Amare la natura e farsi spedire cose da 10000km

U

Utente 24852

Guest
Ciao a tutti, il dubbio che mi è venuto ultimamente (poi ho cominciato a leggerne su blog del settore e si è rafforzato) è sulla pratica di comprare da AliExpress.

Ci sono mille prodottini interessanti e ingegnosi, e con il fatto che costino pochissimo vedo che c'è tanta gente che si fa spedire un pacchetto da 200 grammi ogni due mesi. Lo vedo anche nelle caselle della posta del mio condominio.

Quello che mi chiedo è: ma stiamo facendo del bene alla natura con questo atteggiamento? Continuare a comprare roba che poi magari va a finire in uno sgabuzzino (l'ennesimo padellino, l'ennesimo tarp, gli ennesimi oggetti di plastica inutili...) ha senso, sapendo che facciamo fare migliaia di km a un singolo pacchetto?

Convincetemi che ho torto, per favore! :)

Io non cerco di convincerti che hai torto, perché secondo me é un ragionamento più che logico e reale.
Semplicemente non mi farei certe paranoie, perché sarebbero "teorie e prediche" molto simili a quelle che tirano fuori persone che seguono certi movimenti, ma che sono anche loro nocive su altri aspetti.

Di fatto, km 0 o 1000000 km, tutti coloro che vivono nella società moderna, sono nocivi per la natura e per l'ambiente. Hai l'auto? Hai l'elettricità? Usi vestiti? Hai il cellulare/pc? Hai gli occhiali? Fumi? Bevi? Hai usato apparecchiature mediche? Matrimoni, funerali, scuole, figli? e via con una lista infinita... bene, si é parte del sistema... spesso nocivo. Poi lo si può accettare e assecondare in base alle proprie aspettative e pretese, ma il fatto é quello. Quindi l'unica cosa che reputo senza senso, ipocrita, é pensare di "essere migliori, meno nocivi, ecc" rispetto ad altri, solo perché si decide di fare a meno di una determinata cosa.... ma facendone tante altre, comunque nocive.

Penso che l'unica maniera "onesta" sia accettare lo stile di vita che si vuole seguire o si deve seguire, senza categorizzare filosofie e metodi di vita altrui,... ovviamente parlando di quelle che fanno parte della società "moderna", tanto o poco che sia.
 
È tutto molto bello e nobile, ma come disse quel conoscente che vive di stenti e mangia con la Caritas: "Volete che compri solo italiano, a km 0, biologico e via dicendo? Pagatemi 3000 euro al mese!"

Tra l'altro, anni fa, su un newsgroup dedicato al fai da te, un utente che si firmava Luca Gava spiegò che grazie alle economie di scala, chi compra a distanza in realtà inquina meno di tanti altri, appunto considerando le numerose merci consegnate con il trasporto aereo o navale. Se volessi consegnarle in maniera tradizionale, inquinerei di più col traffico di superficie.

Poi, hanno tirato merda a non finire sul posto fisso, robaccia da raccomandati che si grattano tutto il tempo ma non possono essere licenziati. Benissimo. Adesso che i giovani, e non solo, rimangono precari a vita e devono guardare l'euro avendo uno stipendio di 1000 euro e a volte anche meno, i commercianti piangono per il successo del commercio elettronico tipo Amazon. Che ipocriti! Dopo tutto, cosa sarà mai 1 kg di pane a 5 euro, se prima costava 5000 lire? Appena un rincaro del (5*1936.27-5000)/5000*100=93.6%. Eccheccazzo
 
stiamo facendo del bene alla natura con questo atteggiamento?...

Innanzitutto, un paio di cose che mi pare non abbia ancora detto nessuno: primo, almeno fino a oggi non e' affatto vero che il trasporto marittimo non inquina perche' e' lento, il carburante che usano i portacontainer e' il piu' inquinante che esista. Per questo c'e' un accordo per smettere di usarlo da quest'anno o dal prossimo, tant'e' che quando e' scoppiata la protesta dei gilet gialli in Francia sugli aumenti del diesel per ragioni ecologiche, c'era chi osservava che quegli aumenti sono niente, vedrete quando dovrete competere per il diesel coi portacontainer riconvertiti...

