povero Simon Gautier

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Utente 24852

Guest
Per quanto mi riguarda il nocciolo della questione riporta sempre alla solita storia... mai andare a fare certe attività con la testa tra le nuvole, organizzando il tutto con superficialità pensando che a noi non capita nulla perché bravi, in forma, ecc... e soprattutto senza fare le cose aspettandosi che altri si occupino delle nostre cose. Soprattutto se queste aspettative sono nell'ottica del pretenderle, del reclamare, criticare...

Gli imprevisti in certe attività sono veramente pochi (poi ovviamente ognuno ritiene imprevisti quello che vuole)... si vuole criticare lo stato perché non si é organizzato secondo delle regole, imposizioni Europee... và anche bene. Ma senza togliere la responsabilità alla vittima o facendo finta che durante le nostre attività ci sono "Elfi" che ci fanno andare in luoghi pericolosi, che ci fanno fare passi non ben ponderati e via dicendo...
Che ci tirano tanto vicino ad una scarpata che una caduta non si ferma lì,...
Che di portano ad affrontare percorsi esposti,...

Che poi lo stato non ha aggiornato il suo sistema come richiesto... non ha nulla a che fare con la responsabilità che ogni singolo dovrebbe avere.

Stranamente di perde di vista il fatto che il contatto telefonico é avvenuto, chì di dovere ha fatto il suo lavoro, se poi lui non sapeva certe cose basilari... non facciamo come se lui é solamente una vittima di un sistema sbagliato. Il suo comportamento é paragonabile a quello degli organi competenti... entrambi non han fatto quello che avrebbero dovuto fare.

D'altra parte l'essere umano critica sempre un sacco di regole, leggi, governi e compagnia... ma allo stesso tempo si sottomette. Questo perché hanno piacere, in fin dei conti, di vivere avendo il sedere parato da altri... e in quest'ottica capisco che se le cose non vanno così, possa dare fastidio. Ma in ogni caso ogni essere vivente ha un cervello e quello che gli succede, che decidere di fare é una sua scelta... anche la volontà di assumerne la responsabilità é una sua scelta. Tanto vale fare "trekking" da fighi, viaggi avventura, bla-bla e poi quando succedere qualcosa di serio e non ci si ritrova il "soccorritore" davanti al naso... fare crisi e vittimismo.

Boo... sono più per la severità che per il buonismo...

AUGURI DI BUONE GITE ;)

NB: sono anche io a favore degli aggiornamenti degli enti preposti e le loro strutture... e trovo che sia corretto che siano adeguati. Ma senza rinnegare le reponsabilità anche del privato.
 
Ultima modifica di un moderatore:
E comunque rimane il fatto che il presupposto imprescindibile sia la presenza di segnale telefonico.....a volte dove vado io c'è assenza totale.......
 
percepisco scarsa empatia.
Immaginate la caduta...
Sonia, è molto chiara e condivisibile la tua posizione.
Il paradosso è che quelli che definisci qui "poco empatici" sono a mio parere in realtà molto empatici.

Sembrano duri proprio perché al contrario conoscono l'empatia. L'empatia verso l’ambiente che affrontano, dove si tratta di sentire (empaticamente) l'equilibrio e il limite fra te stesso e quello che affronti. Che alle volte vuol dire fermarsi e rinunciare.
E da qui l’empatia verso quelli che condividono queste stesse cose.

Se ti sembrano insensibili è proprio perché l'idea della tragedia capitata a qualcun altro rimanda a tutte quelle volte in cui a ognuno è accaduto di sottovalutare una difficoltà o di trovarsi davanti ad una situazione pericolosa imprevedibile

Di fronte alla morte dell'altro siamo posti davanti ad una semplice verità: ci sono cose che amiamo che contengono una parte di rischio fatale che non si può eliminare. E che si accetta.
Ma anche alla quale si reagisce, esorcizzandola con questo tipo di reazioni.
Semmai è un eccesso di empatia.

