Escursione 4 giorni a cavallo del Gran Sasso, tra nuvole e rifugi. Primo giorno

Data Lunedì 24 settembre 2018
Primo giorno :da località turistica di Prati di Tivo, Arapietra, Rifugio Franchetti e tentativo per Calderone al tramonto.
Grado di difficoltà : secondo me dopo certe altitudini (circa 1800 mt) è sempre EE, anche se credo sia segnata con E.
Difficoltà incontrate: in questo primo giorno nessuna fino al Franchetti.Itinerario rispettato. Nebbia fittissima, alternata a qualche raffica di gelo e sereno improvviso,qualche fiocco, pioggia e non so che altro dalle 18 scarse in poi...Notte freddissima, eppure vestiti invernali e due sacchi su lettini militari in una stanza invernale nuova, nuova.
Descrizione :
Sempre imprevedibile la vita:un intera estate passata a programmare tre settimane di ferie in autunno,sono saltate con una sola notte di baruffa tra animali, dove la mia gattina di 5 mesi ha avuto la peggio su 4 cani lasciati non liberi come Linda, ma semplicemente abbandonati a se stessi. Dopo la prima settimana in fin di vita, la Ciccetta ha trovato ospitalità per 4 giorni dall'amico @Ciccio74 che conosce bene. Anche Linda ha riportato ferite in passato da uno degli stessi "semirandagi" , e così tra questi ricordi di rabbia, tristezza, delusione per gli sfumati programmi e anche noie economiche non previste, parte questa avventura di quattro giorni nel cuore del Gran Sasso, che avrà almeno di buono una compagna molto speciale e, si spera, della solitudine di un lunedì di fine settembre. Il programma è pieno e intenso(e sfoltito di tre giorni progettati in estate, inoltre non verrà rispettato, ma saranno Cmq 4 giorni di improvvisazioni e allegri cambi di strade fino a sua Maestà, di grandiose immagini e sogni tangibili. Partenza da prati di Tivo, attraversare il bosco fino alla Piana del Laghetto, quindi salire alla madonnina, e poi passare la notte al Franchetti e magari un tramonto nel Calderone. Il secondo giorno salire su corno Grande dal passo del cannone e scendere per la notte al rifugio del Duca.Da lìun giorno a zonzo su monte Aquila, La Portella e riposo. Poi scendere al Garibaldi, Val maone, quindi a pranzo a Prati di Tivo o Intermesoli in Macchina.
Anche il meteo mi crea non poche tensioni, visto che le previsioni parlano in nottata di un primo assaggio di inverno, e venti sui 40/50 km orari, ma ormai gli scarponi sono già in marcia.
I primi passi nel bosco di luci radenti accendono, in un inusuale verde settembrino, i faggi ancora raggianti e spengono presto ogni indugio. Come laser tra il fogliame ,creano mille luci sui nostri visi, quasi disegni di "Smile", anche uno strano faggio, con base a forma di sederone, pare presagire una giornata fortunata. Alla vista maestosa di un illuminata piana del laghetto, di fronte ai paesaggi rassicuranti che spaziano fino al mare,con una temperatura che sembra impossibile arrivi del freddo, con sua Maestà sorridente e assolato, finalmente il mio viso sorride e Linda galoppa felice tra farfalle e gracchianti cornacchie sopra la testa. Alessandra è alla prima volta sul Gran Sasso di quota e vette in generale( abbiamo avuto una prima piccola grande esperienza di un alba sul Tremoggia) :i suoi occhi profondi luccicano di meraviglie, e la maglietta verde si mimetizza con con i prati che appaiono ancora estivi. All'Arapietra il gran Sasso si mostra sempre vicino, a portata di mano, quasi mancassero solo 5 minuti per saltare sulla Vetta di sua Maestà,ma poi l'inganno ottico si infrange sempre rumoroso di affanni sulla salita per il rifugio Franchetti... e siamo ancora qui incantati,immobili, altro che 5 minuti. Svetta possente e ipnotico l'albergo diruto, se poi un aquilone di piume gli gira sopra è veramente una gran fortuna essere qui... e un bel bravo allo strano faggio...L'aquila è veramente un animale regale,sempre emozionante vederla così vicino, vederla planare enorme e leggera sopra il Re degli Appennini, immobile in volo, ma veloce come i battiti che crea nel petto. Così vicina, da vedere come delle mani fatte di piume sulla punta delle ali e con cui gioca con l'aria a mo di ragazzini con le mani fuori dei finestrini delle macchine...gioielli rari e preziosi tra i ricordi di montagna, come quando la prima volta la vidi alzarsi in volo davanti agli occhi e mi spaventai per il gran rumore dello spostamento d'aria, per le cosce grandi come un tacchino ancora appese, per la fatica percepita dagli stretti e lenti giri tondi atti ad alzare tanta mole. Feci addirittura una sola foto e solo alla fine del decollo per il contropiede dello stupore ...Ma ritorniamo sul Gran Sasso...I primi cirri bianchi colorano il blu sempre così intenso dell'autunno, qualche improvvisa raffica di vento freddo ci indossa le maniche lunghe e ci induce ad una prima pausa al riparo degli impianti di risalita della Madonnina. Alziamo gli occhi al cielo e i nembi corrono