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Utente 32323
Guest
Ripercorro l'ultima dozzina d'anni, le persone incontrate, le esperienze condivise, in 7 domande. Non un sentiero, ma una traccia appena visibile, bisbigliata tra me e me, per riflettere.
Se ti va, aggiungi la tua traccia.
1.
Sto evadendo da qualcosa?
Buttandomi a capofitto in un progetto o in una attività, in mille dettagli, in una nuova routine, sto evitando quello che necessariamente lo precede, certe domande?
...responsabilità, fatica, sofferenza, decisioni, relazioni, insuccessi. In qualche misura, la risposta è 'si': fa parte dell'uomo cercare un'alternativa alla sofferenza, nelle sue mille forme quotidiane.
Volere quello che accade, anziché desiderare che accada qualcosa: lo stoico aveva visto in questo il segreto della felicità. Libertà: non una configurazione più o meno fortunata di fattori esterni, quanto un'attitudine interiore, sempre disponibile.
2.
Sto evitando di lavorare su me stesso?
In India, dove ancora spesso si cammina scalzi, si è soliti dire: indossa un paio di scarpe e tutte le strade saranno rivestite di cuoio. Per cambiare un po' il mondo -- il modo in cui lo vedo e lo giudico -- a volte basta cambiare me stesso. Se sono insoddisfatto di due cose, l'intero mondo comincia a sembrarmi una trappola. Quando trovo pace in me, oasi di significato e umanità iniziano ad apparire tutt'intorno.
3.
Quanto sono libere le mie scelte?
Letture, racconti, social media... Improvvisamente mi ritrovo a leggere di motociclette vintage e sognarne una senza mai averci pensato prima in vita mia! quanto durerà?
Osservare i successi, ma notare anche gli elementi di criticità e fragilità. Thoreau: quanto è durata la sua esperienza? due anni. Un bellissimo libro: di Neil Ansell, "Deep country" (2011). Per lui cinque anni; oggi è un giornalista di successo, e ornitologo. Vicki Mackenzie, "La grotta nella neve" (2000), una donna, oggi monaca in Tibet, cinque anni a 4200m.
4.
Sto cercando di raccogliere consenso?
... anche inconsapevolmente. Sto cercando di impressionare qualcuno? Di nuovo, in una certa misura la risposta potrebbe essere, inaspettatamente, si. Lo insegnano le centinaia di osservazioni scrupolose condotte su di sé dagli eremiti di diverse tradizioni -- i veri eremiti -- nel corso dei millenni. Una volta diventato indivisibile, ritirato nel deserto d'Egitto, su un' isola sperduta al largo dell'Irlanda, sulle vette dell'Himalaya, nella giungla più recondita, per trascorrere la vita meditando o pregando, quando più nessuno ti vede né si ricorda di te, quando gli elogi -- anche taciti e impliciti -- per la tua scelta coraggiosa sono ormai lontani, quanta solerzia ti rimane per quelle ammirevoli intenzioni di un tempo? Loro la chiamavano "superbia" e la consideravano il più temibile dei nostri demoni interiori.
5.
Sono consapevole del cambiamento?
Il cambiamento mio: i miei interessi, valori, esigenze cambiano nel tempo, come normale che sia.
Oggi sono felice di essere solo; posso ragionevolmente presumere che non desidererò mai più una relazione? perché in base alle scelte di oggi potrei anche non trovarmi più nella condizione di poterne iniziare una (vita isolata, mancanza di mezzi, valori non sempre condivisibili). Vivere nella natura: mi ricordo che non sarò sempre in salute e nella condizione di goderne?
6.
Ho toccato quel che sogno?
Realismo. Programmo di vivere del mio orto e leggo ogni giorno di permacultura, ma ho mai tenuto una piantina di basilico sul davanzale della finestra? Più solitudine, ma mi stacco mai dal telefono? Più meditazione: perché, nonostante il tempo libero, finisco sempre per preferire altro?
A pochi minuti di cammino, Londra offriva immensi parchi selvaggi, zone di foresta millenaria, riserve naturali e faunistiche, orti botanici; a pochi minuti di treno una campagna straordinaria. Ogni volta che uscivo -- non lo facevo mai abbastanza -- mi rendevo conto di quanto poco bastasse per ricucire il rapporto con la natura, per nutrire la quiete interiore, per trovare l'avventura.
Se sogno una vita solitaria, potrei iniziare col provare cosa significa restare da solo, senza telefono, per un weekend, o per il tempo di una vacanza estiva. Se sogno più meditazione, potrei iniziare con un ritiro vipassana di 10 giorni e vedere cosa significa meditare 10 ore al giorno. Se sogno di vivere del mio orto di montagna, potrei provare a evitare carne, pesce, uova, formaggio, pane per tre mesi.
