La degenza di un avventuroso..

Rieccomi dopo un po, sono passati da poco 9 mesi dall'infortunio e ancora si cammina maluccio ed il piede piega poco o nulla, ovviamente con il passare del tempo i progressi si fanno più lievi ma ci sono, ho da poco cominciato a lavorare con l'osteopata e mi sembra che la cosa possa dare una mano, nel frattempo si intaglia, si cuce, si prova a scalicchiare (male, molto male e con dolore) e si cammina, la speranza è che l'inverno lenisca le infiammazioni e si possa lavorare con più tranquillità e mi porti a poter tornare a fare le mie cose decentemente in primavera. Daje! E gli altri infortunati del forum come vanno?
 
dunque... per me sono poco più di 5 mesi dalla frattura e il caldo non aiuta... a volte la caviglia si gonfia ancora; problemi persistenti nello scendere le scale, zoppia progressiva a seconda del livello di affaticamento, del resto ho dovuto riprendere il lavoro e non posso più restare con la zampina a riposo... dolore alla muscolatura lato interno del piede che finisce per lavorare in modo innaturale. Però cammino anche rapidamente quando non sono stanca ^_^
 
Ciao a tutti ogni tanto vengo a leggere come vanno le cose,anche se non ci conosciamo. Auguri sinceri e che si esaudiscano i vostri propositi.
 
Ciao Toscano emigrato! Come va la gamba? Spero meglio :)
Ora cammino decentemente ma è ancora lunga, mi hanno paventato scenari poco idilliaci tipo dolori persistenti, zoppia e progressivo blocco dell'articolazione...questo mi hanno detto, poi la realtà mi vede insistere e piano piano i dolori diminuiscono e l'alrticolarità migliora, c'è da fare ma quest'estate ho troppo da scalare per darla vinta a qualche ossicino...;)
 
eh Maduva... mi spiace sentire che neppure tu sei del tutto a posto ancora... Io non so se sia a causa della brutta stagione ma alla caviglia mi sono ripresi dolori e zoppia che erano scomparsi per fine novembre, inoltre a camminare così mi stanco subito e riesco a fare solo piccoli tratti.
 
io vado a momenti, ci son giorni nei quali cammino con dolore moderato e altri nei quali non va proprio, l'articolarità è scarsa, in mesi e mesi ho guadagnato davvero poco ma mica mi rassegno, sto comunque uscendo per boschi alla mia maniera, fuori sentiero ed esplorazione, lentamente e per piccoli tratti ma con decisione, idem la scalata, salgo in top rope e forzo il piede, dopo una giornata in falesia cammino meglio anche nei giorni successivi e facendo così ho guadagnato qualche millimetro di articolarità. Poca roba per carità, ma serve per il morale. In queste settimane ho da programmare visite e sedute di riabilitazione, per l'estate DEVO riuscire a scalare una via lunga, l'obiettivo è una linea nel massiccio del bianco e per dio, ci riuscirò. Avere un orizzonte cui tendere aiuta a lavorare con decisione e a sopportare stress e dolore.
 
