Caschi da ciclismo WaveCel di Bontrager

Mi auguro di far cosa gradita ai ciclisti del forum, segnalando un mio articolo di analisi tecnologica preliminare circa la tecnologia WaveCel presentata il 20 marzo 2019 da Trek e Bontrager.
Si tratta di un inserto simile a MIPS che offre protezione dalla concussione dovuta a movimenti rotazionali e lineari d'impatto.

Al momento si conosce ancora poco della questione e le informazioni arrivano unicamente dal produttore.
Rispetto a quello che si legge in giro sulle testate tematiche, io ho fatto una panoramica più ampia della vicenda.
Questo è il link: Analisi preliminare della tecnologia WaveCel di Bontrager

Al termine dello scritto, potrete trovare un box con alcuni articoli correlati. Vi suggerisco di leggere quello intitolato "MIPS: innovazione o marketing?" perché è attualmente citato come l'articolo più completo ed imparziale su questa tecnologia.
 
Nel mondo del ciclismo, la tecnologia WaveCel sta facendo molto discutere e la vicenda prosegue con colpi di scena interessanti.
In gioco c'è la grande fetta economica del mercato dei caschi da ciclismo con tecnologia anti concussione: un bacino di vendite enorme e con risvolti non indifferenti dal punto di vista della notorietà e prestigio dei marchi in causa e, conseguentemente, del loro valore economico sul mercato.

Seguo molto attentamente la vicenda e, a chi fosse interessato, dopo aver letto l'articolo proposto nel post precedente, suggerisco i seguenti che "raccontano" l'evolversi in tempo reale della questione:

Ecco le dichiarazioni di Koroyd su WaveCel di Trek/Bontrager

Casco con tecnologia MIPS supera WaveCel nel recente test di Virginia Tech
 
che dire? finchè non arriva anche una sparuta idea di obbligo per il casco in bici io mi accontento di quello in "stile skate" a guscio semisferico (in pratica una mezza palla più o meno) rigorosamente di colore serio,che sia grigio scuro nero o con fiamme e disegni vari.
Questi semigusci areati proprio non li digerisco mi sembrano quasi quelle schifezze in dieci aste elastiche che si usavano quando le bici avevano la ruota dietro da girare per cambiare marcia.
Se poi sono di colori accesi o di forma allungata il mio odio diventa da spirituale viscerale causa bruttezza estrema
 
@busdriver
Tutto quanto tu citi (aerazione, forma, colore) ha precise motivazioni di esistere dettate dalla destinazione d'uso del casco.
Invece nel caso di tecnologie quali Mips o WaveCel, parliamo di tecnologie anticoncussive che rappresentano gli sforzi delle aziende e dei ricercatori per offrire caschi ancora più sicuri.

Puoi accontentarti del tuo casco in stile skate, ma persino in questa categoria di caschi utilizzati per freestyle o trial, ultimamente ci sono state molte migliorie quali maggiori superfici di protezione temporale e nucale e l'inserimento di lamine Mips per innalzarne le caratteristiche di sicurezza. Oltre a ciò sono state riviste anche le prese d'aria e i sistemi di ritenzione.
 
personalmente, soprattutto da quando hanno dinuovo messo in produzione le bici con il freno a disco (parlo per quelle da corsa), senza la famosa modifica, che si diceva di fare all'inizio (cioè un paradisco in plastica) per salvaguardare i tagli e squarci alla pelle , in caso di cadute di gruppo, credo solo che si inventano tutto solo per fare cassa, nel senso, si ...ok, le migliorie sono tutte utili, ma sinceramente e essendo stato agonista e caduto (anche seriamente alcune volte) diverse volte, il casco serve , ma se vuoi salvare la vita, non è quella cosa li che fa la differenza, ma un casco integrale in carbonio (meglio fibra di vetro), compatto, perchè se c'è pericolo di vita, vuol dire che in quel momento la velocità del mezzo è alta, o perlomeno la velocità di impatto è alta e se guardi le prove di sicurezza dei caschi veri, nel senso di quelli che salvano la vista, come quelli motociclistici, allora penserai che questa è solo una bella trovata per far cassa...come tante altre
 
