- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Data:22/04/2018
Partenza/ritorno :Fonte Vetica
Dislivello :900 metri circa
Grado di difficoltà :EE/EAI
Difficoltà :nessuna
Periodo consigliato :sempre
Descrizione :
È un po' che non mi faccio una sfacchinata, seria in montagna. Problemi con denti e patologie varie da antibiotici, turno lavorativo per due mesi con poco tempo libero, meteo avverso e nuovo amore all'orizzonte, mi hanno tenuto lontano da camminate impegnative. Montagna e isolamento che deve essere mancata anche a Linda, che non appena mette piede alla conosciuta Fonte Vetica, sfreccia corse felici in un piazzale e Sentiero tutto per noi alle quasi 5. Ho visto l'aurora evaporare tra le rigogliose faggete di Vado di Sole (nome non a caso) mentre venivo, ma qui pare ancora buio e mi incammino verso le pinete, borbottando di aver lasciato la Picca a casa. Stavolta salgo da dove sono sempre sceso quando sono stato su questa Montagna, che da qui appare sempre con una visuale inespugnabile di roccioni sommitali. Prendo ai piedi del Tremoggia sulla sinistra, per poi salire sul primo sentiero a destra, e a mezza costa, lasciando il vallone sulla mia sinistra. Di solito salgo dritto sul Tremoggia o sulla sella di destra, in modo da fare l'altra metà della salita con panorama vista mare. So che in invernale, anche se oggi non lo è, si evita, per cui evito. Salendo ho poi capito che la via piu sicura e battutissima, da segni di sci e orme, è propio dentro al fosso, e che la mia non è propio una via senza rischi visto i tanti traversi. Dopo circa un'ora e mezza di passo molto a rilento e non più in forma, decido di montare i ramponi:le chiazze di ghiaccio aumentano, e le due piccole fatte poco prima mi hanno fatto penare un attimo. L'alba ne frattempo accende i primi raggi sul paretone del Corno Grande e anche la punta del Camicia si veste di rosa e arancio. Li in alto si accende di luce, ma io sono alle prese su traversi di ghiaccio all'ombra e con ancora guanti e cappello. Si intravede la parabolica innevata sotto alle Famose Terrazze del Camicia, e si riaccende nuova forza, nuova speranza. Già,!, perché ero in crisi totale dalla visione sempre impossibile che mostra l'ultimo tratto, e da delle gambe che si erano puntate a terra come due piccozze. Sono andato avanti solo perché so che quell'ultimo tratto in fondo è molto breve, e perché la giornata pare essere molto serena e calda, per cui se non mi muovo il ritorno sarà in mezzo a una pericolosa pappa instabile. Mi faccio coraggio, ignoro i crampetti, bevo e mangio frutta secca, guardo il sole avanti a me e punto deciso verso la sella sulle terrazze. Meno male i passi di due persone in discesa, perché al sole la neve cominciava a sfondare tranne dentro queste vecchie orme, che ho seguito fino in Vetta. Alle sette e mezza sono finalmente sopra i 2500 Mt, in una Vetta desertica, assolata e tutta per me. Un'ora e mezza di sbraco totale in cui si era fermato anche il poco di vento da sud owest (poi ha cambiato direzione). Un bel panino alle polpette con il sugo, un pezzo di cioccolato e una fumatina con lo sguardo che si perde ovunque,come queste nuvole che escono dal naso. Sono stanco e la discesa, visto il caldo, sarà parecchio impegnativa. Potrei passare dal vallone in mezzo, nella via degli sciatori, ma lo sguardo continua a guardare deluso una brevissima cornice prima del tremoggia. Cornicetta e un pezzo misto, che mi hanno fatto rinunciare all'idea di poter compiere un anello,e con la picca a casa poi. A volte bisogna accontentarsi senza tanti crucci, perché Cmq la giornata è magnifica, e la discesa è sempre divertente per l'umore.
Uscito dai traversi, smonto i ferri, e la giornata continua tra dolcissimi ozi e qualche chiacchiera con altri avventurieri di passaggio. Mi capita spesso di stare talmente bene in quota che ritardo la discesa con soste e contemplazioni continue, tanto che a volte la discesa si dilata nel tempo molto più della salita. Torno alla macchina che il piazzale è strapieno di macchine, e penso alla fortuna di poter essere stato da solo in Vetta per oltre un'ora, visto i numerosissimi sciatori che ho visto salire verso le 9.
Finalmente ancora quella sensazione di appagata stanchezza. Finalmente questi occhi rossi accesi di meraviglie, i pantaloni sporchi e la maglia di sotto fradicia di passione. Finalmente una gran bella giornata di isolamento e pace, mi portano verso casa con un gran sorriso in bocca e la pace nel cuore.
Buona Montagna a tutti..... a presto.
