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Come preparare un'uscita alpinistica / via lunga arrampicata

Una via alpinistica o una via lunga di arrampicata, può presentare una serie di difficoltà e imprevisti che non vanno sottovalutati; andrebbe preparata con cura per ridurre il più possibile i rischi.

Studio del percorso
Quando si prepara un'uscita alpinistica, per prima cosa bisogna studiare la nostra meta:

- Accesso stradale
- Avvicinamento
- Via vera propria
- Ritorno
- Possibilità di ritirata

Leggere attentamente le relazioni su internet (ad es gulliver), possibilmente più di una, chiedere informazioni a chi le ha già fatte. Esistono anche libri che descrivono le vie. Portarsi sempre dietro una copia della relazione e possibilmente una traccia GPS fidata senza dimenticare una mappa della zona.

Accesso stradale – se non siete pratici della zona, studiate su Maps l’itinerario, utilizzando street view per memorizzare visivamente i bivi e le svolte da prendere; non c’è niente di peggio che girare in macchina a vuoto, invece di camminare in montagna.
Avvicinamento – è lungo, corto? segue un sentiero o è fuori traccia? quanto è il dislivello? è escursionistico o presenta anche lui difficoltà alpinistiche? Valutate l’impegno richiesto, tenendo conto che nello zaino vi portate dietro tutta l’attrezzattura e peserà più del solito. Considerate anche se è facile o no identificare l’attacco della via; non è sempre così scontato, si perdono minuti e in alcuni casi ore e a volte non si trova proprio. Assicuratevi che nella relazione sia descritto con chiarezza cristallina.
Via alpinistica/arrampicata – finalmente siamo al cuore della nostra gita, per prima cosa considerate la difficoltà (F, PD,…) deve essere alla portata di tutti gli elementi del gruppo; per evitare sorprese, un elemento del gruppo deve avere almeno un livello in più rispetto a quello che si andrà ad affrontare (se si affronta un PD, almeno uno dovrà essere pratico di AD). Tenete conto anche della lunghezza e se la difficoltà è concentrata in pochi passaggi o è distribuita lungo tutta la via, l’esposizione, il tipo di roccia, le protezioni presenti sulla via, insomma considerate anche proteggibilità e impegno globale. Si da’ per scontato che si conoscano le varie scale di difficoltà che vengono utilizzate per gradare le vie: UIAA, francese, scala proteggibilità, impegno globale, arrampicata artificiale.
Ritorno – Com’è la via del ritorno, è un sentiero che passa per l’attacco della via, un sentiero che passa da un’altra parte, o non c’è alcun sentiero e bisogna calarsi in doppia. Questo permette di valutare anche la possibilità di lasciare parte dell’attrezzattura all’attacco della via. Ricordatevi che al ritorno sarete stanchi e potrebbe essere più tardi del previsto, molto più tardi; portatevi una frontale che non si sa mai e non sottovalutate le difficoltà, è il momento in cui succedono più incidenti: si stacca la spina perché il più è fatto e si commette l’ingenuità.
Possibilità di ritirata – Se per qualsiasi motivo devo lasciare la via prima del previsto, c’è qualche via di fuga, ci si può calare in doppia o devo per forza completarla prima di poter riprendere la via del ritorno.

A quanto detto sopra vanno aggiunte le condizioni del terreno e quelle atmosferiche; lungo il percorso ( a meno che non sia voluto) ci sono neve e ghiaccio? è bagnato/umido a causa di piogge recenti? è previsto bel tempo, che temperatura e quanto vento troveremo? La neve o il ghiaccio aumentano la difficoltà della via di uno o due livelli; arrampicare con temperature molto basse mette alla prova mani e piedi; il vento in passaggi molto esposti ci complica di molto la vita. Inutile dire che bisognerebbe partire solo con condizioni ottimali di terreno asciutto e bel tempo, con vento scarso o assente. Leggere relazioni recenti per capire le condizioni attuali del percorso, telefonare a rifugi (se presenti) vicini alla via, visionare le previsioni meteo, basandosi su almeno 2 o 3 siti affidabili.

