Dati
Data: 29 luglio 2019
Regione e provincia: Cuneo
Località di partenza: Chiappera
Località di arrivo: Bivacco Barenghi
Tempo di percorrenza: 3h30' per il bivacco Barenghi, 1h30' per andata e ritorno al bivacco dalla Tete de la Frema
Chilometri: 10
Grado di difficoltà: E fino al col de la Gypiere, EE per la Tete della Frema
Descrizione delle difficoltà: sentiero ripido e detritico per la Tete della Frema
Periodo consigliato: luglio-settembre
Segnaletica: buona, a tratti anche eccessiva
Dislivello in salita: 1500
Dislivello in discesa: 325
Quota massima: 3142
Accesso stradale: Cuneo-Dronero-Acceglio-Chiappera
Eccomi qui a spendere qualche parola sul trekking da me percorso nei giorni precedenti in Val Maira. Il percorso è lungo e complesso e ci sono tante cose da dire e foto da inserire, per cui procederò con calma nel completare il post..
Innanzitutto, il giro da me percorso è una specie di miscuglio tra il classico giro dello Chambeyron, percorso nei 2 giorni iniziali, e il sentiero Cavallero, percorso in parte nel terzo e quarto giorno. Per la lunghezza del giro e per la stanchezza accumulata nel secondo giorno ho dovuto rinunciare, come prevedibile, alle possibili salite al Sautron (comunque non ho visto da dove si sale nei pressi del col della Portiolette) e all'Auto Vallonasso o alla sua anticima, che comunque sembra che alcune relazioni banalizzino un po'. Nel dettaglio, queste sono state le 'tappe' del trekking:
1°giorno: Chiappera (Rifugio Campo Base)-Rifugio Stroppia (1h40')-Lago Niera (1h50')-Bivacco Barenghi (3h30')-Col de la Gypiere (3h50')-Tete de la Frema (4h20')-Bivacco Barenghi (5h00')
2°giorno: Bivacco Barenghi-Col de la Gypiere (0h30')-Lago dei 9 colori (0h45')-Rifugio Chambeyron (1h40')-Pas de la Coulette (2h15')-bivio Fouillouse (3h05')-Col du Vallonet (3h45')-Col de la Portiolette (4h55')-Col de Sautron (6h00')-Bivacco Sartore (6h25'). Dal rifugio Chambeyron, 'deviazione' per la Pointe d'Aval (EE, 3320 metri l'anticima raggiunta - 1h40' per la salita e 1h05' per la discesa). Tempo netto totale: 9h10'
3°giorno: Bivacco Sartore- bivio bivacco Bonelli (0h40')-Passo della Fea (1h55')-Passo della Cavalla (2h10')-Monte Soubeyran (2h45')-Colle delle Munie (3h10')-Bivacco Bonelli (3h50')-Colle d'Enchiausa (5h05')-bivio bivacco Valmaggia (6h'00)-Bivacco Valmaggia (6h25')
4°giorno: Bivacco Valmaggia-Bivacco Enrico e Mario (0h55')-Colle Feuillas (1h15')-Lago Oronaye (1h55')-Col di Roburent (2h20')-Lago Superiore di Roburent (2h30')-Colle Scaletta (3h05')-Monte Scaletta (3h45')-Colle Scaletta (4h15')-Lago Superiore di Roburent (4h30')-Lago inferiore di Roburent (5h05')-La Tinetta (6h15')-Argentera (6h40').
Per quanto riguarda la prima tappa, sono partito tardi visto che l'unico autobus per la val Maira, partendo da Cuneo, è alle 11:40; in precedenza avevo visto l'orario scolastico e per questo, erroneamente, pensavo che ne passasse uno alle 9:10. Avevo intenzione di non partire troppo tardi per evitare il caldo e per prendere posto nel bivacco nel caso in cui fosse stato affollato, ma invece sono costretto ad aspettare 3 ore a Cuneo e arrivo ad Acceglio alle 13:20. Qui, all'ufficio turistico, leggo che un tratto del sentiero Cavallero che avrei dovuto percorrere il quarto giorno è franato, per cui devo cominciare a cercare alternative; dopo aver mangiato un boccone, rimedio un passaggio per Chiappera dove arrivo intorno alle 14:30 e dove ha inizio il trekking.
