Uno dei pochi aspetti spiacevoli dei trekking o delle avventure di più giorni è che, inevitabilmente, si dovrà incorrere in qualche inconveniente meteorologico, che se non affrontato adeguatamente potrebbe rivelarsi veramente fastidioso e, in condizioni estreme, anche pericoloso.
Incominciamo con il dire che tutto cambia a seconda della stagione: finché la temperatura si mantiene al di sopra dei 12 o 15 c°, pioggia e vento sono soprattutto un fastidio, ma con temperature inferiori possono raffreddarci considerevolmente. Quando le temperature scendono sotto zero, avere i vestiti completamente bagnati, oppure affrontare il vento senza protezioni può anche rivelarsi fatale, quindi, se dovete affrontare un percorso lungo, lontano da punti d'appoggio come rifugi e bivacchi, non partite senza l'attrezzatura adeguata.
Prendere la pioggia oppure coprirsi, due filosofie
Incominciamo con il dire che sotto i 10 o 12 c° di temperatura, decidere di prendere la pioggia per poi asciugarsi è una scelta un po' estrema: i trail runner e i ciclisti lo fanno, ma a quelle temperature il corpo bagnato si raffredda velocemente e questa situazione, se prolungata, può provocare uno stress temico non indifferente. Quindi, da escursionisti o da cicloviaggiatori, cercate di affrontare il maltempo associato al freddo con il giusto equipaggiamento.
A temperature superiori ai 16 o 18 c°, invece, alcune persone preferiscono stare sotto la pioggia con pantaloncini, maglietta, magari di materiale sintetico e leggero, e scarpe in mesh (o sandali) per poi asciugarsi a maltempo cessato.
Ovviamente con il caldo un po' d'acqua non è un pericolo, anzi, può far piacere più che chiudersi sotto un tabarro di plastica. Può essere una scelta condivisibile, a patto di prendere alcune accortezze:
- non dover affrontare anche il vento, che abbassa molto la temperatura dell'epidermide
- cercare di non prendere la pioggia con indosso vestiti che si inzuppano (tipo jeans)
- avere preferibilmente un cambio asciutto nello zaino e un piccolo asciugamano per rassettarsi dopo la pioggia
- non dover stare bagnati per molte ore di seguito, magari di notte o comunque con un calo progressivo delle temperature
Come posso scegliere che cosa portarmi?
Per una semplice passeggiata estiva, di poche ore e a quote inferiori ai 2000 m, non bisogna preoccuparsi molto, anche se un leggero poncho d'emergenza e un piccolo asciugamano vale la pena portarlo sempre (leggi oltre). Se invece si prevede di salire in quota, anche se solo in giornata, meglio mettere nello zaino almeno un poncho robusto e/o una giacca impermeabile, anche se è previsto bel tempo. Considerate che oltre i 2500 m, durante una perturbazione, non è improbabile trovare temperature attorno allo zero anche in piena estate.
In caso di trekking e di viaggi in autonomia di più giorni, a piedi o in bici, io consiglio sempre di portarsi tutto l'occorrente per reggere varie ore di maltempo. Questo soprattutto se si prevede di dormire in tenda e non in rifugi o ostelli: stare tutto il tempo all'aperto, anche con una lieve perturbazione e temperature non eccessivamente rigide, alla lunga fiacca il fisico, per cui è bene avere un buon vestiario, caldo e asciutto, e un sacco a pelo caldo e asciutto in cui rilassarsi.
E per coprirsi? Abbigliamento impermeabile per tutti!
La diffusione di vestiti stratosferici e spaziali da millemila euro ci hanno convinti che è impossibile ripararsi dalla pioggia senza spendere 3 stipendi. Nulla di più falso
Soluzioni (quasi) gratuite
Per ripararsi dall'acqua, e in parte anche dal vento, basta veramente poco. Per esempio, è sempre bene portare nello zaino qualche sacco nero della spazzatura condominiale, con un po' di nastro adesivo, preferibilmente telato. Sono essenziali per riparare lo zaino e l'attrezzatura dall'acqua.
