2 motivi per tenere sempre 10ml di Amuchina in zaino

Sempre nell'articolo che ho citato prima, leggo:
"L’ipoclorito è un prodotto molto instabile e si decompone facilmente ad opera della temperatura, della luce e dei contaminanti organici liberando sodio cloruro (sale da cucina) e ossigeno, perdendo in tal modo la sua efficacia come disinfettante."

Quindi l'Amuchina che portiamo con noi dev'essere conservata adeguatamente e magari sostituita con una certa frequenza.
 
Avete tirato fuori un argomento interessante,..questione durata dell'Amuchina: ogni quanto va cambiata?
I tre nemici dell'amuchina sono:
  • temperatura: la temperatura media di uno zaino non è molto diversa da quella di casa nostra (ci sono le uscite estive ma stiamo pur sempre parlando di poche giornate all'anno), quindi non mi sembra un fattore che ne acceleri la decomposizione
  • contaminanti: anche questo finché l'amuchina se ne sta nel suo contagocce non dovrebbe essere un pericolo
  • luce: il collirio non va dimenticato al sole, questo è sicuro. Ma dentro ad uno zaino non dovrebbe essere soggetto a particolare esposizione...o per lo meno non è un problema avvolgerlo con un po' di nylon nero
@Daedin sai dirmi di più sulla questione che quando il contenitore dell'Amuchina è aperto dura meno rispetto a quando è sigillato? Istintivamente temevo anch'io questa cosa ma non mi sembra che l'ossidazione sia un problema...

La cosa che mi ha alla fine molto rassicurato è che in passato nei contenitori di amuchina parlavano che per potabilizzare serve 1 gocce per litro (ed anche le dosi di cui parla la protezione civile sono sull'ordine dell' 1-2 gocce per litro), adesso le dosi che ho trovato in giro per i siti e che mi son sentito di consigliare parlano di 10 gocce per litro... Stiamo quindi molto probabilmente usando una dose che è di 10 volte superiore rispetto al "minimo sindacale", quindi molto probabilmente anche se il nostro collirio è degradato del 90% (cioè tantissimo!) è ancora sufficientemente efficace.

Queste sono le mie estrapolazioni, ma ovviamente chi ne sa qualcosa di più si faccia vivo!
 
Stiamo quindi molto probabilmente usando una dose che è di 10 volte superiore rispetto al "minimo sindacale", quindi molto probabilmente anche se il nostro collirio è degradato del 90% (cioè tantissimo!) è ancora sufficientemente efficace.
Sempre nell’articolo che ho citato si affronta anche il tema del degrado dell'ipoclorito. Naturalmente non è possibile dare un'indicazione sempre valida perché dipende dalle condizioni.
La concentrazione data nella tabelle prevede già una quota di degrado del prodotto. Si dice anche di consumare l'acqua potabilizzata in giornata.

C'è da dire che nel contenitore del collirio noi conserviamo il concentrato non il prodotto diluito nell'acqua.

In ogni caso credo che occorra evitare anche il sovradosaggio perché gli effetti possono essere come minimo sgradevoli.....
 
mi ispiravo ad esperimenti tipo questo 'bollire l'acqua con una bottiglia di plastica' ma mai verificato personalmente... nella logica ed in via assolutamente eccezionale per quanto riguarda le sostanze tossiche e rivestendo l'interno in alluminio... l'alcol lo porto anche solo per accendere il fuoco... a quel punto di acqua ne fai bollire quanta ne vuoi

Purtroppo questa soluzione temo non sia praticabile: la plastica anche se rivestita di carta alluminio non reggerebbe alla fiamma (e oltretutto conduce male il calore e può rilasciare sostanze tossiche), e se dovessi bollire qualche litro di acqua (supponiamo una notte imprevista all'addiaccio) mi servirebbe una quantità di alcool non trascurabile (a spanne 80ml per potabilizzare un paio di litri) quindi se avete dietro gavetta e fornellino perché avete già previsto di usarlo per farvi la cena o almeno un thé ben venga, ma non vale proprio la pena portarseli dietro solo nell'eventualità di aver bisogno di bollire dell'acqua
 
dalla scheda tecnica leggo che l'amuchina una volta aperta dura 6 mesi, vi allego il link alla scheda tecnica

per quel che riguarda la varecchina/candeggina non ho trovato una scheda tecnica... boh però so che dura un anno chiusa, aperta invece inizia a decadere dopo i 6 mesi, essendo più concentrata dell'amucchina è utilizzabile un po' più a lungo per fare il bucato ma per usarla in casa la nonna mi insegnò ad annusarla... meno odora più è svaporata ed ora con tutti quei profumi che ci aggiungono nascondono anche che non sia più buona...
 
Brava @Daedin ...che mi hai fatto venire in mente dov'è la questione: Il problema del cloro chiuso/aperto è che è molto volatile. Immagino quindi che il problema non stia tanto nel quanto tempo il cloro stia in un contenitore non più sigillato ma bensì quanto sia poi ermetico quel contenitore una volta richiuso e quanto spesso venga aperto e chiuso successivamente.
Attenzione quindi che se si clora l'acqua e questa non sa poi "da piscina" vuol dire che non la si sta clorando bene e/o che si è "svaporata"...
 