Ciao Maduva innanzitutto buona guarigione, fondamentalmente a fare la differenza sono proprio le esperienze che uno ha vissuto.. Quello che ti é successo di sicuro è un evento pesante e sicuramente ti ha causato sofferenza ma ti invito in primis a guardare i lati positivi:
1) sei vivo( una caduta simile da solo e senza nessun ausilio per chiamare soccorsi avrebbe potuto condurti alla morte se fosse stata di maggiore gravità).
2) non hai riportato lesioni permanenti(lesioni che avrebbero potuto impedirti realmente di tornare a svolgere le attività che ti fanno felice purtroppo a molti va male penso a mielolesi)
Te lo dice uno che sin da piccolo si è appassionato alla natura( merito di mio padre che mi portava in montagna) da adolescente passavo i miei week end nei boschi a campeggiare o ad arrampicare mentre la maggior parte dei miei amici andava in discoteca.. la mia vita era ed è la nutura.. Poi alla giovane età di 22 anni un incidente in moto.. Disastroso.. Una macchina mi taglia la strada, cado, la moto mi cade sulla gamba, il ginocchio esplode la tibia e il piatto tibiale si frantumano..li per li dopo la caduta i primi pensieri forse dettati dall istinto furono simili ai tuoi.. Sono vivo? Ho tutto al suo posto? Muovo le gambe? Bene c era tutto(cosa che negli incidenti in moto non è scontato) una gamba la muovo bene, non ho lesioni spinali.. Ma l'altra? Niente... Immobile.. Ho pensato ingenuamente mentre venivo soccorso: ok.. È solo una gamba rotta.. Passeremo anche questa... Invece.. Da li è iniziato un lungo percorso.. E una vita letteralmente stravolta.. La frattura è stata una frattura bruttissima tra le peggiori che si possono trovare in ortopedia ho avuto tutte le complicanze possibili del caso sindrome compartimentale(che ti espone a rischio di amputazione) infezione da stafilococco aureo multiresistente, polmonite e pleurite ospedaliera.. Ho subito 5 interventi, ho avuto le stampelle per un anno e mezzo..perdetti il mio lavoro(sudato per impararlo) il muratore, i medici mi dissero che dovevo trovarmi un lavoro più sedentario non avrei sostenuto altro..ho dovuto rinunciare per molto moltissimo tempo a tutto ciò che amavo.. La montagna.. I boschi.. Correre.. arrampicare.. Insomma a vivere..ti lascio immaginare a 22 anni sentirsi cosi cosa vuol dire..non mi vergogno di dire che sono dovuto andare da una psicologa.. Come non mi vergogno di dire che in alcuni momenti ho pensato di farla finita.. Ma sono andato avanti.. giorno per giorno tra dolori allucinanti e ben 8 mesi di riabilitazione ..il periodo di convalescenza vero e proprio ero in un evidente stato di depressione..Avevo la gamba attraversata da dei ferri con un cerchiaggio attorno enorme quando uscivo la gente mi fissava non potevo vestirmi normalmente per 6 mesi ho indossato delle tute coi bottoni laterali, gli unici indumenti che potessi indossare visto la mole di fissatori che avevo, non potevo dormire in altre posizioni se non quella supina
.. Passavo le mie giornate tra letto e divano a mangiare o dormire per non pensare.. Non pensare che le mie montagne i miei boschi erano cosi lontani... Ma piano piano sono andato avanti.. Tolto i ferri ho dovuto fare un altro intervento ma almeno ora potevo vestirmi e iniziare la riabilitazione.. Mi spostavo con le stampelle ripresi a studiare.. Mi diplomai a 23 anni perche a 18 avevo interrotto gli studi, nel frattempo inizia a mollare le stampelle.. Mi iscrissi all università di infermieristica studio ed esami mi tenevano impegnato.. Il mio ginocchio era spesso dolorante ma almeno camminavo.. dopo 3 anni mi laureai infermiere 107/110.
Pian piano ripresi a tornare anche in montagna piccole passeggiate un po di campeggio,dormire fuori dopo molto tempo fu una gioia immensa... Piansi..
Dopo la laurea si faceva fatica a trovare lavoro.. Presi una decisione.. Partii direzione Germania.. Senza lingua senza niente solo il contatto con un vecchio amico.. Superai anche questa imparai la lingua ci restai due anni.. Ora vivo in trentino nel cuore del parco naturale adamello brenta.. vado in montagna escursioni di alcune ore con l' aiuto delle stampelle, campeggio essenziale di due tre giorni.. Il ginoccchio non ha più ripreso come prima ma ho imparato a conviverci in questi 10 anni, posso camminare nuotare andare in bicicletta.. Ultimamente l artrosi post traumatica si è fatta avanti mi era stato preannunciato.. L inverno prossimo probabilmente farò una protesi totale di ginocchio che dio ce la mandi buona, spero con essa di stare ancora meglio e di non dover rinunciare più al contatto con la natura.. l unica cosa che mi fa sentire davvero vivo..elemento imprescindibile della mia esistenza..
In bocca al lupo per la guarigione dai che sei forte.
Ps eccomi dopo dieci anni dall'incidente.
 