All'inizio occorre seguire una strada sterrata che a un certo punto si interrompe a causa di una possibile frana; quindi scendo sull'altra carrozzabile visibile appena più in basso, al fondo della quale si arriva a un camping. Nei pressi del camping, occorre attraversare il torrente su una stretta passerella in legno e proseguire per un altro tratto sulla sterrata dall'altro lato del torrente, fino a incrociare i segnavia del sentiero Dino Icardi con le indicazioni per il rifugio Stroppia e il bivacco Barenghi.
Alla partenza la Rocca Provenzale fa bella mostra di sè
Panorama sul fondovalle all'inizio della salit
A metà della salita, i panorami cominciano a diventare molto ampi
Il sentiero comincia a salire con discreta pendenza, ora fa abbastanza caldo perchè il vento, prima abbastanza intenso, si è ora placato. Dopo una serie di ripide serpentine, il sentiero procede a mezzacosta verso sud-ovest e poi riprende a salire verso un intaglio. Da qui, si percorre in ripida salita un tratto più ripido e a tratti un po' esposto, sul quale una o due volte è preferibile usare le mani; dopo un nuovo tratto a mezzacosta (presente una corda fissa, non necessaria) si arriva al minuscolo rifugio Stroppia (2260 metri), chiuso a chiave e usufruibile al modicissimo prezzo di 15 euro per persona a notte.
Ambiente di salita nel tratto più ripido
Ultimo tratto per arrivare al 'rifugio'
Panorami dal rifugio
Da qui la pendenza si abbatte e dopo aver attraversato un torrente proprio di fianco a una scenografica cascata si perviene in pochi minuti, con una breve risalita, al piccolo specchio d'acqua del lago Niera, affacciato come un balcone sul versante opposto della valle; già da qui gli splendidi paesaggi la fanno da padrone.
Lago Niera
Dal lago si procede in falsopiano sul Vallonasso di Stroppia su buon sentiero, all'inizio su prati. Si incrociano i sentieri per il colle dell'Infernetto prima e per il colle di Nubiera poi, proseguendo sempre in falsopiano; successivamente, con una salita un po' più ripida si entra nella parte del vallone che al suo fondo ospita al bivacco, passando sotto i contrafforti che scendono dal Brec de Chambeyron. I panorami dolomitici qui la fanno da padrone, non sembra davvero di essere in Piemonte.
Vallonasso di Stroppia e Monte Sautron
Verso il colle dell'Infernetto
Contrafforti del Brec de Chambeyron
A un certo punto il sentiero, mai troppo ripido, spiana e guardandosi indietro si giunge in vista di due piccoli laghetti; di qui, il bivacco Barenghi si raggiunge in poco più di 10 minuti per una traccia su terreno pietroso. Il bivacco è situato in una posizione stupenda a 2815 metri, poco sopra l'azzurro lago Vallonasso e alle pendici del col de la Gypiere e della cima della Tete de la Frema.
Laghetti e vista dall'alto Vallonasso di Stroppia
Bivacco Barenghi
Lago del Vallonasso, bellissimo
Dopo una pausa più o meno lunga, durante la quale mi trattengo con i presenti al bivacco, riparto. Dal bivacco (presso cui è presente una 'rosa dei venti' con le indicazioni della direzione delle principali cime) occorre arrivare al fondo del vallone, su un tratto pietroso più o meno pianeggiante; qui inizia la ripida salita al col de la Gypiere (2948 metri), che poi si raggiunge con un ultimo tratto molto meno ripido. Dal colle,da cui si può ammirare una bella vista sul lago Vallonasso e sul versante francese con l'Aiguille de Chambeyron e il sottostante lago dei 9 colori, si stacca sulla destra il sentiero per la Tete de la Frema: questo è ben battuto, ma ripido e faticoso e per brevi tratti abbastanza stretto. In circa mezz'ora, comunque, si raggiunge la cima che è un ottimo belvedere sulle montagne circostanti e poi scendo per un altra traccia che scende dal versante 'opposto' della montagna: questa si rivela meno detritica e scivolosa dell'altra, ma più esposta per un breve tratto. Comunque, dopo aver tagliato su pendio pietroso il col de la Gypiere, rientro al bivacco ormai al tramonto.