pensando alle bici che ho io che hanno addirittura un disco da 200 trovo molto difficile che uno si tagli col disco.
molto diverso è il discorso temperatura invece...di fumate ne ho viste tante di dischi viola pure
 
che dire? finchè non arriva anche una sparuta idea di obbligo per il casco in bici io mi accontento di quello in "stile skate" a guscio semisferico (in pratica una mezza palla più o meno) rigorosamente di colore serio,che sia grigio scuro nero o con fiamme e disegni vari.
Questi semigusci areati proprio non li digerisco mi sembrano quasi quelle schifezze in dieci aste elastiche che si usavano quando le bici avevano la ruota dietro da girare per cambiare marcia.
Se poi sono di colori accesi o di forma allungata il mio odio diventa da spirituale viscerale causa bruttezza estrema
eppure ti assicuro che i caschi areati dell'ultimo decennio sono fenomenali.
Prima di prendere la MTB guardavo con stupore i ciclisti che in estate si fermavano a bere o chiacchierare senza togliersi il casco, poi mi sono reso conto che facevo la stessa cosa.
Sembra incredibile, ma ti fermi sotto al sole a 30 gradi e non senti il bisogno di toglierlo, e se lo togli non trovi alcuna differenza.

In merito all'estetica: quelli da MTB sono meno aerodinamici ma esteticamente più simili allo stile skate. E comunque ottimamente ereati.

In generale, per chi è frenato dall'uso del casco per paura del caldo, vi assicuro che se il prodotto è recente non c'è assolutamente rischio di surriscaldamento della capoccia!
Alla prossima sgambatina a Pinerolo!!!
 
.....perchè se c'è pericolo di vita, vuol dire che in quel momento la velocità del mezzo è alta, o perlomeno la velocità di impatto è alta e se guardi le prove di sicurezza dei caschi veri, nel senso di quelli che salvano la vista, come quelli motociclistici, allora penserai che questa è solo una bella trovata per far cassa...come tante altre
Distinguiamo:
i caschi sono omologati fino a determinate velocità e in questi parametri svolgono la loro capacità protettiva in maniera ottimale, salvo impatti dalla dinamica non prevedibile nei test (ad es. se pedali a 10 all'ora ma una macchina che va a 100 ti viene addosso, ecco che la variabile è imprevista).
I criteri di omologazione variano a seconda dei paesi, ce ne sono di molto restrittivi e di più permissivi. Per citarne uno permissivo: esattamente quello europeo (EN1078). E di questo puoi leggere un articolo specifico sul mio blog, dato che sono uno dei critici più accaniti e membro del comitato europeo di promozione delle revisioni dei parametri di test.

I sistemi anti concussione sono tecnologie recenti e rispondono ad una determinata richiesta aggiuntiva di sicurezza che, fino a pochi anni fa, era ignorata per mancanza di dati certi e studi.
Non limitarti a pensare al ciclismo: infatti una delle maggiori richieste in tal senso arriva da altri sport quali il football americano e (inaspettatamente) il calcio e sport per minorenni quali il mini-rugby. In queste discipline hanno effettuato recenti studi per capire l'origine del moltiplicarsi dei casi di lesioni cerebrali che portano poi ad alzheimer precoce, parkinson e demenza giovanile, oltre a paralisi motorie e compromissione delle capacità intellettive.
Come puoi immaginare, le lesioni concussive non sono a rischio della vita, ma che vita è trovarsi in alzheimer a 40 anni dopo aver subito troppi "colpetti" alla testa?
Sul mio blog puoi leggere un'ampia analisi sui caschi da ciclismo, incluso un articolo sulle reali capacità della lamina Mips dove (il mio articolo è l'UNICO a riportarlo) vi sono inclusi i dubbi relativi ai test a sostegno.