Non importa se accade a 5000 m.slm o a 50 m.slm.
Siamo tutti solidali con Simon. Io sono solidale con lui perché in fondo a quel burrone potevo tranquillamente finirci io...
Lo so e continuo ad andare in montagna.
 
Ultima modifica:
Da quello che ho capito si metteva solo in luce il ritardo dei soccorsi dovuto al non aggiornato sistema stato
Si ma secondo me non puoi separare le due cose la responsabilità individuale da quello del sistema dei soccorsi.
In ogni caso il problema più che nei ritardi era nella vastissima e impervia area da scandagliare.. 100 uomini che ti cercano non è sbattersi le.. Anche se alla fine c è voluto un drone.
Quota parte dei rischi non è edibile ma certo se vai solo non sai dove ti trovi ecc stai scherzando col fuoco non si può negare. Che empaticamente dispiaccia che una giovane vita avventurosa se ne sia andata credo che sia sentimento comune e sottinteso.
 
Per completezza di informazioni :

“Aml è fino a quattromila volte più accurato degli attuali sistemi in uso”, specifica l’Eena in una scheda informativa. E se fosse attivato in tutta Europa salverebbe “7.500 vite in dieci anni”. Con un risparmio a livello economico di “95 miliardi di euro“. Soltanto 13 Stati in Europa hanno già adottato questa funzione: Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Islanda, Irlanda, Lituania, Moldavia, Paesi Bassi, Norvegia, Slovenia, Regno Unito. Fuori dal Vecchio continente invece: Stati Uniti, Messico, Nuova Zelanda, Emirati Arabi Uniti.

Tra i paesi europei che ancora non ce l'hanno quindi, oltre l'Italia, ci sono Spagna, Francia, Germania quindi non è che siamo sempre gli ultimi...
 
Tra i paesi europei che ancora non ce l'hanno quindi, oltre l'Italia, ci sono Spagna, Francia, Germania quindi non è che siamo sempre gli ultimi...

Esatto, non è un sistema obbligatorio ma l'Italia lo sta comunque implementando per migliorare le cose.

Non so se ci siano state delle inadempienze di singoli in questo caso e quindi non mi pronuncio ma almeno la parte di polemica "in Italia siamo sempre più tonti degli altri" la eviterei :)
 
È vero, però a me continua a sembrare strano che un ragazzo giovane, cosmopolita, che sa il fatto suo tanto da andare a fare trekking in un Paese straniero, sia così sprovveduto.
"Non so dove sono" non è una risposta accettabile, secondo me. Se sei da solo, all'estero, è inammissibile secondo me girare senza mappa, GPS, o simili (o avendoli e non sapendoli usare, il che è equivalente).
Poi capisco il panico, il dolore lancinante, lo shock, però...

Io in generale non ho la benchè minima passione per la tecnologia, il che mi porta in molte circostanze ad essere una sorta di moderno analfabeta (solo le sigle nominate in questo thread per me sono arabo e mi domando sempre : ma dove cacchio le imparano, chi gliele insegna ?).
In coerenza con quanto sopra, non ho il GPS perché l'ho già avuto in mano (non mio) non l'ho saputo usare e dopo mezz'ora già mi aveva stufato ;
non ho neppure lo smartphone, anche se questo per scelta personale (odio rincoglionirmi vedendo ad ogni passo e in ogni situazione quanto rincoglionisce gli altri, non solo mentalmente ma pure in modo molto pratico facendoli procedere come ciechi e quindi provocando - paradossalmente - pericoli agli altri).

Però, proprio per questo, mai e poi mai mi verrebbe in mente di andarmene da solo all'estero e in luoghi sconosciuti.
Sono caratterialmente un solitario, ma siccome sono anche uno che difficilmente se la sa cavare da solo in difficoltà fuori dall'ordinario e ne sono consapevole, allora per me tanti lati belli e privilegiati della solitudine (in primis quello della completa autonomia ubiquitaria, in primo luogo proprio nei luoghi più inaccessibili alla massa) diventa di fatto un lusso, che so di non potermi permettere. A parte poi tante altre limitazioni di altra natura (salute, ecc.).

