Uscita primo numero in edicola!! Survival & Reporter

E uscito il primo numero in edicola di "Survival & Reporter" cercatelo!!!
 

Allegati

  • 1526461364367-37421906.jpg
    1526461364367-37421906.jpg
    260,3 KB · Visite: 419
Cavolo mi dimentico sempre di richiederlo al mio edicolante! Mi teneva il vecchio survival magazine ma questo è diverso.
Spero sia un po' meglio del vecchio che era davvero pieno di refusi e di vari errori.
 
Da quello che scrivono hanno abbandonato la traduzione dalla rivista francese e si sono avventurati in una cosa tutta italiana, si ho iniziato a leggerlo, mi sembra interessante, molto meglio della "traduzione", secondo me se lo pubblicizziamo e lo compriamo, se fanno i numeri potrebbe diventare una rivista unica nel genere, secondo me da noi mancava una rivista specializzata nel settore.
 
È interessante.. l'ho preso domenica, sfogliato e guardato gli argomenti trattati.. diciamo che chi come me alle prime esperienze può esser una buona fonte di notizie abbastanza esaurienti... Bisogna vedere magari un'esperta quando lo legge se trova incongruenze o no... Ho trovato molto carino l'approfondimento sul fuoco (devo ancora leggerlo del tutto,), e alla fine l'erbacce commestibili, molto utile, anche se bisogna stare molto attenti..
 
Speriamo che questo abbia più successo, bisogna vedere cosa scrivono, ma soprattutto chi scrive, solitamente queste riviste non controllano le fonti se affidabili o meno.
 
mah...non sono un esperto ma non mi ha entusiasmato. Gli articoli riguardano argomenti su cui ormai la rete e forum come questo rendono la rivista piuttosto inutile. L'unico articolo che ho trovato interessante e non comune e quello sulla pianificazione di un viaggio avventuroso. infine le foto, forse per la qualità della carta, sono orribili e poco chiare.
 
Oggi, obbligato a passare una giornata sotto l'ombrellone, ho letto un po' la rivista.
È vero che molti articoli partono dalle basi e trattano l'abc degli argomenti, lo ho notato anche io e non ho apprezzato tutti gli articoli, ma è anche logico se vogliamo, la maggior parte degli interessati probabilmente non sono così esperti e ci sta che si tratti di argomenti generici iniziando con le basi.

bisogna vedere cosa scrivono, ma soprattutto chi scrive, solitamente queste riviste non controllano le fonti se affidabili o meno
Hai perfettamente ragione ma sarebbe impossibile farlo secondo me.
Di esperti professionisti del settore che vantano referenze nero su bianco e curriculum decennali non ce ne sono chissà quanti, e dubito che possano venire respinti se si facessero avanti per collaborare.
Per quanto riguarda gli altri, bé, non parliamo di poter consultare un albo dei medici che riporta persone altamente qualificate e che hanno sostenuto molti esami con possibilità di fallire, ma di persone che hanno una passione, un attitudine, che li ha portati ad apprendere (presumibilmente) delle conoscenze adeguate al tema trattato.
Pagare fior di quattrini per andare qualche giorno a fare un corso in una scuola sapendo già da prima che si uscirà con un attestato di istruttore non fa di te un istruttore, è una qualifica acquistata, non acquisita.
Preferisco di gran lunga chi non ha nessuna carta da mostrare, ma preferisce mostrare piuttosto le sue abilità, poi starà a chi di dovere valutare se è in gamba o meno.

infine le foto, forse per la qualità della carta, sono orribili e poco chiare.

Assolutamente d'accordo, molte saranno state fatte sul campo coi cellulari :no:
 
@GreenGabri ha perfettamente ragione. Tutto su bushcraft, erbe, funghi, piante si impara esclusivamente sul campo. Lasciate stare computer e riviste! Prendete lo zaino e muovete il culo fuori. Cosi imparerete le cose.
Dai pagliacci imparerete a fare il pagliaccio, ...
 
Parlo da "istruttore" riconosciuto (che ha pagato fior di quattrini! :)) della Bear Grylls Survival Academy e da ex collaboratore della rivista in questione, nonchè da appassionato del settore e di tutti gli sport wild e a contatto con la natura.

