Condivido qui su Avventurosamente un contenuto che ho realizzato qualche tempo fa per il mio forum, spero possa risultare interessante:
https://puckdeiboschi.noblogs.org/tecniche-boschive-cordame-in-ortica-un-veloce-metodo-di-realizzazione-e-qualche-insidia-da-evitare-pdf/
Da qualche tempo delle alte ortiche facevano capolino da un prato appena pria dell’ingresso in paese, ieri mi sono al fine risoluto alla raccolta con l’intento di lavorarne i fusti a guisa di spago, mi sono dunque diretto alla volta delle piante recando meco l’infaticabile coltello con il quale ho raccolto un buon numero di steli, non prima di essermi frustato accidentalmente l’occhio sinistro con una pianta, fortunatamente senza particolari conseguenze.
In primis ho schiacciato gli steli ausiliandomi con una sorta di mattarello, essendo un’Ortica matura ed a fine ciclo lo stelo era piuttosto duro, con una pianta più giovane potremo utilizzare solo il manico del coltello ed il pollice.
In questa fase sarà necessario prestare adeguata attenzione ai punti d’inserto dei rametti fogliari perché se schiacciati troppo o troppo poco potrebbero danneggiare la continuità delle fibre che andremo a separare dalla parte legnosa del fusto e che ci serviranno per la realizzazione del nostro cordame.
Una volta schiacciati gli steli andremo ad aprirli in due per tutta la lunghezza: appena ricavato un “pertugio” nel materiale inseriremo il pollice e scorrendo per tutta la lunghezza procederemo aprendo completamente lo stelo; a questo punto decideremo se separarlo ulteriormente, ricavando più fibre e più sottili, o lavorare direttamente più fibrosità assieme.
Prenderemo susseguentemente uno stelo aperto ed a circa metà lunghezza lo piegheremo sino a spezzarlo, vedremo che a rompersi sarà la parte legnosa e non le fibre, a questo punto dovremo separare i due elementi facendo attenzione a non rovinare le fibrosità curando soprattutto la separazione delle stesse nei punti cruciali delle inserzioni dei rami fogliari.
Metteremo in seguito ad asciugare le nostre fibre,
non ci vorrà molto, giusto una mezz’ora. L’asciugatura è necessaria perché la fibra disidratata risulterà in primis più resistente e facile da intrecciare ed oltretutto non rischieremo che il nostro cordame “molli” durante l’inevitabile evaporazione dei liquidi perdendo di compattezza e quindi di resistenza.
Qualora volessimo intrecciare da fresco converrà mettere poi in opera immediatamente il nostro cordame curando bene il serraggio della nostra legatura e del nodo di chiusura.
Personalmente consiglio di lavorare le fibre da asciutte perché così potremo realizzare dei cordini resistenti, compatti e stoccabili, utilizzabili più volte.
Andiamo ora ad intrecciare le nostre fibre ricordandoci di sporzionare queste ultime in mazzetti dalla mole omogenea in base allo spessore finale che vorremo per il nostro cordame.
Prendiamo un mazzetto di fibre ed a metà della lunghezza andiamo ad arrotolarle sino a che queste ultime, a causa della torsione, non andranno ad arricciarsi ad occhiello.
A questo punto tenendo l’occhiello bloccato o fra le dita o fra i denti (la “terza mano” ovvero la bocca, ci permetterà di lavorare assai velocemente potendo sfruttare le due mani in sincrono) ci troveremo ad avere due rami di fibra che andranno arrotolati ciascuno in senso orario, per poi intrecciarli fra loro in senso anti-orario; all’inizio sembrerà tutto piuttosto complicato ma una volta acquisita sufficiente manualità i lavori procederanno decisamente con più celerità.
Ovviamente avremo necessità, durante l’intreccio, di allungare volta, volta, i nostri rami, entrambi o uno per volta; la procedura è semplice ma all’inizio potrebbe risultare macchinosa, in pratica dovremo arrotolare le nuove fibre intorno al ramo da prolungare, è necessario cominciare le operazioni almeno con 10 cm di ramo ancora disponibile, in modo che vecchie e nuove fibre aderiscano bene fra loro. Una volta aggiunta la fibra si continuerà ad intrecciare normalmente.
Durante l’intreccio dovremo aver cura di serrare bene le spire del nostro cordame.
Una volta raggiunta la lunghezza desiderata chiuderemo il nostro intreccio con un semplice nodo piano ed ecco il nostro cordino sarà pronto ad essere utilizzato o stoccato.