Ma evidentemente son parecchi i "solitari" che invece si sovrastimano e gli piace esserlo finchè - di fatto - gli va bene.
 
Esiste una tecnologia, legata al SAR, che utilizza i cellulari, dei dispersi, anche in assenza di copertura.

Sostanzialmente si tratta di un drone che trasporta un "emulatore" di una cella telefonica la quale fornisce, in un'area delimitata, una copertura che può essere agganciata dal cellulare del disperso fornendo un collegamento con lo stesso, riducendo notevolmente l'area di ricerca e, non ricordo ma presumo di sì, fornisce anche una direzione per la ricerca.

Il problema è sempre il solito, la mancanza di disponibilità capillare di queste tecnologie e la formazione del personale addetto e, probabilmente, una certa maturità.

Nel caso specifico, stando a quanto appare sul sito dell'ANSA, lo sfortunato è morto nell'arco di un breve periodo dall'infortunio (si parla di 40/45 minuti), per cui, molto probabilmente, anche in presenza delle coordinate GPS difficilmente sarebbe potuto tornare a casa.

Fermo restando il dispiacere per quanto accaduto, sinceramente, accusare, velatamente, o meno, la mancanza di un servizio, sicuramente utile, da parte dello stato italiano non lo trovo corretto; la responsabilità della propria sicurezza dovrebbe essere in capo sempre al diretto interessato anche perchè se si inizia con i "se" si rischia poi di dire che "se" il tizio stava a casa sicuramente non avrebbe perso la vità lì ...... e non servirebbe a nulla salvo risultare, a mio avviso, scortese nei confronti dello sfortunato e di chi per lui.

Ciao :si:, Gianluca
 
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Accipicchia, non dovresti rimproverare l'escursionista di pressappochismo perchè scivola in un burrone e si spezza le gambe.

Spostare l'onere della tragedia sull'individuo sfigato

privi di una funzione tecnologica essenziale
Perdonami sonia ma io la penso così ...
tempo fa si era perso un escursionista ,che poi si era rivelato con modi di fare da pagliaccio perchè accendeva il telefono,diceva che era tutto rotto,diceva qui diceva là,non lo trovavano e quando lo hanno trovato di rotto non aveva nulla.
Allora,sonia perdonami ma sarò pure poco empatico ma il NON SAPERE dove si è NON ESISTE sotto nessun punto di vista,NON esiste. Perdonami.
Non sono venuti due M.I.B a prenderti,che ti hanno narcotizzato,incellofanato e magari spedito con executive da qualche parte.
Ci sei andato con le tue piottine e pertanto avrai dato un occhiata in giro ,a meno che non fossi strafatto a oggetti presenti lungo il tuo cammino.
Pensa che io gli farei pure il tossicologico...
A volte anche solo aver visto un abbeveratoio,un canalone, una croce o qualunque altra cosa particolare risolve tutto.
E invece vogliamo che un computerino del piffero fatto da qualche manina cinese scorticata per una ciotola di riso risolva tutto.
 
Gli imprevisti in certe attività sono veramente pochi (poi ovviamente ognuno ritiene imprevisti quello che vuole)... si vuole criticare lo stato perché non si é organizzato secondo delle regole, imposizioni Europee... và anche bene. Ma senza togliere la responsabilità alla vittima o facendo finta che durante le nostre attività ci sono "Elfi" che ci fanno andare in luoghi pericolosi, che ci fanno fare passi non ben ponderati e via dicendo...
Che ci tirano tanto vicino ad una scarpata che una caduta non si ferma lì,...
Che di portano ad affrontare percorsi esposti,...

