- Parchi del Veneto
-
- Parco Regionale dei Colli Euganei
Dati
Data: 03/07/2018
Regione e provincia: veneto, pd
Località di partenza: santa margherita d'adige, da poco piu' a sud della lapide alle coordinate 45.2095284,11.5533977
Località di arrivo: padova, zona della ex vescovi
Tempo di percorrenza: 6 ore con varie soste e deviazioni
Chilometri: 50
Grado di difficoltà: semplice, ma perche' qualsiasi persona sana di mente dovrebbe imitarmi???
Descrizione delle difficoltà: afa e temperature oltre 30 gradi (portarsi molta acqua!!!), sterrato, alcuni attraversamenti su strade trafficate e quindi pericolosi, qualche piccola salita e rampa
Periodo consigliato: primavera o autunno
Segnaletica: buona, ma non l'ho utilizzata perche' in vari punti ho deviato dai percorsi principali
Dislivello in salita: poco, un paio di salite, qualche rampa e
Dislivello in discesa:
Quota massima: forse 40 m?
Accesso stradale: tutto su ciclabile e strada, in gran parte extraurbane
Traccia GPS: nessuna
Descrizione
fino a qualche anno fa stavo a este. avevo amici nei paesi vicini, e andavo a trovarli in bici o in motorino girando per i paesetti desolati. inoltre, andando a pescare in bici facevo spesso pedalate molto lunghe, solitamente da 30 a 50 km. da quando ho traslocato a padova purtroppo le occasioni si sono annullate, dato che non amo le strade trafficate e distanti dai campi. in piu' da qualche anno avevo l'idea di fare il giro in bici da este a padova, o il contrario, ma per vari motivi non avevo mai potuto farlo. quindi mi sono ridotto a giretti cittadini di qualche km.
l'anno scorso, durante il mio giretto in francia e belgio, mi ero portato la bici pieghevole, che mi ha fatto molto comodo per piccoli spostamenti in citta' (in effetti potrei fare anche il report di quel giro). cosi', dato che per un problema alla macchina dovevo andare dal mio meccanico, a santa margherita d'adige, ho pensato di mettere insieme un po' di cose, caricare la bici e fare con quella la strada fino alla stazione di este o monselice, e da li prendere il treno. una delle premesse fondamentali e' che era previsto brutto tempo, per cui avrei avuto la copertura delle nuvole e temperature piu' basse. gli dei non mi sono stati propizi quanto da me auspicato.
grazie al mio fantastico allenamento, posso quindi elargirvi questo bellissimo report
ho lasciato la mia cucciolotta di ferro dal meccanico e scaricato la bici. da li sono partito all'avventura
eccovi la vista delle campagne dal cippo
e la vista verso santa margherita
forte di una borraccia del deca piu' un'altra bottiglietta da mezzo litro nello zaino, sono partito tutto convinto. spoiler: non mi sarebbe bastata, ma sono un gran parac**o.
passato il paese ed evitato accuratamente le "taglie" (posto spersissimo), ho puntato dritto dritto su bresega di ponso, uno dei posti di fama mondiale e che sicuramente tutti conoscerete benissimo. eccovi la sua chiesa
da li ho proseguito in direzione tresto, bastava solo andare dritti. eccovi una vista dei colli euganei dalla campagna. io adoro i colli, mi sembra quasi strano l'idea di abitare cosi' distante. si distinguono sulla sinistra il venda, e sulla destra il cero/castello e il cecilia, e la rocca di monselice (bassissima e quasi coperta dagli alberi, e' quella piu' a destra). degli altri colli non so il nome, lo ammetto, sono ignorante come una zappa.
la pedalata sembra andar bene. quella bici ha le ruote piccole, quindi i rapporti sono un po' corti e non sembra stancare molto, almeno inizialmente...
