Escursione Escursioni su Cozzo del Pellegrino (anno 2021) - Monti dell'Orsomarso

Parchi della Calabria
  1. Parco Nazionale del Pollino
Date: 9 febbraio 2021; 17 maggio 2021; 26 giugno 2021
Regione e provincia: Calabria - Cosenza
Località di partenza: San Donato di Ninea (750 m)
Località di arrivo: Cozzo del Pellegrino (1987 m)
Tempo di percorrenza: 10 ore (A/R)
Chilometri: 23 (A/R)
Grado di difficoltà: E (tendente a EE da Valle Lupa fino alla cima)
Segnaletica: da Acqua Marchesano fino alla vetta segnavia CAI
Dislivello in salita: oltre 1300 m
Dislivello in discesa: 1300 m
Quota massima: 1987 m
Accesso stradale: Si può lasciar la macchina lungo la vecchia strada provinciale per Acquaformosa nei pressi della biforcazione per la chiesa parrocchiale. Ma è consigliabile incamminarsi dalla piazza centrale del paese (mi piacciono le lunghe camminate che iniziano dai centri abitati come in questo caso)



Descrizione

Galleria completa su Scalata di Cozzo del Pellegrino (26 giugno 2021) da San Donato di Ninea e tentativi di salita (Monti dell'Orsomarso)

Se la Serra Dolcedorme è considerata una delle grandi cime dell'Appennino inteso nella sua interezza, il Cozzo del Pellegrino è certamente una delle più imponenti e grandiose del mezzogiorno, che si innalza quasi fino a duemila metri e dalla cui cima si possono ammirare grandi foreste, montagne e i mari Ionio e Tirreno. Impressionanti le pendici occidentali, che si gettano nella valle dell'Abatemarco in un salto di oltre 1500 metri. Più dolce il lato orientale, selvoso, ben visibile da molto lontano, soprattutto dalle alture della Sila Grande, ma anche dalle vicine pianure ioniche e dalla valle del Crati. Ho avuto modo di ammirarlo anche da Vibo Valentia e dalle coste adiacenti.
Non basta una descrizione su un testo di cronaca di viaggio per far intendere l'amenità di questo monte, situato in quelle che venivano chiamate le montagne senza nome, oggi note come Monti dell'Orsomarso (dai viaggi di scoperta effettuati negli anni sessanta e settanta da Franco Tasso e Fulvio Pratesi). Dalla vetta la scena è da togliere il fiato e i due mari Ionio e Tirreno si abbracciano in un'unica visione al centro della quale entrano nella visuale altre cime appenniniche e grandi foreste: la sintesi di una Calabria che da un punto di vista geografico si riveste di quasi tutte le sembianze di paesaggio del vecchio continente: l'"Europa intera" in un piccolo lembo di terra circondato dal mare.

Seguente la mappa del sentiero che da San Donato raggiunge la sommità.



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9 febbraio 2021: primo tentativo, fino al valico di Cozzo del Mangano

Un primo tentativo di raggiungere la più alta vetta dell'Orsomarso risale al 9 febbraio.
Escursione in una montagna che mostra i tepori di una prematura primavera, con i fiori che iniziano a tappezzare le radure e con le nevi che oramai si son ritirate nelle alte quote. Una situazione che ha i giorni contati e le previsioni per i dì seguenti danno neve anche in collina, quasi fino in pianura, nella Calabria settentrionale.
Da San Donato di Ninea raggiungo il magnifico belvedere di Cozzo del Mangano passando da Serra Cerasia.
Dalla chiesa parrocchiale mi reco sulla strada vecchia per Acquaformosa che, superate delle fontane, al bivio, seguo a destra. Qualche centinaio di metri più avanti svolto lungo lo sterrato (molto battuto) che si stacca a sinistra e risalgo tra i castagni. Al bivio procedo a sinistra, tralasciando la via secondaria che si stacca a destra. Al successivo crocevia viro sempre a sinistra e, al nuovo incrocio, nuovamente a sinistra. Si passa accanto a una stalla e, poco su, tralascio il sentiero che si diparte a sinistra ed entro in un ontaneto.

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Sbuco così sullo sterrato proveniente dalla carrozzabile che dal paese permette di raggiungere il Piano di Lanzo. Proseguo a destra e risalgo nel bellissimo ontaneto che più in alto ancora lascia spazio alla faggeta d'alto fusto e dove iniziano ad esserci tracce di neve.

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Supero Piano Acqua Marchesano, il punto in cui la via principale incrocia il sentiero CAI proveniente dal Piano di Lanzo. In alto le magnifiche rocce di Piano di Rose, visibili da molto lontano.

