Grazie della condivisione.
Ho fatto il Cammino dei Briganti lo scorso giugno 2021. Mi è piaciuto, ma onestamente l'ho trovato non così entusiasmante come da molti racconti....chissaà, forse la grande pubblicità attorno aveva alzato troppo le mie aspettative.
Personalmente ho trovato un po' strane certe scelte di disegno del percorso, che sembrano pensate più per "promuovere il territorio" e "le strutture degli organizzatori", che quelli del camminatore, che deve programmare un cammino su 7 giorni per percorso di soli 100 km fattibile in 5 senza sforzi. In quest'ottica, mi sembra che la grande enfasi sulla storia dei briganti sia soprattutto un'idea, utile a giustificare il contatto con paesi altrimenti evitabili, più che una esperienza reale che hai lungo il percorso.
Allo stesso tempo, devo riconoscere che il ricordo più bello che ho del cammino è proprio il contatto con le persone incontrate in questi paesini. Per certi aspetti quindi il camminatore può consapevolmente sacrificare un'organizzazione del percorso più logica al desiderio di incontro con la gente locale. Basta saperlo.
Di seguito alcuni spunti, per chi volesse percorrerlo.
1. La prima tappa da Sante Marie a Santo Stefano è brevissima, meno di mezza giornata. La scelta viene spiegata con l'intento di favorire chi arriva da lontano, che così può viaggiare la mattina e intraprendere il cammino al pomeriggio, arrivando a Santo Stefano per cena. Ma sembra soprattutto pensata per garantire che ci si fermi a Santo Stefano all'Agriturismo La Quercia (che per altro vale la pena tutta la vita!). Chi viene da vicino può assolutamente unire la rima tappa alla seconda (anch'essa moto breve). E lo stesso può fare chi venisse da lontano.
2. Anche la seconda tappa è molto breve (in quanto è quanto resta dalla prima troppo breve) ed è anche poco sensata (perché si incunea lungamente a nord per arrivare al paese di Nesce, per poi ripercorrere sostanzialmente a ritroso una parte della stessa strada il giorno dopo e ridiscendere verso Villerose). Di nuovo, non essendo evidente l'attrattiva di Nesce, la tappa è chiaramente pensata per promuovere il territorio e farti fermare dove sennò mai saresti andato. Anche in questo caso, a me la cena a Nesce in famiglia è piaciuta molto, ma chi volesse, può certamente deviare all'altezza di Poggiovalle verso Villerose e avere un percorso più armonioso e piacevole.
3. La terza tappa è lunga, inizialmente bella, ma la parte centrale che passa vicino all'autostrada è proprio brutta e d'estate terribile da affrontare.
4. Le tappe più belle per me sono la quarta (anello Cartore-Lago della Duchessa) e la quinta (Cartore-Rosciolo), entrambe in montagna più alta. La prima è lunga e impegnativa, ma molto soddisfacente. La seconda è molto breve ma regala, oltre a un po' di riposo dopo la fatica del giorno prima, la visita alla bellissima chiesa di S.Maria in Porclaneta e la sosta nel bellissimo borgo di Rosciolo. Da sole "valgono il prezzo del biglietto" dell'intero Cammino.
5. La sesta tappa da Rosciolo a LeCrete può farsi secondo due linee. Quella che ho fatto io passa per Scurcola, ma non ha altro da offrire che la vista della facciata della Cattedrale e del Castello locale, per il resto è piena di strada asfalto e priva di attrattive. Immagino che possa essere più intrigante la variante di montagna che passa per il borgo di Sorbo. La sosta a LeCrete si giustifica solo perchè è il BB del disegnatore del percorso.
6. La settima ed ultima tappa, da LeCrete a Sante Marie, è gradevole, con un valico piuttosto alto e suggestivo tra San Donato e Scanzano. Per chi viene da lontano, si suggerisce di partire il giorno dopo, pernottando magari a Santo Stefano alle Querce dove si può arrivare con l'auto da Sante Marie e quindi recuperando una sosta molto piacevole.