arrivo quindi al santuario del tresto. c'e' una simpatica leggenda in merito: un barcarolo avrebbe avuto una apparizione mariana ad este, e la madonna gli avrebbe detto "vai, fermati dove ti senti, pianta il tuo coltello per terra e li sgorghera' dell'acqua e tu fonderai un santuario in mio onore". bene, qui e' dove il barcarolo si e' fermato. e, da este, ci e' arrivato in barca (a 6 o 7 km). all'epoca c'era tutta una rete di laghi, paludi e canali che purtroppo si e' persa. comunque resta la sagra in memoria del miracolo, e il santuario. c'erano fuori le panche, a breve faranno la festa della birra
la facciata
da qui punto su ospedaletto euganeo ma, appena superato il passaggio a livello, giro per "peagnola" (via peagna) e proseguo dritto. questa vietta porta vicino ad este, sbocca sulla ex statale 10 a fianco del manfredini, l'ex collegio dei salesiani. i colli si avvicinano.
attraverso la statale 10, uno dei punti piu' pericolosi della faccenda. da poco tempo hanno fatto, piu' a nord, alcuni sottopassaggi per ciclisti e relative ciclabili, ma in quella zona abbiamo avuto purtroppo una fila assurda di morti e incidenti. continua la mia pedalata e passo di fianco alla torre dell'omonima localita'. una leggenda vuole che sotto di essa sfoci un tunnel che parte dal castello di este, che sarebbe stato usato nella seconda guerra mondiale da alcuni prigionieri per fuggire
e passo sopra il fiume frassine/canale brancaglia e altri 2 o 3 nomi diversi. le casi li sotto una volta erano tutte di pescatori, e si pescavano anguille, cefali di risalita e persino storioni. durante il ventennio fece scalpore la cattura di uno storione di oltre 2 m, e nel dopoguerra di un pesce violino, risalito chissa' come dall'adriatico fino a li. adesso, a causa dell'inquinamento, e' ridotto ad uno schifo, come tutti i canali della zona.
proseguo la mia pedalata. passo davanti a casa dei miei, ma non posso fermarmi. ed e' una sensazione stranissima, un po' amara. in localita' restara giro verso il centro di este, poi giro di nuovo subito dopo il ponte delle grazie (dall'omonima chiesa) per seguire il corso del canale bisatto, che per gran parte del suo argine ospita tratti dell'anello ciclabile dei colli. e, proprio li, mi fermo per altre due foto.
questo riccetto mi piace tantissimo. si nota il castello. ricordate il barcarolo di cui sopra? bene, e' partito dal punto segnato dalla chiesetta nella foto qui sotto!!!
decido di puntare sulla stazione di monselice, ben piu' grande e trafficata di quella di este. continuo lungo l'argine, attraverso un'altra via trafficata e proseguo verso marendole. e qua gli dei infieriscono: sole a picco e vento contrario. in compenso i colli restano vicini e la rocca e' ben visibile
la biciclettina da viaggio inizia a essere scomoda, dopo una 20ina di km buoni dalla partenza. poco prima di passare il cementificio e i ponti di marendole, sono quasi assordato dal suono delle cicale. e' pieno e stanno facendo un casino assurdo!!! comunque, sono quasi a monselice. e sono un po' a corto di acqua della borraccia. mi fermo per vedere una nutria di passaggio
e per scattare una vista del paese
mentre passo, vedo il regionale che va a padova che passa e arriva in stazione. il prossimo sara' tra una ventina di minuti, quindi avrei anche poco da aspettare. pero' non mi sento stanco, ho solo un po' di fastidio alle terga, e mi viene l'idea malsana: perche' non fare tutta la tirata in bici??? come prima cosa, devo raccattare un po' di acqua.
ricordavo da alcuni anni fa che c'e' un rubinetto in piazza ossicella, da cui non sono lontano. ci passo, mi fermo, c'e' ancora. benissimo, bevo ancora e faro' il primo refill strategico. poi torno verso il canale. da notare: il bisatto permetteva di arrivare a vicenza, passando per este, monselice, battaglia e altri paesi, direttamente dalla laguna. e qualcuno ha avuto l'idea artistica di commemorarlo.
si, non si vede benissimo, ma e' una gondola e un imbarcadero in puro stile veneziano. queste zone sono piene di tracce simili, peccato che molti si siano fregati il fregabile, ad es recintando l'accesso agli imbarcadari o distruggendoli e rubando cippi, targhe e quanto si potesse portar via. e quasi sempre chi ha fatto queste vaccate era gente del posto e ben in alto...