In più con un po' di fantasia, si possono costruire poncho (facilissimo), ma anche pantaloni impermeabili, ghette e calze impermeabili. Si possono costruire mentre si è in giro, sia a casa. L'unico problema, è che non sono molto durevoli.
Qui qualche idea:
- poncho
- pantaloni
- tarp
In alternativa esistono in commercio dei mini-poncho leggerissimi, solitamente ad 1 euro o poco più, sempre poco durevoli, ma per una giornata fanno il loro lavoro. Ovviamente, sono soluzioni che vanno bene per una passeggiata in condizioni climatiche non estreme. Se il gioco si fa duro, meglio leggere i prossimi paragrafi.
Ombrello: non scartate l'idea di usare l'ombrello. Spesso, quando si esce in giornata con la pioggia, si scelgono passeggiate molto tranquille, per cui non c'è nessuna controindicazione ad usarlo. E' da evitare solo se c'è molto vento oppure se si devono fare molti passaggi stretti in mezzo ai rami o in cui si devono usare le mani. In bicicletta è da evitare perché rischioso, anche se in Olanda in molti vanno in bici tenendo l'ombrello con una mano (ma almeno hanno il contropedale!).
Qualcosa di più durevole, senza spendere una fortuna
Se si deve affrontare spesso l'acqua o il maltempo, meglio avere qualcosa di più durevole. Possiamo comunque equipaggiarci, senza spendere una fortuna. Esistono sostanzialmente due possibilità.
Poncho
Pro: E' la soluzione più economica e versatile per l'escursionista. Copre tutto il corpo, copre lo zaino, lascia ampi spazi per la traspirazione e può, all'occorrenza, fungere da tarp, da coperta e mille altre cose. In caso di pioggia torrenziale, tiene l'acqua meglio di qualunque giacca impermeabile, Non a caso, è la soluzione preferita dagli scout. Contro: se c'è vento, svolazza. Nei passaggi stretti, nel bosco, si impiglia. L'acqua gocciola sulle scarpe, che quindi devono essere impermeabili. Essendo largo, ostacola un po' la visibilità del terreno dove si sta camminando.
A mio avviso i poncho migliori sono quelli in nylon o poliestere trattato, che costano un po' di più ma sono molto durevoli. In alternativa ci sono anche poncho in plastica, che tengono perfettamente la pioggia e la neve e costano una sciocchezza.
In bici l'uso del poncho è controverso. Ripara perfettamente, ma se non lo fermate a dovere svolazza e finisce nelle ruote (pericolosissimo). Personalmente, sui pedali, preferisco le altre soluzioni.
Abbigliamento impermeabile
Pro: è la soluzione più comoda, perché aderente al corpo. La giacca può essere utilizzata separatamente dai pantaloni e viceversa: nella neve, può essere utile usare solo i pantaloni, ad esempio. Invece, se piove, non ha senso indossare la giacca, ma non i pantaloni impermeabili: tutta l'acqua gocciolerebbe sui pantaloni, bagnandoci di più. I vestiti possono essere utilizzati anche in caso di vento e non svolazzano. E' la soluzione ideale sia in bicicletta sia nell'alpinismo. Contro: solitamente costano più del poncho. Ci si impiega più tempo a vestirsi e svestirsi.
L'abbigliamento impermeabile è molto comodo. Se frequentate posti molto piovosi e ventosi o avete in programma un viaggio lungo all'aria aperta, è sicuramente la soluzione più versatile.
Però è importante scegliere bene i materiali, per avere dell'abbigliamento efficiente a prezzi contenuti.
Quali materiali per l'abbigliamento impermeabile?
