Più cose impariamo a fare con le nostre mani, più acquisiremo la capacità di saper autogestire il nostro quotidiano, sia nel bosco che in ogni altro ambito. Da tempo mi diletto nella realizzazione di cordini di varie dimensioni partendo da fibre naturali ricavate ad esempio dal fusto o dalla radice dell’ortica, poi qualche mese fa ho avuto la possibilità di mettere le mani su tre rametti di canapa e l’idea è stata subito quella di realizzarne spago…poi è passato l’inverno e il progetto si è congelato, fino a qualche giorno fa, quando ho deciso di provare a lavorare la canapa con un metodo semi tradizionale (ho tralasciato infatti la maceratura). Il risultato è stato decisamente soddisfacente, tanto che ho poi provveduto a realizzare un secondo spezzone ed a documentare le fasi realizzative con foto -pessime come mio costume- ed un video, che se si può è anche peggiore…ma l’importante è capire come procedere, le arti dell’immagine le lascio ad altri più ferrati.
Andiamo a vedere come procedere:
Come prima cosa dobbiamo cominciare a separare le fibre dal canapulo, che è la parte legnosa del nostro rametto; procederemo quindi pestandolo minuziosamente con pazienza. Più ci dedicheremo alle varie fasi più il risultato finale sarà migliore. Come vedremo dal video ho utilizzato il retro dell’accetta come maglio da pesta. Una volta terminata questa fase ci troveremo ad avere qualcosa del genere:
A Questo punto comincia la seconda parte della separazione del canapulo dalle fibre; In pratica non faremo altro che sfregare con vigoria le fibre fra i palmi delle nostre mani, come se volessimo arrotolarli. Così facendo le fibre si staccheranno dai residui di legno rimasti, cominciando ad assumere l’aspetto di capelli ispidi
Passiamo ora alla seconda fase di lavorazione, la cardatura.
Non possedendo lo strumento apposito, che da queste parti chiamano “scardasso”, che comunque sarebbe stato troppo grande per le poche fibre ottenute, l’ho sostituito utilizzando una semplice spazzola di metallo
In pratica non dovremo far altro che “pettinare” le nostre fibre con decisione e senza paura di danneggiarle (sono molto resistenti), così facendo le stesse si distenderanno meglio, si separeranno fra loro e dai microresidui di canapulo. Come vedrete nella spazzola rimarranno impigliati spezzoni di fibre più o meno lunghi, andranno recuperati perché potranno comunque essere filati con le altre porzioni di lavorato.
Finita questa seconda fase ci troveremo ad avere molte fibre che sembrano quasi capelli biondi
Passiamo alle fasi finali della nostra realizzazione, che sono anche quelle che richiederanno un minimo di pratica, soprattutto nel momento di raccordare fra loro i vari spezzoni di fibre.
Il procedimento che adotteremo è il medesimo che si utilizza nella realizzazione di qualsiasi cordame, arrotoleremo quindi le fibre fra loro, “doppieremo” il nostro filo e lo arrotoleremo nuovamente su sé stesso, fino ad avere il nostro spago.
Come detto dobbiamo arrotolare ed arrotolare…la qualità delle spire che andremo ad eseguire determineranno la qualità del nostro spago, dovranno essere ben serrate. Personalmente per procedere mi aiuto con un rametto di legno, alla cui estremità realizzo una tacca nella quale incastrare il mio filo.
Con questo stratagemma via via che arrotoleremo le nostre fibre e che la nostra filatura prende forma, avvolgeremo il risultato attorno al legnetto, proprio a formare una sorta di gomitolo.
La fase forse più delicata è quella di raccordatura fra i vari spezzoni di fibre, personalmente non annodo nulla ma provvedo prima a “mischiare” fra loro le fibre, e successivamente ad arrotolarle come se fossero un tutt’uno. Se il lavoro è fatto bene tirando il filato le fibre non si separeranno. Una volta terminata la prima filatura delle nostre fibre avremo un rocchetto simile
Come vedete il filato è bello compatto. A questo punto giungiamo alla fase finale che ci porterà ad avere il nostro spago pronto.
Per procedere ci muniremo di una piccola tavoletta di legno nella quale fissare il capocorda rimasto libero
A questo punto dobbiamo doppiare il nostro filato, infatti il risultato finale sarà uno spago lungo la metà del filato avvolto sul nostro bastoncino.
Io procedo così: Una volta bloccato il capocorda nella placchetta pongo quest’ultima sotto il piede e provvedo a srotolare il mio rocchetto, facendo sempre attenzione che il filo sia sempre bello teso.
Una volta dipanato tutto il nostro filato dovremo prenderlo con due dita verso la metà della sua lunghezza e tenendo il filo in questo punto porremo anche il bastoncino sotto il piede. Il filo deve sempre rimanere ben teso.
Così facendo potremo usare entrambe le mani. Con quella libera afferreremo i due fili, avvicinandoli, a qualche centimetro dalla curvatura; a questo punto sfileremo il dito che faceva da perno e vedremo che lo spago tenderà ad arrotoloarsi su sé stesso. Noi non faremo che assecondare questo movimento serrando con cura le spire
e procederemo come nella fase precedente. A questo punto io non faccio che avvolgere lo spago intorno ad un dito o alla mano. Terminato di arrotolare il tutto ecco che abbiamo il nostro spezzone di spago!