Quello che mi ha spinto in passato a collaborare con questa rivista è stata la visione di "un'opportunità" per me. Ed è lo stesso motivo che mi ha spinto ad andare in Inghilterra a quella che (teoricamente) è la "miglior" scuola di survival al mondo (personalmente non credo sia così, ma per altri motivi...) a farmi letteralmente rompere il c**o per una settimana circa, ed è lo stesso motivo per il quale ho deciso di partecipare alle Spartan Race, a gare di tiro con l'arco, tiro dinamico, arti marziali, arrampicata, paracadutismo... insomma molto!!
Il motivo? Mettersi alla prova, confrontarsi, metterci la faccia e dire "Ce l'ho fatta!". E questo è quello che spinge ME a fare tutto ciò... Fregandomene di ciò che pensano gli altri.

Non giudico le scelte altrui, non dico che il pezzo di carta faccia la differenza come non dico che non avercelo ti fa più intelligente. Può essere così come anche no. Io sono per la sana libertà di pensiero ed azione e dell'evitamento compulsivo dello smaronamento altrui. Ognuno faccia quello che lo fa stare bene nel rispetto di tutti!!!
Ho fatto esperienze, anche all'estero, ma perfezionista come sono, non mi reputo "esperto" o che. Ho molto da imparare. Ma adoro condividere e più che altro passare nozioni e "filosofie di pensiero". Non sono nessuno per dare consigli agli altri su cosa sia meglio fare per imparare il bushcraft, il survival o altro. Ognuno affronterà i suoi demoni come meglio reputa. Io mostro il mio.

Fatta questa doverosa precisazione.

La cosa che mi ha sconvolto è che l'articolo da prima pagina "Come sopravvivere nel bosco", sia un estratto di WikiHow. Ma nooo dai.... Altra cosa che non mi è piaciuta è la troppa importanza che si da agli oggetti e ammenicoli vari.
Secondo me, sarebbe carino se si presentassero su ogni rivista tutti coloro che si sono distinti nel campo del survival, trekking arrampicata (ecc..) italiano. Soprattutto se giovani. In modo da incentivare ed ispirare i più piccoli. Insomma la vorrei più educativa come rivista e meno filo-americana-commerciale-schifo.
 
@JackRyan
Ciao Roberto!
Ovviamente il mio intervento non era riferito a te, sia chiaro.
Però per restare su quanto hai riportato ti spiego meglio cosa volevo intendere col mio messaggio precedente, se una persona si presenta con un foglio che è una laurea in medicina, beh, Allora per me ha un certo peso questa carta, Se invece una persona si presenta con un foglio che dice che è un istruttore della Bear Grylls Survival academy, può davvero non significare nulla e ti spiego il perché.
Tu hai elencato una serie di attività che pratichi, con costanza e da anni, lo stesso mondo del Survival è una tua passione da tempo mi pare, e a questo hai aggiunto l'esperienza fatta in inghilterra, insomma quella in Inghilterra è un esperienza fra le tante.
Ma se un domani Pinco Pallino si guardasse una puntata di Bear Grylls e decidesse di punto in bianco di voler diventare un istruttore di sopravvivenza? Partirebbe il giorno seguente per l'Inghilterra, pagherebbe i fior di quattrini, si farebbe rompere il c*** per una settimana, Ed ecco che pincopallino avrebbe la tua stessa identica qualifica, Cioè sarebbe al tuo livello. Come faccio io a sapere chi è l'appassionato e il pinco pallino di turno?
Non sapevo che la bear grylls survival Academy godesse di tale fama, in Inghilterra pensavo che ad esempio la woodlore di Ray Mears fosse considerata il top, però ciò che da sempre considero fastidioso da parte di certe scuole è la superficialità con la quale dispensano attestati, mi ripeto, se pinco pallino, con zero esperienza, si iscrive ad un corso intensivo in una qualche scuola, dopo pochi giorni per quella scuola il buon pinco pallino è diventato un esperto del settore, tanto da guadagnarsi l'attestato di istruttore.
So che il business è business, però fatico a considerare serie e professionali certe scuole.
Poi ci sono anche gli appassionati e già istruiti che giustamente vogliono ampliare il loro bagaglio, però una distinzione sarebbe doverosa.
Ps: il fatto che si decida di collaborare con questa o un altra rivista non lo trovo assolutamente sbagliato, anzi...Trovo semmai azzardato non cercare di verificare in qualche modo se certi collaboratori siano davvero appassionati o se siano invece dei....Pinco pallino :)
 
Purtroppo quello che dici tu è quello che si rischia per ogni disciplina che non è regolamentata e riconosciuta dal Coni e di cui non c'è una federazione a dettarne le basi.
Ti pongo un'altro quesito provocatorio (giusto per mettere un po' di carne sul fuoco!): chi detta le basi delle vigenti "federazioni" (che non sono vere federazioni riconosciute dal CONI!!) del bushcraft e survival in Italia?
Chi ha deciso che il capo di tale federazione sia il capo? Perchè? Sulla base di quali riconoscimenti?