Il procedimento illustrato produrrà un cordame resistente ma grezzo, qualora volessimo realizzarne di più omogeneo e “pregiato” dovremo cardare le fibre in modo da separarle in maniera più precisa eliminando residui legnosi ed i citati inserti dei rami fogliari; per la cardatura può essere utilizzata una spazzola metallica o, se si è in ambiente, un Cardo dei lanaioli secco.
https://puckdeiboschi.noblogs.org/tecniche-boschive-cordame-in-ortica-un-veloce-metodo-di-realizzazione-e-qualche-insidia-da-evitare-pdf/
Da qualche tempo delle alte ortiche facevano capolino da un prato appena pria dell’ingresso in paese, ieri mi sono al fine risoluto alla raccolta con l’intento di lavorarne i fusti a guisa di spago, mi sono dunque diretto alla volta delle piante recando meco l’infaticabile coltello con il quale ho raccolto un buon numero di steli, non prima di essermi frustato accidentalmente l’occhio sinistro con una pianta, fortunatamente senza particolari conseguenze.
In primis ho schiacciato gli steli ausiliandomi con una sorta di mattarello, essendo un’Ortica matura ed a fine ciclo lo stelo era piuttosto duro, con una pianta più giovane potremo utilizzare solo il manico del coltello ed il pollice.
In questa fase sarà necessario prestare adeguata attenzione ai punti d’inserto dei rametti fogliari perché se schiacciati troppo o troppo poco potrebbero danneggiare la continuità delle fibre che andremo a separare dalla parte legnosa del fusto e che ci serviranno per la realizzazione del nostro cordame.
Una volta schiacciati gli steli andremo ad aprirli in due per tutta la lunghezza: appena ricavato un “pertugio” nel materiale inseriremo il pollice e scorrendo per tutta la lunghezza procederemo aprendo completamente lo stelo; a questo punto decideremo se separarlo ulteriormente, ricavando più fibre e più sottili, o lavorare direttamente più fibrosità assieme.
Prenderemo susseguentemente uno stelo aperto ed a circa metà lunghezza lo piegheremo sino a spezzarlo, vedremo che a rompersi sarà la parte legnosa e non le fibre, a questo punto dovremo separare i due elementi facendo attenzione a non rovinare le fibrosità curando soprattutto la separazione delle stesse nei punti cruciali delle inserzioni dei rami fogliari.
Metteremo in seguito ad asciugare le nostre fibre,
non ci vorrà molto, giusto una mezz’ora. L’asciugatura è necessaria perché la fibra disidratata risulterà in primis più resistente e facile da intrecciare ed oltretutto non rischieremo che il nostro cordame “molli” durante l’inevitabile evaporazione dei liquidi perdendo di compattezza e quindi di resistenza.
Qualora volessimo intrecciare da fresco converrà mettere poi in opera immediatamente il nostro cordame curando bene il serraggio della nostra legatura e del nodo di chiusura.
Personalmente consiglio di lavorare le fibre da asciutte perché così potremo realizzare dei cordini resistenti, compatti e stoccabili, utilizzabili più volte.
Andiamo ora ad intrecciare le nostre fibre ricordandoci di sporzionare queste ultime in mazzetti dalla mole omogenea in base allo spessore finale che vorremo per il nostro cordame.
Prendiamo un mazzetto di fibre ed a metà della lunghezza andiamo ad arrotolarle sino a che queste ultime, a causa della torsione, non andranno ad arricciarsi ad occhiello.
A questo punto tenendo l’occhiello bloccato o fra le dita o fra i denti (la “terza mano” ovvero la bocca, ci permetterà di lavorare assai velocemente potendo sfruttare le due mani in sincrono) ci troveremo ad avere due rami di fibra che andranno arrotolati ciascuno in senso orario, per poi intrecciarli fra loro in senso anti-orario; all’inizio sembrerà tutto piuttosto complicato ma una volta acquisita sufficiente manualità i lavori procederanno decisamente con più celerità.
Ovviamente avremo necessità, durante l’intreccio, di allungare volta, volta, i nostri rami, entrambi o uno per volta; la procedura è semplice ma all’inizio potrebbe risultare macchinosa, in pratica dovremo arrotolare le nuove fibre intorno al ramo da prolungare, è necessario cominciare le operazioni almeno con 10 cm di ramo ancora disponibile, in modo che vecchie e nuove fibre aderiscano bene fra loro. Una volta aggiunta la fibra si continuerà ad intrecciare normalmente.
Durante l’intreccio dovremo aver cura di serrare bene le spire del nostro cordame.
Una volta raggiunta la lunghezza desiderata chiuderemo il nostro intreccio con un semplice nodo piano ed ecco il nostro cordino sarà pronto ad essere utilizzato o stoccato.
Il procedimento illustrato produrrà un cordame resistente ma grezzo, qualora volessimo realizzarne di più omogeneo e “pregiato” dovremo cardare le fibre in modo da separarle in maniera più precisa eliminando residui legnosi ed i citati inserti dei rami fogliari; per la cardatura può essere utilizzata una spazzola metallica o, se si è in ambiente, un Cardo dei lanaioli secco.