Come possiamo vedere dal confronto con lo stuzzicadenti del coltellino svizzero ho realizzato uno spago piuttosto sottile, dalla trama ben marcata
Ora non vi resta che provare, non necessariamente con la canapa ma con ogni fibra naturale che vi andasse di provare a trasformare in cordame.
Di seguito un filmato bruttino, ma con della bella musica, nel quale si capiscono meglio i vari passaggi. Buona visione e buon ascolto!
Andiamo a vedere come procedere:
Come prima cosa dobbiamo cominciare a separare le fibre dal canapulo, che è la parte legnosa del nostro rametto; procederemo quindi pestandolo minuziosamente con pazienza. Più ci dedicheremo alle varie fasi più il risultato finale sarà migliore. Come vedremo dal video ho utilizzato il retro dell’accetta come maglio da pesta. Una volta terminata questa fase ci troveremo ad avere qualcosa del genere:
A Questo punto comincia la seconda parte della separazione del canapulo dalle fibre; In pratica non faremo altro che sfregare con vigoria le fibre fra i palmi delle nostre mani, come se volessimo arrotolarli. Così facendo le fibre si staccheranno dai residui di legno rimasti, cominciando ad assumere l’aspetto di capelli ispidi
Passiamo ora alla seconda fase di lavorazione, la cardatura.
Non possedendo lo strumento apposito, che da queste parti chiamano “scardasso”, che comunque sarebbe stato troppo grande per le poche fibre ottenute, l’ho sostituito utilizzando una semplice spazzola di metallo
In pratica non dovremo far altro che “pettinare” le nostre fibre con decisione e senza paura di danneggiarle (sono molto resistenti), così facendo le stesse si distenderanno meglio, si separeranno fra loro e dai microresidui di canapulo. Come vedrete nella spazzola rimarranno impigliati spezzoni di fibre più o meno lunghi, andranno recuperati perché potranno comunque essere filati con le altre porzioni di lavorato.
Finita questa seconda fase ci troveremo ad avere molte fibre che sembrano quasi capelli biondi
Passiamo alle fasi finali della nostra realizzazione, che sono anche quelle che richiederanno un minimo di pratica, soprattutto nel momento di raccordare fra loro i vari spezzoni di fibre.
Il procedimento che adotteremo è il medesimo che si utilizza nella realizzazione di qualsiasi cordame, arrotoleremo quindi le fibre fra loro, “doppieremo” il nostro filo e lo arrotoleremo nuovamente su sé stesso, fino ad avere il nostro spago.
Come detto dobbiamo arrotolare ed arrotolare…la qualità delle spire che andremo ad eseguire determineranno la qualità del nostro spago, dovranno essere ben serrate. Personalmente per procedere mi aiuto con un rametto di legno, alla cui estremità realizzo una tacca nella quale incastrare il mio filo.
Con questo stratagemma via via che arrotoleremo le nostre fibre e che la nostra filatura prende forma, avvolgeremo il risultato attorno al legnetto, proprio a formare una sorta di gomitolo.
La fase forse più delicata è quella di raccordatura fra i vari spezzoni di fibre, personalmente non annodo nulla ma provvedo prima a “mischiare” fra loro le fibre, e successivamente ad arrotolarle come se fossero un tutt’uno. Se il lavoro è fatto bene tirando il filato le fibre non si separeranno. Una volta terminata la prima filatura delle nostre fibre avremo un rocchetto simile
Come vedete il filato è bello compatto. A questo punto giungiamo alla fase finale che ci porterà ad avere il nostro spago pronto.
Per procedere ci muniremo di una piccola tavoletta di legno nella quale fissare il capocorda rimasto libero
A questo punto dobbiamo doppiare il nostro filato, infatti il risultato finale sarà uno spago lungo la metà del filato avvolto sul nostro bastoncino.
Io procedo così: Una volta bloccato il capocorda nella placchetta pongo quest’ultima sotto il piede e provvedo a srotolare il mio rocchetto, facendo sempre attenzione che il filo sia sempre bello teso.
Una volta dipanato tutto il nostro filato dovremo prenderlo con due dita verso la metà della sua lunghezza e tenendo il filo in questo punto porremo anche il bastoncino sotto il piede. Il filo deve sempre rimanere ben teso.
Così facendo potremo usare entrambe le mani. Con quella libera afferreremo i due fili, avvicinandoli, a qualche centimetro dalla curvatura; a questo punto sfileremo il dito che faceva da perno e vedremo che lo spago tenderà ad arrotoloarsi su sé stesso. Noi non faremo che assecondare questo movimento serrando con cura le spire
e procederemo come nella fase precedente. A questo punto io non faccio che avvolgere lo spago intorno ad un dito o alla mano. Terminato di arrotolare il tutto ecco che abbiamo il nostro spezzone di spago!
Come possiamo vedere dal confronto con lo stuzzicadenti del coltellino svizzero ho realizzato uno spago piuttosto sottile, dalla trama ben marcata
Ora non vi resta che provare, non necessariamente con la canapa ma con ogni fibra naturale che vi andasse di provare a trasformare in cordame.
Di seguito un filmato bruttino, ma con della bella musica, nel quale si capiscono meglio i vari passaggi. Buona visione e buon ascolto!