Il Survival non è come il calcio dove un campo è uguale sia in Africa che in Russia. Essere esperti di survival in Africa è differente che essere esperti di Survival in Russia, cambia la flora, cambia la fauna, cambia il clima e di conseguenza cambiano le tecniche ed i concetti.

Personalmente non credo esistano esperti di Survival per ogni tipo di ambiente. Credo che ognuno per essere professionale debba specializzarsi in un determinato ambiente. E la disciplina andrebbe regolamentata a livello mondiale, non solo nazionale!

Fino a quando qualcosa del genere non sarà fatto, non posso darti torto! Per questo quello che faccio e che ho fatto, l'ho fatto per me.

Scusate l'off topic, ma Gabri me l'ha servita su un piatto d'argento e sono argomenti che mi prendono molto! :)
 
Purtroppo quello che dici tu è quello che si rischia per ogni disciplina che non è regolamentata e riconosciuta dal Coni e di cui non c'è una federazione a dettarne le basi.
Ti pongo un'altro quesito provocatorio (giusto per mettere un po' di carne sul fuoco!): chi detta le basi delle vigenti "federazioni" (che non sono vere federazioni riconosciute dal CONI!!) del bushcraft e survival in Italia?
Chi ha deciso che il capo di tale federazione sia il capo? Perchè? Sulla base di quali riconoscimenti?

Il Survival non è come il calcio dove un campo è uguale sia in Africa che in Russia. Essere esperti di survival in Africa è differente che essere esperti di Survival in Russia, cambia la flora, cambia la fauna, cambia il clima e di conseguenza cambiano le tecniche ed i concetti.

Personalmente non credo esistano esperti di Survival per ogni tipo di ambiente. Credo che ognuno per essere professionale debba specializzarsi in un determinato ambiente. E la disciplina andrebbe regolamentata a livello mondiale, non solo nazionale!

Fino a quando qualcosa del genere non sarà fatto, non posso darti torto! Per questo quello che faccio e che ho fatto, l'ho fatto per me.

Scusate l'off topic, ma Gabri me l'ha servita su un piatto d'argento e sono argomenti che mi prendono molto! :)
Secondo me se siamo arrivati a una disciplina sportiva che si chiama bushcraft o survival, tale disciplina va studiata in modo adeguato, come si fa con il calcio, la medicina, l'ingegneria etc. Come diceva Gabriele uno non è che si laurea in una settimana. Ci vogliono almeno 5 anni e poi tanta pratica per diventare uno specialista, ma non necessariamente laureato ma anche un buon elettricista, quoco etc.
Magari un giorno vedremo dei veri professionisti anche nel bushcraft, survival, per momento quello che vedo è tanto fumo. Personalmente non mi fiderei di avere come guida nessuno dei esistenti guru di oggi. È se devo sistemare l'impianto elettrico chiamo un professionista, non uno che ha fatto un corso di elletricisti di una settimana.
 
Scusate ma il "bushcraft" può essere una "disciplina sportiva" ?

Premetto che sono allergico alle parole 'mericane e che certi termini, fra cui appunto "bushcraft", le ho imparate leggendo questo forum ma che, ancora oggi, non mi sono poi così "cristalline" (ma questo è un mio limite) e, giusto per ripeterla, anche il termine "bushcraft" non mi è poi così, appunto, cristallino.

Fatta questa premessa mi ripeto, il bushcraft può essere una disciplina sportiva ?

Per me una "disciplina" è un complesso di norme e regole in altre parole un qualcosa di sostanzialmente "codificato", questo si può dire del "bushcraft" ?

Se associamo al "bushcraft" termini come metodiche per ottenere determinati risultati o per potervi arrivare, ok, nulla da dire, ma "norme", "codici", "regole" ho qualche difficoltà se non marginalmente .