Membrane Gore-tex e fratelli
Inutile dire che ormai sono lo standard, almeno dai primi anni '90. Ogni marchio serio produce vari vestiti con varie membrane Gore e con membrane proprie (tipo Hyvent, Polartec Neoshell, eVent, Marmot PreCip e molte altre) che vengono chiamati comunemente gusci o hardshell. Il loro grande vantaggio è che, a differenza di tutto ciò che è venuto prima, sono un po' traspiranti, per cui durante l'attività fisica e con il caldo, la vostra giacca non si trasforma in una sauna. Lo svantaggio è che, soprattutto ultimamente, sono molto care e poco durevoli, per cui, dopo un anno o due di utilizzo intenso e varie ore di pioggia, l'acqua entra.
Come valutarli:
L'impermeabilità si valuta in mm di colonna d'acqua o in PSI (pressione della colonna d'acqua). Una discreta impermeabilità si ha dagli 8.000 mm di colonna d'acqua, una buona impermeabilità si ha dai 20.000 mm di colonna d'acqua o 40 PSI.
La traspirazione delle membrane si misura in quantità di vapore acqueo che attraversa 1 mq di tessuto in 24 ore: ad esempio, 12.000 g/mq/24h. In alcuni casi si trova espresso in RET: 0-6, estremamente traspirante, 6-13 molto traspirante, 13-20 traspirante, 20-30 appena traspirante.
Personalmente penso che, al di fuori di ambiti sportivi, è meglio privilegiare l'impermeabilità (e la durevolezza) a discapito della traspirazione. Un tessuto perfettamente traspirante e totalmente impermeabile non esiste, fatevene una ragione: dovete mettere sulla bilancia le due qualità e scegliere il miglior compromesso. Ora molte ditte commercializzano capi a più strati. Costano e pesano un po' di più, ma dovrebbero essere più durevoli e resistenti.
Il mio consiglio è quello di non spendere un capitale per i vestiti impermeabili: se usati intensamente, anche quelli costosi durano pochi anni. Inoltre, visto che si usano in montagna o in ambito “avventuroso”, non bisogna preoccuparsi di strappare la giacca tra i rovi, sulle rocce o per una scivolata, per cui è meglio trovare un capo che possa essere rovinato, rattoppato e poi sostituito senza molte remore. Già tra gli 80 e i 130 euro si possono trovare ottimi gusci, per uso 4 stagioni.
Esistono anche giacche impermeabili imbottite. Se le avete già a casa, usatele pure, ma se dovete fare l'acquisto, meglio una guscio semplice, sotto cui mettere altri strati in caso di freddo.
Tessuti spalmati
Non se ne parla più molto, ma fino agli anni '80 ci si riparava dalla pioggia così, senza troppi drammi. Sono dei trattamenti al silicone o simili che rendono il tessuto idrorepellente o impermeabile e più la spalmatura è spessa, più il tessuto è impermeabile, ma meno traspirante. Si usa molto nei vestiti ultraleggeri per corridori o ciclisti, che però sono poco impermeabili. Se scegliete lo spalmato, cercate valori di impermeabilità elevata.
Ci sono in commercio ancora oggi degli ottimi capi in tessuti spalmati, commercializzati da ditte di tutto rispetto. I costi sono decisamente più contenuti e già con 40-80 euro si può comprare una buona giacca.
Un classico indumento in spalmato è il k-way (e simili), che probabilmente tutti abbiamo nell'armadio. E' ancora un buon capo economico da portare nello zaino in caso di tranquille escursioni: protegge bene da piogga e vento non troppo intensi ed è compatto
I pantaloni
Anche in questo caso si trova in commercio di tutto, e spesso di qualità infima. Controllate sempre che nel prodotto sia indicata l'impermeabilità e la relativa colonna d'acqua. Io, per risparmiare, consiglio pantaloni in spalmato, tanto la traspirazione dei pantaloni non è così fondamentale. In questo caso, meno si spende meglio è: i pantaloni impermeabili, tra graffi dei rovi, fango e cadute o usura del sellino e della catena della bici, diventano degli stracci in breve tempo.