Che poi lo stato non ha aggiornato il suo sistema come richiesto... non ha nulla a che fare con la responsabilità che ogni singolo dovrebbe avere.

l'europa ha proprio cotto il razzo con le imposizioni sono con te
 
Sostanzialmente si tratta di un drone che trasporta un "emulatore" di una cella telefonica la quale fornisce, in un'area delimitata, una copertura che può essere agganciata dal cellulare del disperso fornendo un collegamento con lo stesso, riducendo notevolmente l'area di ricerca e, non ricordo ma presumo di sì, fornisce anche una direzione per la ricerca.
Interessante. Non lo sapevo.
 
percepisco scarsa empatia.
Immaginate la caduta... colpi dalle rocce, dai rami, sassi, sterpaglia e, infine, le ossa frantumate, il sangue, il dolore: quale lucidità può rimanere ad uno conciato così?
Ammesso per ipotesi la superficialità dell'organizzazione - tutta da confermare - se fosse stato attivo l'aml - dato che era obbligatorio in tutta Europa - l'avrebbero individuato dopo 2 ore non dopo 9 giorni; questo è il vero nodo di tutta la tragedia.
Ovviamente dispiace per il povero Simon, tutti avremmo preferito si fosse salvato e ben vengano tutte le tecnologie che aiutano a salvare le vite umane.

Detto questo, non si possono scaricare tutte le colpe sullo stato ogni volta che succede una disgrazia, sarebbe troppo comodo.

Sarà una banalità ma prevenire è meglio che curare. È vero che la sfiga ci vede benissimo, ma preparazione e prevenzione, in qualsiasi ambito, riducono decisamente il rischio che gli inconvenienti accadano e in ogni caso quando accadono saremo forse preparati e sapremo cosa fare.

Io, se mi andassi a infilare nei casini da solo in un posto sconosciuto, non me la prenderei con i soccorsi che non arrivano ma con me stesso, il tutto IMHO.
 
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Non ti critico per non essere appassionato di tecnologia, ci mancherebbe, tanto più che hai spiegato chiaramente che non andresti in luoghi sconosciuti.
Però a questa domanda:

(solo le sigle nominate in questo thread per me sono arabo e mi domando sempre : ma dove cacchio le imparano, chi gliele insegna ?).

la risposta è semplice: basta leggere e informarsi. Non è questione di amore per la tecnologia, semplicemente di avere voglia di rimanere informato su cosa succede nel mondo, a 360°. Io non amo la politica, anzi direi che la detesto, però tento di rimanere informato comunque.
 
Volevo chiedere un’informazione, a prescindere se l’AML non è ancora attivo in Italia, spero lo sia presto, ma siccome spesso dove si va un po’ tutti non c’è assolutamente linea telefonica, a volte mi è capitato per giornate intere, non è che sono fissato con i cellulari, anzi ne ho uno ancora a tasti, ma se in assenza di linea si deve chiamare il 118 o 112 si riesce in urgenza a fare la telefonata è che limitazioni ci possono essere, non mi è mai capitato ma mi piacerebbe conoscerne le dinamiche.
Grazie a quanti mi possono sfatare questo dubbio che dopo questa tragedia ma ritorna in mente?
 
Non ti critico per non essere appassionato di tecnologia, ci mancherebbe, tanto più che hai spiegato chiaramente che non andresti in luoghi sconosciuti.
Però a questa domanda:



la risposta è semplice: basta leggere e informarsi. Non è questione di amore per la tecnologia, semplicemente di avere voglia di rimanere informato su cosa succede nel mondo, a 360°. Io non amo la politica, anzi direi che la detesto, però tento di rimanere informato comunque.

Eh lo so, ma è un po' lo stesso discorso delle materie detestate (o amate) a scuola : sfido chiunque ad affermare che il massimo possibile non consistesse già solo nell'imparare a pappagallo mezza pagina ai fini esclusivi della probabile interrogazione ; e a negare che poi in ogni caso - dopo anni - gli sia rimasta una sola briciola di quei brandelli imparati a pappagallo. Così come, all'opposto, che gli servisse minimamente la spinta di qualcuno e tantomeno un qualche obbligo o necessità per imparare ciò di cui era già appassionato di suo.

