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Kit di emergenza

Tutto quello che avreste voluto chiedere su un kit da sopravvivenza ma che non avete mai osato chiedere

quello dei kit da sopravvivenza è uno degli argomenti senza fine che ricorrono nei forum di escursionismo o, all’inglese bushcraft.
resta sempre da capire se, la costituzione del kit ha una reale necessità, è un vezzo una moda, un passatempo o una mania.
in questa sede non cercheremo di sviscerare le paranoie di chi si vuole imbarcare in questa impresa ma, cum grano salis, vi prenderemo per mano e vi accompagneremo in questa avventura nella speranza che, alla fine, anche voi avrete approntato il VOSTRO kit, che porterete sempre con voi in escursione senza però dovervi mai pentire dei grammi o etti che comunque peserà.

sono anni che bazzico forum italiani ed anglofoni, e l’argomento è sempre lì, sempre presente con presenza cadenzata. Insomma si capisce che è un qualcosa che colpisce, senza che probabilmente i più ne conoscano la reale utilità e/o significato.

in base al nome, ragionandoci sopra, il kit deve essere una serie di oggetti e strumenti che devono tornarci utili in un contesto in cui la nostra incolumità è in pericolo, altrimenti che survival sarebbe?

a questo punto, dovremmo forse fare un distinguo: kit salva vita o kit d’utilità?
sono sicuro che il 99% dei lettori, data la tipologia delle escursioni che pratica avrà bisogno di un kit d’utilità, discostandoci per esempio diametralmente dai survival kit in dotazione ai piloti dell’aviazione militare che potrebbero realmente ritrovarsi in pericolo di vita.

la prima differenza con questo tipo di kit sono sicuramente le dimensioni. certamente un pilota che si muove dietro le linee nemiche non può portare con se un fagotto da mezzo chilo grande quanto una pagnotta ma, e qui entriamo nel contesto, la classica scatola da tabacco.

cerchiamo comunque di non confondere le due tipologie che tratteremo separatamente ed iniziamo con il normale kit d’utilità, che un semplice trekker porterebbe con sè in escursione.

come primo assunto consideriamo che viviamo in italia, e che siamo quindi in un paese altamente antropizzato. sarà quindi molto difficile addentrarsi in una landa desolata a tal punto da essere distante decine di chilometri dalla civiltà più vicina, ed allora per assurdo una bussola può essere utile per uscire da un bosco e non certo per tirarsi fuori da un deserto…

come secondo assunto esistono regioni dove non ci sono fiumi o laghi degni di nota, e quindi inserire nel kit il necessario per pescare è decisamente fuori luogo

come terzo assunto viviamo in una nazione dove le stagioni sono decisamente più miti che in altre parti del globo e dove, salvo rarissimi casi, non esistono animali predatori pericolosi per l’uomo.

quarto assunto: nell’escursionismo vale sempre la regola che è meglio se è più leggero
queste sono regolette che ritroveremo spesso nei ragionamenti per la costituzione del nostro kit, si perchè non vi dirò cosa metterci, ma ci arriverete voi ragionandoci sopra.

questo perchè come ogni cosa vale sempre la regola della domanda: COSA DEVI FARCI?

grande differenza c’è infatti nel materiale di pronto soccorso necessario per tutelarsi in un’escursione domenicale e quello di un viaggio di quindici giorni nella lontana e selvaggia Alaska! fa anche differenza se avete venti anni e siete sani come un pesce o ne avete cinquanta e siete già affetti da diverse patologie.

elemento discriminante è anche il vostro livello di paranoia. volete cioè tendere ad un kit realmente minimalista e quindi da scatoletta di tabacco o volete prevedere ogni eventualità e quindi da marsupio pieno come un uovo che sfiora i cinque kg? ricordate il quarto assunto
in pratica il soggetto è lo stesso, ma cambia l’approccio.

non avremmo allora solo fiammiferi, mini coltellino, bussola a bottone, ami e filo, fil di ferro, lampadina mignon e qualche cerotto, ma anche una borraccia con gavetta, un coltello full tang, un’accetta, un seghetto a serramanico, un tarp, una coperta d’emergenza, un fornellino, luci chimiche, disinfettante, laccio emostatico (DANNOSISSIMO SE NON SAPUTO USARE !!!!!!!!), mazzo di carte per i solitari, ecc. ecc. ecc.

dopo aver letto tanti articoli scritti da chi esponeva il proprio kit, posso comunque dirvi che la configurazione definitiva è SEMPRE arrivata dopo tanto tempo e tanti tentativi.

ho anche letto di kit che avrebbero fatto invidia alla dotazione di un’ambulanza della CRI, mancando forse solo del defibrillatore. un’esagerazione che andava ben oltre l’essere previdenti, inoltre, siete sicuri che sia il caso di portare ago e filo se non siete in grado di suturare? meglio forse munirsi di cerotti di sutura, la cui applicazione è decisamente meno cruenta…

altro discorso è da farsi invece se ci si trova a fare una spedizione, p.es. in Africa con un gruppo piuttosto nutrito (in risposta alla domanda COSA DEVI FARCI) siete i responsabili del gruppo ed avete anche nozioni di primo soccorso. Allora non si avrebbe più a che fare con un kit di sopravvivenza ma con un kit di pronto soccorso diversamente attrezzato e possibilmente collocato in un contenitore ad hoc.

penso a questo punto di aver esposto tutti gli aspetti logistico pratici di un kit potendo passare ad una disanima dei possibili componenti di quest’ultimo.

cominciamo con elencare le necessità che si possono presentare in un contesto di “necessità/difficoltà”