Ce ne sono con la cerniera e senza. Quelli senza sono più scomodi da indossare, ma hanno un punto di usura in meno. In definitiva, reggono meglio l'acqua. Se scegliete quelli con la cerniera, curate che sia impermeabile o molto ben coperta (la semplice linguetta di tessuto svolazzante non basta).
Scarpe
Ormai la membrana è lo standard e praticamente tutti gli scarponi ce l'hanno. Come detto prima, non dura molto. Se volete uno scarpone o pedula la cui impermeabilità duri a lungo, scegliete i modelli con la tomaia in un unico pezzo di cuoio, senza cuciture. Meglio ancora se in pelle Idro-Perwanger.
In alternativa (o in aggiunta) ci sono in commercio anche delle calze impermeabili, che però sono abbastanza costose. Sono affidabili, ma consigliate soprattutto per un uso 3 stagioni, con la pioggia.
Se dovete affrontare la neve, non lesinate sull'impermeabilità delle vostre calzature. Se volete una soluzione economica, attorno ai 30 euro, scegliete dei doposci/stivali imbottiti con la tomaia in pezzo unico con la suola, in eva stampato. Non saranno agili, ma sicuramente riparano il piede durante una ciaspolata o passeggiata nella neve.
Vento
Il poncho ripara dal vento, ma svolazza. Nel caso, portarsi un cordino per fissarlo. Il guscio, con i pantaloni impermeabili, ripara molto bene anche dal vento, a patto di metterci sotto un pile o felpa per trattenere il caldo corporeo.
Tutte le ditte commercializzano delle giacche antivento, detti anche softshell. A mio avviso non sono indispensabili, soprattutto nelle attività 3 stagioni, dove una buona giacca impermeabile basta e avanza. Possono essere comodi nell'alpinismo invernale, da usare quando c'è molto vento e si sta sudando molto: per la loro struttura, sono infatti più traspiranti di un guscio, ma a discapito della resistenza all'acqua.
Neve
La neve delle Alpi e dell'Appennino è solitamente una neve bagnata. Tende quindi ad inumidire non poco i tessuti, anche se molto più lentamente della pioggia. E' meglio quindi affrontarla con tutta l'attrezzatura del caso: poncho o giacca-pantaloni impermeabili e, ovviamente, scarpe impermeabili più ghette.
Gli antivento invernali sono idrorepellenti, ma non impermeabili, il che vuol dire che, se nevica, dopo una o due ore tenderanno ad impregnarsi e a non tenere più caldo. Quindi, meglio indossare sopra anche un poncho o un guscio. Se l'escursione prevista è di più giorni, prestare attenzione: i vestiti invernali impregnati d'acqua, soprattutto quelli molto spessi, impiegano svariate ore prima di asciugarsi e una notte al chiuso non basta.
Manutenzione
I vestiti impermeabili e idrorepellenti, soprattutto quelli in membrana, sono molto sensibili al calore. Idem le scarpe. Non vanno mai fatti asciugare vicino al fuoco o al calorifero.
Dopo un po', tutto ciò che è impermeabile si deteriora e perde la capacità di trattenere l'acqua. Quando ciò accade, trattate l'oggetto con abbondante spray al silicone.
Gli oggetti impermeabili non amano i lavaggi: quando si infangano, cioè sempre, meglio pulirli con una semplice spugna morbida bagnata. Quando proprio ce n'è bisogno, meglio evitare la lavatrice e operare con un lavaggio a mano, con solo sapone neutro. Evitare ammorbidenti e spazzole.
Per mantenere la traspirabilità del tessuto con membrana, non spruzzateci vicino deodoranti e profumi.
In caso di strappo, esistono in commercio delle toppe auto-incollanti che riparano i danni.