Vado un po' O.T.
Si dice che la cultura sia ciò che rimane dopo che si è dimenticato tutto quanto imparato. Verissimo, e la differenza sostanziale sta proprio lì.
In fondo un esempio plateale ce l'abbiamo proprio con questo forum, il cui admin - basta leggere la parte "storia" nella mission (ma me lo ha anche raccontato personalmente :) - già da liceale smanettava agli albori del web da totale autodidatta coi linguaggi di programmazione, tenendo occupato il telefono di casa col glorioso modem 56k e, lo immagino, con la testa del tutto svagata in classe durante noiosissime (per lui) lezioni di altre materie (anche questo è come se me lo avesse detto, un po' "di striscio", definendosi come tutt'altro che un secchione o uno studente modello). Insomma, non ci vuol molto a immaginarlo come il classico "nerd"
:D , un piccolo Bill Gates in miniatura il cui risultato però eccolo qui, ancora a distanza di 20 anni più vivo e vegeto che mai, a permetterci di scriverci in questo preciso momento.

Quello che a me infastidisce è in generale quando il progresso (più specificamente la tecnologia) diviene così invasivo da limitare - di fatto - la libertà personale anziché ampliarla come strombazza.
E anche qui faccio un esempio pratico. Qualche settimana fa la mia banca mi ha avvisato che a causa dell'adeguamento alla normativa europea MIFID in materia di sicurezza ecc. ecc. i dati del mio c/c verranno oscurati, verranno eliminati password, token, SMS, ecc. e per fare quasi tutte le operazioni (compreso un semplice bonifico) servirà un riconoscimento preventivo personale per il quale occorrerà aver scaricato un'apposita app che quindi presuppone di DOVER AVERE uno smartphone.
Ecco quindi che io SARO' COSTRETTO a dotarmene, oltre che poi a saperci fare ciò che serve (quando logica vorrebbe : l'obbligo me lo imponi tu ? allora anche lo smartphone dammelo tu).
Non è questa una forzatura ? Magari qualcuno può dire che è una quisquilia, ma io dico "quisquilia" mica tanto, visto che di fatto viene altrimenti resa impossibile un'operatività essenziale e che - soprattutto - si SOMMA a una marea di altre imposizioni simili infilate tra mille burocrazie spicciole quotidiane, dalle bollette all' INPS ecc. ecc. Una volta il progresso aveva un ritmo tale da permettere ad ogni generazione di essere "nativa" rispetto all'ultimo livello raggiunto, quindi era compatibile con i progressi anche mentali ; adesso invece ha una velocità e un ritmo tale da imporre anche ad almeno 2-3-4 generazioni di adeguarsi ai "nativi digitali" che di per sé possono essere solo i millennials. E questo è qualcosa che non era mai accaduto.
La mia sensazione rispetto alla tecnologia è perennemente quella di dover "rincorrere" qualcosa che poi in realtà mi potrebbe concretamente servire anche una sola volta (o mai) senza riuscire ad afferrare mai nulla che realmente modifichi e migliori la mia vita : anzi, che me ne fa perdere un bel po' in termini di tempo buttato.

