Ciao a tutti,
eccomi alla mia prima recensione/opinione.
Avendo la necessità di accendere fuochi per cucinare e perché no, anche per scaldarmi, ho acquistato questi due fornelli, li ho presi entrambi approfittando della spedizione combinata e dell’esiguo costo di questi oggetti in rete. Ho scelto i due modelli più grandi della gamma, considerando l’uso che ne devo fare non in stile “sopravvivenza” ma “campo per più persone”.
Lo chiamo a “fiamma inversa” e non “pirolitico” per il semplice fatto che non voglio usare impropriamente un termine, non avendo un pirometro non ho potuto verificare.
I test che ho effettuato, come potete vedere dalle foto, sono stati realizzati sul terrazzo di casa e con legna secca di quella che si utilizza per avviare caminetti e stufe. Per l’accensione ho usato cotone imbevuto di olio e accendino, il tutto per facilitare la doppia prova che è avvenuta in contemporanea.
La quantità di legna è stata la stessa.
Metto una foto del peso reale dei due fornelli, comprensivi di relative custodie e piattini raccogli cenere che ho realizzato in lamiera di alluminio 6/10 allo scopo di proteggere il sottosuolo, perché diciamocela tutta, questi fornelli sostanzialmente servono a questo, altrimenti il fuoco lo si può accendere a terra. Nella pesata del modello a “fiamma inversa”, è incluso anche un piattino per tavolette esbit o alcol. Ma non mi sognerei mai di portarmi 6 etti di ferro per questo scopo, ma la possibilità ci sta. In genere il peso di questo tipo di fornelli, non lo reputo un fattore importante visto che comunque li annovero tra materiale di gruppo, quindi il fardello si divide. Metto comunque le foto per gli interessati. In merito al volume occupato da chiuso, decisamente a favore del modello “classico”.
Inizio a caricare la legna tagliata a misura in base al fornello dentro cui andrà bruciata:
Come ripeto, la quantità utilizzata è la stessa.
Ecco la prima accensione, esca dall’alto per il “fiamma inversa” per facilitare il processo e dal basso per il “classico”, per facilitare l’effetto camino:
Dopo 1 minuto dall’accensione:
La combustione nel classico è molto più vigorosa, l’impressione è che quest’ultimo sia molto più facile da accendere. Forse con legna umida le differenze sono ancora più marcate.
Quasi da subito ci si accorge delle differenze tra i due fornelli, mentre nel “classico” la violenza della combustione si esaurisce dopo pochi minuti:
Nel “fiamma inversa”, la combustione inizia a prendere il via per bene iniziando il processo di combustione dall’altro verso il basso:
Eccezionale! Fiamme alte e potenti ben vive e dirette. E un’ottima autonomia, direi oltre i 30 minuti di processo a fiamma inversa, senza aggiungere legna ( che peraltro in questo modello si può integrare dall’apposita apertura, senza alzare la popote!)
Al test di bollitura dell’acqua il “classico” non regge il confronto se non si integra la legna sotto di esso, e anche in questo caso, arriva comunque secondo. Qui è quasi spento addirittura:
Da notare inoltre che nel modello classico, il rischio di tizzoni ardenti al di fuori del fornello, è alto.
Sotto i residui caduti dai rispettivi cestini porta braci:
E qui sotto invece il risultato a combustione terminata, poche ceneri a confronto di tizzoni spenti, una bella differenza:
In merito al tempo di raffreddamento è comparabile per entrambi i modelli, forse poco a favore del “classico”, ma neanche molto.
In merito all’uso come stufa invece vince il “classico” se non altro per il fatto che il calore della fiamma non è ben diretto sotto la nostra popote, ma se ne va un po’ dove gli pare.
Provo a riassumere anche se non mi sento, vista la mia poca esperienza, di dare consigli.
Il “classico” lo porterei con me quando la gestione del fuoco deve essere controllata a causa della legna non molto secca e quando ho maggiormente necessità di scaldarmi. Sono però cosciente che dovrò starci dietro maggiormente perché la combustione non sarà regolare.
Il “fiamma inversa” lo porterei con me in tutte le altre condizioni, è un fornello che mi ha stupito (in bene!) e mi ha fatto scoprire un tipo di combustione efficace che fino ad oggi conoscevo solo nelle caldaie a legna specifice. Metto la legna, combatto un pochino dippiù per far partire la combustione ok, ma poi poi penso al resto.
Spero che queste righe siano utili,
un saluto e arrivederci nei boschi!