Partenza/ritorno :Fonte Vetica
Dislivello :900 metri circa
Grado di difficoltà :EE/EAI
Difficoltà :nessuna
Periodo consigliato :sempre
Descrizione :
È un po' che non mi faccio una sfacchinata, seria in montagna. Problemi con denti e patologie varie da antibiotici, turno lavorativo per due mesi con poco tempo libero, meteo avverso e nuovo amore all'orizzonte, mi hanno tenuto lontano da camminate impegnative. Montagna e isolamento che deve essere mancata anche a Linda, che non appena mette piede alla conosciuta Fonte Vetica, sfreccia corse felici in un piazzale e Sentiero tutto per noi alle quasi 5. Ho visto l'aurora evaporare tra le rigogliose faggete di Vado di Sole (nome non a caso) mentre venivo, ma qui pare ancora buio e mi incammino verso le pinete, borbottando di aver lasciato la Picca a casa. Stavolta salgo da dove sono sempre sceso quando sono stato su questa Montagna, che da qui appare sempre con una visuale inespugnabile di roccioni sommitali. Prendo ai piedi del Tremoggia sulla sinistra, per poi salire sul primo sentiero a destra, e a mezza costa, lasciando il vallone sulla mia sinistra. Di solito salgo dritto sul Tremoggia o sulla sella di destra, in modo da fare l'altra metà della salita con panorama vista mare. So che in invernale, anche se oggi non lo è, si evita, per cui evito. Salendo ho poi capito che la via piu sicura e battutissima, da segni di sci e orme, è propio dentro al fosso, e che la mia non è propio una via senza rischi visto i tanti traversi. Dopo circa un'ora e mezza di passo molto a rilento e non più in forma, decido di montare i ramponi:le chiazze di ghiaccio aumentano, e le due piccole fatte poco prima mi hanno fatto penare un attimo. L'alba ne frattempo accende i primi raggi sul paretone del Corno Grande e anche la punta del Camicia si veste di rosa e arancio. Li in alto si accende di luce, ma io sono alle prese su traversi di ghiaccio all'ombra e con ancora guanti e cappello. Si intravede la parabolica innevata sotto alle Famose Terrazze del Camicia, e si riaccende nuova forza, nuova speranza. Già,!, perché ero in crisi totale dalla visione sempre impossibile che mostra l'ultimo tratto, e da delle gambe che si erano puntate a terra come due piccozze. Sono andato avanti solo perché so che quell'ultimo tratto in fondo è molto breve, e perché la giornata pare essere molto serena e calda, per cui se non mi muovo il ritorno sarà in mezzo a una pericolosa pappa instabile. Mi faccio coraggio, ignoro i crampetti, bevo e mangio frutta secca, guardo il sole avanti a me e punto deciso verso la sella sulle terrazze. Meno male i passi di due persone in discesa, perché al sole la neve cominciava a sfondare tranne dentro queste vecchie orme, che ho seguito fino in Vetta. Alle sette e mezza sono finalmente sopra i 2500 Mt, in una Vetta desertica, assolata e tutta per me. Un'ora e mezza di sbraco totale in cui si era fermato anche il poco di vento da sud owest (poi ha cambiato direzione). Un bel panino alle polpette con il sugo, un pezzo di cioccolato e una fumatina con lo sguardo che si perde ovunque,come queste nuvole che escono dal naso. Sono stanco e la discesa, visto il caldo, sarà parecchio impegnativa. Potrei passare dal vallone in mezzo, nella via degli sciatori, ma lo sguardo continua a guardare deluso una brevissima cornice prima del tremoggia. Cornicetta e un pezzo misto, che mi hanno fatto rinunciare all'idea di poter compiere un anello,e con la picca a casa poi. A volte bisogna accontentarsi senza tanti crucci, perché Cmq la giornata è magnifica, e la discesa è sempre divertente per l'umore.
Uscito dai traversi, smonto i ferri, e la giornata continua tra dolcissimi ozi e qualche chiacchiera con altri avventurieri di passaggio. Mi capita spesso di stare talmente bene in quota che ritardo la discesa con soste e contemplazioni continue, tanto che a volte la discesa si dilata nel tempo molto più della salita. Torno alla macchina che il piazzale è strapieno di macchine, e penso alla fortuna di poter essere stato da solo in Vetta per oltre un'ora, visto i numerosissimi sciatori che ho visto salire verso le 9.
Finalmente ancora quella sensazione di appagata stanchezza. Finalmente questi occhi rossi accesi di meraviglie, i pantaloni sporchi e la maglia di sotto fradicia di passione. Finalmente una gran bella giornata di isolamento e pace, mi portano verso casa con un gran sorriso in bocca e la pace nel cuore.
Buona Montagna a tutti..... a presto.
Allegati
-
IMG_20180422_055423.jpg64,3 KB · Visite: 324
-
IMG_20180422_061429.jpg221,2 KB · Visite: 296
-
IMG_20180422_065345.jpg292,8 KB · Visite: 326
-
IMG_20180422_081511.jpg236,9 KB · Visite: 304
-
IMG_20180422_073139.jpg175,1 KB · Visite: 296
-
IMG_20180422_081813.jpg402 KB · Visite: 294
-
IMG_20180422_084422-PANO.jpg77,8 KB · Visite: 313
-
IMG_20180422_085537.jpg228,8 KB · Visite: 312
-
IMG_20180422_085629.jpg237,2 KB · Visite: 306
-
IMG_20180422_085709.jpg202,5 KB · Visite: 300
-
IMG_20180422_091720-EFFECTS.jpg260,3 KB · Visite: 293
-
IMG_20180422_101548.jpg119,5 KB · Visite: 295
-
IMG_20180422_103228.jpg274 KB · Visite: 308
-
IMG_20180422_104342-PANO.jpg153,5 KB · Visite: 307
-
IMG_20180422_121331-EFFECTS.jpg569,6 KB · Visite: 302