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Ultima modifica:
@indio87 le tue parole fanno piacere e la tua esperienza diretta mi convince ancora di più, se ce ne fosse bisogno, che mollare non è un'opzione praticabile; dall'ultima visita, quella dalle previsioni catastrofiche, ho già migliorato la camminata, meno dolori e meno zoppìa (a momenti...), qualche millimetro -poca cosa ma è un inizio- di recupero articolare che rimane comunque scarsino, ma riesco a muovermi decisamente meglio nei boschi e dopo un anno passato a guardare la neve dalla finestra son tormato con fatica a ciaspolare e a scalare un po meglio, sempre da secondo e su monotiri -le grandi pareti sono ancora un miraggio- con uno stile censurabile ma anche li, è un inizio. Ho i miei obiettivi che mi tengono sul pezzo, arrivare alla prossima visita "saltellando" (a giugno) e una via nel massiccio del Bianco ad agosto, riuscirò e posterò le relazioni sul forum (sia della salita che della faccia dell'ortopedico :) ). Intanto mi alleno tipo cartone animato anni '80 trasportando gerle di legna dalla legnaia a casa e le ceste del pane (per lavoro) in giro per le fiere tentando di far lavorare articolazione e muscolatura, finalmente sento il polpaccio! Non si molla, sempre avanti!
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Non riesco a capire se l'ho già scritto qui, ma mi sento di ripetermi, per incoraggiare i nostri "malati".
A 12 anni, mi sono rotto una caviglia sciando. Poca roba: 30 giorni di gesso e via, meglio di prima. L'età aiuta (molto!).
A 25, ero in moto, quando un signore, che stava portando la moglie, con le doglie del primo figlio, mi ha centrato in pieno. Ancora lei, la caviglia sinistra già rotta 13 anni prima! Stavolta la faccenda è molto più seria, però: tibia, perone, calcagno. Piede e zona terminale del polpaccio della dimensione di un'anguria e di colore non molto diverso, purtroppo: nero, verde, rosso... si parla apertamente di amputazione.:help: In pratica, la macchina mi ha centrato a tutta velocità dal lato sinistro e la gamba ha fatto da "paraurti" alla moto.
Sono anche stato fortunato, a ben guardare: la moto si è fermata fra due pali (uno della luce ed uno di una recinzione di un campo da calcio), mentre io ci sono passato in mezzo senza toccarli.

Mi faccio 25 giorni di ospedale, sotto antinfiammatori e pastiglini vari assortiti (il mio stomaco ne risente ancora oggi...), poi, in qualche modo, il piede si sgonfia e vengo ingessato. 30 giorni senza appoggio. Nuovo gesso, cioè altri 10 giorni d'ospedale ed esco, potendo finalmente appoggiare, con precauzione, il piede ingessato, che a questo punto è salvo.:)
Dopo altri 30 giorni, nuovo ricovero. Mi tolgono il gesso, ma il piede è, in sostanza, un blocco di ghiaccio. Tutto bloccato, articolazione e muscolatura. Sensibilità scarsa.
Dovrebbe quindi iniziare un lungo periodo di riabilitazione, ma... ero in piena leva militare. Il colonnello medico che mi dovrebbe confermare la licenza per malattia, se ne ha a male perché, rispettando quanto indicato alla precedente visita all'ospedale militare di Baggio, invece di tornare là, mi sono presentato all'ospedale militare della mia città, Piacenza. I misteri del mondo militare. Mi rimanda al mio reparto, ad Udine, comando brigata alpina Julia, abile! Mi presento all'ingresso della caserma la sera stessa, dopo un lungo viaggio in treno, con due cambi di treno a Bologna e Venezia, in stampelle. Per mia fortuna, capiscono tutti perfettamente la situazione e la mia caviglia spiega meglio di qualsiasi mia delucidazione lo stato in cui sono. Valutata la situazione, un giovane tenente medico alpino, mi suggerisce la via migliore. Non ricordo il suo nome, ma gliene sarò grato per sempre. Resto lì, ho un permesso speciale per uscire alle 17 e fare riabilitazione andando in piscina (che in quegli anni, da militare, era praticamente gratuita).
Piano piano, recupero un'accettabile grado di funzionalità ed in un paio di mesi smetto le stampelle. Pur continuando a zoppicare vistosamente. Da questo punto di vista, gli scarponi da alpino sono una mano santa: sembra di indossare un paio di scarpe ortopediche e la caviglia, ancora debole, è ben protetta.

Una volta finito il militare, non era più possibile fare gran ché, purtroppo. Mi è rimasta una caviglia con diversi gradi in meno di rotazione rispetto all'altra. Però riesco a camminare, bene, senza fatica, anche a lungo. Pian pianino la funzionalità diventa accettabile, quasi normale.

Oggi ho 58 (splendidi!) anni: a parte correre, faccio tutto quello che mi pare. E correre non è mai stata la mia passione principale, lo ammetto. Ho una media di 5-6 km a piedi al giorno, ma quando esco in escursione non sono mai meno di 15, con dislivelli anche interessanti, per la mia età e (scarsa) condizione atletica. Per non parlare delle gite in bici di più giorni, carichi come muli, su salite appenniniche...