Mauro
eccomi alla mia prima recensione/opinione.
Avendo la necessità di accendere fuochi per cucinare e perché no, anche per scaldarmi, ho acquistato questi due fornelli, li ho presi entrambi approfittando della spedizione combinata e dell’esiguo costo di questi oggetti in rete. Ho scelto i due modelli più grandi della gamma, considerando l’uso che ne devo fare non in stile “sopravvivenza” ma “campo per più persone”.
Lo chiamo a “fiamma inversa” e non “pirolitico” per il semplice fatto che non voglio usare impropriamente un termine, non avendo un pirometro non ho potuto verificare.
I test che ho effettuato, come potete vedere dalle foto, sono stati realizzati sul terrazzo di casa e con legna secca di quella che si utilizza per avviare caminetti e stufe. Per l’accensione ho usato cotone imbevuto di olio e accendino, il tutto per facilitare la doppia prova che è avvenuta in contemporanea.
La quantità di legna è stata la stessa.
Metto una foto del peso reale dei due fornelli, comprensivi di relative custodie e piattini raccogli cenere che ho realizzato in lamiera di alluminio 6/10 allo scopo di proteggere il sottosuolo, perché diciamocela tutta, questi fornelli sostanzialmente servono a questo, altrimenti il fuoco lo si può accendere a terra. Nella pesata del modello a “fiamma inversa”, è incluso anche un piattino per tavolette esbit o alcol. Ma non mi sognerei mai di portarmi 6 etti di ferro per questo scopo, ma la possibilità ci sta. In genere il peso di questo tipo di fornelli, non lo reputo un fattore importante visto che comunque li annovero tra materiale di gruppo, quindi il fardello si divide. Metto comunque le foto per gli interessati. In merito al volume occupato da chiuso, decisamente a favore del modello “classico”.
Inizio a caricare la legna tagliata a misura in base al fornello dentro cui andrà bruciata:
Come ripeto, la quantità utilizzata è la stessa.
Ecco la prima accensione, esca dall’alto per il “fiamma inversa” per facilitare il processo e dal basso per il “classico”, per facilitare l’effetto camino:
Dopo 1 minuto dall’accensione:
La combustione nel classico è molto più vigorosa, l’impressione è che quest’ultimo sia molto più facile da accendere. Forse con legna umida le differenze sono ancora più marcate.
Quasi da subito ci si accorge delle differenze tra i due fornelli, mentre nel “classico” la violenza della combustione si esaurisce dopo pochi minuti:
Nel “fiamma inversa”, la combustione inizia a prendere il via per bene iniziando il processo di combustione dall’altro verso il basso:
Eccezionale! Fiamme alte e potenti ben vive e dirette. E un’ottima autonomia, direi oltre i 30 minuti di processo a fiamma inversa, senza aggiungere legna ( che peraltro in questo modello si può integrare dall’apposita apertura, senza alzare la popote!)
Al test di bollitura dell’acqua il “classico” non regge il confronto se non si integra la legna sotto di esso, e anche in questo caso, arriva comunque secondo. Qui è quasi spento addirittura:
Da notare inoltre che nel modello classico, il rischio di tizzoni ardenti al di fuori del fornello, è alto.
Sotto i residui caduti dai rispettivi cestini porta braci:
E qui sotto invece il risultato a combustione terminata, poche ceneri a confronto di tizzoni spenti, una bella differenza:
In merito al tempo di raffreddamento è comparabile per entrambi i modelli, forse poco a favore del “classico”, ma neanche molto.
In merito all’uso come stufa invece vince il “classico” se non altro per il fatto che il calore della fiamma non è ben diretto sotto la nostra popote, ma se ne va un po’ dove gli pare.
Provo a riassumere anche se non mi sento, vista la mia poca esperienza, di dare consigli.
Il “classico” lo porterei con me quando la gestione del fuoco deve essere controllata a causa della legna non molto secca e quando ho maggiormente necessità di scaldarmi. Sono però cosciente che dovrò starci dietro maggiormente perché la combustione non sarà regolare.
Il “fiamma inversa” lo porterei con me in tutte le altre condizioni, è un fornello che mi ha stupito (in bene!) e mi ha fatto scoprire un tipo di combustione efficace che fino ad oggi conoscevo solo nelle caldaie a legna specifice. Metto la legna, combatto un pochino dippiù per far partire la combustione ok, ma poi poi penso al resto.
Spero che queste righe siano utili,
un saluto e arrivederci nei boschi!
Mauro