Detto ciò, non ha senso andare a vedere i test dei caschi integrali usati nelle moto: è OVVIO che possiedono diversi criteri di sicurezza perché sono omologati per velocità dcisamente superiori.
Non sono lontanamente paragonabili a caschi da ciclismo dove esistono limiti strutturali dovuti alla destinazione d'uso.

Lo sforzo dei produttori è quello di migliorare la sicurezza dei caschi da ciclismo senza doverli trasformare in scafandri ermetici dal peso di 3 kg.
Se non esistesse ricerca e innovazione, seppure a piccoli passi, avremmo ancora i caschi in polistirene estruso dei primi anni '90, lontani anni luce dalle prestazioni di sicurezza dei modelli odierni.

Ogni ciclista, soprattutto se professionista o agonista come te, sa bene che scendere da una montagna sfiorando i 100 km/h ti pone a differenti rischi: lesioni, paralisi, morte. Questo a prescindere dal casco!
Un casco ti garantisce sicurezza (e ti salva la vita) se utilizzato nei suoi parametri costruttivi. Andare oltre significa assumersi i propri rischi coscientemente.


eppure ti assicuro che i caschi areati dell'ultimo decennio sono fenomenali.
Prima di prendere la MTB guardavo con stupore i ciclisti che in estate si fermavano a bere o chiacchierare senza togliersi il casco, poi mi sono reso conto che facevo la stessa cosa.
Sembra incredibile, ma ti fermi sotto al sole a 30 gradi e non senti il bisogno di toglierlo, e se lo togli non trovi alcuna differenza.
Vero: il compartimento di aerazione è studiato attentamente in base alle destinazioni d'utilizzo.
Finalmente l'industria utilizza simulazioni fluido-dinamiche e tunnel del vento per verificare l'inserimento e l'estrazione dell'aria nei caschi.
 
Ultima modifica:
pensando alle bici che ho io che hanno addirittura un disco da 200 trovo molto difficile che uno si tagli col disco.

cadi in gruppo (gare bici da corsa non mtb) , poi me lo dici se è difficile. Comunque questo è quello che era successo a F. Ventoso e nel 2016 erano appena usciti (collegamento sotto), poi l'hanno banditi con la promessa di mettere almeno un plastichino di protezione, che con le bici di oggi, non è che fai salire il peso alla stessa di chissà che, invece hanno atteso tornando ai freni normali (cantilever) e poi passata la paura e le chiacchiere, ecco che lo hanno riproposto, senza fare assolutamente niente e ormai sono la norma. Ripeto, il pericolo, non è per le mtb, che i ciclisti stanno (a parte la partenza) per distanziati uno con l'altro

https://www.inbici.net/rivista-ciclismo/freni-a-disco-nel-ciclismo-si-o-no/
...stessa cosa nel 2017 successe a Owain Doull , che all'arrivo in volata si trovo la scarpa tagliata di netto e si pensa sia stato M. Kittel che lo colpì proprio col fianco della ruota, cioè col disco.

https://pedalareversoilcielo.blogspot.com/2017/02/il-freno-disco-di-kittel-taglia-la.html

Signori ripeto....per le gare su strada so pericolosi. Di cadute ne ho fatte diverse (facevo agonismo su strada fino a 2 anni fa) e i grovigli di persone ammassate succedono.
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Distinguiamo:
i caschi sono omologati fino a determinate velocità e in questi parametri svolgono la loro capacità protettiva in maniera ottimale,

Come puoi immaginare, le lesioni concussive non sono a rischio della vita, ma che vita è trovarsi in alzheimer a 40 anni dopo aver subito troppi "colpetti" alla testa?

