Viaggio VIAGGIO A MADRID





di Tore R.

Avevo a disposizione una buona somma di denaro poiché da luglio ad ottobre avevo lavorato alla raccolta stagionale della frutta nel Saluzzese. Perché non utilizzarla per fare il primo viaggio dell'anno? Magari un viaggio internazionale, di quelli importanti. Certo durante il viaggio avrei dovuto affrontare la seccatura di valicare i confini e dover scambiare la lire in franchi e pesetas poiché allora non esistevano l'euro e nè l'Unione Europea. Ma tutto sommato con la pesetas ci andavo a guadagnare, poiche allora in Spagna i prezzi erano bassi e perciò economicamente convenienti. Oggi con l'euro i prezzi si sono uniformati ovunque ed il costo della vita si è alzato.

Prima Giornata

L'avventura iniziò alle 16,00 facendo l'autostop in direzione di Cuneo sul ciglio della strada, al semaforo di Airasca, immerso dentro un fitto nebbione che si colorava delle luci crepuscolari.
Ricevetti il primo passaaggio fino a Saluzzo, poi il secondo a Busca dove terminava la nebbia, ed un altro passaggio fino a Cuneo, quindi in treno fino a Vieve dove ripresi a fare l'austop con l'ultimo passaggio del giorno fino a Tende. Tutto avvenuto in rapida successione.
Li salii a bordo dell'utilitaria di un giovane prete francese, forse un missionario che mi portò a St. Dalmas a fare cena dai suoi nonni. Fu un pasto robusto e sostanzioso a base di un saporito passato di verdura, un pasticcio di carne, formaggi, pane casareccio della zona e tanto vino che dava alla testa. Questi nonni erano persone serene e buone che conducevano una vita semplice ed evangelica, come il dare ospitalità agli sconosciuti.

Dopo cena, ringraziai i padroni di casa e venni accompagnato al Santuario di Granile dove feci la conoscenza di Daniel un simpatico seminarista lionese che gestiva la struttura, che aveva tutte le caratteristiche di un rifugio alpino. Mi venne dato un posto letto nella piccola stanzetta dedicata a "Don Bosco". Faceva piuttosto freddo così decisi di usare il sacco a pelo aggiungendo una spessa coperta di lana. Salutato il gestore, Alle 22,00 mi ritirai nella stanzetta ed il sonno ebbe la meglio, anche grazie a tutto il buon vino che avevo bevuto.

Seconda Giornata

Daniel mi diede la sveglia alle 6,30. Andammo nella saletta di refezione per la colazione su posti a sedere in tappetti sopra un palchetto di legno.
Faccemmo un momento di preghiera e meditazione, poi iniziamo la colazione. Da una vetrata ampia il cielo iniziò a colorarsi di bianco, di rosa per poi si incendiarsi nell'oro. Poi andammo a spaccare la legna per la stufa e terminato il lavoro, raggiungemmo a piedi la stazione di St. Dalmas e li Daniel mi regalò un biglietto per Nizza.
Ci salutammo cordialmente come si fa fra vecchi amici per non rivederci mai più.

Il treno molto lentamente arrivò nella bella città di Nizza intorno a mezzogiorno.
Il luogo era interessante per il suo passato avvincente, per la particolarità dei suoi edifici ma soprattutto per la sua panoramica e interminabile Promenade Des Anglais che costeggia la spiaggia cittadina. Comprai due baguette farcite che consumai velocemente poiché li sarei rimasto poco. Avevo in mente di raggiungere il confine con la Spagna in serata per cui saltai la visita turistica di routine.
Ripresi con l'autostop da Cagnes e con un passaggio veloce riescii ad arrivare alla barriera autostradale dove trascorsi tutta la giornata, finché non trovai un nuovo passaggio fino a Brignoles, poi Montpellier ed il confine a Le Perthus. Qui a mezzanotte, un giovane imprenditore di Reggio Emilia mi diede un lungo passaggio a bordo di una strepitosa BMW 735 nera. Mi addormeai di sasso non appena partito, il sedile in pelle confortevole come una poltrona, il tepore del climatizzatore conciliavano il sonno...