Anche le nastrature interne, quando si scollano, possono essere ripassate con nuovi nastri, che si trovano nei negozi di nautica (sono quelli in uso per le mute stagne).
Incominciamo con il dire che tutto cambia a seconda della stagione: finché la temperatura si mantiene al di sopra dei 12 o 15 c°, pioggia e vento sono soprattutto un fastidio, ma con temperature inferiori possono raffreddarci considerevolmente. Quando le temperature scendono sotto zero, avere i vestiti completamente bagnati, oppure affrontare il vento senza protezioni può anche rivelarsi fatale, quindi, se dovete affrontare un percorso lungo, lontano da punti d'appoggio come rifugi e bivacchi, non partite senza l'attrezzatura adeguata.
Prendere la pioggia oppure coprirsi, due filosofie
Incominciamo con il dire che sotto i 10 o 12 c° di temperatura, decidere di prendere la pioggia per poi asciugarsi è una scelta un po' estrema: i trail runner e i ciclisti lo fanno, ma a quelle temperature il corpo bagnato si raffredda velocemente e questa situazione, se prolungata, può provocare uno stress temico non indifferente. Quindi, da escursionisti o da cicloviaggiatori, cercate di affrontare il maltempo associato al freddo con il giusto equipaggiamento.
A temperature superiori ai 16 o 18 c°, invece, alcune persone preferiscono stare sotto la pioggia con pantaloncini, maglietta, magari di materiale sintetico e leggero, e scarpe in mesh (o sandali) per poi asciugarsi a maltempo cessato.
Ovviamente con il caldo un po' d'acqua non è un pericolo, anzi, può far piacere più che chiudersi sotto un tabarro di plastica. Può essere una scelta condivisibile, a patto di prendere alcune accortezze:
- non dover affrontare anche il vento, che abbassa molto la temperatura dell'epidermide
- cercare di non prendere la pioggia con indosso vestiti che si inzuppano (tipo jeans)
- avere preferibilmente un cambio asciutto nello zaino e un piccolo asciugamano per rassettarsi dopo la pioggia
- non dover stare bagnati per molte ore di seguito, magari di notte o comunque con un calo progressivo delle temperature
Come posso scegliere che cosa portarmi?
Per una semplice passeggiata estiva, di poche ore e a quote inferiori ai 2000 m, non bisogna preoccuparsi molto, anche se un leggero poncho d'emergenza e un piccolo asciugamano vale la pena portarlo sempre (leggi oltre). Se invece si prevede di salire in quota, anche se solo in giornata, meglio mettere nello zaino almeno un poncho robusto e/o una giacca impermeabile, anche se è previsto bel tempo. Considerate che oltre i 2500 m, durante una perturbazione, non è improbabile trovare temperature attorno allo zero anche in piena estate.
In caso di trekking e di viaggi in autonomia di più giorni, a piedi o in bici, io consiglio sempre di portarsi tutto l'occorrente per reggere varie ore di maltempo. Questo soprattutto se si prevede di dormire in tenda e non in rifugi o ostelli: stare tutto il tempo all'aperto, anche con una lieve perturbazione e temperature non eccessivamente rigide, alla lunga fiacca il fisico, per cui è bene avere un buon vestiario, caldo e asciutto, e un sacco a pelo caldo e asciutto in cui rilassarsi.
E per coprirsi? Abbigliamento impermeabile per tutti!
La diffusione di vestiti stratosferici e spaziali da millemila euro ci hanno convinti che è impossibile ripararsi dalla pioggia senza spendere 3 stipendi. Nulla di più falso
Soluzioni (quasi) gratuite
Per ripararsi dall'acqua, e in parte anche dal vento, basta veramente poco. Per esempio, è sempre bene portare nello zaino qualche sacco nero della spazzatura condominiale, con un po' di nastro adesivo, preferibilmente telato. Sono essenziali per riparare lo zaino e l'attrezzatura dall'acqua.