Secondo, sull'impatto energetico dei server e internet in generale, dall'e-commerce a qualsiasi social network. Quel consumo di energia e' enorme, ma in tre mesi che quei server vanno a pieno regime perche' tutto il resto del sistema non inquina piu', l'inquinamento e' diminuito parecchio. Ovvero: se quei server li usassimo come si deve, per ridurre tanti altri sprechi piu' grossi, l'inquinamento diminuirebbe.

Detto questo... il modo migliore, se non l'unico, per ridurre l'inquinamento e' "consumare" meno oggetti possibile, di qualunque tipo. Da quel punto di vista, se compri una giacca in pile in Cina, ma poi non ne compri nessun'altra per dieci anni, inquini molto, ma molto meno che se nello stesso periodo ne compri o te ne cuci da solo tre. Idem per contenitori in plastica, fornelletti, tende, sacchi a pelo e tutto il resto, escursionistico o no. Il fatto che oggi tanta roba cinese sia valida (quasi) quanto quella di gran marca, o comunque adeguata all'uso che se ne fara', e che tanti si possono permettere solo la roba cinese rafforza, non smonta, questo discorso.
 
L'e-commerce, così come qualsiasi manifestazione consumistica, sono assolutamente criminali nei confronti del pianeta questo è bene averlo presente senza cercare giustificazioni.
Il massimo della coerenza sarebbe andare a vivere nei boschi, certamente, ma questa non è una giustificazione per sbattersene totalmente.
Ognuno, a seconda della propria sensibilità, può fare la differenza anche con piccole rinunce e comportamenti apparentemente ininfluenti. Chiaramente a seconda delle proprie possibilità e del proprio senso civico e ambientalista.
 
Poi non è nemmeno detto che chi compra merci cinesi sia necessariamente uno sprecone. Mi pare poi positivo che chi non può o non vuole spendere cento euro per uno zaino possa avere il 50 lt cinese a 15 euro. Qui a Roma hanno aperto e stanno aprendo una infinità di sino negozi grandi ed enormi,zeppi di merci,purtroppo hanno poco per l'escursionismo, che non credo che l'acquisto del privato faccia ormai un gran danno. Il discorso allora va lontano: perchè hanno avuto tante licenze? Perchè gli sono stati fatti rilevare così tanti locali? La storia del sacchetto dei soldi non è una leggenda metropolitana.
 
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Poi non è nemmeno detto che chi compra merci cinesi sia necessariamente uno sprecone. Mi pare poi positivo che chi non può o non vuole spendere cento euro per uno zaino possa avere il 50 lt cinese a 15 euro. Qui a Roma hanno aperto e stanno aprendo una infinità di sino negozi grandi ed enormi,zeppi di merci,purtroppo hanno poco per l'escursionismo, che non credo che l'acquisto del privato faccia ormai un gran danno. Il discorso allora va lontano: perchè hanno avuto tante licenze? Perchè gli sono stati fatti rilevare così tanti locali? La storia del sacchetto dei soldi non è una leggenda metropolitana.

Io ho la politica di comprare poche cose, tutte buone e di farmele durare una vita. Alla fine spendo meno, inquino meno, produco meno rifiuti.
Poi non è detto che le cose di "marca" siano necessariamente le migliori.
Ad esempio mi hanno regalato uno zaino Quechua da 10 litri (costo 2.99 euro) e ce l'ho da 5 anni, ci ho fatto centinaia di chilometri. Scolorito ma funzionale e non lo cambio finché non mi si spappola in mano.
 
Io ho la politica di comprare poche cose, tutte buone e di farmele durare una vita. Alla fine spendo meno, inquino meno, produco meno rifiuti.
Poi non è detto che le cose di "marca" siano necessariamente le migliori.
Ad esempio mi hanno regalato uno zaino Quechua da 10 litri (costo 2.99 euro) e ce l'ho da 5 anni, ci ho fatto centinaia di chilometri. Scolorito ma funzionale e non lo cambio finché non mi si spappola in mano.
Siamo in parecchi a comportarci così. sia per virtù e sia conseguenzialmente-
 
Oggetti di marche famose sicuramente potrebbero anche essere peggiori di stessi oggetti di marche meno note, è vero in moltissimi settori soprattutto non nell’outdoor (penso al settore vestiario), dove spesso si paga quasi esclusivamente il marchio.
Però stento a credere che uno zaino da 10 euri abbia la stessa qualità di uno più caro. Con quei 10 euro non si riesce nemmeno a pagare decentemente il lavoro di un sarto. E il costo del materiale? Trasporto? Imballaggio? Magazzino? Costo di esposizione in negozio e marketing? A parte il discorso che produrre in larga scala abbassa il prezzo (ad esempio cose da Decathlon), sicuramente qualche “busillis” aggiuntivo c’è da qualche parte. Convincete anche me del contrario:(
 
