Escursione Tilia, Corno e Collelungo: alla scoperta degli altri Reatini

Parchi del Lazio
  1. Monte Terminillo
Dati

Data: 27 Marzo 2018
Regione e provincia: Lazio, Rieti
Località di partenza: Loc. La Forca (1115 m)
Località di arrivo: casa cantoniera (1039 m)
Tempo di percorrenza: 7h 50'
Chilometri: 13
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: Neve poco consistente lungo tutto il tragitto; salita ripida per raggiungere il Tilia nei tratti fuori sentiero.
Periodo consigliato: Sempre
Segnaletica: Buona
Dislivello in salita: 900 m
Dislivello in discesa: 960 m
Quota massima: M. Tilia (1775 m)
Altre quote: M. Corno (1735 m), Collelungo (1652 m)
Accesso stradale: Percorrendo la SR 521 in direzione Leonessa, si lascia un'auto al km 19 in corrispondenza della casa cantoniera. Si prosegue con l'altra auto fino al km 21 dove si notano i cartelli indicatori da cui inizia il sentiero 424.
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/tilia-corno-e-collelungo-23529450


Descrizione
Quando si parla di Reatini si pensa subito al Terminillo, trascurando colpevolmente una serie di ambienti limitrofi che invece hanno molteplici motivi di interesse e che sono poco conosciuti al popolo dei camminatori. Tra questi, il settore Nord Occidentale dominato dal Monte Tilia ha calamitato più volte la mia attenzione ma non sono mai riuscito a concretizzare una visita.
Eppure il Monte Tilia è una montagna che posso facilmente vedere affacciandomi dalle finestre di casa mia, e molte volte in passato mi sono soffermato ad osservarla pensando a come raggiungerla.
Per tale motivo non potevo rinunciare all'invito (benchè pervenuto con scarso preavviso) di alcuni miei carissimi amici di Roma che avevano organizzato un'incursione esplorativa in questo quadrante che prevedeva una lunga ed intrigante traversata.
Incastrare i vari impegni lavorativi e familiari stavolta è stato fin troppo facile ed è così che, di buon mattino, ci incontriamo al parcheggio della casa cantoniera sita al km 19 della SR 521 (punto d'arrivo della traversata), e dopo aver lasciato un'auto proseguiamo con l'altra fino al km 21, dove ha inizio il sentiero 424.
Il sentiero si sovrappone ad una carrareccia che, mediante alcune svolte molto ampie, si inerpica sul fianco occidentale del M. Tilia, montagna dal profilo inconfondibile che si affaccia sulla piana di Leonessa.
Già dai primi passi calpestiamo la neve già presente a quote molto basse, comunque le ciaspole restano in macchina perchè, in fondo, ''ci piace sfondare''.
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Si abbandona momentaneamente la carrareccia per tagliare qualche tornante e salire in maniera più decisa verso la prima asperità della giornata, il Monte Tilia, riconoscibile da lontano a causa del ripetitore passivo situato sulla sua sommità.
Si entra in una faggeta imbiancata e si inizia a faticare perchè la neve arriva fino al ginocchio.
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Intorno a noi si aprono panorami verso montagne a me note ma che non avevo mai osservato da questa prospettiva:
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Arrivati a quota 1350 m decidiamo di lasciare la carrareccia e di aggredire il costone occidentale del M. Tilia mediante un dritto per dritto su quella dorsale alla destra di questa foto:
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Durante questa ripida salita ci alterniamo per aprire la pista perchè la neve (come previsto) non è affatto portante.
Comunque passo dopo passo giungiamo alle pendici del Tilia, nei pressi di quella che è chiamata ''la prima fossa''. Da qui la pendenza aumenta ulteriormente ma almeno la neve è ghiacciata e superare questi ultimi 150 m di dislivello diventa senz'altro più agevole. Ecco la prima fossa e, dietro, si intravede il Terminillo:
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Arriviamo in vetta, dove oltre al ripetitore passivo troviamo i resti di un vecchio impianto di risalita:
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Verso Nord, riconosco montagne a me familiari e che appartengono a quello che io chiamo l'altro Appennino: Monti Aspra e Coscerno.
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Verso Sud invece si distingue il massiccio del Terminillo con tutta la dorsale che si conclude al M. di Cambio:
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Il cammino da fare è ancora lungo, quindi non indugiamo troppo in vetta e ci muoviamo in direzione Sud, puntando il Monte Corno e scendendo nella Prima Fossa:
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Non so perchè abbiano chiamato così queste selle situate lungo la dorsale che dobbiamo attraversare, comunque i saliscendi necessari a raggiungere il M. Corno (a destra nella precedente immagine), ci fanno accumulare un discreto dislivello sulle nostre gambe già affaticate dalla neve papposa.
Ecco la Seconda Fossa:
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Ed ecco la Terza, con il Monte Corno sullo sfondo ed il rifugio Ovile al centro:
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Giunti sulla vetta del Corno, si può apprezzare il lato migliore di questo versante del comprensorio del Terminillo:

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Vallate nascoste, faggete incontaminate, ambienti calpestati solo da qualche tagliaboschi ... un tesoro conservato nello scrigno dei monti Reatini.

L'escursione prosegue in direzione Ovest, lungo la dorsale che costituisce lo storico confine tra lo Stato Pontificio e il Regno Borbonico.
Questo è testimoniato dalla presenza lungo il percorso di alcuni cippi di confine che vennero scolpiti in loco nel tardo '800 da un'apposita commissione nominata per definire ed identificare il confine tra i due stati.
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Ho trovato sempre molto affascinanti queste colonnine; certo, non sono cimeli di elevato valore artistico ma gli riconosco comunque un rispettabile interesse storico. Questo rappresenta senza dubbio un ulteriore elemento qualitativo di questo territorio.

Giunti sul Collelungo, si prosegue sulla dorsale in direzione Ovest ritrovando i segni biancorossi del sentiero 415, perdendo rapidamente quota.
Percorriamo gli ultimi km di questa traversata tra chiacchiere e risate, forse un pò stanchi ma sicuramente appagati da questo viaggio.

In fin dei conti, il quadrante Nord Occidentale dei Reatini è stato migliore di quanto mi aspettassi.
Per troppo tempo ho rimandato una visita, distolto da mete più ambiziose e conosciute.

Eppure il Tilia che mi chiamava era vicinissimo, proprio lì fuori dalle finestre di casa mia ...
 

Allegati

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Li feci (credo addirittura nel secolo scorso...) dal versante opposto, partendo dalla statale che sale alla sella di Leonessa, nel periodo estivo. Per chi viene dal versante "romano" è veramente un posto fuori dal mondo... le montagne del Lazio sono bellissime, forse il fatto che il grosso dei turisti si fermi a campoforogna e zone limitrofe è anche una fortuna.

Grazie per la condivisione, l'itinerario proposto è molto interessante!
 
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