Ogni ciclista, soprattutto se professionista o agonista come te, sa bene che scendere da una montagna sfiorando i 100 km/h ti pone a differenti rischi: lesioni, paralisi, morte. Questo a prescindere dal casco!

allora , intanto io ho specificato (e lo rifaccio), che "ok le migliorie sono sempre ben accette", ma il mio discorso era più sulle ditte, che danno a bere (soprattutto agli amatori perchè sono loro il grande mercato) chissà quale miracolo di tecnologia e dietro chiedono prezzi esorbitanti, mentre invece molte "innovazioni" sono solo fumo sugli occhi, o sono stra pompate.
Poi non capisco questa "concussione" che paragoni a un giocatore di football, che prende chissà quante botte in scontri in una sola partita, mentre il ciclista, non è che cade 10 -20 volte in gara...vabe'.
Poi è chiaro che se vuoi fare il ciclista e fare la discesa a 100 all'ora, sai che stai prendendo dei rischi consapevolmente, ma se vogliamo veramente (come promettono certi innovatori) salvare la vita ai ciclisti, la prima cosa, è cambiare alcuni tratti di percorso, evitando tratti di strada in discesa con curve con muri ai bordi, strapiombi ecc, come daltronde (sempre per citare motociclisti e sport di velocità in genere, compreso lo sci in discesa libera) altri sport, hanno migliorato alcuni zone dei circuiti, togliendo curve ecc, ed è proprio per questo che mi fa pensare che sono solo operazioni commerciali, più che significativi miglioramenti di sicurezza
 
Ultima modifica:
allora , intanto io ho specificato (e lo rifaccio), che "ok le migliorie sono sempre ben accette", ma il mio discorso era più sulle ditte, che danno a bere (soprattutto agli amatori perchè sono loro il grande mercato) chissà quale miracolo di tecnologia e dietro chiedono prezzi esorbitanti, mentre invece molte "innovazioni" sono solo fumo sugli occhi, o sono stra pompate.
Sì, per tante cose è vero, hai ragione.

Poi non capisco questa "concussione" che paragoni a un giocatore di football, che prende chissà quante botte in scontri in una sola partita, mentre il ciclista, non è che cade 10 -20 volte in gara...vabe'.
Mi sono spiegato male, capisco l'incomprensione.
Provo a chiarire meglio: non volevo paragonare gli impatti subiti nei diversi sport dove, come giustamente sottolinei tu, abbiamo impatti costanti in alcuni e impatti rari e non continuativi nel ciclismo.

Nel ciclismo sono state le analisi sui traumi da singoli impatti ad aver dimostrato che mancava una componente fondamentale nella protezione attiva dei caschi, cioè quella anti concussione.
Negli studi clinici hanno osservato lesioni cerebrali causate da impatti leggeri (che non hanno nemmeno intaccato il casco), dovute alle forze rotazionali.
La domanda è stata: "Come possiamo evitarle?"
La risposta è stata quella di "importare" una tecnologia e adattarla ai caschi da ciclismo per ottenere questa protezione.

Poi è chiaro che se vuoi fare il ciclista e fare la discesa a 100 all'ora, sai che stai prendendo dei rischi consapevolmente, ma se vogliamo veramente (come promettono certi innovatori) salvare la vita ai ciclisti, la prima cosa, è cambiare alcuni tratti di percorso, evitando tratti di strada in discesa con curve con muri ai bordi, strapiombi ecc, come daltronde (sempre per citare motociclisti e sport di velocità in genere, compreso lo sci in discesa libera) altri sport, hanno migliorato alcuni zone dei circuiti, togliendo curve ecc, ed è proprio per questo che mi fa pensare che sono solo operazioni commerciali, più che significativi miglioramenti di sicurezza
Cambiare e proteggere i percorsi è fondamentale, hai ragione e la penso esattamente come te!
Io trovo assurdo anche l'uso delle transenne o le granfondo aperte agli amatori dove puntualmente automobili private invadono tratti del percorso...
 
La domanda è stata: "Come possiamo evitarle?"
La risposta è stata quella di "importare" una tecnologia e adattarla ai caschi da ciclismo per ottenere questa protezione.

ma è proprio questa che non mi convince, apposta parlavo di fumo agl'occhi, che con la scusa, di chissà quali e quanti studi scientifici, ti piazzano il prezzo di un casco a 2-300€, poi ognuno fa come crede, se pensa che il gioco ne vale la candela (sempre facendo il pensiero, che "ok alle migliorie")
 
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