Dati
Data: 13/08/2016
Regione e provincia: Piemonte - TO
Località di partenza: Bout du Col (Prali)
Località di arrivo: Bout du Col (Prali)
Tempo di percorrenza: tanto
Chilometri: 16
Grado di difficoltà: F+
Descrizione delle difficoltà: roccette, tratti attrezzati, esposizione
Periodo consigliato: estate, autunno
Segnaletica: buona, tacche bianco-rosse, tacche gialle ometti
Dislivello in salita: 1.500
Dislivello in discesa: 1.500
Quota massima: 2.998
Accesso stradale: Arrivati a Prali, proseguire dritti, la strada diventa sterrata ai bivi tenere la destra, arrivati alla malga, lasciare la macchina (1.750 m)
Descrizione
Un'altra cima che puntavamo da un po', e oggi con @kima e @ghemon abbiamo preso.
Lasciata la macchina davanti alla malga dove vendono burro e formaggi, invece di prendere la sterrata per il lago Verde, prendiamo il sentiero 210, quello che va al queyron, guadiamo il torrente per guadagnare strada.
Il sentiero non battutissimo, sale ripido nel bosco a tornanti, si guadagna rapidamente altitudine.
In brevissimo tempo saliamo di 200 metri e finisce il bosco, il sentiero prosegue in mezzo ai pratoni a mezza costa.
C'è un lungo tratto in falso piano, dove guadagniamo altri 200 metri dopodiché raggiungiamo un bivio, prendiamo il sentiero di sinistra.
Perdiamo un po' di quota e attraversiamo nuovamente in torrente, e raggiungiamo la strada sterrata che porta verso il lago verde.
La strada alterna tratti ripidi e tratti pianeggianti, abbastanza rapidamente raggiungiamo la conca dove si trova il lago, qui lasciamo la strada e seguiamo il sentiero diretto dove incontriamo un a mandria di mucche
Proseguiamo e dopo pochi minuti siamo al Rifugio Bessone con davanti il Lago Verde (2.590 m), dove facciamo una breve pausa.
Da qui ci dirigiamo al colle Valpraveyere, in mezzo a pietraie e sfasciumi, si sale rapidamente a tornanti.
Dopo quasi duecento metri di sfasciumi, giungiamo al colle (2.737 m) e sbuchiamo in Francia, sulla sinistra abbiamo il Bucie.
Scendiamo per il sentiero, che però lasciamo sulla sinistra per una traccia a mezza costa indicata da ometti, questa permette di perdere meno quota, si attraversa una pietraia, comunque sempre guidati da numerosi ometti, alla fine si riprende a salire e si giunge al Colle Bucie (2.630 m)
dove troviamo il bivacco Soardi e l'attacco della nostra salita.
Il sentiero che porta al canale sud è molto ripido, e qua e la bisogna mettere le mani, ci mettiamo imbrago e kit da ferrata e caschetto.
Raggiungiamo la prima catena, in salita non serve molto, il kima non la tocca.
Anche la seconda catena in salita non è necessaria, lo sarà in discesa, in più è saltato uno spit che creerà qualche difficolta.
La terza catena è la più lunga, è presenta tratti verticali con roccia liscia, qui tenersi è obbligatorio.
Superato questo tratto si sale per un ripido canalino, e poi un tratto prato misto roccia.
Al termine del quale troviamo l'ultima catena, breve ma verticale.
Il passo per uscire è oltre la catena e un po' delicato, bisogna spostarsi a sinistra per trovare dei buoni appoggi per i piedi.
Superato questa difficoltà ci si trova davanti la placconata finale che porta in vetta.
Come si dice è un po' aerea, seguiamo bolli e ometti, qualche passo di facile arrampicata e finalmente siamo in vetta. Dove non c'è nulla solo un tubo .
Dalla vetta il primo sguardo è al Monviso.
poi a tutto il panorama.
Dopo qualche minuto mi raggiungono i miei compagni di avventura.
Restiamo qualche minuto in vetta e poi scendiamo, la discesa non è così agevole.