In più con un po' di fantasia, si possono costruire poncho (facilissimo), ma anche pantaloni impermeabili, ghette e calze impermeabili. Si possono costruire mentre si è in giro, sia a casa. L'unico problema, è che non sono molto durevoli.
Qui qualche idea:
- poncho
- pantaloni
- tarp
In alternativa esistono in commercio dei mini-poncho leggerissimi, solitamente ad 1 euro o poco più, sempre poco durevoli, ma per una giornata fanno il loro lavoro. Ovviamente, sono soluzioni che vanno bene per una passeggiata in condizioni climatiche non estreme. Se il gioco si fa duro, meglio leggere i prossimi paragrafi.
Ombrello: non scartate l'idea di usare l'ombrello. Spesso, quando si esce in giornata con la pioggia, si scelgono passeggiate molto tranquille, per cui non c'è nessuna controindicazione ad usarlo. E' da evitare solo se c'è molto vento oppure se si devono fare molti passaggi stretti in mezzo ai rami o in cui si devono usare le mani. In bicicletta è da evitare perché rischioso, anche se in Olanda in molti vanno in bici tenendo l'ombrello con una mano (ma almeno hanno il contropedale!).
Qualcosa di più durevole, senza spendere una fortuna
Se si deve affrontare spesso l'acqua o il maltempo, meglio avere qualcosa di più durevole. Possiamo comunque equipaggiarci, senza spendere una fortuna. Esistono sostanzialmente due possibilità.
Poncho
Pro: E' la soluzione più economica e versatile per l'escursionista. Copre tutto il corpo, copre lo zaino, lascia ampi spazi per la traspirazione e può, all'occorrenza, fungere da tarp, da coperta e mille altre cose. In caso di pioggia torrenziale, tiene l'acqua meglio di qualunque giacca impermeabile, Non a caso, è la soluzione preferita dagli scout. Contro: se c'è vento, svolazza. Nei passaggi stretti, nel bosco, si impiglia. L'acqua gocciola sulle scarpe, che quindi devono essere impermeabili. Essendo largo, ostacola un po' la visibilità del terreno dove si sta camminando.
A mio avviso i poncho migliori sono quelli in nylon o poliestere trattato, che costano un po' di più ma sono molto durevoli. In alternativa ci sono anche poncho in plastica, che tengono perfettamente la pioggia e la neve e costano una sciocchezza.
In bici l'uso del poncho è controverso. Ripara perfettamente, ma se non lo fermate a dovere svolazza e finisce nelle ruote (pericolosissimo). Personalmente, sui pedali, preferisco le altre soluzioni.
Abbigliamento impermeabile
Pro: è la soluzione più comoda, perché aderente al corpo. La giacca può essere utilizzata separatamente dai pantaloni e viceversa: nella neve, può essere utile usare solo i pantaloni, ad esempio. Invece, se piove, non ha senso indossare la giacca, ma non i pantaloni impermeabili: tutta l'acqua gocciolerebbe sui pantaloni, bagnandoci di più. I vestiti possono essere utilizzati anche in caso di vento e non svolazzano. E' la soluzione ideale sia in bicicletta sia nell'alpinismo. Contro: solitamente costano più del poncho. Ci si impiega più tempo a vestirsi e svestirsi.
L'abbigliamento impermeabile è molto comodo. Se frequentate posti molto piovosi e ventosi o avete in programma un viaggio lungo all'aria aperta, è sicuramente la soluzione più versatile.
Però è importante scegliere bene i materiali, per avere dell'abbigliamento efficiente a prezzi contenuti.
Quali materiali per l'abbigliamento impermeabile?
