24 (speriamo una smentita!) morti e 100 bloccati sull'himalaya

Riflessione: ma stiamocene a casa!

In meno di 50 anni mete da alpinismo eroico sono diventate mete di massa...

...e se non "basta!" almeno dicessimo "non in mio nome"?

p.s. ogni riferimento agli ultimi fuochi di eroico alpinismo dell'italico CAI sono puramente non casuali
 
Condivido in pieno il tuo discorso. Personalmente non ho mai avuto la passione della vetta, anzi. Ad alcuni amici che avevano questo pallino (soliti discorsi... "nella mia vita ho conquistato n. vette, e tu?") ho proposto di rinunciare agli ultimi 20 metri che separano dalla cima. E' un ottimo esercizio, che io faccio spesso e che mi permette di pensare alla via e a ciò che c'è intorno e non alla vetta.

E' doloroso sapere che in questo momento ci sono centinaia di persone in difficoltà in Nepal, penso agli alpinisti, come agli sherpa e ai pastori locali. Queste nevicate hanno messo tutti i difficoltà. E i locali purtroppo non hanno molte alternative: sono i più esposti e i meno assistiti.
Quando vado in montagna, magari nei giorni feriali, magari camminando per ore e ore, mi capita spesso di non incontrare nessun essere umano sul mio percorso. Se poi i pastori hanno già abbandonato l'alpe e non è stagione di funghi, sono proprio sicura che nessun bipede verrà avvistato! Possibile che qui non cammini nessuno, mentre tutti smaniano per un trek in Himalaya? In coscienza, dovremmo conoscere palmo a palmo le nostre alture, prima di prendere l'aereo per farsi scarrozzare altrove, magari mettendo in pericolo la vita di sherpa e portatori.
 
Scusatemi ma devo dissentire. Ciclicamente si ripetono queste tragedie sull'Himalaya, l'ultima che ricordo per averne letto i particolari in un libro, e' avvenuta nel vicino 2008 sul K2. Ma i vostri sembrano discorsi da persone perbene(ci mancherebbe), sedute al calduccio davanti al camino in salotto con un buon bicchiere di grappa a portata di mano. Capisco il senso degli interventi ma il motivo del mio sta' nel fatto che ho sempre avuto e sempre avro' rispetto e profonda ammirazione per chi mette in gioco la propria vita per il raggiungimento di un obiettivo, quale che sia, in questo caso specifico,una vetta Himalayana. Sul forum,pochi giorni addietro, abbiamo in molti plaudito all'iniziativa di Antonio 57

http://www.avventurosamente.it/vb/23-cantiere-progetti/21237-cho-oyu-8201m-himalaya.html

e del suo progetto di scalare il Cho oyu in Himalaya di cui a breve,ne sono sicuro, avremo i particolari dell'impresa conclusasi da poco, e poi leggiamo pareri negativi su chi affronta simili imprese. Ultima nota,stiamo scrivendo su Avventurosamente. :mumble:
 
Capisco il senso degli interventi ma il motivo del mio sta' nel fatto che ho sempre avuto e sempre avro' rispetto e profonda ammirazione per chi mette in gioco la propria vita per il raggiungimento di un obiettivo, quale che sia, in questo caso specifico,una vetta Himalayana.

Andando in montagna si mette a rischio la propria vita, ovunque. Lo faccio anch'io, su roccia e ghiaccio. In Himalaya, oltre i campi base, l'incidente accade più spesso perché le condizioni sono più ostili. Un alpinista sa di rischiare la vita, ma deve avere come primo obiettivo quello di divertirsi portando a casa la pelle sua e quella dei compagni, la vetta deve passare in secondo piano. Tutti lo proclamano, ma pochi ci credono.

Io penso che l'alpinismo sull'Himalaya in stile alpino possa ancora avere un senso. Può anche avere un senso auto-organizzarsi in una spedizione. Invece le ascensioni commerciali di persone che non sanno neppure calzare i ramponi, come ha raccontato Simone Moro, non solo non hanno senso, ma sono un insulto alla montagna e agli sherpa che rischiano la vita per far fare all'occidentale di turno l'esperienza della vita.
Lo so che su questo commercio ci vive un intero popolo. Ma questa smania degli 8000 ha fatto sì che ad ogni ondata di maltempo ci sia una strage. Se guardate, è un fenomeno recente: più turisti impreparati ci sono, più queste tragedie diventeranno gravi e frequenti. E non dimentichiamoci che, portando gli sherpa, facciamo rischiare loro al posto nostro. Dove sta l'eroismo e l'avventura?
 
Mumble, mumble, mumble. Laddove c'è la crescita di popolarità e del turismo, dove i touristi "devono" vivere l'esperienza speciale, c'è il tipo di rischio descritto.

