Escursione Da Tolfa a Santa Severa passando per la Tolfaccia e il Sentiero del Biancone

Data: 27/04/2022
Regione e provincia: Lazio - Monti della Tolfa provincia di Roma
Località di partenza: Tolfa centro paese
Località di arrivo: Santa Severa stazione
Tempo di percorrenza: 6 ore 30 minuti
Chilometri: 25
Grado di difficoltà: media
Descrizione delle difficoltà: assenza di acqua
Periodo consigliato: evitare i periodi caldi (da metà maggio a settembre)
Segnaletica: prevalentemente assente, presenti punti rossi solo sul Sentiero del Biancone.
Dislivello in salita: 700 mt
Dislivello in discesa: 1100 mt
Quota massima: 579 mt la Tolfaccia
Accesso stradale: Mezzi pubblici da Roma


Traccia GPS:
https://it.wikiloc.com/percorsi-esc...olfaccia-e-il-sentiero-del-biancone-101219611


Descrizione

La Tolfa è il luogo adatto per chi vuole camminare in solitudine con i suoi pensieri senza incontrare anima viva, tranne vacche maremmane e cavalli allo stato brado e rapaci che volteggiano sopra le nostre teste. L'ambiente è quello aspro e selvaggio, spesso con ampie vedute fino al mare. I saliscendi sono continui e spesso rompono il ritmo, non ci sono panchine e fonti d'acqua lungo il tragitto e nemmeno sentieri segnati e numerati, ma solo strade sterrate, a volte lastricate a testimoniare antichi passaggi ormai chiusi, e sentieri sassosi.
Questa traversata che parte dal paese di Tolfa e arriva quasi al mare è stata fatta utilizzando il servizio Cotral. Si parte dal centro di Tolfa si finisce alla stazione di Santa Severa. Ad inizio percorso si sale subito sopra la panoramicissima Rocca del Francigipane per poi scendere subito di quota tra boschi mediterranei e stazzi.
Più avanti si oltrepassa un fosso ormai asciutto per poi risalire e arrivare alla Fontanaccia, dove si gode ottimo panorama verso il mare. Da Qui una deviazione ad anello ci porta finao alla cima della Tolfaccia 579 mt., un cono vulcanico dove sono presenti resti di diverse epoche che culminano con l'edificazione del centro medievale 'Tulfa Nova' abbandonato nel 1400 circa. Qui si cammina tra aceri, sambuchi e olmi in un sentiero abbastanza evidente all'andata e meno al ritorno. Arrivati all'apice, ci s'imbatte in diversi ruderi della vecchia città ormai ridotti a poco, erano presenti una cinta muraria, un castello e una chiesa oltre ad altri edifici.
Ritornati alla Fontanaccia si prosegue in direzione del mare, tra estesi allevamenti di buoi.
Ad un certo punto ci c'inerpica in salita su strada sterrata che diventa sentiero fino ad arrivare al Monte Cavone, dove termina il sentiero del Biancone che parte più a valle e che qui si percorrerà quindi in discesa. Il nome di questo sentiero è stato dato dal rapace che con fortuna è possibile vedere volteggiare sopra le nostre teste. Il panorama da qui è molto bello con la vista fino al mare sempre più vicino e la vegetazione tipica mediterranea intorno. La discesa da questo punto è molto scoscesa, bisogna prestare molta attenzione a non scivolare soprattutto dopo le piogge. Arrivati a fondo valle ed oltrepassata la statale si cammina in pianura fino ad arrivare alle acque trasparenti del Rio Fiume, che si oltrepassa senza problemi. Da qui inizia l'ultima salita verso Santa Severa prima su sentiero poi su strada sterrata. Poco prima di arrivare all'azienda agricola Moroni, quando ormai siamo scesi molto di quota, una breve deviazione porta all'antica cava dai caolino: nel suo fondo chiuso tra strapiombanti pareti rocciose c'è un lago e sono presenti uccelli acquatici, ormai stanziali.
Da qui alla stazione di Santa Severa ormai manca una mezz'ora di cammino e volendo con un'altra mezz'oretta si può arrivare al Castello e al mare.
Escursione da evitare nei periodi caldi (all'incirca metà maggio / metà settembre) e quelli successivi alle abbondanti piogge, per la presenza di fango e sentieri scivolosi.
Portatevi acqua a sufficienza. Quasi indispensabile seguire il percorso con un dispositivo GPS: non ci sono indicazioni, ne sentieri.

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Ultima modifica:
Territorio e avventure che adoro. Penso che la Tolfa sia in grado di mettere alla prova "coraggio" e capacità escursionistiche più di tanti territori di montagna. La Tolfa io la chiamo la Majella delle terre piatte.
 
Mamma mia che spettacolo Sandro, complimenti. Le tue foto lasciano un sapore di grandi spazi. Temo di essere ormai fuori tempo per questi ambienti, da riprendere in autunno/inverno.
 
Mamma mia che spettacolo Sandro, complimenti. Le tue foto lasciano un sapore di grandi spazi. Temo di essere ormai fuori tempo per questi ambienti, da riprendere in autunno/inverno.
Si Alessandro, meglio attendere temperature più fresche: oltre al caldo in questo periodo ci si mettono pure i tafani.
 
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