Condivido in pieno il tuo discorso. Personalmente non ho mai avuto la passione della vetta, anzi. Ad alcuni amici che avevano questo pallino (soliti discorsi... "nella mia vita ho conquistato n. vette, e tu?") ho proposto di rinunciare agli ultimi 20 metri che separano dalla cima. E' un ottimo esercizio, che io faccio spesso e che mi permette di pensare alla via e a ciò che c'è intorno e non alla vetta.
E' doloroso sapere che in questo momento ci sono centinaia di persone in difficoltà in Nepal, penso agli alpinisti, come agli sherpa e ai pastori locali. Queste nevicate hanno messo tutti i difficoltà. E i locali purtroppo non hanno molte alternative: sono i più esposti e i meno assistiti.
Quando vado in montagna, magari nei giorni feriali, magari camminando per ore e ore, mi capita spesso di non incontrare nessun essere umano sul mio percorso. Se poi i pastori hanno già abbandonato l'alpe e non è stagione di funghi, sono proprio sicura che nessun bipede verrà avvistato! Possibile che qui non cammini nessuno, mentre tutti smaniano per un trek in Himalaya? In coscienza, dovremmo conoscere palmo a palmo le nostre alture, prima di prendere l'aereo per farsi scarrozzare altrove, magari mettendo in pericolo la vita di sherpa e portatori.