Oggetti di marche famose sicuramente potrebbero anche essere peggiori di stessi oggetti di marche meno note, è vero in moltissimi settori soprattutto non nell’outdoor (penso al settore vestiario), dove spesso si paga quasi esclusivamente il marchio.
Però stento a credere che uno zaino da 10 euri abbia la stessa qualità di uno più caro. Con quei 10 euro non si riesce nemmeno a pagare decentemente il lavoro di un sarto. E il costo del materiale? Trasporto? Imballaggio? Magazzino? Costo di esposizione in negozio e marketing? A parte il discorso che produrre in larga scala abbassa il prezzo (ad esempio cose da Decathlon), sicuramente qualche “busillis” aggiuntivo c’è da qualche parte. Convincete anche me del contrario:(

Ma certo, questo è ovvio. Il mio era solo un esempio per dire che capita anche che cose oggettivamente scrause e fatte con pessimi materiali abbiano una riuscita inaspettata.
Questo non significa che non sia giusto pagare la qualità, anzi. Ripeto che secondo me "chi più spende meno spende" e sicuramente la durata dell'attrezzatura è uno dei modi migliori per limitare il proprio impatto ambientale.
 
E' chiaro che uno zaino da 10 euro non è come un Deuter da 200 ci mancherebbe!! Però rimane un prodotto che se non si hanno grandi pretese è utilizzabile,il quale ha certo una durata limitata. ma se lo pago 15 euro e mi si rompe dopo tre anni ho speso 5 euro l'anno. Mi rendo certo conto che cosa significa questo in termini di spreco di risorse,energie per produrlo e smaltimento. E' che nel discorso Cina noi abbiamo a che fare con un popolo che ha un inquadramento e delle aspettative per noi inimmaginabili contro cui commercialmente parlando non potremmo competere mai. Hanno costi bassissimi in tutta la filiera. Pochi giorni fa un mio caro amico cartolibraio stava come al solito piagnucolando che non vendeva per colpa del "cinese" vicino, anzi attaccato, che vendeva gli stessi taccuini Pignastil allo stesso prezzi che lui li comperava. Pochi giorni prima della nostra chiusura, prima ripeto, tutti i cinesi qui in città hanno chiuso per ferie. Questi sono un corpo unico inattaccabile.Però non era difficile arrivarci quando comperavano i negozi con quasi il doppio di buonauscita...Il brutto penso che arriverà quando anche il dipendente cinese alzerà la testa e allora avranno il problema di trovare persone disposte a lavorare alle loro condizioni, persone che troveranno in questa grande massa di altri asiatici,e in parte questo avviene già nei negozi, quindi noi saremo tagliati fuori. Quindi penso sia inutile anche se nobile preoccuparci della torcetta o del fornelletto in più che comperiamo. E' un OT scusate,ma non tanto.
 
Comunque stiamo qui a colpevolizzarci ma di fatto è il sistema economico in cui viviamo è totalmente fuori di testa, e noi ci siamo dentro. Non è possibile produrre all’infinito in un sistema di crescita continua, anche solo per il fatto che le risorse sono finite. Secondo me tra qualche anno ne vedremo delle belle, appena le risorse scarseggeranno per davvero. Più belle rispetto a quelle che stiamo già vedendo ora.

A parte il discorso di acquistare qualità piuttosto che no, locale o facendosi spedire pacchi da distante, la scelta migliore sarebbe appunto quella di non comprare o comprare usato per far girare gli oggetti che già ci sono. O prendere in prestito. Non è detto che serva per forza essere proprietari per usare qualcosa.
Però rimango ancora dell’opinione che acquistando più vicino, anche online, o da aziende certificate, sia in qualche modo un po’ meglio rispetto che ad acquistare da chissà dove.