vabbe', proseguo verso battaglia terme. non c'e' molto da dire, un rettilineo sotto il sole cocente. anche qui bevo moltissimo, e mi trovo di nuovo a corto di acqua. e anche qui non mi preoccupo, perche' stavolta vado sul sicuro e so dove trovarla, appena prima di arrivare a battaglia terme (vi risparmio la foto con i soliti ponti in stile veneziano, stupendi quanto monotoni). in compenso c'e' chi ha momenti di improvviso moralismo espressi a random
dopo questa finezza religiosa e aver riempito la borraccia, ho fame. punto sul centro, so dove e' il supermercato, ma e' chiuso! vabbe', proseguo verso padova... o forse no?
passo la zona dei ponti e punto dritto sul catajo, di cui vi lascio questa inquadratura
da qui mi distacco dai circuiti ciclabili e proseguo lungo la strada del catajo fino alla mandria. ma le sorprese non sono finite!!!
le foto col cellulare non rendono molto...
...ma i miei bersagli stanno in posa abbastanza da permettermi di prendere la compattina!!!
due lepri, che si vanno a sommare a tutti gli altri animali visti nella pedalata (picchi, gheppi, cavedani, aironi, garzette, tartarughe trachemys, nutrie, lucertole e vari uccellini misti)
nel frattempo la sete mi e' passata, la fame mi da meno fastidio, ma le mie nobili chiappe mi fanno capire che la situazione non e' cosi' rosea. inoltre le ruote piccole, cosi' comode all'inizio e poi col vento contrario salendo e scendendo da argini e rampe, hanno il fastidioso svantaggio che dopo mille pedalate sei ancora li', e come velocita' e metri percorsi per pedalata sono a dir poco una barzelletta. decido pero', con sommo masochismo, di prolungare e deviare ancora. passo la mandria, prendo la ciclabile parallela al canale e alla circonvallazione ovest, poi torreglia. e qui capisco che ho ancora dei km nelle gambe, ma non sulle chiappe. quel sellino sta diventando una tortura. punto su torreglia, poi tramonte e praglia. mi fermo solo per una foto vicino all'abbazia (l'anno scorso ho fatto la ciclabile di san daniele, molto bella ma quest'anno ci sono solo passato vicino)
l'abbazia di praglia secondo me merita non uno, ma 50 cenni. e' molto bella e ben integrata nel paesaggio, i frati hanno una rivendita di loro prodotti un po' cari ma di ottima qualita', e c'e' vicino un bellissimo sentiero. comunque, non e' il caso di fermarsi o di andarci ora. proseguo verso le feriole e selvazzano, dove mi fermero' a casa di qualcuna e potro' scendere un po' dalla sella e mangiare e bere qualcosa. faccio anche due passi li attorno, cosi' per sgranchirmi, e trovo un mio ex studente. mi ha fatto piacere vederlo, la sua faccia sconvolta pero' e' stata top (e posso capirlo!!! )
dopo un po' di svacco e relax, riprendo la bici e parto. e' previsto brutto per le 7 e una amica da trento mi ha avvisato che da lei ha fatto il disastro, quindi potrebbe essere dura anche qua, quindi decido di muovermi. ma le chiappe dopo qualche km mi ricordano che non vogliono piu' saperne di quel sellino, anche se ormai sono nell'hinterland. passo il ponte di tencarola, molto paesaggistico, poi passo la frazione e arrivo a brusegana, e trovo l'ultimo ostacolo: il cavalcavia sopra la tangenziale!!! e stavolta i rapporti corti mi aiutano, anche se come velocita' sono quasi a zero. passo gli ultimi 2 km di urbano, ormai in centro a padova, e arrivo all'agognata meta. sono a casa, e' andata, mi lancio sotto la doccia. e sono felice del mio giro, ma forse la prossima volta devo organizzarmi meglio
ecco l'avveniristico mezzo che mi ha transitato dalla bassa padovana al margine dei colli (evitando accuratamente le salite!) alla citta'
ed ecco le mie zampe post doccia... vi risparmio la mia condizione attuale
ok, direi che e' tutto. vi ringrazio della pazienza. ah si, dimenticavo: ho le gambe un po' stanche, no problem, e soprattutto so che al prossimo giro al deca comprero' un coprisella imbottito!!!
