.....perchè se c'è pericolo di vita, vuol dire che in quel momento la velocità del mezzo è alta, o perlomeno la velocità di impatto è alta e se guardi le prove di sicurezza dei caschi veri, nel senso di quelli che salvano la vista, come quelli motociclistici, allora penserai che questa è solo una bella trovata per far cassa...come tante altre
Distinguiamo:
i caschi sono omologati fino a determinate velocità e in questi parametri svolgono la loro capacità protettiva in maniera ottimale, salvo impatti dalla dinamica non prevedibile nei test (ad es. se pedali a 10 all'ora ma una macchina che va a 100 ti viene addosso, ecco che la variabile è imprevista).
I criteri di omologazione variano a seconda dei paesi, ce ne sono di molto restrittivi e di più permissivi. Per citarne uno permissivo: esattamente quello europeo (EN1078). E di questo puoi leggere un articolo specifico sul mio blog, dato che sono uno dei critici più accaniti e membro del comitato europeo di promozione delle revisioni dei parametri di test.
I sistemi anti concussione sono tecnologie recenti e rispondono ad una determinata richiesta aggiuntiva di sicurezza che, fino a pochi anni fa, era ignorata per mancanza di dati certi e studi.
Non limitarti a pensare al ciclismo: infatti una delle maggiori richieste in tal senso arriva da altri sport quali il football americano e (inaspettatamente) il calcio e sport per minorenni quali il mini-rugby. In queste discipline hanno effettuato recenti studi per capire l'origine del moltiplicarsi dei casi di lesioni cerebrali che portano poi ad alzheimer precoce, parkinson e demenza giovanile, oltre a paralisi motorie e compromissione delle capacità intellettive.
Come puoi immaginare, le lesioni concussive non sono a rischio della vita, ma che vita è trovarsi in alzheimer a 40 anni dopo aver subito troppi "colpetti" alla testa?
Sul mio blog puoi leggere un'ampia analisi sui caschi da ciclismo, incluso un articolo sulle reali capacità della lamina Mips dove (il mio articolo è l'UNICO a riportarlo) vi sono inclusi i dubbi relativi ai test a sostegno.
Detto ciò, non ha senso andare a vedere i test dei caschi integrali usati nelle moto: è OVVIO che possiedono diversi criteri di sicurezza perché sono omologati per velocità dcisamente superiori.
Non sono lontanamente paragonabili a caschi da ciclismo dove esistono limiti strutturali dovuti alla destinazione d'uso.
Lo sforzo dei produttori è quello di migliorare la sicurezza dei caschi da ciclismo senza doverli trasformare in scafandri ermetici dal peso di 3 kg.
Se non esistesse ricerca e innovazione, seppure a piccoli passi, avremmo ancora i caschi in polistirene estruso dei primi anni '90, lontani anni luce dalle prestazioni di sicurezza dei modelli odierni.
Ogni ciclista, soprattutto se professionista o agonista come te, sa bene che scendere da una montagna sfiorando i 100 km/h ti pone a differenti rischi: lesioni, paralisi, morte. Questo a prescindere dal casco!
Un casco ti garantisce sicurezza (e ti salva la vita) se utilizzato nei suoi parametri costruttivi. Andare oltre significa assumersi i propri rischi coscientemente.
eppure ti assicuro che i caschi areati dell'ultimo decennio sono fenomenali.
Prima di prendere la MTB guardavo con stupore i ciclisti che in estate si fermavano a bere o chiacchierare senza togliersi il casco, poi mi sono reso conto che facevo la stessa cosa.
Sembra incredibile, ma ti fermi sotto al sole a 30 gradi e non senti il bisogno di toglierlo, e se lo togli non trovi alcuna differenza.
Vero: il compartimento di aerazione è studiato attentamente in base alle destinazioni d'utilizzo.
Finalmente l'industria utilizza simulazioni fluido-dinamiche e tunnel del vento per verificare l'inserimento e l'estrazione dell'aria nei caschi.