Equipaggiamento
Una volta selezionata la via, devo assicurarmi di avere l’equipaggiamento adatto ad affrontarla:

Vestiario – deve essere adeguato alla stagione, all’altitudine e alle condizioni meteo previste.
Corde – sulla base della lunghezza della via, della distanza delle soste, del fatto se siano previste calate oppure no, sceglierò il tipo e la lunghezza delle corde; in ogni caso con due mezze corde da 60 metri per cordata non si sbaglia quasi mai.
Protezioni – se la via è spittata corta, non serve molto a parte qualche cordino o fettuccia. Negli altri casi serviranno chiodi, friends, nuts per integrare o proteggere da zero; leggete bene la relazione per capire quanti servono e di quali dimensioni. Fondamentale è il materiale per costruire le soste, se non presenti: moschettoni, cordini, fettucce, etc. Senza dimenticare le calate di emergenza: maglie rapide, cordini, fettucce, etc.
Attrezzattura generica – casco, scarpette (se necessarie), ramponi, imbrago, moschettoni, cordini, frontale, copia cartacea della relazione, cibo, non dovrebbero mai mancare, controllate prima di partire e prima di lasciare la macchina di aver preso tutto; dopo due o tre ore di avvicinamento scoprire di aver dimenticato qualcosa di fondamentale non è bello.

Non dimentichiamo qualcosa per chiedere aiuto: cellulare, PMR, etc.

Fattore Umano
Dopo aver visto gli aspetti più oggettivi di una uscita, passiamo a quelli legati all’uomo.

Preparazione tecnica – come già scritto, tutti i partecipanti dovrebbero avere le competenze e l’esperienza per affrontare le difficoltà previste dall’uscita. A meno che non si porti volutamente qualcuno poco esperto per un’uscita “didattica”, è bene che tutti siano in grado di affrontare le difficoltà previste in autonomia (nel senso che non necessitino di essere “parancati” per salire). La presenza di una o più persone esperte che sappiano affrontare imprevisti ed emergenze non solo è utile, ma necessaria.
Preparazione fisica – Hanno tutti uno stato di forma sufficiente per completare la via? o qualcuno si ritroverà senza benzina a metà del percorso. Questo è molto pericoloso soprattutto dove non sono previste possibilità di fuga o ritirata. Renderà il tutto molto più difficile e dilaterà i tempi a dismisura.
Preparazione psicologia – Sono tutti preparati mentalmente ad affrontare le difficoltà previste? l’aspetto psicologico è spesso sottovalutato, ma la lunghezza della via, l’esposizione, le difficoltà possono fiaccare chiunque; ad esempio fior di atleti preparatissimi possono bloccarsi a causa dell’esposizione.

Arrampicata artificiale
Spesso bistrattata dai puristi, può risultare fondamentale per superare un passaggio chiave e tirarvi fuori dai guai. Si tratta di quelle tecniche utilizzate per procedere su roccia che non prevedono l’utilizzo dei soli appigli del terreno ma sfruttano anche rinvii (chi ha detto mungere?), staffe, protezioni veloci e qualsiasi altra cosa venga in mente. In alpinismo al contrario dell’arrampicata in falesia, conta arrivare alla fine senza se e senza ma, quindi se non riesco a superare un passaggio difficile è meglio utilizzare un aiutino, che interrompere l’ascesa di tutto il gruppo. Detto questo avere un minimo di esperienza di arrampicata artificiale può tornare utile in determinati frangenti.

Termino con la più banale delle considerazioni, ricordatevi che l’obiettivo principale non è raggiungere la vetta, ma tornare a casa, possibilmente sulle proprie gambe. È meglio interrompere la salita e tornare, che non interromperla, ma non tornare proprio.

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Phantom
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