Data: 03/07/2018
Regione e provincia: veneto, pd
Località di partenza: santa margherita d'adige, da poco piu' a sud della lapide alle coordinate 45.2095284,11.5533977
Località di arrivo: padova, zona della ex vescovi
Tempo di percorrenza: 6 ore con varie soste e deviazioni
Chilometri: 50
Grado di difficoltà: semplice, ma perche' qualsiasi persona sana di mente dovrebbe imitarmi???
Descrizione delle difficoltà: afa e temperature oltre 30 gradi (portarsi molta acqua!!!), sterrato, alcuni attraversamenti su strade trafficate e quindi pericolosi, qualche piccola salita e rampa
Periodo consigliato: primavera o autunno
Segnaletica: buona, ma non l'ho utilizzata perche' in vari punti ho deviato dai percorsi principali
Dislivello in salita: poco, un paio di salite, qualche rampa e
Dislivello in discesa:
Quota massima: forse 40 m?
Accesso stradale: tutto su ciclabile e strada, in gran parte extraurbane
Traccia GPS: nessuna
Descrizione
fino a qualche anno fa stavo a este. avevo amici nei paesi vicini, e andavo a trovarli in bici o in motorino girando per i paesetti desolati. inoltre, andando a pescare in bici facevo spesso pedalate molto lunghe, solitamente da 30 a 50 km. da quando ho traslocato a padova purtroppo le occasioni si sono annullate, dato che non amo le strade trafficate e distanti dai campi. in piu' da qualche anno avevo l'idea di fare il giro in bici da este a padova, o il contrario, ma per vari motivi non avevo mai potuto farlo. quindi mi sono ridotto a giretti cittadini di qualche km.
l'anno scorso, durante il mio giretto in francia e belgio, mi ero portato la bici pieghevole, che mi ha fatto molto comodo per piccoli spostamenti in citta' (in effetti potrei fare anche il report di quel giro). cosi', dato che per un problema alla macchina dovevo andare dal mio meccanico, a santa margherita d'adige, ho pensato di mettere insieme un po' di cose, caricare la bici e fare con quella la strada fino alla stazione di este o monselice, e da li prendere il treno. una delle premesse fondamentali e' che era previsto brutto tempo, per cui avrei avuto la copertura delle nuvole e temperature piu' basse. gli dei non mi sono stati propizi quanto da me auspicato.
grazie al mio fantastico allenamento, posso quindi elargirvi questo bellissimo report
ho lasciato la mia cucciolotta di ferro dal meccanico e scaricato la bici. da li sono partito all'avventura
eccovi la vista delle campagne dal cippo
e la vista verso santa margherita
forte di una borraccia del deca piu' un'altra bottiglietta da mezzo litro nello zaino, sono partito tutto convinto. spoiler: non mi sarebbe bastata, ma sono un gran parac**o.
passato il paese ed evitato accuratamente le "taglie" (posto spersissimo), ho puntato dritto dritto su bresega di ponso, uno dei posti di fama mondiale e che sicuramente tutti conoscerete benissimo. eccovi la sua chiesa
da li ho proseguito in direzione tresto, bastava solo andare dritti. eccovi una vista dei colli euganei dalla campagna. io adoro i colli, mi sembra quasi strano l'idea di abitare cosi' distante. si distinguono sulla sinistra il venda, e sulla destra il cero/castello e il cecilia, e la rocca di monselice (bassissima e quasi coperta dagli alberi, e' quella piu' a destra). degli altri colli non so il nome, lo ammetto, sono ignorante come una zappa.
la pedalata sembra andar bene. quella bici ha le ruote piccole, quindi i rapporti sono un po' corti e non sembra stancare molto, almeno inizialmente...
