- Parchi d'Abruzzo
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- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Lunedì 18 dicembre 2007
Partenza /Ritorno piazzale degli impianti di risalita del monte Piselli
Km/Dislivello/Nomi/cognomi :work in progress, e con pareri discordanti.
Grado di difficoltà EAI
Difficoltà: freddo intenso in vetta al girella fatto toccata e fuga.
Neve molto variegata, come il paesaggio stesso di questa montagna, ma principalmente non portante per cui richiede un buon allenamento.
Ultimo tratto (non molto pendente) un po' esposto tra rocce, neve e ghiaccio.
Alcuni fossi assolutamente da evitare, come del resto le numerose cornici e doline.
Descrizione:
Dopo vari arrovellamenti cerebrali, portati dal continuo cambiamento delle condizioni meteo, la la sera prima del 18 si è deciso con il fido compagno Ciccio e una Linda ancora una volta ferita e non proprio in forma, di girare sul Girella in bianco. L'idea era di andare un po' a zonzo e vedere Linda come risponde. Attraverso un paese (solo per me) sconosciuto, scopro in San Giacomo un altro gioiellino del Parco, e soprattutto di questa montagna piccola ma dalle infinite sorprese.
Anche il versante di salita è nuovo per me, più semplice e soprattutto evita il suicidio di salire in invernale a mezza costa tra i bastioni rocciosi. Adesso sono un po' di volte che salgo sulla montagna dei fiori, ma ancora mi manca tanto da vedere, e questo per 1800 mt di altezza mi sembra sempre incredibile.
Ci incamminiamo e Linda trema al solo avvicinarsi. La sua paura di essere toccata sulle brutte ferite della schiena la rende molto scontrosa con la gaia Zoe, che al terzo tentativo capisce l'antifona, e anzi se ne prenderà cura in qualche modo.
Linda sembra serena e la sua voglia trapela dai tentativi di saltarmi addosso, frenati dal dolore, così che sarò io ad andare da lei oggi toccandola solo il "mento" che a lei piace tanto. Tal volta accenna ad accelerare avanti, ma oggi la neve sfonda e intelligentemente preferisce che traccio io.Ah!Oggi i nomi saranno totalmente lasciati alla mia ancora fiorente fantasia, nel tentativo di celare il dolore di vedere una Lupa così intimorita, anche per qualche eventuale operazione di medicazione che non sarà necessaria alla fine.
Siamo nel "Bosco di Cristallo", dove la neve fresca pare essere stata imbalsamata sui rami, diventati sculture di Murano intarsiate in stile barocco. Alla prima radura i faggi lasciati indietro diventano bianche nuvole poggiate sul mare. Come una spiaggia sull'Adriatico, il nome più consono direi Padula Bianca (nota spiaggia salentina sul ionio). Dalla Padula bianca usciamo provati da neve ammucchiata dal vento e non ancora consolidata, ma sul piano della caciara di Monte Piselli le cose vanno molto meglio con le ciaspole che affondano il giusto. Lamentandoci, senza farci sentire da Lìnda per vergogna, del reciproco mal di schiena ci siamo anche un po' stupiti di essere, zitti zitti, arrivati già fino a quel punto. Adesso il paesaggio si è fatto Lunare e la temperatura si fa più rigida sotto alcune folate rapide da nord. Come la luna ci sono crateri e rocce affioranti. Una grande dolina, diventata Lago Bianco, costeggia un igloo di pietra lucente. La morsa del gelo ha marmorizzato ogni cosa, e tra le numerose rocce affioranti, statue di rovi, ed ermetici cartelli ghiacciati, risparmiamo il calvario alle nuove ciaspole e andiamo a caccia di passi per proseguire in questo meraviglioso scenario:con calma e soddisfazione. La salita fino alla lunga cresta sotto la vetta si fa sentire ma sopra lo spettacolo vale ogni fatica. Riagganciamo gli attrezzi ai piedi e guardando il mare e le nuvole sulle altre montagne, galleggiamo dolcemente su neve spazzata dal vento. Sembriamo sulle onde del mare con tanto di spuma, e surf ai piedi. Spiaggia del Vento.