Poi ciascuno, a seconda delle risorse che ha a disposizione, sceglie il meglio che può, informandosi come si riesce. È molto più importante fare acquisti ponderati (anche se economici o di qualità inferiore) rispetto che comprare tonnellate di materiale ipercostoso e senza metterci la testa.
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Un ot breve brevissimo. Se avete voglia guardatevi questo video e altri contenuti del canale di Rob Greenfield. Sempre sul discorso di “vivere più sostenibile


fine ot
 
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Comunque stiamo qui a colpevolizzarci ma di fatto è il sistema economico in cui viviamo è totalmente fuori di testa, e noi ci siamo dentro. Non è possibile produrre all’infinito in un sistema di crescita continua, anche solo per il fatto che le risorse sono finite. Secondo me tra qualche anno ne vedremo delle belle, appena le risorse scarseggeranno per davvero. Più belle rispetto a quelle che stiamo già vedendo ora.

A parte il discorso di acquistare qualità piuttosto che no, locale o facendosi spedire pacchi da distante, la scelta migliore sarebbe appunto quella di non comprare o comprare usato per far girare gli oggetti che già ci sono. O prendere in prestito. Non è detto che serva per forza essere proprietari per usare qualcosa.
Però rimango ancora dell’opinione che acquistando più vicino, anche online, o da aziende certificate, sia in qualche modo un po’ meglio rispetto che ad acquistare da chissà dove.

Poi ciascuno, a seconda delle risorse che ha a disposizione, sceglie il meglio che può, informandosi come si riesce. È molto più importante fare acquisti ponderati (anche se economici o di qualità inferiore) rispetto che comprare tonnellate di materiale ipercostoso e senza metterci la testa.

Pienamente d'accordo.
 
L'e-commerce, così come qualsiasi manifestazione consumistica, sono assolutamente criminali nei confronti del pianeta questo è bene averlo presente senza cercare giustificazioni.
bè,io sono convinto invece che il commercio in rete possa in qualche caso contribuire alla diffusione di molti oggetti utili e magari pagandoli un prezzo più giusto.
Non dimentichiamoci che mantenere un negozio per piccolo o grosso che sia porta degli aggravii che poi si manifestano nel prezzo di vendita.
Prendi per esempio il deca o qualunque negozio che noi che giriamo in natura frequentiamo.

Sicuramente è un posto che va scaldato d'inverno,vanno mantenute sia i commessi che le cassiere e gli addetti alla sorvegliananza. Va illuminato,climatizzato.

E poi alla fine vanno mantenute scorte.

Inoltre e ciò accadeva negli anni 70 e 80 si è sottoposti ai comodi di chi decide di fatto cosa tenere o no. Per esempio a top i due tre grossi negozi di roba invernale di fatto hanno riempito le nostre montagne di sci scadenti con attacchi che si rompevano tutti i momenti (parlo di alcuni tyrollia)

Per cui un acquisto con l atesta e sopratutto il non cambiare per sport i prodotti che si hanno vale più di qualunque regola
 
E' chiaro che uno zaino da 10 euro non è come un Deuter da 200 ci mancherebbe!! Però rimane un prodotto che se non si hanno grandi pretese è utilizzabile,il quale ha certo una durata limitata. ma se lo pago 15 euro e mi si rompe dopo tre anni ho speso 5 euro l'anno. Mi rendo certo conto che cosa significa questo in termini di spreco di risorse,energie per produrlo e smaltimento. E' che nel discorso Cina noi abbiamo a che fare con un popolo che ha un inquadramento e delle aspettative per noi inimmaginabili contro cui commercialmente parlando non potremmo competere mai. Hanno costi bassissimi in tutta la filiera. Pochi giorni fa un mio caro amico cartolibraio stava come al solito piagnucolando che non vendeva per colpa del "cinese" vicino, anzi attaccato, che vendeva gli stessi taccuini Pignastil allo stesso prezzi che lui li comperava. Pochi giorni prima della nostra chiusura, prima ripeto, tutti i cinesi qui in città hanno chiuso per ferie. Questi sono un corpo unico inattaccabile.Però non era difficile arrivarci quando comperavano i negozi con quasi il doppio di buonauscita...Il brutto penso che arriverà quando anche il dipendente cinese alzerà la testa e allora avranno il problema di trovare persone disposte a lavorare alle loro condizioni, persone che troveranno in questa grande massa di altri asiatici,e in parte questo avviene già nei negozi, quindi noi saremo tagliati fuori. Quindi penso sia inutile anche se nobile preoccuparci della torcetta o del fornelletto in più che comperiamo. E' un OT scusate,ma non tanto.

succede gia', i cinesi stanno aumentando le loro richieste da anni. e molte aziende stanno spostando la produzione a vietnam e malesia.

non ne usciremo bene in ogni caso.
 
bè,io sono convinto invece che il commercio in rete possa in qualche caso contribuire alla diffusione di molti oggetti utili e magari pagandoli un prezzo più giusto.
Non dimentichiamoci che mantenere un negozio per piccolo o grosso che sia porta degli aggravii che poi si manifestano nel prezzo di vendita.
Prendi per esempio il deca o qualunque negozio che noi che giriamo in natura frequentiamo.