Mi fa male? No. Ora, no. Mi ha dato fastidio, a lungo, ma si impara a conviverci.

Scusate il lungo "pippone", ma era solo per dirvi, in estrema sintesi: non mollate MAI. La vostra passione per le cose che vi piacciono, che vi fanno sentire chi siete, le escursioni, il fare legna, lo scalare, lo sciare, sono più forti di qualsiasi incidente. E' solo questione di avere tempo, pazienza, tenacia.

In bocca al lupo, ragazzi! E che NON crepi, dato il titolo del forum...:biggrin::biggrin::biggrin:
 
Ciao Maduva innanzitutto buona guarigione, fondamentalmente a fare la differenza sono proprio le esperienze che uno ha vissuto.. Quello che ti é successo di sicuro è un evento pesante e sicuramente ti ha causato sofferenza ma ti invito in primis a guardare i lati positivi:
1) sei vivo( una caduta simile da solo e senza nessun ausilio per chiamare soccorsi avrebbe potuto condurti alla morte se fosse stata di maggiore gravità).
2) non hai riportato lesioni permanenti(lesioni che avrebbero potuto impedirti realmente di tornare a svolgere le attività che ti fanno felice purtroppo a molti va male penso a mielolesi)
Te lo dice uno che sin da piccolo si è appassionato alla natura( merito di mio padre che mi portava in montagna) da adolescente passavo i miei week end nei boschi a campeggiare o ad arrampicare mentre la maggior parte dei miei amici andava in discoteca.. la mia vita era ed è la nutura.. Poi alla giovane età di 22 anni un incidente in moto.. Disastroso.. Una macchina mi taglia la strada, cado, la moto mi cade sulla gamba, il ginocchio esplode la tibia e il piatto tibiale si frantumano..li per li dopo la caduta i primi pensieri forse dettati dall istinto furono simili ai tuoi.. Sono vivo? Ho tutto al suo posto? Muovo le gambe? Bene c era tutto(cosa che negli incidenti in moto non è scontato) una gamba la muovo bene, non ho lesioni spinali.. Ma l'altra? Niente... Immobile.. Ho pensato ingenuamente mentre venivo soccorso: ok.. È solo una gamba rotta.. Passeremo anche questa... Invece.. Da li è iniziato un lungo percorso.. E una vita letteralmente stravolta.. La frattura è stata una frattura bruttissima tra le peggiori che si possono trovare in ortopedia ho avuto tutte le complicanze possibili del caso sindrome compartimentale(che ti espone a rischio di amputazione) infezione da stafilococco aureo multiresistente, polmonite e pleurite ospedaliera.. Ho subito 5 interventi, ho avuto le stampelle per un anno e mezzo..perdetti il mio lavoro(sudato per impararlo) il muratore, i medici mi dissero che dovevo trovarmi un lavoro più sedentario non avrei sostenuto altro..ho dovuto rinunciare per molto moltissimo tempo a tutto ciò che amavo.. La montagna.. I boschi.. Correre.. arrampicare.. Insomma a vivere..ti lascio immaginare a 22 anni sentirsi cosi cosa vuol dire..non mi vergogno di dire che sono dovuto andare da una psicologa.. Come non mi vergogno di dire che in alcuni momenti ho pensato di farla finita.. Ma sono andato avanti.. giorno per giorno tra dolori allucinanti e ben 8 mesi di riabilitazione ..il periodo di convalescenza vero e proprio ero in un evidente stato di depressione..Avevo la gamba attraversata da dei ferri con un cerchiaggio attorno enorme quando uscivo la gente mi fissava non potevo vestirmi normalmente per 6 mesi ho indossato delle tute coi bottoni laterali, gli unici indumenti che potessi indossare visto la mole di fissatori che avevo, non potevo dormire in altre posizioni se non quella supina
.. Passavo le mie giornate tra letto e divano a mangiare o dormire per non pensare.. Non pensare che le mie montagne i miei boschi erano cosi lontani... Ma piano piano sono andato avanti.. Tolto i ferri ho dovuto fare un altro intervento ma almeno ora potevo vestirmi e iniziare la riabilitazione.. Mi spostavo con le stampelle ripresi a studiare.. Mi diplomai a 23 anni perche a 18 avevo interrotto gli studi, nel frattempo inizia a mollare le stampelle.. Mi iscrissi all università di infermieristica studio ed esami mi tenevano impegnato.. Il mio ginocchio era spesso dolorante ma almeno camminavo.. dopo 3 anni mi laureai infermiere 107/110.
Pian piano ripresi a tornare anche in montagna piccole passeggiate un po di campeggio,dormire fuori dopo molto tempo fu una gioia immensa... Piansi..
Dopo la laurea si faceva fatica a trovare lavoro.. Presi una decisione.. Partii direzione Germania.. Senza lingua senza niente solo il contatto con un vecchio amico.. Superai anche questa imparai la lingua ci restai due anni.. Ora vivo in trentino nel cuore del parco naturale adamello brenta.. vado in montagna escursioni di alcune ore con l' aiuto delle stampelle, campeggio essenziale di due tre giorni.. Il ginoccchio non ha più ripreso come prima ma ho imparato a conviverci in questi 10 anni, posso camminare nuotare andare in bicicletta.. Ultimamente l artrosi post traumatica si è fatta avanti mi era stato preannunciato.. L inverno prossimo probabilmente farò una protesi totale di ginocchio che dio ce la mandi buona, spero con essa di stare ancora meglio e di non dover rinunciare più al contatto con la natura.. l unica cosa che mi fa sentire davvero vivo..elemento imprescindibile della mia esistenza..
In bocca al lupo per la guarigione dai che sei forte.
Ps eccomi dopo dieci anni dall'incidente.