arrivo quindi al santuario del tresto. c'e' una simpatica leggenda in merito: un barcarolo avrebbe avuto una apparizione mariana ad este, e la madonna gli avrebbe detto "vai, fermati dove ti senti, pianta il tuo coltello per terra e li sgorghera' dell'acqua e tu fonderai un santuario in mio onore". bene, qui e' dove il barcarolo si e' fermato. e, da este, ci e' arrivato in barca (a 6 o 7 km). all'epoca c'era tutta una rete di laghi, paludi e canali che purtroppo si e' persa. comunque resta la sagra in memoria del miracolo, e il santuario. c'erano fuori le panche, a breve faranno la festa della birra
la facciata
da qui punto su ospedaletto euganeo ma, appena superato il passaggio a livello, giro per "peagnola" (via peagna) e proseguo dritto. questa vietta porta vicino ad este, sbocca sulla ex statale 10 a fianco del manfredini, l'ex collegio dei salesiani. i colli si avvicinano.
attraverso la statale 10, uno dei punti piu' pericolosi della faccenda. da poco tempo hanno fatto, piu' a nord, alcuni sottopassaggi per ciclisti e relative ciclabili, ma in quella zona abbiamo avuto purtroppo una fila assurda di morti e incidenti. continua la mia pedalata e passo di fianco alla torre dell'omonima localita'. una leggenda vuole che sotto di essa sfoci un tunnel che parte dal castello di este, che sarebbe stato usato nella seconda guerra mondiale da alcuni prigionieri per fuggire
e passo sopra il fiume frassine/canale brancaglia e altri 2 o 3 nomi diversi. le casi li sotto una volta erano tutte di pescatori, e si pescavano anguille, cefali di risalita e persino storioni. durante il ventennio fece scalpore la cattura di uno storione di oltre 2 m, e nel dopoguerra di un pesce violino, risalito chissa' come dall'adriatico fino a li. adesso, a causa dell'inquinamento, e' ridotto ad uno schifo, come tutti i canali della zona.
proseguo la mia pedalata. passo davanti a casa dei miei, ma non posso fermarmi. ed e' una sensazione stranissima, un po' amara. in localita' restara giro verso il centro di este, poi giro di nuovo subito dopo il ponte delle grazie (dall'omonima chiesa) per seguire il corso del canale bisatto, che per gran parte del suo argine ospita tratti dell'anello ciclabile dei colli. e, proprio li, mi fermo per altre due foto.
questo riccetto mi piace tantissimo. si nota il castello. ricordate il barcarolo di cui sopra? bene, e' partito dal punto segnato dalla chiesetta nella foto qui sotto!!!
decido di puntare sulla stazione di monselice, ben piu' grande e trafficata di quella di este. continuo lungo l'argine, attraverso un'altra via trafficata e proseguo verso marendole. e qua gli dei infieriscono: sole a picco e vento contrario. in compenso i colli restano vicini e la rocca e' ben visibile
la biciclettina da viaggio inizia a essere scomoda, dopo una 20ina di km buoni dalla partenza. poco prima di passare il cementificio e i ponti di marendole, sono quasi assordato dal suono delle cicale. e' pieno e stanno facendo un casino assurdo!!! comunque, sono quasi a monselice. e sono un po' a corto di acqua della borraccia. mi fermo per vedere una nutria di passaggio
e per scattare una vista del paese
mentre passo, vedo il regionale che va a padova che passa e arriva in stazione. il prossimo sara' tra una ventina di minuti, quindi avrei anche poco da aspettare. pero' non mi sento stanco, ho solo un po' di fastidio alle terga, e mi viene l'idea malsana: perche' non fare tutta la tirata in bici??? come prima cosa, devo raccattare un po' di acqua.
ricordavo da alcuni anni fa che c'e' un rubinetto in piazza ossicella, da cui non sono lontano. ci passo, mi fermo, c'e' ancora. benissimo, bevo ancora e faro' il primo refill strategico. poi torno verso il canale. da notare: il bisatto permetteva di arrivare a vicenza, passando per este, monselice, battaglia e altri paesi, direttamente dalla laguna. e qualcuno ha avuto l'idea artistica di commemorarlo.
si, non si vede benissimo, ma e' una gondola e un imbarcadero in puro stile veneziano. queste zone sono piene di tracce simili, peccato che molti si siano fregati il fregabile, ad es recintando l'accesso agli imbarcadari o distruggendoli e rubando cippi, targhe e quanto si potesse portar via. e quasi sempre chi ha fatto queste vaccate era gente del posto e ben in alto...