Membrane Gore-tex e fratelli
Inutile dire che ormai sono lo standard, almeno dai primi anni '90. Ogni marchio serio produce vari vestiti con varie membrane Gore e con membrane proprie (tipo Hyvent, Polartec Neoshell, eVent, Marmot PreCip e molte altre) che vengono chiamati comunemente gusci o hardshell. Il loro grande vantaggio è che, a differenza di tutto ciò che è venuto prima, sono un po' traspiranti, per cui durante l'attività fisica e con il caldo, la vostra giacca non si trasforma in una sauna. Lo svantaggio è che, soprattutto ultimamente, sono molto care e poco durevoli, per cui, dopo un anno o due di utilizzo intenso e varie ore di pioggia, l'acqua entra.
Come valutarli:
L'impermeabilità si valuta in mm di colonna d'acqua o in PSI (pressione della colonna d'acqua). Una discreta impermeabilità si ha dagli 8.000 mm di colonna d'acqua, una buona impermeabilità si ha dai 20.000 mm di colonna d'acqua o 40 PSI.
La traspirazione delle membrane si misura in quantità di vapore acqueo che attraversa 1 mq di tessuto in 24 ore: ad esempio, 12.000 g/mq/24h. In alcuni casi si trova espresso in RET: 0-6, estremamente traspirante, 6-13 molto traspirante, 13-20 traspirante, 20-30 appena traspirante.
Personalmente penso che, al di fuori di ambiti sportivi, è meglio privilegiare l'impermeabilità (e la durevolezza) a discapito della traspirazione. Un tessuto perfettamente traspirante e totalmente impermeabile non esiste, fatevene una ragione: dovete mettere sulla bilancia le due qualità e scegliere il miglior compromesso. Ora molte ditte commercializzano capi a più strati. Costano e pesano un po' di più, ma dovrebbero essere più durevoli e resistenti.
Il mio consiglio è quello di non spendere un capitale per i vestiti impermeabili: se usati intensamente, anche quelli costosi durano pochi anni. Inoltre, visto che si usano in montagna o in ambito “avventuroso”, non bisogna preoccuparsi di strappare la giacca tra i rovi, sulle rocce o per una scivolata, per cui è meglio trovare un capo che possa essere rovinato, rattoppato e poi sostituito senza molte remore. Già tra gli 80 e i 130 euro si possono trovare ottimi gusci, per uso 4 stagioni.
Esistono anche giacche impermeabili imbottite. Se le avete già a casa, usatele pure, ma se dovete fare l'acquisto, meglio una guscio semplice, sotto cui mettere altri strati in caso di freddo.
Tessuti spalmati
Non se ne parla più molto, ma fino agli anni '80 ci si riparava dalla pioggia così, senza troppi drammi. Sono dei trattamenti al silicone o simili che rendono il tessuto idrorepellente o impermeabile e più la spalmatura è spessa, più il tessuto è impermeabile, ma meno traspirante. Si usa molto nei vestiti ultraleggeri per corridori o ciclisti, che però sono poco impermeabili. Se scegliete lo spalmato, cercate valori di impermeabilità elevata.
Ci sono in commercio ancora oggi degli ottimi capi in tessuti spalmati, commercializzati da ditte di tutto rispetto. I costi sono decisamente più contenuti e già con 40-80 euro si può comprare una buona giacca.
Un classico indumento in spalmato è il k-way (e simili), che probabilmente tutti abbiamo nell'armadio. E' ancora un buon capo economico da portare nello zaino in caso di tranquille escursioni: protegge bene da piogga e vento non troppo intensi ed è compatto
I pantaloni
Anche in questo caso si trova in commercio di tutto, e spesso di qualità infima. Controllate sempre che nel prodotto sia indicata l'impermeabilità e la relativa colonna d'acqua. Io, per risparmiare, consiglio pantaloni in spalmato, tanto la traspirazione dei pantaloni non è così fondamentale. In questo caso, meno si spende meglio è: i pantaloni impermeabili, tra graffi dei rovi, fango e cadute o usura del sellino e della catena della bici, diventano degli stracci in breve tempo.