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L'ascesa prosegue nella faggeta, a tratti vetusta, e poco su il bosco viene interrotto dalla splendida prateria di Piano Pulledro, tappezzata di crochi, quest'anno sbocciati decisamente in anticipo. Ma nei prossimi giorni le nevi torneranno a esser abbondanti e la primavera con i suoi colori tornerà a lasciar spazio al bianco candore e al freddo.

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Al bivio giro a sinistra. Poco su il manto nevoso inizia ad avvolgere il sentiero e la coltre dura e scivolosa rende alquanto rischioso il cammino.

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Particolare dolina sulla sinistra, situata pochi metri prima del cosiddetto "valico di Cozzo del Mangano", punto in cui il sentiero svolta a sinistra. A destra, invece, la sommità del monte, che possiamo considerare un contrafforte boscoso orientale di Cozzo del Pellegrino.

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Poco su un magnifico panorama si apre in direzione nord: una vista sulle grandi foreste del nord Orsomarso, con le vette che fanno da corona ai piani di Novacco, di Vincenzo e di Tavolara. Tutto avvolto da un'unica immensa foresta di faggio che in alcuni punti mostra il suo volto vetusto con esemplari molto antichi.

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Da questo punto proseguire oltre si rivela un rischio. La neve è particolarmente scivolosa e senza ramponi risulta difficile e pericolosa la marcia. Inoltre ho già i piedi fradici a causa della non impermeabilità degli scarponi. Quindi deciso di voltarmi.
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17 maggio 2021: secondo tentativo, fino alla grande prateria di Valle Lupa

Il 17 maggio 2021 è una giornata ventosa sui Monti dell'Orsomarso, a tratti con raffiche molto forti. Non molto idonea quindi per salire su una cima sempre sotto il vento a prescindere, figuriamoci in questa situazione climatica particolare. Mi avvio comunque nel verde intenso di codesta montagna, sferzata dal forte libeccio, per pervenire la bellezza solenne che qui sa di sublime e di arcano.

Decido di partire molto presto e alle 5.55 del mattino sono già nel bosco.

La temperatura non è particolarmente fresca, ma il vento è fortissimo.

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Da valico di Cozzo del Mangano, punto in cui mi son fermato la volta precedente, proseguo in salita nella neve che ancora insiste abbondante a queste quote. Dopo un inverno mite ha preso piede una primavera che ha mostrato il suo lato più estremo. E le nevicate più intense della stagione sono state appunto in aprile, che molto probabilmente è stato il mese più freddo per la montagna calabrese.

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Nonostante la presenza di tanta neve riesco a salire fino alla grande prateria d'alta quota di Valle Lupa, situata a oltre 1800 metri, con faggi vetusti che ovunque si posa lo sguardo è possibile ammirare, soprattutto ai margini nord-orientali della radura. Mancherà massimo un km di salita per la sommità di Cozzo del Pellegrino, ma affrontare le ripide pendici della fascia più alta con questa coltre nevosa e con le forti raffiche è un rischio che non mi va di correre e quindi scelgo di non proseguire e di ritornare a valle, ma solo dopo avermi goduto questo magnifico scenario montano che si sta svegliando dal sonno di pietra dell'inverno, che qui mostra i suoi denti aguzzi più intensi.

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26 giugno 2021: finalmente in vetta

Bandiere sulle montagne non ne porto: sulle cime io non lascio mai niente, se non, per brevissimo tempo, le mie orme che il vento ben presto cancella.
Reinhold Messner

Il 26 giugno, partendo sempre dal paese, mi metto nuovamente in cammino e dalla grande radura di Valle Lupa proseguo lungo il sentiero, nel bosco di faggi che si fa sempre più cespuglioso fino a diradarsi e a lasciar spazio al cupolone sommitale. Via via il panorama si fa sempre più aperto e in cima l'immenso si mostra in ogni spazio si posa la vista. Una vetta forse un po' trascurata rispetto ad altre cime del Parco del Pollino, ma è senza dubbio una meravigliosa montagna situata al centro di un grande polmone verde di foreste che in Appennino mostra in pochi altri settori codesta vastità. Una wilderness verde di faggi dove si innalzano altri cupoloni spogli di vegetazione da dove è possibile scrutare altri luoghi lontani e le alterità di paesaggio che nelle alte quote risultano più evidenti.
Seguenti le immagini dell'escursione.