Terza Giornata

Mi risvegliai verso le 6,00 il ragazzo aveva guidato tutta la notte, ed aveva il piede pesante, il tachimetro segnava i 250 km/h... il paesaggio fuori dai finestrini ricordava quello dell'Arizona ed aleggiva una suggestiva nebbia colorata che via via svaniva nel nulla. Sulla destra in basso e distante appariva Guadalajara simile ad una estesa e curiosa macchia grigia nel deserto. Mancavano una cinquantina di Km a Madrid. Il cielo era di un azzurro intenso ed anche la temperatura diurna era mite. Dopo un caffè di commiato salutai il giovane emiliano in Avenida de America, scambiandoci reciproci buoni auspici.
Mi guardai intorno ammirando la grandezza degli edifici, poi andai a scambiare un pò di denaro e comprai un biglietto settimanale per usare i mezzi pubblici. La città era grande frenetica, poco ospitale, indifferente al singolo essere umano e molto trafficata di giorno ma con strade quasi deserte di notte.
A Madrid si viveva con la paura ossessiva del terrorismo da parte dei secessionisti baschi ed ovunque erano affissi manifesti con le foto dei ricercati e con le disposizioni da seguire in caso di attentati. Tuttavia la città non era militarizzata né si percepiva alcuna tensione. Non avendo una guida turistica non compresi come dovuto il valore monumentale delle strutture che avevo sotto gli occhi pur ammirandone la magnificienza. Ma andava bene così, poiche anche Madrid era stata una destinazione casuale e non programmata.
Non ebbi grandi problemi di comunicazione poiché la lingua spagnola è abbastanza comprensibile. La giornata prosegui e terminò passeggiando serenamente senza una meta, poi in serata mi recai alla stazione di Chamartin per stendere il sacco a pelo in prossimità del metrò da dove usciva aria calda, le notti castigliane erano fredde. Trovai altre persone, dei senzatetto, qualcuno era alcoolizzato, altri erano sobri, qualcuno mangiava, altri leggevano un libro. I posti più vicini alla saracinesca del metro erano vuoti, nessuno li occupava poiché erano risevati ai clochard più anziani che sarebbero arrivati sul tardi. Questa forma di rispetto verso i più fragili mi colpì parecchio e fu la cosa più bella che vidi nella capitale ispanica. Mi addormentai guardando il cielo stellato.

Quarta Giornata

Cominciai a studiare come lasciare la città, mi interessava raggiungere la Galizia, magari per vedere la celebre Santiago de Compostela e Finisterre di cui però non avevo alcuna conoscenza. Intanto raggiunsi l'ultima fermata in periferia per curiosare fra i quartieri popolari. Erano moderne palazzine costruite ex novo nel deserto di terra rossa con le strade in terra battuta non ancora asfaltate. Forse fu in quella occasione che vidi per la prima volta i pannelli solari al posto delle tegole.
Nel tardo pomeriggio, mentre camminavo sulla strada del ritorno verso il metrò notai una Seat Fura verde ferma a bordo strada mentre un carro del soccorso stradale si apprestava a rimorchiarla. Curioso mi feci aprire il cofano motore dal distinto proprietario e dopo una breve osservazione mi accorsi che il problema era una banalissima candela svitata, così mi feci dare uno strofinaccio e cercai di avvitarla sulla testata come potevo. Il motore riapartì a mezzo giro di chiave. Il carro attrezzi se ne andò ed il distinto signore mi regalò una bella mancia ed un passaggio fino ad un villaggio forse Villaviciosa, dove affittai una modesta ma comoda stanza d'albergo. Dopo una cena molto frugale ed una sana doccia andai a dormire apprezzando il piacere di un letto caldo.

Quinta Giornata

Lasciai l'albergo dopo le 13,00 avendo dormito molto per recuperare sulla stanchezza. Comprai qualcosa per la colazione e presi il metrò in direzione della Stazione di Chamartin dove acquistai il biglietto per Port Bou che sarebbe partito alle 22,00 della stessa sera, viaggiando per tutta la notte. Essendo l'ultimo giorno a Madrid decisi di fare un pò di vita da turista, mangiando in un fast food, visitando un centro commerciale dove acquistai qualcosa di utile a basso costo, prendendo un tè per poi cenare in una brasserie e raggiungere la stazione per la partenza.

Sesta Giornota

Il mattino seguente mi risvegliai a Cerbere il grazioso paesino francese di confine. Andai a fare colazione in un bar, poi andai a scambiare le poche pesetas rimaste in lire. Feci il biglietto per Ventimiglia dove arrivai intorno alle 21,00 con una pioggia torrenziale iniziata a Marsiglia. Una volta rientrato in Italia mi recai in campeggio dove affittai un piccolo caravan per fare cena e trascorrere la notte. L'umidità aumentava la percezione del freddo, così accesi la stufetta, la tv e messo dentro il sacco a pelo mi godevo quella salutare sensazione di benessere. Il mattino seguente il sole tornò a splendere e decisi di rimanere lì per qualche giorno, per godere il mare, visitare Monaco e Nizza e più banalmente riposare. Mi raggiunse anche la fidanzatina dell'epoca che rese piacevoli le altre giornate.
Sarebbe stato interessante trascorrere qualche altro giorno a Madrid giusto per approfondire la conoscenza della città, con qualche altra nottata ad osservare la curiosa socialità dei clochard di Chamartin ma molti altri fattori portarono a razionalizzare le mie scelte. Da quel momento non feci mai più più ritorno nella capitale spagnola.
 
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