Ciao :si:, Gianluca

PS.:....... nulla da dire sul termine "sportiva"
 
Ultima modifica:
Secondo me sia il survival che il bushcraft possono essere tranquillamente discipline sportive. Basti pensare alle arti marziali o al softair.
Dipende da come s'impostano le cose. Sono anni che penso a questo e come farlo. Perché stanco del pinco pallino di turno che fonda una "federazione"...
 
Le arti marziali non ho difficoltà a considerarle delle discipline come lo stesso per il softair, sono mondi in cui la "codifica" dell'attività, la standardizzazione, pur con tutte le sfumature del caso, può avvenire o comunque può essere coesistere con la pratica senza snaturarla. Il bushcraft, per me, è una attività dove più che regole vi ritrovo delle metodiche riconosciute efficaci per un determinato fine ma che non necessitano di una "codifica" nelle loro attuazioni, vi ritrovo delle potenziali linee guida, filosoficamente parlando delle scuole di pensiero ma non delle regole standard ....... dopo di che posso capire che nel momento in cui un qualcosa diventi una opportunità lavorativa o comunque un terreno di confronto, anche con terzi ma non solo, si abbia la necessità di definire dei parametri oggettivi, un metro di giudizio riconosciuto o comunque condivisibile, onde evitare che uno si autoproclami "re".

Intendiamoci :) nessuna critica nei confronti di nessuno nè volontà di insegnare nulla a nessuno, è solo una considerazione personale, nulla di più.

Ciao :si:, Gianluca
 
dopo di che posso capire che nel momento in cui un qualcosa diventi una opportunità lavorativa o comunque un terreno di confronto, anche con terzi ma non solo, si abbia la necessità di definire dei parametri oggettivi, un metro di giudizio riconosciuto o comunque condivisibile, onde evitare che uno si autoproclami "re".

Oltre a questo, anche e soprattutto per porre degli standard qualitativi alla "professione" (a livello globale) che certifichino la professionalità del soggetto.
 
Le arti marziali non ho difficoltà a considerarle delle discipline come lo stesso per il softair, sono mondi in cui la "codifica" dell'attività, la standardizzazione, pur con tutte le sfumature del caso, può avvenire o comunque può essere coesistere con la pratica senza snaturarla. Il bushcraft, per me, è una attività dove più che regole vi ritrovo delle metodiche riconosciute efficaci per un determinato fine ma che non necessitano di una "codifica" nelle loro attuazioni, vi ritrovo delle potenziali linee guida, filosoficamente parlando delle scuole di pensiero ma non delle regole standard ....... dopo di che posso capire che nel momento in cui un qualcosa diventi una opportunità lavorativa o comunque un terreno di confronto, anche con terzi ma non solo, si abbia la necessità di definire dei parametri oggettivi, un metro di giudizio riconosciuto o comunque condivisibile, onde evitare che uno si autoproclami "re".

Intendiamoci :) nessuna critica nei confronti di nessuno nè volontà di insegnare nulla a nessuno, è solo una considerazione personale, nulla di più.

Ciao :si:, Gianluca
Qualche anno fa, a un raduno a Trebbana, ho incontrato un ragazzo americano che diceva che studia al università tutte queste discipline, cioè, bushcraft, survival, etc. Poi non lo so quanto è vera la cosa, ma visto che in America al università si studia un pò di tutto non mi stupirei.
 
Oltre a questo, anche e soprattutto per porre degli standard qualitativi alla "professione" (a livello globale) che certifichino la professionalità del soggetto.
Ok ma questa è una esigenza che però non coincide, necessariamente, con il concetto di fondo di confluire il bushcraft in una "disciplina".

Condivido però il pensiero che in assenza di una normativa tutti possono piccarsi di qualsiasi cosa ed è sensato, nel momento in cui un qualcosa diventa una professione che esista un metro di giudizio sia per una forma di salvaguardia del mercato ma soprattutto di chi si affida poi a quanto appreso, come condivido che il contesto, la "latitudine", abbia la sua importanza ma sono aspetti differenti.
ho incontrato un ragazzo americano che diceva che studia al università tutte queste discipline
Nulla di più probabile, non è lo studio in sé che mi lascia, per modo di dire, perplesso ma quanto "ingabbiare" il bushcraft in una qualche codifica tale da poterlo definire "disciplina" a pieno titolo ...... boh, sarà un mio ulteriore limite :)

Ciao :si:, Gianluca
 
Alto Basso