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fonte: Scalata di Cozzo del Pellegrino (26 giugno 2021) da San Donato di Ninea e tentativi di salita (Monti dell'Orsomarso)
 
Insomma la neve ti ha giocato qualche brutto scherzo .In ogni caso condivido sulla bellezza di queste montagne tenute un po'al margine rispetto le cime più blasonate del Pollino,terre vergini e selvagge.
Date: 9 febbraio 2021; 17 maggio 2021; 26 giugno 2021
Regione e provincia: Calabria - Cosenza
Località di partenza: San Donato di Ninea (750 m)
Località di arrivo: Cozzo del Pellegrino (1987 m)
Tempo di percorrenza: 10 ore (A/R)
Chilometri: 23 (A/R)
Grado di difficoltà: E (tendente a EE da Valle Lupa fino alla cima)
Segnaletica: da Acqua Marchesano fino alla vetta segnavia CAI
Dislivello in salita: oltre 1300 m
Dislivello in discesa: 1300 m
Quota massima: 1987 m
Accesso stradale: Si può lasciar la macchina lungo la vecchia strada provinciale per Acquaformosa nei pressi della biforcazione per la chiesa parrocchiale. Ma è consigliabile incamminarsi dalla piazza centrale del paese (mi piacciono le lunghe camminate che iniziano dai centri abitati come in questo caso)



Descrizione

Galleria completa su Scalata di Cozzo del Pellegrino (26 giugno 2021) da San Donato di Ninea e tentativi di salita (Monti dell'Orsomarso)

Se la Serra Dolcedorme è considerata una delle grandi cime dell'Appennino inteso nella sua interezza, il Cozzo del Pellegrino è certamente una delle più imponenti e grandiose del mezzogiorno, che si innalza quasi fino a duemila metri e dalla cui cima si possono ammirare grandi foreste, montagne e i mari Ionio e Tirreno. Impressionanti le pendici occidentali, che si gettano nella valle dell'Abatemarco in un salto di oltre 1500 metri. Più dolce il lato orientale, selvoso, ben visibile da molto lontano, soprattutto dalle alture della Sila Grande, ma anche dalle vicine pianure ioniche e dalla valle del Crati. Ho avuto modo di ammirarlo anche da Vibo Valentia e dalle coste adiacenti.
Non basta una descrizione su un testo di cronaca di viaggio per far intendere l'amenità di questo monte, situato in quelle che venivano chiamate le montagne senza nome, oggi note come Monti dell'Orsomarso (dai viaggi di scoperta effettuati negli anni sessanta e settanta da Franco Tasso e Fulvio Pratesi). Dalla vetta la scena è da togliere il fiato e i due mari Ionio e Tirreno si abbracciano in un'unica visione al centro della quale entrano nella visuale altre cime appenniniche e grandi foreste: la sintesi di una Calabria che da un punto di vista geografico si riveste di quasi tutte le sembianze di paesaggio del vecchio continente: l'"Europa intera" in un piccolo lembo di terra circondato dal mare.

Seguente la mappa del sentiero che da San Donato raggiunge la sommità.



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9 febbraio 2021: primo tentativo, fino al valico di Cozzo del Mangano

Un primo tentativo di raggiungere la più alta vetta dell'Orsomarso risale al 9 febbraio.
Escursione in una montagna che mostra i tepori di una prematura primavera, con i fiori che iniziano a tappezzare le radure e con le nevi che oramai si son ritirate nelle alte quote. Una situazione che ha i giorni contati e le previsioni per i dì seguenti danno neve anche in collina, quasi fino in pianura, nella Calabria settentrionale.
Da San Donato di Ninea raggiungo il magnifico belvedere di Cozzo del Mangano passando da Serra Cerasia.
Dalla chiesa parrocchiale mi reco sulla strada vecchia per Acquaformosa che, superate delle fontane, al bivio, seguo a destra. Qualche centinaio di metri più avanti svolto lungo lo sterrato (molto battuto) che si stacca a sinistra e risalgo tra i castagni. Al bivio procedo a sinistra, tralasciando la via secondaria che si stacca a destra. Al successivo crocevia viro sempre a sinistra e, al nuovo incrocio, nuovamente a sinistra. Si passa accanto a una stalla e, poco su, tralascio il sentiero che si diparte a sinistra ed entro in un ontaneto.

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Sbuco così sullo sterrato proveniente dalla carrozzabile che dal paese permette di raggiungere il Piano di Lanzo. Proseguo a destra e risalgo nel bellissimo ontaneto che più in alto ancora lascia spazio alla faggeta d'alto fusto e dove iniziano ad esserci tracce di neve.