Ciao, molto intensa e semidrammatica la tua storia e mentre leggevo della tua ripresa mi sono chiesto quando ti avrebbero predetto purtroppo una protesi totale al ginocchio…..
Allora lo dico qui e non in una risposta a parte: l'8 novembre sono stato sottoposto ad un intervento di anca PTA (protesi totale).
Nel 2013 ho fatto la prima con un grande successo, tutto andato alla perfezione, dopo 7 mesi riprendo pianpiano il mio sport tranquillamente.
Nessun incidente per fortuna, ma le mie anche erano malate di coxoartrosi, da piccoli noi non avevamo il controllo con le ecografie che per fortuna hanno i nostri figli oggigiorno, poi la componente ereditaria ed il gioco è fatto. Il primo intervento è stato con accesso anteriore, il secondo purtroppo laterale poiché l'anche era più mal messa di quella prima. Il dottore mi ha detto che devo avere una sopportazione del dolore molto alta perché con una anca così di solito una persona fatica a stare in piedi. (il dolore c'era eccome)….ma tenevo duro e continuavo a lavorare e fare una vita limitata ma almeno non mi sentivo invalido.
Ora sono in perfetta ripresa e per aprile dovrei tornare a lavorare.
Ora veniamo al tuo ginocchio, mia nonna a 89 anni ha fatto la protesi totale al ginocchio con lo stesso mio ortopedico ed ora che ne ha 95 va nell'orto tutti i giorni, è autosufficiente e si tocca le punte dei piedi con le dita e le gambe dritte, ho un video come prova!!!
Se vuoi posso darti tutti i contatti del mio ortopedico (il cui padre era un vero e proprio luminare per anche e ginocchia) perché mi sento di consigliartelo ad occhi chiusi e darti anche le informazioni sulla struttura in cui io ho fatto una degenza di 21 giorni: 4/5 di operazione e post-operazione, 16 gg di riabilitazione interna. In pratica esci con le stampelle ma già con una buona mobilità articolare fatta li che ti evita il trauma di uscire subito dopo operato.
Per il resto a prescindere da ogni tua futura decisione, ti auguro una prontissima ripresa ad uno stile di vita di nuovo energico. In bocca al lupo.:si::)
 
Bin allora vi aggiorno, secondo vari ortopedici non potrò avere recupero migliore rispetto a come sto ora ovvero piede sostanzialmente bloccato a causa di un disassamento dell'articolazione e bla bla...il bello è che due ortopedici su tre hanno premesso subito che anche se recuperassi un minimo di articolarità in flessione non recupererò più categoricamente la mobilità laterale che...c'è! E come si stupiscono che ci sia! In pratica le lastre dichiarano impossibile un movimento che ho recuperato ed uno dei pochi che non provoca dolore ergo...si va avanti camminando, scalando (un cric durante un tentativo d'arrampicata mi ha restituito il movimento citato) e facendo degli esercizi consigliati da un fisioterapista che si occupa di basket che devo dire stanno dando buone sensazioni. Mai arrendersi e sarà estrema soddisfazione tornare dai citati ortopedici e fargli la ruota innanzi :)
 
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