L'acqua clorata, passato il tempo d'azione, che di solito è di almeno 15 minuti, forma una serie di bollicine sulla superficie del contenitore: significa che lo ione cloro si è disciolto, legandosi con l'acqua e producendo la sua azione disinfettante. Se non "puzza" di cloro, ma ci sono le bollicine, siamo a posto. Potrebbe capitare che ci sia vento o che la concentrazione sia tale da non produrre un odore avvertibile, all'aperto. Ma con una veloce occhiata, saremo tranquilli. Sempre se il contenitore sterilizzato lo consente...
E' comunque FONDAMENTALE lasciare al cloro il suo quarto d'ora per agire, eh?
 
ciao a tutti... ho letto ( lo ammetto ) non proprio tutti i post di questa discussione... vorrei fare una breve e un po' ignorante riflessione, derivata da una ventina d'anni a gestire un acquedotto comunale, prima che gli impianti andassero in mano a IREN /IRETI/ENIA eccetera.

Non per dire ma nei comuni di collina e montagna, in buona parte d'Italia, le reti sono alimentate da un misto di sorgenti e pozzi. I pozzi praticamente in collina sono ..fasulli... ossia hanno profondità scarsa perchè le falde sono superficiali. In alternativa bisognerebbe perforare troppo in profondità e non è affatto detto che l'acqua sia buona. Quindi i pozzi van sotto si e no 20-30 metri, di solito.

Le sorgenti : caratterizzate da portate variabili con le stagioni, sono caratterizzate anche dall'essere costantemente interessate da rischio ( frequente ) di inquinamento provocato da deiezioni di animali selvatici e non, lavorazioni agricole sbagliate , smottamenti, variazioni di captazione eccetera.

Insomma le sorgenti sono di qualità incerta. Aggiungo che esiste un decreto nazionale che parla delle distanze di tutela assoluta e di rispetto dalle sorgenti... recinzioni, divieti di concimazioni... ma è meglio non pensarci...

Allora... l'Asl verifica circa una volta al mese la qualità delle acque erogate dagli acquedotti pubblici.

Solitamente, grazie alle vasche di decantazione e ai serbatoi di accumulo, buona parte degli inquinanti con peso specifico elevato vanno sul fondo ( vi garantisco uno spessore medio di fango grigio pari a 10 cm per tutto l'anno).

Gli inquinanti chimici normalmente sono in quantità trascurabile , anche perchè negli anni ( vedi atrazina) il legislatore ha aumentato le percentuali ammissibili ( soluzione italiana). Si usano i filtri a carbone , o altri tipi... Il sistema funziona.

Rimangono coliformi e colifecali. Non sono chimico ne biologo, per me i primi arrivano da materiali organici, i secondi dalle cacche. :D

La soluzione? debatterizzatori a raggi ultravioletti. Buon sistema, costoso, richiede manutenzione, pulizia frequente. Insomma si usano ma vanno " curati " costantemente ( problema gigante per la mente italiana) .

La vera soluzione ? si chiama ipoclorito di sodio concentrato, in fusti, messi sul bordo del serbatoio.
Hanno un rubinetto di plastica, da cui esce la candeggina goccia a goccia e cade nel serbatoio.

Tutto qui. Esistono dosatori elettromeccanici, ma si incrostano, durano poco.

Il sistema è quello. L'Asl analizza, segnala a volte eccesso di cloro ma non c'è un vero limite di legge.

Quando il dosaggio a occhio è fatto bene, ai rubinetti arriva un poco di odore di candeggina.

Se il manutentore è poco pratico oppure ha bevuto un rosso al bar , ci sarà più odore di candeggina.

In più di vent'anni di gestione dell'acquedotto, mai un'intossicazione, un caso di dissenteria o una denuncia o una lamentela concreta.

Vi ho detto queste cose perchè con il cloro, che si voglia o no, ci siamo cresciuti fin da bambini.

Io non mi preoccuperei troppo, in caso di necessità , ad utilizzarlo per purificare acqua.

Opinione personale, naturalmente. Non dico nulla sugli inquinanti chimici che si possono trovare in un ruscello, è impossibile sapere. Ci sono purificatori e potabilizzatori che sembrano efficienti.

Volevo solo parlare del problema batteri e uso del cloro

p.s. non lavoro alla Henkel
 
Insomma, alla fine, si dovrebbe andare in giro con una Steripen

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Un pò di diossido di cloro

6596.Jpg


Ed un filtro meccanico con carboni attivi

katadyn-vario-micro-filter.jpg


Usati nell'ordine Filtro meccanico (togliendo, se possibile, il filtro a carbone, giusto per non purificare rane pesci :lol:) -> Steripen -> Diossido di Cloro -> Filtro meccanico con carboni attivi ..........

........ 'sti ***** :D :p ...... da qualche grammo a qualche chilo di roba :biggrin:

Ciao :si:, Gianluca
 
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