Una delle miniere d'oro più antiche e misteriose della valle Antrona è riuscita a sfuggire alle nostre ricerche per lungo tempo.
Coltivata a cavallo tra il 1700 ed il 1800, era lavorata su un dislivello di circa cento metri, con diversi pozzi a collegare le diverse gallerie.
Lavoro assai notevole per l'epoca.
Le ricerche di questa miniera sono andate avanti per circa 1 anno con pochi o scarsi risultati, fino a ieri.
Pochissime infatti sono le informazioni rintracciabili sui documenti storici e identificare e restringere il campo di ricerca è stato lungo ed impegnativo.
Durante la giornata di ricerca, il suggestivo paesaggio innevato ci permetteva di vedere i percorsi degli animali selvatici.
Lungo buona parte del sentiero siamo stati accompagnati da impronte di canidi di taglia media (lupi?).
Lungo un crepaccio, del ghiaccio assumeva una particolarissima struttura quasi a nido d'ape, prima di trasformarsi, poco sotto, in una enorme stalattite.
La nostra ricerca ci ha condotto poi fuoritraccia, li dove solo gli animali osano.
Il rumore lontano di neve che cadeva con forza da uno strapiombo ha attirato la nostra attenzione verso una parete rocciosa, dove uno scavo, antico si, ma chiaramente artificiale sviluppava lungo una faglia.
Li poco più avanti, un tunnel proseguiva verso l'oscurità.
Senza attrezzatura, vestiario speleo e sopraffatti dall'irresistibile impulso che solo la nostra passione sa darci ci siamo avventurati all'interno...
Ma questa parte ve la racconto più avanti
Coltivata a cavallo tra il 1700 ed il 1800, era lavorata su un dislivello di circa cento metri, con diversi pozzi a collegare le diverse gallerie.
Lavoro assai notevole per l'epoca.
Le ricerche di questa miniera sono andate avanti per circa 1 anno con pochi o scarsi risultati, fino a ieri.
Pochissime infatti sono le informazioni rintracciabili sui documenti storici e identificare e restringere il campo di ricerca è stato lungo ed impegnativo.
Durante la giornata di ricerca, il suggestivo paesaggio innevato ci permetteva di vedere i percorsi degli animali selvatici.
Lungo buona parte del sentiero siamo stati accompagnati da impronte di canidi di taglia media (lupi?).
Lungo un crepaccio, del ghiaccio assumeva una particolarissima struttura quasi a nido d'ape, prima di trasformarsi, poco sotto, in una enorme stalattite.
La nostra ricerca ci ha condotto poi fuoritraccia, li dove solo gli animali osano.
Il rumore lontano di neve che cadeva con forza da uno strapiombo ha attirato la nostra attenzione verso una parete rocciosa, dove uno scavo, antico si, ma chiaramente artificiale sviluppava lungo una faglia.
Li poco più avanti, un tunnel proseguiva verso l'oscurità.
Senza attrezzatura, vestiario speleo e sopraffatti dall'irresistibile impulso che solo la nostra passione sa darci ci siamo avventurati all'interno...
Ma questa parte ve la racconto più avanti