1) attività primarie
2) fuoco
3) riparo/copertura
4) cibo
5) cure mediche
6) necessità accessorie

attività primarie

per me sono il taglio, l’illuminazione e le legature

taglio: il coltello è lo strumento principe dell’escursionista. badate bene ho scritto strumento. consideratelo quindi alla stregua di un’utensile e quindi tutto quello che può scaturirne.
in base alle dimensioni del contenitore si può partire dalla lama del bisturi in confezione sterile (ad uso anche medico), passare al piccolo serramanico, continuare con il multi lama, salire al folder più grosso e finire al full tang

illuminazione: una minilampadina a led occuperà veramente poco spazio e fornirà una luce decente, ma nessuno ci vieta di sacrificare spazio e di salire ad illuminazioni che superano anche i 100 lumen. per chi non volesse essere schiavo delle batterie può optare per una lampadina a dinamo

legature: spago, cordino, paracord, fil di ferro o filo di rame. tutto materiale valido sia per effettuare legature che per improvvisare delle trappole, anche se in Italia questa attività è ILLEGALE

fuoco

è quella che ritengo la cosa più importante, anche al di sopra del cibo.

a mio avviso, lo strumento principe per accendere il fuoco è il firesteel, a seguire in ordine sparso fiammiferi contro vento ed accendino piezo, da preferirsi a quello tradizionale a pietrina perchè quest’ultimo diventa inutilizzabile con le mani bagnate.
il sistema più veloce per accendere il fuoco è l’utilizzo di una buona esca. esperienza mi ha insegnato che la migliore in assoluto è il cotone idrofilo imbevuto di olio di vaselina. oltre ad essere immediatamente infiammabile è anche idrofugo. basta trovare un piccolo contenitore stagno (anche un barattolino porta pillole) ed il gioco è fatto

riparo/copertura

in emergenza, per coprirsi va benissimo la classica coperta alluminata. costa poco, è piccola/leggera e funziona alla grande. certo mal si concilia con il kit da scatola di tabacco, ma se avete un po più di spazio fateci un pensierino.
il riparo è fondamentale e lo si può creare sicuramente se siete in possesso di un vero coltello o con molta fantasia se l’unica lama che possedete è un coltellino a serramanico da 5cm.
una buona idea è quella di procurarsi un telo di paracadute che, oltre ad avere grandi doti di resistenza, si appallottola molto fino ad occupare pochissimo spazio. da un giusto ritaglio si può ottenere sia un riparo che un’amaca, ma anche una sacca a tracolla.

cibo
inserire del cibo in un kit sarebbe pura utopia, prima per la quantità secondo per la scadenza. ha invece più senso attrezzarsi per procurarsene in corso d’opera.
comunque, in Italia in base al primo assunto una barretta energetica è più che sufficiente dato che per qualche giorno senza mangiare si può resistere ma se ci trovassimo in qualche landa desolata dell’immancabile Alaska allora dovremmo dedicarci a cacciare e/o pescare.
ok quindi al kit da pesca ed ai cordini ed il fil di ferro per preparare le trappole.

cure mediche

un kit veramente minimale si compone di materiale per rimediare a tagli ed abrasioni. tutto quello che va oltre richiederebbe comunque delle nozioni che non tutti hanno (ad esempio voi sapete suturare un taglio?). comunque le dimensioni del kit dovrebbero variare proporzionalmente alla distanza del centro abitato più vicino e dovrebbe anche tenere conto di vostre eventuali patologie pregresse. il contenuto cambierebbe anche in virtù della zona del pianeta in cui andreste ad avventurarvi. comunque fondamentale è un colloquio con il vostro medico curante che sicuramente saprà consigliarvi per il meglio.
quello che comunque non deve mancare è:
disinfettante, garze sterili, cerotti, sparadrappo, forbicine, pinzette, guanti sterili monouso.
il tutto in una borsetta dedicata possibilmente di colore rosso per una rapida individuazione con annesso un piccolo telo per riporre il materiale quando lo si usa.
poi a seguire tutti quei farmaci che concorderete con il vostro medico.

necessità accessorie

in questa categoria rientra tutto e niente
un coltello full tang, un seghetto a serra manico, un’accetta, un telo da ferramenta, una lampada frontale. c’è anche chi si porta un libro per passare il tempo chi il lettore mp3 per ascoltare musica che delle carte per farsi dei solitari. sta a voi decidere cosa potrebbe esservi utile e del quale non vorreste farne a meno.

ricordate comunque che ci sono cinque cose che un mini kit non può fare:

1) salvare la vostra vita - su nessun strumento da sopravvivenza o raccolta di essi si può risparmiare e comunque può sempre succedere che qualcosa facente parte del kit non funzioni o si guasti
2) essere l'unico strumento di sopravvivenza - un piccolo kit può essere al massimo una marcia in più o comunque meglio che niente
3) sostituire abilità ed esperienza - sono queste le due cose che fanno veramente la differenza, i componenti del kit sono un aiuto, un bonus, nulla di più, ragionate in quest'ottica
4) essere una soluzione di sopravvivenza a lungo termine - non ci si può affidare al contenuto di una sacota per tabacco in caso di inondazioni o terremoti. in queste circostanze necessita una pianificazione preventiva a lungo termine
5) sostituire una pre-pianificazione - lasciare sempre detto dove si va prima di partire per qualche escursione faciliterà di gran lunga le operazioni di recupero dei soccorsi. cosa che una scatoletta con qualche utensile non potrà mai sopperire.

un interessante sito dove leggere un altro punto di vista sull'argomento è QUESTO

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spyrozzo
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ottimo, mi ha fatto riflettere molto
Ottimo articolo
Un articolo molto ben fatto e di cui condivido il 95% delle cose ... Grazie :D
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