Sicuramente è un posto che va scaldato d'inverno,vanno mantenute sia i commessi che le cassiere e gli addetti alla sorvegliananza. Va illuminato,climatizzato.

E poi alla fine vanno mantenute scorte.

Inoltre e ciò accadeva negli anni 70 e 80 si è sottoposti ai comodi di chi decide di fatto cosa tenere o no. Per esempio a top i due tre grossi negozi di roba invernale di fatto hanno riempito le nostre montagne di sci scadenti con attacchi che si rompevano tutti i momenti (parlo di alcuni tyrollia)

Per cui un acquisto con l atesta e sopratutto il non cambiare per sport i prodotti che si hanno vale più di qualunque regola

Sì anche questo può essere tenuto in conto però non è che l'e-commerce non necessiti di grandi spazi e di dipendenti, anzi. Basta guardare i vari magazzini di Amazon (Report ha fatto un bellissimo servizio giusto qualche mese fa) che oltretutto mandano in spazzatura migliaia di tonnellate di prodotto invenduto basandosi sulla logica dell'essere sempre pieni di prodotti anche se non c'è richiesta.
Non contando gli effetti sul tessuto micro-economico con una marea di piccoli commercianti messi in ginocchio da una concorrenza sleale e non trascurando il fatto che alla fine ci rimette in primis lo Stato, e quindi i servizi, se falliscono i negozianti dato che Amazon paga tasse ridicole a fronte del fatturato.
Se non fossimo schiavi del liberismo sregolato l'e-commerce andrebbe lautamente tassato sia per ragioni ambientali che strettamente fiscali. Lo stesso vale per Google e i giganti del web che si vendono gratuitamente i nostri dati ricavandone profitto senza pagare una lira.
 
già. c'è anche il problema del dove pagano le tasse, se le pagano.
Però non è solo per l'e-commerce, molte ditte "italiane" sfruttano il dumping fiscale,
ad esempio la FCA (per noi ancora FIAT), che "paga" le tasse in Olanda.
 
già. c'è anche il problema del dove pagano le tasse, se le pagano.
Però non è solo per l'e-commerce, molte ditte "italiane" sfruttano il dumping fiscale,
ad esempio la FCA (per noi ancora FIAT), che "paga" le tasse in Olanda.
Che sappia io, pagano le tasse al governo di Londra. In Olanda c'è la parte amministrativa (management).

Se il problema è il liberismo selvaggio, deregolamentato, quando anche negli Stati Uniti ci sono leggi precise da rispettare, perché cambiamo argomento tirando in ballo le multinazionali brutte sporche e cattive? Non confondiamo la causa con l'effetto.
 
il mio era un discorso conseguente a quanto scritto da southrim sulle tasse pagate da Amazon,
semplicemente volevo evidenzare la complessità del mercato, dove è quasi impossibile capire gli impatti ecologici, sociali, fiscali ed economici dei beni che compriamo, e se anche ci si capisce qualcosa c'è comunque un relativismo enorme.
 
Purtroppo gli stati hanno totalmente perso il controllo dell'economia e il liberismo ha manifestato tutto il suo essere pura "giungla", nel senso meno nobile del termine. Il risultato è un enorme incremento delle disuguaglianze sociali, impatto ambientale immenso e totale impossibilità di controllare e regolamentare il mercato. L'economia è diventata puramente di consumo e non riesce più a reggersi se non ambendo ad una espansione infinita che è strutturalmente impossibile.

Successe più o meno la stessa cosa tra '800 e '900 con il colonialismo che aveva abbattuto ferocemente il costo della manodopera portando sul lastrico il tessuto artigianale e commerciale delle città europee. I disagi socio-economici, l'urbanesimo con grandi masse di persone ammassate negli slums di periferia e tutti gli annessi portarono indirettamente alle due guerre.
 
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