dell'Orso (in auto, dal Ceppo tramite permesso gratuito da richiedere al camping) con gli scarponi a terra alle 10.15 ... un orario davvero da "vip"! Ora però dirado le parole e chiedo ausilio alle immagini, che già vi avrò tediato, anche perchè il percorso che avevamo in mente verrà mutato nel corso della giornata e si rivelerà un'ottima scelta...
La lunga dorsale della Storna conduce visivamente dalla destra dell'immagine all'appuntito Pizzo di Moscio, Zoe la mia piccola è pronta e pimpante... si parte
E' un percorso conosciuto, si procede spediti, ma fa più caldo del previsto e Zoe e Linda optano per una sosta rinfrescante...
La Laga con bolli bianco-rossi, paletti bordati in alto di bianco e rosso (acciaio) e addirittura cartelli! Davvero una bella scoperta questo rifacimento della rete sentieristica del parco!
Non conosco le percorrenze per il Pizzo di Moscio, ma in 1.45h dalla macchina siamo in vetta, dopo una veloce scrutatina puntiamo decisi la cresta a noi ignota e che già altre volte ci aveva ammaliati... Cima Lepri è un bel roccione a metà del percorso, Pizzo di Sevo si fa notare sullo sfondo.
Da questa visuale, panorami inediti... quasi stentiamo a riconoscere il Gorzano ed anche il Gran Sasso sullo sfondo appare nuovo.
Laga, immensa Laga... la cresta cede il passo ad i pratoni tipici di queste splendide montagne, uno spicchio di luna ci guida dall'inizio della passeggiata, dalla vetta del Moscio in poi il vento si è fatto insistente (e siamo sopra i 2000m) ma almeno ha mitigato un caldo che sembra non voler finire.
Da qui ci giriamo a contemplare la cresta percorsa e Pizzo di Moscio (nella foto a sinistra), la piramide appuntita che anche da Teramo riconosciamo, ha un'altro aspetto.
Superato i pratoni ci si presenta una nuova cresta, ma soprattutto un affaccio mozzafiato sulla zona di Amatrice... a queste genti così colpite dagli eventi, il nostro ideale abbraccio
Dalla parte opposta Zoe osserva i monti Gemelli, che si ricordi della prima vetta della sua vita, il Girella?
La cresta che da qui conduce a Cima Lepri è aerea ed appassionante, una splendida scoperta
Troviamo riparo dal vento ed è giunto il momento di mangiare, ma ripartiamo senza perder tempo che la strada è ancora lunga. Da qui parte il leggendario tracciolino di annibale, è affascinante percorrerlo ma pizzo di Sevo inizia a farci comprendere con maggiore forza di che pasta è fatto.
Siamo sul tracciolino e quasi al "vado di annibale" che rimane proprio alle pendici della vetta, il Sevo presenta una salita davvero sfiancante per noi che già abbiamo trottato molto, il vento continua sostenuto ed all'orizzonte da ovest si muovono nuvole veloci....
qualcosa sta cambiando, i tempi sono stretti, ci sediamo sul vado e probabilmento come qualche antico soldato decidiamo il sentiero migliore: punteremo il Pelone, da lì un sentiero scende prima verso gli stazzi del Castellano, poi nel fosso della Morricana e da lì a mezzacosta fino alla Storna ed il Lago dell'Orso. L'itinerario di cresta per il rientro ci sembra sfiancante ma soprattutto troppo esposto ad un vento che inizia a reclamare la sua possenza, inoltre toccheremo zone della Laga ignote, la scelta è fatta ed aggirata la conca sotto Cima Lepri siamo dalla parte opposta su un sentiero a mezzacosta, le luci iniziano a mutare e disegnano il fosso del rio Castellano.
Pizzo di Sevo continua a svettare prepotente, sarà per un'altra volta
Le nuvole corrono rapide e mutano forma continuamente, anche le greggi iniziano a ritornare verso valle
Ci ritroviamo di nuovo su una piccola cresta, propaggine ad est di Cima Lepri
Poi da qui il sentiero piega verso valle, i bolli ed i paletti saranno utilissimi qui sotto
Le nuvole iniziano ad addensarsi sempre di più, la cresta di fronte a noi è la destinazione e non è tanto vicina, ma possiamo vedere che il meteo sul sentiero dell'andata è diventato davvero proibitivo, si abbiamo fatto bene
E cala il buio nelle valli mentre le creste sono spazzate da raffiche fortissime e coperte da nuvole dense
A circa mezz'ora dagli stazzi della Morricana un rigagnolo è un buon punto di ristoro, il cielo oramai è coperto del tutto
Un piccolo gruppo di alberi di fianco ad una cascata quasi in secca è anche sede di un riparo di roccia costruito dai pastori, siamo stanchi ed un tè ci sta tutto, poi ripartiamo cercando di intuire sulla roccia quasi strapiombante dove passerà il nostro cammino
Vento, nebbie, terreno impervio ed una pendenza decisa a fronte di distanze ridotte... si sale con decisione, il freddo mi mette qualche crampo che riesco ad arginare con mestiere e qualcosa da mettere sotto i denti, in basso il gruppo di alberi dai quali siamo partiti
La cengia è meno stretta di quel che pensavamo, la nebbia però ci preclude la vista che secondo me è splendida, ma va bene così
Ed è ancora lunga nonostante abbiam guadagnato i 2000m di quota da tempo, ma giungiamo alla Storna coi colori giusti anche se il vento in cresta è letteralmente violento, la nostra scelta di ripiego non è stata un ripiego.
L'ultima fotografia è più una visione che altro, il rossore alle nostre spalle, le nuvole, la stanchezza, siamo alla macchina e tutto mi sembra un sogno: la Laga non delude mai, la Laga è magica dice sempre mia moglie
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