Escursione Nuova Zelanda: Tongariro Alpine Crossing

Dati

Data: Aprile 2019
Regione e provincia: Nuova Zelanda Isola del Nord
Località di partenza: Mangatepopo Hut
Località di arrivo: Mangatepopo Hut
Tempo di percorrenza: 6h circa A/R
Chilometri: 20 circa
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: Lunghezza e alcuni tratti di salita dura
Periodo consigliato: Primavera e Autunno australe
Segnaletica: Perfetta
Dislivello in salita: -
Dislivello in discesa: -
Quota massima: -
Accesso stradale: Parcheggio Mangatepopo
Traccia GPS: -


Descrizione

Arriviamo al Mangatepopo Hut verso le 9 della mattina del giorno di Pasqua. Il tempo è strepitoso, non c’è una sola nuvola sopra la nostra testa!

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Queste sono zone sacre per l’etnia Maori. E lo sono anche per noi, vista la sacralità con cui affrontiamo questo meraviglioso trekking sulle orme dei protagonisti de Il Signore degli Anelli. Il Tongariro National Park si trova nella zona centrale dell’Isola del nord, all’interno del suo territorio ci sono tre vulcani attivi: Ruapehu, Ngauruhoe (il famigerato Monte Fato) e Tongariro. Il percorso è di circa 20 km, e si snoda in mezzo ai vulcani Ngauruhoe e Tongariro, fra loro molto vicini. È considerato uno degli itinerari da compiere in giornata più belli e scenografici della Nuova Zelanda.

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Il primo tratto del percorso è praticamente pianeggiate: siamo alle pendici dei vulcani Ngauruhoe e Tongariro, e da lontano si riesce a vedere anche la vetta innevata del Mt Ruapehu, situato più a sud. Il sentiero segue il torrente Mangatepopo, che si fa largo fra i versanti dei due vulcani. La terra ha un colore molto particolare, un grigio-scuro derivante dalle rocce vulcaniche, punteggiata di arbusti dalle varie gradazioni di colore, dal verde al marrone. Si affronta tranquillamente, quasi passeggiando e scattando molte splendide fotografie.

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Poi inizia la salita, il sentiero si inerpica sul versante del Tongariro, lasciando chiaramente visibile alla nostra destra il Monte Fato (Ngauruhoe) che si lascia ammirare in tutta la sua meravigliosa bellezza. Il tratto è impegnativo dal punto di vista fisico. Tecnicamente è molto semplice e ben tenuto e in alcuni punti vi sono degli scalini ad agevolare la salita.

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Procediamo per un breve tratto pianeggiante che ci regala un attimo di respiro, quindi letteralmente sospinti dall’entusiasmo e dal vento attraversiamo questo altopiano formato dalle pendici dei due vulcani. La strada è una polverosa lingua di terra chiara che sfuma gradualmente nella piana color mattone. Mentre camminiamo ci tornano in mente le scene del film, le battaglie, le cavalcate e tutto il resto. Siamo a Mordor e ce ne rendiamo conto metro dopo metro!

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Saliamo ancora, il sentiero è sempre più difficoltoso, sia per la pendenza della salita che per il vento. Quando ci voltiamo indietro, il panorama che si apre alle nostre spalle, sulla piana appena attraversata, fa mancare il fiato per la bellezza!

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Arriviamo in cresta, combattiamo con il vento, siamo stanchi, ma quello che riusciamo a vedere è qualcosa di “perfetto”. Finalmente siamo nel punto più alto del percorso, su un piccolo altopiano a poca distanza dalla cima del Tongariro. L’aria ha un forte odore di uova marce: colpa dei vapori sulfurei che escono dal Red Crater, uno dei crateri secondari del Ngauruhoe. Ci avviciniamo sul bordo del sentiero… il cratere è davvero di coloro rosso, a causa dell’ossido di ferro, con nuvole di vapore che fuoriscono dall’interno. Bellissimo!

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Da qui in poi, per chi prosegue (noi dobbiamo tornare indietro per il medesimo percorso in quanto abbiamo lasciato l’auto al parcheggio che è limitato soltanto a poche ore) comincia la discesa. Facciamo poche decine di metri e ci fermiamo. Davanti a noi si apre uno dei paesaggi più belli e scenografici che abbia mai visto: in mezzo alla valle color marrone, circondati dalle pendici dei vulcani, ci sono tre laghi. Laghi di colore smeraldo (Emerald lake), buttati lì, come niente fosse, in mezzo alle rocce vulcaniche. Sono letteralmente delle pennellate di colore che nessun pittore avrebbe mai saputo dare. Restiamo inebetiti davanti a cotanta bellezza. Siamo stanchi, ma il paesaggio, con la sua prorompente bellezza riesce a riempirci completamente.

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In lontananza si vede un altro lago, più grande, di colore azzurro. Mangiamo l’agognato pranzo e poco dopo ripartiamo per tornare indietro (alla fine i km totali saranno esattamente equivalenti al totale del percorso). Dobbiamo sbrigarci per non sforare il tetto massimo consentito in termini di ore di parcheggio.

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Questo trekking è il realtà una traversata che si può fare facendosi portare in loco (per poi farsi riprendere alla fine del trekking) da un van. Noi avevamo prenotato il tutto per il giorno successivo, ma le cattive previsioni atmosferiche ci hanno costretto ad anticipare il tutto (rinunciando al van e quindi alla traversata) di un giorno. Ne è però valsa la pena visto che abbiamo preso una delle giornate migliori dell’anno (senza una sola nuvola dal principio alla fine).

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Ritornando indietro, ripercorriamo l’itinerario godendoci tutte le bellezze ammirate salendo fino in cresta.

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Quello che ci ha regalato questa giornata è difficilmente spiegabile. Queste strade vanno percorse per provare le emozioni che abbiamo provato noi. Scrivere e mostrare fotografie potrebbe non bastare.

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Arriviamo alla macchina esausti ma felici, fuori tempo massimo forse ma l’auto è ancora lì (siamo stati molto fortunati). Ci guardiamo intorno, sappiamo che il Tongariro Alpine Crossing è un trekking leggendario e noi lo abbiamo percorso, a modo nostro si, ma fa lo stesso. Siamo orgogliosi, stanchi, felici come una “Pasqua”!

Il Video del trekking

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