Recensione Aria sottile

Aria sottile
Maggio 1996, cinque spedizioni sono in marcia per raggiungere gli 8.848 metri del Monte Everest, fra loro Jon Krakauer, giornalista e alpinista con il compito di documentare l’ascensione per i suoi lettori. Ma un improvviso mutamento volge repentinamente il meteo a tempesta a oltre 8.000 metri di quota. E lì, ambizioni, gelosie, scelte sbagliate e tutto il carosello di lucrose spedizioni commerciali trasformano l’ascensione in tragedia. Alla fine di quella giornata – il 10 maggio 1996 – si conteranno 9 morti e alcuni amputati.
Una cronaca avvincente, che tiene col fiato sospeso, della lotta contro la morte a 8.000 metri e delle scelte, delle circostanze e dei ritardi che condussero a tale tragedia.
“Qualunque idiota può salire in cima a questa collina, se è abbastanza deciso a farlo – osservò Hall. Il punto è tornare indietro vivi”.
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Ciao, innanzitutto grazie per aver condiviso, volevo aggiungere che nonostante mi piaccia molto il modo di scrivere di krakauer, in questo libro (e non solo ma anche su un articolo della famosa rivista outside) trovo che si sia "accanito" ingiustamente sulla figura di Anatolij Bukreev (tra l'altro lunico che durante la notte nel mezzo della bufera, uscì dalla tenda dell'ultimo campo per prestare soccorsi portando in salvo 3 alpinisti). Per "par condicio" consiglio vivamente di leggere anche "Everest 1996. Cronaca di un salvataggio impossibile" che è la risposta di Bukreev alle accuse mossegli da krakauer, libro che in oltre aiuta a conoscere uno dei più forti alpinisti esistiti.
 
Ciao, innanzitutto grazie per aver condiviso, volevo aggiungere che nonostante mi piaccia molto il modo di scrivere di krakauer, in questo libro (e non solo ma anche su un articolo della famosa rivista outside) trovo che si sia "accanito" ingiustamente sulla figura di Anatolij Bukreev (tra l'altro lunico che durante la notte nel mezzo della bufera, uscì dalla tenda dell'ultimo campo per prestare soccorsi portando in salvo 3 alpinisti). Per "par condicio" consiglio vivamente di leggere anche "Everest 1996. Cronaca di un salvataggio impossibile" che è la risposta di Bukreev alle accuse mossegli da krakauer, libro che in oltre aiuta a conoscere uno dei più forti alpinisti esistiti.
Giusta e necessaria puntualizzazione. Krakauer scrive molto bene ed è abile con le parole, ma sembra che con Bukreev se la sia presa un po' troppo, forse non conoscendo adeguatamente l'alpinismo di altissima quota. Bukreev morirà di lì a poco.
 
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