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Supero Piano Acqua Marchesano, il punto in cui la via principale incrocia il sentiero CAI proveniente dal Piano di Lanzo. In alto le magnifiche rocce di Piano di Rose, visibili da molto lontano.

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L'ascesa prosegue nella faggeta, a tratti vetusta, e poco su il bosco viene interrotto dalla splendida prateria di Piano Pulledro, tappezzata di crochi, quest'anno sbocciati decisamente in anticipo. Ma nei prossimi giorni le nevi torneranno a esser abbondanti e la primavera con i suoi colori tornerà a lasciar spazio al bianco candore e al freddo.

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Particolare dolina sulla sinistra, situata pochi metri prima del cosiddetto "valico di Cozzo del Mangano", punto in cui il sentiero svolta a sinistra. A destra, invece, la sommità del monte, che possiamo considerare un contrafforte boscoso orientale di Cozzo del Pellegrino.

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Poco su un magnifico panorama si apre in direzione nord: una vista sulle grandi foreste del nord Orsomarso, con le vette che fanno da corona ai piani di Novacco, di Vincenzo e di Tavolara. Tutto avvolto da un'unica immensa foresta di faggio che in alcuni punti mostra il suo volto vetusto con esemplari molto antichi.

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Da questo punto proseguire oltre si rivela un rischio. La neve è particolarmente scivolosa e senza ramponi risulta difficile e pericolosa la marcia. Inoltre ho già i piedi fradici a causa della non impermeabilità degli scarponi. Quindi deciso di voltarmi.
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17 maggio 2021: secondo tentativo, fino alla grande prateria di Valle Lupa

Il 17 maggio 2021 è una giornata ventosa sui Monti dell'Orsomarso, a tratti con raffiche molto forti. Non molto idonea quindi per salire su una cima sempre sotto il vento a prescindere, figuriamoci in questa situazione climatica particolare. Mi avvio comunque nel verde intenso di codesta montagna, sferzata dal forte libeccio, per pervenire la bellezza solenne che qui sa di sublime e di arcano.

Decido di partire molto presto e alle 5.55 del mattino sono già nel bosco.

La temperatura non è particolarmente fresca, ma il vento è fortissimo.

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Da valico di Cozzo del Mangano, punto in cui mi son fermato la volta precedente, proseguo in salita nella neve che ancora insiste abbondante a queste quote. Dopo un inverno mite ha preso piede una primavera che ha mostrato il suo lato più estremo. E le nevicate più intense della stagione sono state appunto in aprile, che molto probabilmente è stato il mese più freddo per la montagna calabrese.

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Nonostante la presenza di tanta neve riesco a salire fino alla grande prateria d'alta quota di Valle Lupa, situata a oltre 1800 metri, con faggi vetusti che ovunque si posa lo sguardo è possibile ammirare, soprattutto ai margini nord-orientali della radura. Mancherà massimo un km di salita per la sommità di Cozzo del Pellegrino, ma affrontare le ripide pendici della fascia più alta con questa coltre nevosa e con le forti raffiche è un rischio che non mi va di correre e quindi scelgo di non proseguire e di ritornare a valle, ma solo dopo avermi goduto questo magnifico scenario montano che si sta svegliando dal sonno di pietra dell'inverno, che qui mostra i suoi denti aguzzi più intensi.

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26 giugno 2021: finalmente in vetta

Bandiere sulle montagne non ne porto: sulle cime io non lascio mai niente, se non, per brevissimo tempo, le mie orme che il vento ben presto cancella.

Reinhold Messner

Il 26 giugno, partendo sempre dal paese, mi metto nuovamente in cammino e dalla grande radura di Valle Lupa proseguo lungo il sentiero, nel bosco di faggi che si fa sempre più cespuglioso fino a diradarsi e a lasciar spazio al cupolone sommitale. Via via il panorama si fa sempre più aperto e in cima l'immenso si mostra in ogni spazio si posa la vista. Una vetta forse un po' trascurata rispetto ad altre cime del Parco del Pollino, ma è senza dubbio una meravigliosa montagna situata al centro di un grande polmone verde di foreste che in Appennino mostra in pochi altri settori codesta vastità. Una wilderness verde di faggi dove si innalzano altri cupoloni spogli di vegetazione da dove è possibile scrutare altri luoghi lontani e le alterità di paesaggio che nelle alte quote risultano più evidenti.
Seguenti le immagini dell'escursione.

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fonte: Scalata di Cozzo del Pellegrino (26 giugno 2021) da San Donato di Ninea e tentativi di salita (Monti dell'Orsomarso)
 
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