La "volgarizzazione" di un sacco di attività ha reso più facili gli incidentti, complice anche una filosofia che non privilegia la propedeuticità/crescita per gradi, ma punta a dare il tutto e subito quasi a tutti. Con ciò sto facendo solo un'analisi asettica di quanto oggi succede.

Io l'ho vissuta nel campo delle attività subacquee e alla fineho mollato tutto.

Non volevo essere una vox clamans in deserto, né una Cassandra, ma di cavolate fatte da gente che credeva di saper andare sott'acqua avendo fatto uno o due mnicorsi ne ho viste parecchie, anche mortali.
 
Giusto ieri pomeriggio mi è capitato di vedere una vecchia intervista a Messner, diceva proprio che per lui era inconcepibile che si può comprare ''una vetta'' , diceva che con 50000 euro ti portavano in quota e avevi pure l'elicottero per i viveri, per lui questa era la fine dell'alpinismo come sport come lo intendeva lui, e l'inizio dell'alpinismo come sport per tutti, ma credo che un conto sia fare sport tipo andare sui pattini dove al massimo se non hai esperienza ti sbucciate un ginocchio o ti rompi una gamba se proprio ti va male, ma un conto è andare in posti del genere, senza l'esperienza adatta. Per il discorso delle vette uno può anche provare soddisfazione nel sapere che è arrivato a tale traguardo, ma sempre rendendosi conto di quello che può fare e dove può arrivare. Detto questo spero per i 100 che si risolva in bene la cosa e profondo dispiacere per ragazzi che hanno perso la vita purtroppo.
 
La montagna è rischiosa e questo si sa , altrimenti esiste il bar sotto casa ... è pericolosa sia che arrivi in vetta , sia che ci si fermi a 20 mt ... nel mio piccolo qualche volta ho rischiato molto più del dovuto .
Gli sherpa senza turismo farebbero la fame nel vero senso della parola , e per finire lasciamo stare Moro , che fa solo paternali quanfo gli fa comodo , si lamentava dell Everest diventato un circo , un parco giochi dopo aver trovato la coda nel salirlo per affrontare la traversata Everest-Lhotse . Dimenticandosi che 15 giorni prima stava accompagnando Brumitti sull Everest con la bici ... lo trovo assurdo !!
 
Giusto ieri pomeriggio mi è capitato di vedere una vecchia intervista a Messner, diceva proprio che per lui era inconcepibile che si può comprare ''una vetta'' , diceva che con 50000 euro ti portavano in quota e avevi pure l'elicottero per i viveri, per lui questa era la fine dell'alpinismo come sport come lo intendeva lui, e l'inizio dell'alpinismo come sport per tutti, ma credo che un conto sia fare sport tipo andare sui pattini dove al massimo se non hai esperienza ti sbucciate un ginocchio o ti rompi una gamba se proprio ti va male, ma un conto è andare in posti del genere, senza l'esperienza adatta. Per il discorso delle vette uno può anche provare soddisfazione nel sapere che è arrivato a tale traguardo, ma sempre rendendosi conto di quello che può fare e dove può arrivare. Detto questo spero per i 100 che si risolva in bene la cosa e profondo dispiacere per ragazzi che hanno perso la vita purtroppo.
Non cambia pattinare o scalare l Everest , se so di rischiare e la vita è mia a nessuno deve interessare ...
 
Non cambia pattinare o scalare l Everest , se so di rischiare e la vita è mia a nessuno deve interessare ...
La mia era una considerazione più sulla commercializzazione dell'everest, e comunque se tu ,ad esempio, in qualità di guida o altro, mi porti a tua "responsabilità" su una montagna che tu non sei in grado di scalare neanche da solo, a qualcuno potrebbe interessare...
 
La mia era una considerazione più sulla commercializzazione dell'everest, e comunque se tu ,ad esempio, in qualità di guida o altro, mi porti a tua "responsabilità" su una montagna che tu non sei in grado di scalare neanche da solo, a qualcuno potrebbe interessare...

Logico ti devi fidare di chi " ingaggi " ... se ti metti nelle mani di una guida per salire anche solamente il Bianco da qualsiasi via , non puoi salire pensando di essere immortale ... tutti gli anni tra le varie comitive in Hymalaya ci scappa almeno un morto , ma anche tra le spedizioni di gente famosa e preparata tutti gli anni ci scappa il morto ...
E pure messner dovrebbe volare basso , 50000 € non è che se li posdono permettere tutti , e la funivia che vuol far costruire per arrivare comodamente al "suo" museo ? $$$
 
Ultima modifica:
Due soldi nostri ... con lo stipendio che prendono per una spedizione mantengono la famiglia un anno ...