vabbe', proseguo verso battaglia terme. non c'e' molto da dire, un rettilineo sotto il sole cocente. anche qui bevo moltissimo, e mi trovo di nuovo a corto di acqua. e anche qui non mi preoccupo, perche' stavolta vado sul sicuro e so dove trovarla, appena prima di arrivare a battaglia terme (vi risparmio la foto con i soliti ponti in stile veneziano, stupendi quanto monotoni). in compenso c'e' chi ha momenti di improvviso moralismo espressi a random
dopo questa finezza religiosa e aver riempito la borraccia, ho fame. punto sul centro, so dove e' il supermercato, ma e' chiuso! vabbe', proseguo verso padova... o forse no?
passo la zona dei ponti e punto dritto sul catajo, di cui vi lascio questa inquadratura
da qui mi distacco dai circuiti ciclabili e proseguo lungo la strada del catajo fino alla mandria. ma le sorprese non sono finite!!!
le foto col cellulare non rendono molto...
...ma i miei bersagli stanno in posa abbastanza da permettermi di prendere la compattina!!!
due lepri, che si vanno a sommare a tutti gli altri animali visti nella pedalata (picchi, gheppi, cavedani, aironi, garzette, tartarughe trachemys, nutrie, lucertole e vari uccellini misti)
nel frattempo la sete mi e' passata, la fame mi da meno fastidio, ma le mie nobili chiappe mi fanno capire che la situazione non e' cosi' rosea. inoltre le ruote piccole, cosi' comode all'inizio e poi col vento contrario salendo e scendendo da argini e rampe, hanno il fastidioso svantaggio che dopo mille pedalate sei ancora li', e come velocita' e metri percorsi per pedalata sono a dir poco una barzelletta. decido pero', con sommo masochismo, di prolungare e deviare ancora. passo la mandria, prendo la ciclabile parallela al canale e alla circonvallazione ovest, poi torreglia. e qui capisco che ho ancora dei km nelle gambe, ma non sulle chiappe. quel sellino sta diventando una tortura. punto su torreglia, poi tramonte e praglia. mi fermo solo per una foto vicino all'abbazia (l'anno scorso ho fatto la ciclabile di san daniele, molto bella ma quest'anno ci sono solo passato vicino)
l'abbazia di praglia secondo me merita non uno, ma 50 cenni. e' molto bella e ben integrata nel paesaggio, i frati hanno una rivendita di loro prodotti un po' cari ma di ottima qualita', e c'e' vicino un bellissimo sentiero. comunque, non e' il caso di fermarsi o di andarci ora. proseguo verso le feriole e selvazzano, dove mi fermero' a casa di qualcuna e potro' scendere un po' dalla sella e mangiare e bere qualcosa. faccio anche due passi li attorno, cosi' per sgranchirmi, e trovo un mio ex studente. mi ha fatto piacere vederlo, la sua faccia sconvolta pero' e' stata top (e posso capirlo!!! )
dopo un po' di svacco e relax, riprendo la bici e parto. e' previsto brutto per le 7 e una amica da trento mi ha avvisato che da lei ha fatto il disastro, quindi potrebbe essere dura anche qua, quindi decido di muovermi. ma le chiappe dopo qualche km mi ricordano che non vogliono piu' saperne di quel sellino, anche se ormai sono nell'hinterland. passo il ponte di tencarola, molto paesaggistico, poi passo la frazione e arrivo a brusegana, e trovo l'ultimo ostacolo: il cavalcavia sopra la tangenziale!!! e stavolta i rapporti corti mi aiutano, anche se come velocita' sono quasi a zero. passo gli ultimi 2 km di urbano, ormai in centro a padova, e arrivo all'agognata meta. sono a casa, e' andata, mi lancio sotto la doccia. e sono felice del mio giro, ma forse la prossima volta devo organizzarmi meglio
ecco l'avveniristico mezzo che mi ha transitato dalla bassa padovana al margine dei colli (evitando accuratamente le salite!) alla citta'
ed ecco le mie zampe post doccia... vi risparmio la mia condizione attuale
ok, direi che e' tutto. vi ringrazio della pazienza. ah si, dimenticavo: ho le gambe un po' stanche, no problem, e soprattutto so che al prossimo giro al deca comprero' un coprisella imbottito!!!