Salendo al Col de la Gypiere, dietro la Tete de la Frema
Aiguille de Chambeyron e lago dei 9 colori
Tete de la Frema dal colle
Panorami dalla cima
Lago Vallonasso dalla cima
Lago Vallonasso al tramonto
Data: 29 luglio 2019
Regione e provincia: Cuneo
Località di partenza: Chiappera
Località di arrivo: Bivacco Barenghi
Tempo di percorrenza: 3h30' per il bivacco Barenghi, 1h30' per andata e ritorno al bivacco dalla Tete de la Frema
Chilometri: 10
Grado di difficoltà: E fino al col de la Gypiere, EE per la Tete della Frema
Descrizione delle difficoltà: sentiero ripido e detritico per la Tete della Frema
Periodo consigliato: luglio-settembre
Segnaletica: buona, a tratti anche eccessiva
Dislivello in salita: 1500
Dislivello in discesa: 325
Quota massima: 3142
Accesso stradale: Cuneo-Dronero-Acceglio-Chiappera
Eccomi qui a spendere qualche parola sul trekking da me percorso nei giorni precedenti in Val Maira. Il percorso è lungo e complesso e ci sono tante cose da dire e foto da inserire, per cui procederò con calma nel completare il post..
Innanzitutto, il giro da me percorso è una specie di miscuglio tra il classico giro dello Chambeyron, percorso nei 2 giorni iniziali, e il sentiero Cavallero, percorso in parte nel terzo e quarto giorno. Per la lunghezza del giro e per la stanchezza accumulata nel secondo giorno ho dovuto rinunciare, come prevedibile, alle possibili salite al Sautron (comunque non ho visto da dove si sale nei pressi del col della Portiolette) e all'Auto Vallonasso o alla sua anticima, che comunque sembra che alcune relazioni banalizzino un po'. Nel dettaglio, queste sono state le 'tappe' del trekking:
1°giorno: Chiappera (Rifugio Campo Base)-Rifugio Stroppia (1h40')-Lago Niera (1h50')-Bivacco Barenghi (3h30')-Col de la Gypiere (3h50')-Tete de la Frema (4h20')-Bivacco Barenghi (5h00')
2°giorno: Bivacco Barenghi-Col de la Gypiere (0h30')-Lago dei 9 colori (0h45')-Rifugio Chambeyron (1h40')-Pas de la Coulette (2h15')-bivio Fouillouse (3h05')-Col du Vallonet (3h45')-Col de la Portiolette (4h55')-Col de Sautron (6h00')-Bivacco Sartore (6h25'). Dal rifugio Chambeyron, 'deviazione' per la Pointe d'Aval (EE, 3320 metri l'anticima raggiunta - 1h40' per la salita e 1h05' per la discesa). Tempo netto totale: 9h10'
3°giorno: Bivacco Sartore- bivio bivacco Bonelli (0h40')-Passo della Fea (1h55')-Passo della Cavalla (2h10')-Monte Soubeyran (2h45')-Colle delle Munie (3h10')-Bivacco Bonelli (3h50')-Colle d'Enchiausa (5h05')-bivio bivacco Valmaggia (6h'00)-Bivacco Valmaggia (6h25')
4°giorno: Bivacco Valmaggia-Bivacco Enrico e Mario (0h55')-Colle Feuillas (1h15')-Lago Oronaye (1h55')-Col di Roburent (2h20')-Lago Superiore di Roburent (2h30')-Colle Scaletta (3h05')-Monte Scaletta (3h45')-Colle Scaletta (4h15')-Lago Superiore di Roburent (4h30')-Lago inferiore di Roburent (5h05')-La Tinetta (6h15')-Argentera (6h40').
Per quanto riguarda la prima tappa, sono partito tardi visto che l'unico autobus per la val Maira, partendo da Cuneo, è alle 11:40; in precedenza avevo visto l'orario scolastico e per questo, erroneamente, pensavo che ne passasse uno alle 9:10. Avevo intenzione di non partire troppo tardi per evitare il caldo e per prendere posto nel bivacco nel caso in cui fosse stato affollato, ma invece sono costretto ad aspettare 3 ore a Cuneo e arrivo ad Acceglio alle 13:20. Qui, all'ufficio turistico, leggo che un tratto del sentiero Cavallero che avrei dovuto percorrere il quarto giorno è franato, per cui devo cominciare a cercare alternative; dopo aver mangiato un boccone, rimedio un passaggio per Chiappera dove arrivo intorno alle 14:30 e dove ha inizio il trekking.