Alla vetta la croce è spettrale:bianca e spinosa.Il vento soffia gelido, la luce si chiude dietro una nera tenda di nembi, e il freddo ci schiaffeggia rapidi dentro il riparato fosso che volge al laghetto. Scappando dalla croce il vento a tratti urla, coprendo il frastuono del ghiaccio che si rompe sotto le racchette. Rumori e visioni da astronauti. Puntiamo la caciara del lago, che si scopre al sole brillante come un modulo spaziale, mentre il lago tende al mimetismo e ne teniamo i cani alla larga. Nel canale la temperatura si fa piacevole, ma molto meno la vista del muro di neve che tagliamo rapidi verso il Lago Invisibile e le Terrazze di Marmo(Le Porchie). Anche la fame ci spinge giù veloci verso un panino e un the bianco fumante,davanti ad una vista da lasciare senza fiato. Un sole freddo e un the caldo lasciano su queste terrazze un indelebile ricordo. I nostri visi sono rilassati, i musi sereni e anche se non si gioca, come al solito nelle pause, abbiamo tutti occhi vivi, soddisfatti, e il Paese/Girella delle meraviglie ha ancora in serbo sorprese. Oggi siamo più silenziosi, discreti e camminiamo anche più distanti del solito, eppure sento una forte coesione e sintonia ad ogni passo. Zoe si mostra molto meno esuberante e delicata quando si avvicina a Linda ormai, e tende ancora di più a cercare di tenere tutti sotto controllo per riunire il gruppo: protettiva. Nel vallone del Vescovo, oggi del Papa visto il colore, l'amico Francesco diventa un puntino lontano dall'altra parte del fosso. Attraverso in un punto comodo, e ritrovo la truppa davanti alla Grande Buca Bianca. La voragine lungo una parete le cui cornici di neve mettevano i brividi a starle anche a dieci metri.
Anche Zoe mostra tremori da freddo e cerchiamo invano una soluzione per trasportarla a cavallo dello zaino avanti o dietro. Indugiamo di meno e rapidamente siamo alla Fabbrica di Cioccolata, dove i faggi, qui seminudi, spuntano tra infinite scaglie di cioccolata bianca invece che fogliame. Nel bosco una piccola pausa con Zoe a zampe asciutte sopra le gambe ad ammirare luci radenti e qualche chiacchiera. Io indugio ancora e il socio riparte. Linda si accovaccia e sembra star meglio. Ripartiamo e il sentiero si fa esposto tra neve ghiaccio e massi. Linda inaspettatamente balza avanti, fa strada rapida e sicura sulle orme del socio. Pezzo breve ma a sorpresa stavo quasi per montare i ramponi, poi di nuovo piani e neve che sfonda e Linda si rimette dietro. Si vede la strada provinciale e il socio, lontano, seguire una lunga S che riporta ad essa. Io taglio dritto e ci riprendiamo quasi alla macchina stupiti della passeggiata tranquilla che doveva essere, e con tutte le attenzioni per far star al caldo la Fedele e grandissima Lupa Linda. Giornata memorabile! Per una migliore e più corretta versione dei fatti dovrete e dobbiamo attendere con ansia che ne dice il grande socio di questa bella avventura nel Girella delle meraviglie.Alla prossima.
Partenza /Ritorno piazzale degli impianti di risalita del monte Piselli
Km/Dislivello/Nomi/cognomi :work in progress, e con pareri discordanti.
Grado di difficoltà EAI
Difficoltà: freddo intenso in vetta al girella fatto toccata e fuga.
Neve molto variegata, come il paesaggio stesso di questa montagna, ma principalmente non portante per cui richiede un buon allenamento.
Ultimo tratto (non molto pendente) un po' esposto tra rocce, neve e ghiaccio.
Alcuni fossi assolutamente da evitare, come del resto le numerose cornici e doline.
Descrizione:
Dopo vari arrovellamenti cerebrali, portati dal continuo cambiamento delle condizioni meteo, la la sera prima del 18 si è deciso con il fido compagno Ciccio e una Linda ancora una volta ferita e non proprio in forma, di girare sul Girella in bianco. L'idea era di andare un po' a zonzo e vedere Linda come risponde. Attraverso un paese (solo per me) sconosciuto, scopro in San Giacomo un altro gioiellino del Parco, e soprattutto di questa montagna piccola ma dalle infinite sorprese.
Anche il versante di salita è nuovo per me, più semplice e soprattutto evita il suicidio di salire in invernale a mezza costa tra i bastioni rocciosi. Adesso sono un po' di volte che salgo sulla montagna dei fiori, ma ancora mi manca tanto da vedere, e questo per 1800 mt di altezza mi sembra sempre incredibile.
Ci incamminiamo e Linda trema al solo avvicinarsi. La sua paura di essere toccata sulle brutte ferite della schiena la rende molto scontrosa con la gaia Zoe, che al terzo tentativo capisce l'antifona, e anzi se ne prenderà cura in qualche modo.
Linda sembra serena e la sua voglia trapela dai tentativi di saltarmi addosso, frenati dal dolore, così che sarò io ad andare da lei oggi toccandola solo il "mento" che a lei piace tanto. Tal volta accenna ad accelerare avanti, ma oggi la neve sfonda e intelligentemente preferisce che traccio io.Ah!Oggi i nomi saranno totalmente lasciati alla mia ancora fiorente fantasia, nel tentativo di celare il dolore di vedere una Lupa così intimorita, anche per qualche eventuale operazione di medicazione che non sarà necessaria alla fine.