Ce ne sono con la cerniera e senza. Quelli senza sono più scomodi da indossare, ma hanno un punto di usura in meno. In definitiva, reggono meglio l'acqua. Se scegliete quelli con la cerniera, curate che sia impermeabile o molto ben coperta (la semplice linguetta di tessuto svolazzante non basta).
Scarpe
Ormai la membrana è lo standard e praticamente tutti gli scarponi ce l'hanno. Come detto prima, non dura molto. Se volete uno scarpone o pedula la cui impermeabilità duri a lungo, scegliete i modelli con la tomaia in un unico pezzo di cuoio, senza cuciture. Meglio ancora se in pelle Idro-Perwanger.
In alternativa (o in aggiunta) ci sono in commercio anche delle calze impermeabili, che però sono abbastanza costose. Sono affidabili, ma consigliate soprattutto per un uso 3 stagioni, con la pioggia.
Se dovete affrontare la neve, non lesinate sull'impermeabilità delle vostre calzature. Se volete una soluzione economica, attorno ai 30 euro, scegliete dei doposci/stivali imbottiti con la tomaia in pezzo unico con la suola, in eva stampato. Non saranno agili, ma sicuramente riparano il piede durante una ciaspolata o passeggiata nella neve.
Vento
Il poncho ripara dal vento, ma svolazza. Nel caso, portarsi un cordino per fissarlo. Il guscio, con i pantaloni impermeabili, ripara molto bene anche dal vento, a patto di metterci sotto un pile o felpa per trattenere il caldo corporeo.
Tutte le ditte commercializzano delle giacche antivento, detti anche softshell. A mio avviso non sono indispensabili, soprattutto nelle attività 3 stagioni, dove una buona giacca impermeabile basta e avanza. Possono essere comodi nell'alpinismo invernale, da usare quando c'è molto vento e si sta sudando molto: per la loro struttura, sono infatti più traspiranti di un guscio, ma a discapito della resistenza all'acqua.
Neve
La neve delle Alpi e dell'Appennino è solitamente una neve bagnata. Tende quindi ad inumidire non poco i tessuti, anche se molto più lentamente della pioggia. E' meglio quindi affrontarla con tutta l'attrezzatura del caso: poncho o giacca-pantaloni impermeabili e, ovviamente, scarpe impermeabili più ghette.
Gli antivento invernali sono idrorepellenti, ma non impermeabili, il che vuol dire che, se nevica, dopo una o due ore tenderanno ad impregnarsi e a non tenere più caldo. Quindi, meglio indossare sopra anche un poncho o un guscio. Se l'escursione prevista è di più giorni, prestare attenzione: i vestiti invernali impregnati d'acqua, soprattutto quelli molto spessi, impiegano svariate ore prima di asciugarsi e una notte al chiuso non basta.
Manutenzione
I vestiti impermeabili e idrorepellenti, soprattutto quelli in membrana, sono molto sensibili al calore. Idem le scarpe. Non vanno mai fatti asciugare vicino al fuoco o al calorifero.
Dopo un po', tutto ciò che è impermeabile si deteriora e perde la capacità di trattenere l'acqua. Quando ciò accade, trattate l'oggetto con abbondante spray al silicone.
Gli oggetti impermeabili non amano i lavaggi: quando si infangano, cioè sempre, meglio pulirli con una semplice spugna morbida bagnata. Quando proprio ce n'è bisogno, meglio evitare la lavatrice e operare con un lavaggio a mano, con solo sapone neutro. Evitare ammorbidenti e spazzole.
Per mantenere la traspirabilità del tessuto con membrana, non spruzzateci vicino deodoranti e profumi.
In caso di strappo, esistono in commercio delle toppe auto-incollanti che riparano i danni.
Anche le nastrature interne, quando si scollano, possono essere ripassate con nuovi nastri, che si trovano nei negozi di nautica (sono quelli in uso per le mute stagne).