All'inizio occorre seguire una strada sterrata che a un certo punto si interrompe a causa di una possibile frana; quindi scendo sull'altra carrozzabile visibile appena più in basso, al fondo della quale si arriva a un camping. Nei pressi del camping, occorre attraversare il torrente su una stretta passerella in legno e proseguire per un altro tratto sulla sterrata dall'altro lato del torrente, fino a incrociare i segnavia del sentiero Dino Icardi con le indicazioni per il rifugio Stroppia e il bivacco Barenghi.
Alla partenza la Rocca Provenzale fa bella mostra di sè
Panorama sul fondovalle all'inizio della salit
A metà della salita, i panorami cominciano a diventare molto ampi
Il sentiero comincia a salire con discreta pendenza, ora fa abbastanza caldo perchè il vento, prima abbastanza intenso, si è ora placato. Dopo una serie di ripide serpentine, il sentiero procede a mezzacosta verso sud-ovest e poi riprende a salire verso un intaglio. Da qui, si percorre in ripida salita un tratto più ripido e a tratti un po' esposto, sul quale una o due volte è preferibile usare le mani; dopo un nuovo tratto a mezzacosta (presente una corda fissa, non necessaria) si arriva al minuscolo rifugio Stroppia (2260 metri), chiuso a chiave e usufruibile al modicissimo prezzo di 15 euro per persona a notte.
Ambiente di salita nel tratto più ripido
Ultimo tratto per arrivare al 'rifugio'
Panorami dal rifugio
Da qui la pendenza si abbatte e dopo aver attraversato un torrente proprio di fianco a una scenografica cascata si perviene in pochi minuti, con una breve risalita, al piccolo specchio d'acqua del lago Niera, affacciato come un balcone sul versante opposto della valle; già da qui gli splendidi paesaggi la fanno da padrone.
Lago Niera
Dal lago si procede in falsopiano sul Vallonasso di Stroppia su buon sentiero, all'inizio su prati. Si incrociano i sentieri per il colle dell'Infernetto prima e per il colle di Nubiera poi, proseguendo sempre in falsopiano; successivamente, con una salita un po' più ripida si entra nella parte del vallone che al suo fondo ospita al bivacco, passando sotto i contrafforti che scendono dal Brec de Chambeyron. I panorami dolomitici qui la fanno da padrone, non sembra davvero di essere in Piemonte.
Vallonasso di Stroppia e Monte Sautron
Verso il colle dell'Infernetto
Contrafforti del Brec de Chambeyron
A un certo punto il sentiero, mai troppo ripido, spiana e guardandosi indietro si giunge in vista di due piccoli laghetti; di qui, il bivacco Barenghi si raggiunge in poco più di 10 minuti per una traccia su terreno pietroso. Il bivacco è situato in una posizione stupenda a 2815 metri, poco sopra l'azzurro lago Vallonasso e alle pendici del col de la Gypiere e della cima della Tete de la Frema.
Laghetti e vista dall'alto Vallonasso di Stroppia
Bivacco Barenghi
Lago del Vallonasso, bellissimo
Dopo una pausa più o meno lunga, durante la quale mi trattengo con i presenti al bivacco, riparto. Dal bivacco (presso cui è presente una 'rosa dei venti' con le indicazioni della direzione delle principali cime) occorre arrivare al fondo del vallone, su un tratto pietroso più o meno pianeggiante; qui inizia la ripida salita al col de la Gypiere (2948 metri), che poi si raggiunge con un ultimo tratto molto meno ripido. Dal colle,da cui si può ammirare una bella vista sul lago Vallonasso e sul versante francese con l'Aiguille de Chambeyron e il sottostante lago dei 9 colori, si stacca sulla destra il sentiero per la Tete de la Frema: questo è ben battuto, ma ripido e faticoso e per brevi tratti abbastanza stretto. In circa mezz'ora, comunque, si raggiunge la cima che è un ottimo belvedere sulle montagne circostanti e poi scendo per un altra traccia che scende dal versante 'opposto' della montagna: questa si rivela meno detritica e scivolosa dell'altra, ma più esposta per un breve tratto. Comunque, dopo aver tagliato su pendio pietroso il col de la Gypiere, rientro al bivacco ormai al tramonto.
Salendo al Col de la Gypiere, dietro la Tete de la Frema
Aiguille de Chambeyron e lago dei 9 colori
Tete de la Frema dal colle
Panorami dalla cima
Lago Vallonasso dalla cima
Lago Vallonasso al tramonto
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