C'è stata un'inchiesta molto grossa dopo l'incidente di quest'anno e sono emersi svariati problemi relativi alle condizioni di lavoro degli sherpa: è il lavoro più rischioso al mondo, ma le assicurazioni obbligatorie in realtà coprono poche evenienze e in caso di morte danno coperture ridotte, anche per i loro standard. Se uno sherpa ha un incidente in quota molte assicurazioni non pagano il recupero e molte spedizioni non si fanno garanti delle cifre necessarie a coprire il volo.

Inoltre uno sherpa fa un lavoro che è solo marginalmente paragonabile a quello delle nostre guide, in quanto, in molte ascensioni, si assume dei rischi molto grossi (mettere scale e corde fisse), porta pesi elevati, va avanti e indietro per un compenso economico. Ovviamente è molto diverso il discorso dei trek, sui quali non avrei problemi ad assumere una guida. Ma se voglio rischiare sul serio, lo faccio da sola.

Poi, il servizio è lì, ognuno può scegliere di usufruirne o meno. Qualcuno vuole farsi l'Everest a pagamento? Prego. Sono una grande sostenitrice della libertà, in quota e altrove. Sottolineo solo le storture etiche verso la montagna (avete idea di quanto sia impattante questo tipo di turismo?) e verso le persone.
 
Uno sherpa prende in una stagione da 2000 a 6000 $ , una persona del posto arriva a 500 $ all anno ... e per spezzare un lancia a favore di Simone ( Moro ) piu volte ha recuperato sherpa in difficoltà , in quota , col suo elicottero ... non pensare che lasciano al destino la vita di un portatore . Lo sherpa non fa da guida , attrezza ( chi ha esperienza ) e fa il portatore ( giovani ) , che poi gli organizzatori di viaggi commerciali assumano sherpa come guide per limare i prezzi è un altro conto . E cmq , uno sherpa assunto come guida , ha salito magari piu volte un Everest che una guida alpina europea il Bianco ...
Quindi giu il cappello davanti a uno sherpa , ma che venga sottopagato no
 
Quindi giu il cappello davanti a uno sherpa , ma che venga sottopagato no

Massimo rispetto per gli sherpa. A parte che se ti leggi un po' di letteratura in materia vedrai che i problemi degli sherpa permangono. Ma anche se fosse, bastano x mila euro a pagare la vita di una persona? E' etico farla rischiare a pagamento al posto mio, bada bene, per un fatto puramente edonistico?
 
Un sacco di lavori al mondo son pericolosi ... conosci qualcuno del soccorso alpino ? Chiedi a volte in che condizioni devono uscire !! E anche nella vita di tutti i giorni ci sarebbero esempi ...
 
Ho assistito a dei recuperi in Hovering a pochi metri dalla parete ... in alcuni casi con meteo incredibili con vento forte ...
 
Un sacco di lavori al mondo son pericolosi ... conosci qualcuno del soccorso alpino ? Chiedi a volte in che condizioni devono uscire !! E anche nella vita di tutti i giorni ci sarebbero esempi ...

Sì, infatti il soccorso alpino in certe condizioni non esce. In più in Europa c'è una regolamentazione degli standard, per cui chi fa questi lavori si assume dei rischi, ma fino ad un certo punto. Diverso è sfruttare il bisogno economico di un popolo per il proprio piacere personale. Non conosco nessuno che faccia il soccorritore in Italia per bisogno economico, mentre lo si fa spesso, e giustamente, per volontariato.

Comunque è lì, se uno non trova problemi etici può usufruire del servizio.
 
Non tutti i soccorritori sono volontari, l'equipaggio base di un elicottero (pilota, copilota e probabilmente l'addetto al vericello se non è il copilota) è sicuramente stipendiato. Con i costi che ha un brevetto e con la profesionalità che non può di certo essere sostituita dalla semplice volontà o spirito di altruismo mi stupirei del ccontrario.

Ma anche se volontari cosa cambia? Una vita è sempre una vita e, parallelamente, un soccorritore non dovrebbe porsi il problema se chi si appresta a salvare se l'è cercata o meno, al limite si dovrà porre il problema se è in grado di farlo in sicurezza (sua e di chi deve soccorrere) o meno.

Secondo me.

Ciao :), Gianluca
 
Gli sherpa senza turismo farebbero la fame nel vero senso della parola
Prima del turismo, di che vivevano?

Due soldi nostri ... con lo stipendio che prendono per una spedizione mantengono la famiglia un anno ...
Personalmente credo che la vita di una persona non abbia prezzo (parlo in generale, di esempi ne potrei fare anche qui in Italia).

Non tutti i soccorritori sono volontari
Bèh, pilota copilota e medico di certo sono stipendiati, ma tutto il resto sono per la maggior parte volontari. Ed hanno la facoltà di scegliere di non partire se le condizioni meteo sono proibitive.
 
Alto Basso