Una volta arrivati al bivacco, mangiamo...
Il kima tira fuori un tramezzino alla marmellata che chiede pietà
Alcuni stambecchi fanno capolino a mangiare il sale.
Ritorniamo alla macchina percorrendo la sterrata che è veramente eterna.
Bella gita insieme al kima e ghemon, un po' più ravanosa del previsto.
Alla prossima.
Data: 13/08/2016
Regione e provincia: Piemonte - TO
Località di partenza: Bout du Col (Prali)
Località di arrivo: Bout du Col (Prali)
Tempo di percorrenza: tanto
Chilometri: 16
Grado di difficoltà: F+
Descrizione delle difficoltà: roccette, tratti attrezzati, esposizione
Periodo consigliato: estate, autunno
Segnaletica: buona, tacche bianco-rosse, tacche gialle ometti
Dislivello in salita: 1.500
Dislivello in discesa: 1.500
Quota massima: 2.998
Accesso stradale: Arrivati a Prali, proseguire dritti, la strada diventa sterrata ai bivi tenere la destra, arrivati alla malga, lasciare la macchina (1.750 m)
Descrizione
Un'altra cima che puntavamo da un po', e oggi con @kima e @ghemon abbiamo preso.
Lasciata la macchina davanti alla malga dove vendono burro e formaggi, invece di prendere la sterrata per il lago Verde, prendiamo il sentiero 210, quello che va al queyron, guadiamo il torrente per guadagnare strada.
Il sentiero non battutissimo, sale ripido nel bosco a tornanti, si guadagna rapidamente altitudine.
C'è un lungo tratto in falso piano, dove guadagniamo altri 200 metri dopodiché raggiungiamo un bivio, prendiamo il sentiero di sinistra.
Perdiamo un po' di quota e attraversiamo nuovamente in torrente, e raggiungiamo la strada sterrata che porta verso il lago verde.
La strada alterna tratti ripidi e tratti pianeggianti, abbastanza rapidamente raggiungiamo la conca dove si trova il lago, qui lasciamo la strada e seguiamo il sentiero diretto dove incontriamo un a mandria di mucche
Proseguiamo e dopo pochi minuti siamo al Rifugio Bessone con davanti il Lago Verde (2.590 m), dove facciamo una breve pausa.
Scendiamo per il sentiero, che però lasciamo sulla sinistra per una traccia a mezza costa indicata da ometti, questa permette di perdere meno quota, si attraversa una pietraia, comunque sempre guidati da numerosi ometti, alla fine si riprende a salire e si giunge al Colle Bucie (2.630 m)
dove troviamo il bivacco Soardi e l'attacco della nostra salita.
Il sentiero che porta al canale sud è molto ripido, e qua e la bisogna mettere le mani, ci mettiamo imbrago e kit da ferrata e caschetto.
Raggiungiamo la prima catena, in salita non serve molto, il kima non la tocca.
Anche la seconda catena in salita non è necessaria, lo sarà in discesa, in più è saltato uno spit che creerà qualche difficolta.
La terza catena è la più lunga, è presenta tratti verticali con roccia liscia, qui tenersi è obbligatorio.
Il passo per uscire è oltre la catena e un po' delicato, bisogna spostarsi a sinistra per trovare dei buoni appoggi per i piedi.
Superato questa difficoltà ci si trova davanti la placconata finale che porta in vetta.
Come si dice è un po' aerea, seguiamo bolli e ometti, qualche passo di facile arrampicata e finalmente siamo in vetta. Dove non c'è nulla solo un tubo .
Dalla vetta il primo sguardo è al Monviso.
Restiamo qualche minuto in vetta e poi scendiamo, la discesa non è così agevole.
Una volta arrivati al bivacco, mangiamo...
Il kima tira fuori un tramezzino alla marmellata che chiede pietà
Ritorniamo alla macchina percorrendo la sterrata che è veramente eterna.
Bella gita insieme al kima e ghemon, un po' più ravanosa del previsto.
Alla prossima.
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