Di nuovo: realismo. Approfondire mille aspetti tecnici, spesso davanti a uno schermo -- rocket stove, orto biodinamico, case in argilla, fotovoltaico, bagno a secco, normativa, tutto insieme -- senza aver chiare le questioni fondamentali, ovvero senza conoscere me stesso, senza aver scelto un luogo preciso... Forse esiste una via migliore.
Una volta affrontate le questioni vere, quelle che riguardano anzitutto me stesso, il resto si risolve quasi da sé, e si risolve meglio sul posto che alla scrivania. Leggo e rileggo come si affila una motosega: poi me la trovo tra le gambe e ho in mano la lima... Cerco immobili online, ma per ogni inserzione pubblica ci sono 60 rustici disponibili unicamente per passaparola (così dove vivo).
Un anziano del posto: lui c'è sempre, lui è la guida migliore, disponibile a raccontare e insegnare per filo e per segno tutto quel che serve proprio a me!
7.
Sto sbattendo la porta?
Giovanni Climaco, monaco greco del VI secolo, a chi intendeva "lasciare il mondo" consigliava di andarsene in punta di piedi. Un atto di umiltà e di rispetto, ma anche di realismo. "Lascia il mondo come se fossi tu quello che si sta comportando in modo irragionevole, e non perché il mondo è impazzito", così scriveva 1500 anni fa.
Non è necessario tagliare i ponti. Un giorno ci si potrebbe pentire d'averlo fatto.
Mese dopo mese, anno dopo anno, per scelta arrivo in paese per un'ora alla settimana: l'unica occasione in cui vedo un volto, sento una voce. Piano piano tornano alla memoria le migliaia di persone incontrate nella vita e mi accorgo di essere in debito anche con la 'peggiore' di tutte, perché qualcosa mi ha pur insegnato. Ricordo quello che un tempo ho condiviso -- momenti, cibo, speranze, progetti -- e mi rendo conto che non lascerò mai il mondo, che in qualche modo ne farò sempre parte.
Spero che chi mi circonda, la mia nuova comunità mi capisca e che accetti le mie scelte, forse un po' insolite, ma io sto accettando le loro? forse li giudico? cerco gli altri solo e per quello che serve a me?
A Londra -- sono passati anni -- un giorno lessi: Gentleman è qualcuno che dà al mondo più di quanto abbia ricevuto.
È il mio primo post. Perdonate se preferisco non passare dalla sezione 'presentazioni'. Anche così vi saluto e ringrazio.
Se ti va, aggiungi la tua traccia.
1.
Sto evadendo da qualcosa?
Buttandomi a capofitto in un progetto o in una attività, in mille dettagli, in una nuova routine, sto evitando quello che necessariamente lo precede, certe domande?
...responsabilità, fatica, sofferenza, decisioni, relazioni, insuccessi. In qualche misura, la risposta è 'si': fa parte dell'uomo cercare un'alternativa alla sofferenza, nelle sue mille forme quotidiane.
Volere quello che accade, anziché desiderare che accada qualcosa: lo stoico aveva visto in questo il segreto della felicità. Libertà: non una configurazione più o meno fortunata di fattori esterni, quanto un'attitudine interiore, sempre disponibile.
2.
Sto evitando di lavorare su me stesso?
In India, dove ancora spesso si cammina scalzi, si è soliti dire: indossa un paio di scarpe e tutte le strade saranno rivestite di cuoio. Per cambiare un po' il mondo -- il modo in cui lo vedo e lo giudico -- a volte basta cambiare me stesso. Se sono insoddisfatto di due cose, l'intero mondo comincia a sembrarmi una trappola. Quando trovo pace in me, oasi di significato e umanità iniziano ad apparire tutt'intorno.
3.
Quanto sono libere le mie scelte?
Letture, racconti, social media... Improvvisamente mi ritrovo a leggere di motociclette vintage e sognarne una senza mai averci pensato prima in vita mia! quanto durerà?
Osservare i successi, ma notare anche gli elementi di criticità e fragilità. Thoreau: quanto è durata la sua esperienza? due anni. Un bellissimo libro: di Neil Ansell, "Deep country" (2011). Per lui cinque anni; oggi è un giornalista di successo, e ornitologo. Vicki Mackenzie, "La grotta nella neve" (2000), una donna, oggi monaca in Tibet, cinque anni a 4200m.
4.
Sto cercando di raccogliere consenso?