C'è un libro recente dello psichiatra Vittorino Andreoli dedicato proprio allo smartphone, il cui titolo è eloquente: "Il cervello in tasca". In sostanza - sostiene - ormai lo smartphone è come fosse un vero e proprio "secondo cervello" che teniamo in tasca, non tanto protesi del primo, ma proprio scollegato, autonomo e spesso - ahimè - sostitutivo. Ecco, a me sembra proprio così, e fa paura.
Basti riflettere e notare come ad esempio questa stessa vicenda dell'escursionista sia stata qui completamente trattata e sviscerata - da tutti ! - in termini esclusivamente tecnologici : cosa poteva sapere e non sapeva ; cosa avrebbe potuto fare e non ha fatto ; perchè lo Stato non si è adeguato a ecc. ecc. ; cosa possono o non possono fare i soccorsi con AML, BSK, KCZZ, WWRT, STAMINK.. e gli acronimi più assortiti, emulatori di celle, droni, caxxi, mazzi, ecc. ecc.
Ce ne fosse uno che abbia detto : ma sto' disgraziato almeno una semplice CARTINA ce l'aveva ? C'era un solo cristo d'uomo (un amico, un gestore d'ostello, un familiare, magari quel padre che poi - a tragedia già avvenuta - si è presentato lì fin dalla Francia -) a cui LASCIAR DETTO dove andava ? Si era minimamente studiato a tavolino il territorio in cui era poi andato ? Invece no, disquisiamo di emulatori di celle…

Allora mi viene in mente la frase di Freud : "ogni eccesso porta in se stesso il germe della propria autodistruzione".
 
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Sulla questione app per la banca, hai effettivamente ragione: anche la mia banca (Credem) ha eliminato il dispositivo fisico e ora la OTP la fornisce via app. Non ci avevo pensato, al fatto che ci sono persone che non hanno - e non vogliono - lo smartphone. Per me è talmente ovvio averlo...

Posso dire però una cosa? Non è tanto la tecnologia ma come la si usa.
Lo smartphone ti risolve problemi: per dire, google maps è l'invenzione più utile degli ultimi dieci anni, secondo me. Ma se tu, per il resto del tempo, non vuoi usarlo, bè, nessuno ti obbliga (tranne quelli delle banche! :) )
Ho l'impressione che i bastian contrari lo siano perché non si fidano di se stessi: per loro avere uno smartphone equivale a perdere le facoltà mentali.
Non è così: se hai lo smartphone (o il GPS per i sentieri, altra cosa per me imprescindibile ormai) puoi continuare ad usarlo con giudizio e solo per necessità. Il GPS sui sentieri una volta mi ha salvato la vita, ma non significa che sto lì a guardarlo come un demente e smetto di pensare con la mia testa. Durante una escursione lo tirerò fuori due, tre, quattro volte. Per il resto del tempo si limita a registrare la traccia, così quando torno a casa la scarico su PC e mi diverto a guardare dislivelli, percorsi, tempi.

Se uno è un minimo confidente nelle proprie capacità mentali, non dovrebbe avere paura della tecnologia, secondo me.
 
Ce ne fosse uno che abbia detto : ma sto' disgraziato almeno una semplice CARTINA ce l'aveva ? C'era un solo cristo d'uomo (un amico, un gestore d'ostello, un familiare, magari quel padre che poi - a tragedia già avvenuta - si è presentato lì fin dalla Francia -) a cui LASCIAR DETTO dove andava ? Invece no, disquisiamo di emulatori di celle…
Allora mi viene in mente la frase di Freud : "ogni eccesso porta in se stesso il germe della propria autodistruzione".
ecco infatti. Io sono fin troppo dotato di empatia, come ho scoperto recentemente quando è scomparso il mio collega (da 15 anni) lasciando 2 figli piccoli e una moglie non ancora 35-enne. Son 5 mesi che dormo male, che ripenso e mi torturo in vari modi. Anche perchè molto probabilmente anche nel suo caso è stato un suo errore di sottovalutazione, di confidenza.
E per ciò sono incazzato.
Perchè non riesco ad accettare che se io dopo 20 anni che vado in montagna mi porto sempre con me la cartina, la bussola (e tanta altra roba!) anche quando vado nelle "mie" montagne, non posso accettare che qualcuno butti via la propria vita per non aver seguito norme basilari. E se a quel punto arriva uno che mi dice "eh però se i soccorsi fossero arrivati dopo 5' invece che 10' il tuo amico forse si salvava" mi incazzo ancora di più. Perchè è un cercare di scaricare la colpa su altri, quando la cosa da fare era NON trascurare cose base.
 
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