Recensione Scalatori Le più audaci imprese alpinistiche

Scalatori
Le più audaci imprese alpinistiche

Antologia: dal greco antos (fiore) e lego (raccogliere). Termine che ci riporta ai tempi della scuola, quando questo immancabile volume ci proponeva i migliori passi della letteratura mondiale. Questa del 1952 è proprio un’antologia, ma dedicata alla montagna e alla conquista delle Alpi, dove pagina dopo pagina scorrono i nomi che l’hanno fatta grande.
Whymper, Rey, Piaz, Comici, Cassin, Bonatti e tanti altri raccontano in prima persona le loro imprese, in un tempo dove si saliva con pochi mezzi e tanta passione. E così – con l’aiuto di sgranate immagini in bianco e nero – seguiamo la prima scalata del Cervino, una messa sul Monte Bianco, la nord del Civetta e del Grands Jorasses, l’Eiger raccontato da Kasparek. Un testo avvincente e immancabile che è anche una storia evolutiva delle tecniche alpinistiche e del costume della montagna.

“Ma nonostante la loro opposta natura, una specie di rapporto collega il piacere con la pena. Colui che vuole perorrere le montagne deve attendersi rudi fatiche. Ma la fatica dà la forza, non soltanto la forza muscolare ma la forza morale; risveglia tutte le facoltà e dalla forza nasce il piacere. Spesso ancora avviene di udire la domanda: «Ma il piacere equivale alla pena?» In verità ci è impossibile stimare il nostro piacere come si misura il vino, come si pesa il pane; non è per questo meno reale. Quand’anche potessi cancellare dalla mia mente ogni ricordo, dirò ancora che le mie scalate nelle Alpi mi hanno ripagato delle pene, poiché esse mi hanno dato due cose che son tra le migliori che l’uomo possa possedere quaggiù: la salute e l’amicizia”.
Edward Whymper


Attilio Borgognoni e Giovanni Titta Rosa, Scalatori, Hoepli
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