veloci sopra Monte Corno:in quota il vento è forte ma la "rocca" del Franchetti sembra riparata dai due colossi del Gran Sasso. Saliamo con le prime difficoltà di chi è nuovo a percorsi rocciosi come al tratto delle Scalette, e con la lupa che ha quasi 10 anni adesso. Noi ce la caviamo meglio di Linda che, impaziente, non ricorda la sua età non più giovanissima, e si infrange sul calcare con il primo salto di un metro e mezzo, a fine de la corda di acciaio. Sconsolata mi aspetta e capisce finalmente la ragione di un indigesta, strana e nuova pettorina per issarla... mi sono ripromesso che non la porto più a scalare roccette dal compimento di 10 anni la prossima primavera, anche se il quarto giorno sul Corno Grande gli piacerà un sacco essere aiutata a salire e scendere dagli scaloni rocciosi e l'imbraco pare abbastanza funzionale, ma in foto non mi fa impazzire...Non c'è vento in mezzo al Vallone delle Cornacchie, fa caldo da camicia e la coreografia di luci sul paretone del Corno piccolo ci rallenta ancora un po', ma in fondo non abbiamo nessuna "fretta" per oggi, siamo in rodaggio e voglio anche capire i nostri tempi rispetto ai cartelli per assecondarli agli orari del meteo che domani presenta un buco di tre ore con meno vento e non nuvoloso. Incontriamo tre persone poco prima del rifugio che hanno passato la notte allo stazzo perché il rifugio ha chiuso ieri (noi sapevamo già) e questa notte è stata, per loro, di vento si, ma ancora caldo. Al rifugio c'era anche un solitario che ha dormito in tenda e anche lui sta smontando e va via per il cambio di temperatura e venti previsto.Siamo soli e il cuore del Gran Sasso è tutto per noi già da ora di pranzo:non sale più nessun temerario tra le nuvole fredde del nord, che a tratti ci inglobano. ..e intanto la colonnina del mercurio scende a sei gradi già alle due del pomeriggio.. .Soli!!.. Ci sbrachiamo in vestiti invernali dentro la vetrata con vista sulle centinaia di vie verticali di Corno Piccolo.Sfidiamo spesso il freddo in arrivo con continui affacci in terrazzo, perché non si può fare a meno di vedere come candidi ammassi di sogni, giocano con il Paretone. Mangiamo spizzicando salame e pan carré, marmellata, fino a un the bollente che ci stringe vicini, vicini... al caldo. La lupa elemosina con successo qualcosa dai nostri bocconi e una mini scatola di carne in gelatina. Alla fine del salame si decide a mangiare anche le sue crocchette:furbastra!Due ore prima del tramonto proviamo a salire al Calderone, ma un cumulonembo ci dona un madido abbraccio e anticipa la notte. La torcia si perde in un grigio vapore e noi per accorciare i tempi siamo un po' fuori sentiero e provando a salire dal brecciaio.Il naso della Lupa non collabora, cerco di usare "il mio" per rintracciare il sentiero,la Segugia (uno dei tanti soprannomi di Alessandra) ha gli occhi sbarrati e pallore di chi non è affatto a suo agio a scendere surfando su pietre, cosi ci leviamo lentamente dallo stallo ghiaioso, puntando nel nulla più in basso. Fino al sentiero.Quasi per beffa si riapre uno squarcio di blu e rosso nel Calderone, proprio tornati al Franchetti.Lo spettacolo è cmq ben gradito,vicinissimo,maestoso, coloratissimo.Cosi preparo al volo del tabacco per una fumatina alle prime ombre del buio. Nuvole di fumo, atmosfera surreale, nebbie magiche, e qualche scatto prova scarsamente a stampare.Una lucentissima Luna si fa strada tra i nembi, li rischiara e illumina di sacro la notte, proprio dentro la cattedrale di sua Maestà. Con il mercurio 5 tacche sotto, alle sole 9 PM,non resisto molto e mi fiondo allo stazzo invernale per cercare di preparare una cena calda con risotto liofilizzato e qualche dolcetto. Non ci faremo mancare nulla neanche per la colazione e il pranzo ipotizzato per Corno Grande. La colonnina scende ancora e la notte sarà freddissima e un avventura anche i pochi bisogni......... Fine primo giorno
 
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Ecco le foto del lunedì
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Il disagio, di cui si farebbe tutti a meno finisce per dare un sapore speciale alle cose!

Grazie per la condivisione ed auguri per la micetta convalescente! :)
Verissime le tue parole. Le difficoltà o ci schiacciano o pescano risorse inattese dentro di noi. La gattina non è ancora fuori pericolo, chiuse le ferite, che si sono complicate, vediamo se riusciamo trovare un sistema per deambulare liberamente, almeno tre zampe ci aspettiamo che funzionino decentemente. Ha la colonna vertebrale spezzata, ma le sono rimaste delle sparute terminazioni nervose, per cui non ha perso completamente la sensibilità agli arti, a scapito delle urine ormai incontrollabili..... Ma se riusciamo a sistemare fuori, anche storpiata, vivrà in base alle sue forze. I pronostici dei veterinari sono tutti a sfavore.
 
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