Siamo nel "Bosco di Cristallo", dove la neve fresca pare essere stata imbalsamata sui rami, diventati sculture di Murano intarsiate in stile barocco. Alla prima radura i faggi lasciati indietro diventano bianche nuvole poggiate sul mare. Come una spiaggia sull'Adriatico, il nome più consono direi Padula Bianca (nota spiaggia salentina sul ionio). Dalla Padula bianca usciamo provati da neve ammucchiata dal vento e non ancora consolidata, ma sul piano della caciara di Monte Piselli le cose vanno molto meglio con le ciaspole che affondano il giusto. Lamentandoci, senza farci sentire da Lìnda per vergogna, del reciproco mal di schiena ci siamo anche un po' stupiti di essere, zitti zitti, arrivati già fino a quel punto. Adesso il paesaggio si è fatto Lunare e la temperatura si fa più rigida sotto alcune folate rapide da nord. Come la luna ci sono crateri e rocce affioranti. Una grande dolina, diventata Lago Bianco, costeggia un igloo di pietra lucente. La morsa del gelo ha marmorizzato ogni cosa, e tra le numerose rocce affioranti, statue di rovi, ed ermetici cartelli ghiacciati, risparmiamo il calvario alle nuove ciaspole e andiamo a caccia di passi per proseguire in questo meraviglioso scenario:con calma e soddisfazione. La salita fino alla lunga cresta sotto la vetta si fa sentire ma sopra lo spettacolo vale ogni fatica. Riagganciamo gli attrezzi ai piedi e guardando il mare e le nuvole sulle altre montagne, galleggiamo dolcemente su neve spazzata dal vento. Sembriamo sulle onde del mare con tanto di spuma, e surf ai piedi. Spiaggia del Vento.
Alla vetta la croce è spettrale:bianca e spinosa.Il vento soffia gelido, la luce si chiude dietro una nera tenda di nembi, e il freddo ci schiaffeggia rapidi dentro il riparato fosso che volge al laghetto. Scappando dalla croce il vento a tratti urla, coprendo il frastuono del ghiaccio che si rompe sotto le racchette. Rumori e visioni da astronauti. Puntiamo la caciara del lago, che si scopre al sole brillante come un modulo spaziale, mentre il lago tende al mimetismo e ne teniamo i cani alla larga. Nel canale la temperatura si fa piacevole, ma molto meno la vista del muro di neve che tagliamo rapidi verso il Lago Invisibile e le Terrazze di Marmo(Le Porchie). Anche la fame ci spinge giù veloci verso un panino e un the bianco fumante,davanti ad una vista da lasciare senza fiato. Un sole freddo e un the caldo lasciano su queste terrazze un indelebile ricordo. I nostri visi sono rilassati, i musi sereni e anche se non si gioca, come al solito nelle pause, abbiamo tutti occhi vivi, soddisfatti, e il Paese/Girella delle meraviglie ha ancora in serbo sorprese. Oggi siamo più silenziosi, discreti e camminiamo anche più distanti del solito, eppure sento una forte coesione e sintonia ad ogni passo. Zoe si mostra molto meno esuberante e delicata quando si avvicina a Linda ormai, e tende ancora di più a cercare di tenere tutti sotto controllo per riunire il gruppo: protettiva. Nel vallone del Vescovo, oggi del Papa visto il colore, l'amico Francesco diventa un puntino lontano dall'altra parte del fosso. Attraverso in un punto comodo, e ritrovo la truppa davanti alla Grande Buca Bianca. La voragine lungo una parete le cui cornici di neve mettevano i brividi a starle anche a dieci metri.
Anche Zoe mostra tremori da freddo e cerchiamo invano una soluzione per trasportarla a cavallo dello zaino avanti o dietro. Indugiamo di meno e rapidamente siamo alla Fabbrica di Cioccolata, dove i faggi, qui seminudi, spuntano tra infinite scaglie di cioccolata bianca invece che fogliame. Nel bosco una piccola pausa con Zoe a zampe asciutte sopra le gambe ad ammirare luci radenti e qualche chiacchiera. Io indugio ancora e il socio riparte. Linda si accovaccia e sembra star meglio. Ripartiamo e il sentiero si fa esposto tra neve ghiaccio e massi. Linda inaspettatamente balza avanti, fa strada rapida e sicura sulle orme del socio. Pezzo breve ma a sorpresa stavo quasi per montare i ramponi, poi di nuovo piani e neve che sfonda e Linda si rimette dietro. Si vede la strada provinciale e il socio, lontano, seguire una lunga S che riporta ad essa. Io taglio dritto e ci riprendiamo quasi alla macchina stupiti della passeggiata tranquilla che doveva essere, e con tutte le attenzioni per far star al caldo la Fedele e grandissima Lupa Linda. Giornata memorabile! Per una migliore e più corretta versione dei fatti dovrete e dobbiamo attendere con ansia che ne dice il grande socio di questa bella avventura nel Girella delle meraviglie.Alla prossima.
Allegati
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