... anche inconsapevolmente. Sto cercando di impressionare qualcuno? Di nuovo, in una certa misura la risposta potrebbe essere, inaspettatamente, si. Lo insegnano le centinaia di osservazioni scrupolose condotte su di sé dagli eremiti di diverse tradizioni -- i veri eremiti -- nel corso dei millenni. Una volta diventato indivisibile, ritirato nel deserto d'Egitto, su un' isola sperduta al largo dell'Irlanda, sulle vette dell'Himalaya, nella giungla più recondita, per trascorrere la vita meditando o pregando, quando più nessuno ti vede né si ricorda di te, quando gli elogi -- anche taciti e impliciti -- per la tua scelta coraggiosa sono ormai lontani, quanta solerzia ti rimane per quelle ammirevoli intenzioni di un tempo? Loro la chiamavano "superbia" e la consideravano il più temibile dei nostri demoni interiori.
5.
Sono consapevole del cambiamento?
Il cambiamento mio: i miei interessi, valori, esigenze cambiano nel tempo, come normale che sia.
Oggi sono felice di essere solo; posso ragionevolmente presumere che non desidererò mai più una relazione? perché in base alle scelte di oggi potrei anche non trovarmi più nella condizione di poterne iniziare una (vita isolata, mancanza di mezzi, valori non sempre condivisibili). Vivere nella natura: mi ricordo che non sarò sempre in salute e nella condizione di goderne?
6.
Ho toccato quel che sogno?
Realismo. Programmo di vivere del mio orto e leggo ogni giorno di permacultura, ma ho mai tenuto una piantina di basilico sul davanzale della finestra? Più solitudine, ma mi stacco mai dal telefono? Più meditazione: perché, nonostante il tempo libero, finisco sempre per preferire altro?
A pochi minuti di cammino, Londra offriva immensi parchi selvaggi, zone di foresta millenaria, riserve naturali e faunistiche, orti botanici; a pochi minuti di treno una campagna straordinaria. Ogni volta che uscivo -- non lo facevo mai abbastanza -- mi rendevo conto di quanto poco bastasse per ricucire il rapporto con la natura, per nutrire la quiete interiore, per trovare l'avventura.
Se sogno una vita solitaria, potrei iniziare col provare cosa significa restare da solo, senza telefono, per un weekend, o per il tempo di una vacanza estiva. Se sogno più meditazione, potrei iniziare con un ritiro vipassana di 10 giorni e vedere cosa significa meditare 10 ore al giorno. Se sogno di vivere del mio orto di montagna, potrei provare a evitare carne, pesce, uova, formaggio, pane per tre mesi.
Di nuovo: realismo. Approfondire mille aspetti tecnici, spesso davanti a uno schermo -- rocket stove, orto biodinamico, case in argilla, fotovoltaico, bagno a secco, normativa, tutto insieme -- senza aver chiare le questioni fondamentali, ovvero senza conoscere me stesso, senza aver scelto un luogo preciso... Forse esiste una via migliore.
Una volta affrontate le questioni vere, quelle che riguardano anzitutto me stesso, il resto si risolve quasi da sé, e si risolve meglio sul posto che alla scrivania. Leggo e rileggo come si affila una motosega: poi me la trovo tra le gambe e ho in mano la lima... Cerco immobili online, ma per ogni inserzione pubblica ci sono 60 rustici disponibili unicamente per passaparola (così dove vivo).
Un anziano del posto: lui c'è sempre, lui è la guida migliore, disponibile a raccontare e insegnare per filo e per segno tutto quel che serve proprio a me!
7.
Sto sbattendo la porta?
Giovanni Climaco, monaco greco del VI secolo, a chi intendeva "lasciare il mondo" consigliava di andarsene in punta di piedi. Un atto di umiltà e di rispetto, ma anche di realismo. "Lascia il mondo come se fossi tu quello che si sta comportando in modo irragionevole, e non perché il mondo è impazzito", così scriveva 1500 anni fa.
Non è necessario tagliare i ponti. Un giorno ci si potrebbe pentire d'averlo fatto.
Mese dopo mese, anno dopo anno, per scelta arrivo in paese per un'ora alla settimana: l'unica occasione in cui vedo un volto, sento una voce. Piano piano tornano alla memoria le migliaia di persone incontrate nella vita e mi accorgo di essere in debito anche con la 'peggiore' di tutte, perché qualcosa mi ha pur insegnato. Ricordo quello che un tempo ho condiviso -- momenti, cibo, speranze, progetti -- e mi rendo conto che non lascerò mai il mondo, che in qualche modo ne farò sempre parte.
Spero che chi mi circonda, la mia nuova comunità mi capisca e che accetti le mie scelte, forse un po' insolite, ma io sto accettando le loro? forse li giudico? cerco gli altri solo e per quello che serve a me?
A Londra -- sono passati anni -- un giorno lessi: Gentleman è qualcuno che dà al mondo più di quanto abbia ricevuto.
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È il mio primo post. Perdonate se preferisco non passare dalla sezione 'presentazioni'. Anche così vi saluto e ringrazio.