- Parchi d'Abruzzo
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- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Data: 15.07.2012
Regione e provincia: Abruzzo (AQ)
Località di partenza: Campo Imperatore
Località di arrivo: Sella dei Grilli
Partecipanti: TizianaBi, Massimo, Anna e Luca (inchianamo)
Personalmente, anche per Anna è così, quando qualcosa è difficile da ottenere è ancora più bello faticare per raggiungerla, e se poi varie cose remano contro scatta qualcosa di impressionante e propulsivo che non so spiegare. Quando devi rinunciare a questo qualcosa che desideri veramente, è sempre difficile accettarlo, ma lo fai in silenzio e spesso anche di fretta, perché è così e tu non puoi farci niente, punto. E così è la montagna.
E’ una storia di rispetto verso lei e verso chi è con te, una storia di limiti, capacità e consapevolezza e a volte rischi di perderla.
Qualche minuto di esitazione, poi la ritirata. Quegli attimi in sospeso tra proseguire e rinunciare sono indefinibili, lì sono sembrati ore. A farli correre forse è stato il vento straordinario che fischiava come i freni di un autobus, che riusciva a deviare persino il cammino di un “quintaloide”. Io un vento così, in estate, sul filo di cresta, non l’avevo mai incontrato: faticare il doppio per progredire la metà. La mente era già salita, ma era dissociata dal corpo, impotente davanti alla natura.
Dieci passi, stop – mi giro – è tutto ok – proseguo. Dieci passi, stop – mi giro – è tutto ok – proseguo, un automa. Non c’era più niente intorno: buio sul bellissimo panorama, buio sul Corno maestoso, buio sul Cefalone, buio sul Camarda e maledizione pura sul Corvo perché non faceva scudo al vento. Non c’era più niente. Pensavo solo a quegli ultimi 400 metri davanti alla faccia e ai tre cuori con cui salivo. Se loro stavano a posto, io stavo a posto. Non contava altro.
Salendo noi, saliva il vento però. Mi volto e col braccio indico di spostarsi ma non so se qualcuno abbia capito il mio gesto, che col vento sembrava più una mossa di un ballo latino-americano.
Continuo, poi sento il fischio di Massimo e capisco subito (nella mia mente risuona come il triplice fischio dell'arbitro al termine di una partita di calcio).
Anna mi guarda, quasi le propongo di proseguire, già so che accetterebbe. Poi le dico che mi mette giusto pensiero la discesa con quel vento a raffica. Guardo i suoi occhi, guardo Tiziana e guardo Massimo (che nel frattempo aveva passato in rassegna tutti i gesti del mondo per dire di fermarci tutti). Qualche minuto di esitazione, poi la ritirata. Ci fossimo trovati con quel vento già poco sotto la vetta, sarebbe stata tutta un'altra storia.
Ci chiniamo al cospetto del gigante, mangiamo protetti dal vento e più tardi io e Anna prendiamo lezioni di sci da Tiziana e Massimo. Sì lo so che sembra assurdo e senza senso a metà luglio poi, ma proprio per questo, è così e non è assurdo. Perché cambiando l’ordine dei fattori...la discesa non cambia. Questo l’ho imparato e ora lo porterò sempre nello zaino.
Accantonate malsane idee di deviare l’escursione per prenderci almeno, comunque una croce scendiamo quindi per la via di andata fino a Campo Imperatore e birretta (calda) tra moto da bava e salumi da bavissima. Mentre guardavo una coppa (lonza per i nordici) che sembrava chiamare come una sirena del mare, si para davanti una motociclista che un po’ esagerata era vestita tutta di pelle da capo a piedi...vabbè finite le visioni. Guardo Anna che commenta il "pellame" vario...Ma pensiamo alla coppa no?!
Ringrazio Tiziana e Massimo doverosamente e non solo per la divertentissima compagnia e come sempre ringrazio...ehm...mo’ non mi ricordo il nome. L’Intermesoli invece...beh non si possono scrivere parolacce.
Luca
Per maggiori dettagli sul percorso rimando al bellissimo e completo resoconto di fabri64, qui
Vedi l'allegato 22400
no non hanno vinto, festeggiano i saldi di campo imperatore
pizzo cefalone sul tracciato che aggira la portella
il nostro obiettivo mancato e parte del percorso per raggiungerlo
Vedi l'allegato 22403
eppure il quadro era perfetto: la bionda, la mora...e l'infame
Vedi l'allegato 22404
e noi eravamo tutti motivati
fino a qui e poco oltre, poi il vento, ancora e sempre lui
Regione e provincia: Abruzzo (AQ)
Località di partenza: Campo Imperatore
Località di arrivo: Sella dei Grilli
Partecipanti: TizianaBi, Massimo, Anna e Luca (inchianamo)
Personalmente, anche per Anna è così, quando qualcosa è difficile da ottenere è ancora più bello faticare per raggiungerla, e se poi varie cose remano contro scatta qualcosa di impressionante e propulsivo che non so spiegare. Quando devi rinunciare a questo qualcosa che desideri veramente, è sempre difficile accettarlo, ma lo fai in silenzio e spesso anche di fretta, perché è così e tu non puoi farci niente, punto. E così è la montagna.
E’ una storia di rispetto verso lei e verso chi è con te, una storia di limiti, capacità e consapevolezza e a volte rischi di perderla.
Qualche minuto di esitazione, poi la ritirata. Quegli attimi in sospeso tra proseguire e rinunciare sono indefinibili, lì sono sembrati ore. A farli correre forse è stato il vento straordinario che fischiava come i freni di un autobus, che riusciva a deviare persino il cammino di un “quintaloide”. Io un vento così, in estate, sul filo di cresta, non l’avevo mai incontrato: faticare il doppio per progredire la metà. La mente era già salita, ma era dissociata dal corpo, impotente davanti alla natura.
Dieci passi, stop – mi giro – è tutto ok – proseguo. Dieci passi, stop – mi giro – è tutto ok – proseguo, un automa. Non c’era più niente intorno: buio sul bellissimo panorama, buio sul Corno maestoso, buio sul Cefalone, buio sul Camarda e maledizione pura sul Corvo perché non faceva scudo al vento. Non c’era più niente. Pensavo solo a quegli ultimi 400 metri davanti alla faccia e ai tre cuori con cui salivo. Se loro stavano a posto, io stavo a posto. Non contava altro.
Salendo noi, saliva il vento però. Mi volto e col braccio indico di spostarsi ma non so se qualcuno abbia capito il mio gesto, che col vento sembrava più una mossa di un ballo latino-americano.
Continuo, poi sento il fischio di Massimo e capisco subito (nella mia mente risuona come il triplice fischio dell'arbitro al termine di una partita di calcio).
Anna mi guarda, quasi le propongo di proseguire, già so che accetterebbe. Poi le dico che mi mette giusto pensiero la discesa con quel vento a raffica. Guardo i suoi occhi, guardo Tiziana e guardo Massimo (che nel frattempo aveva passato in rassegna tutti i gesti del mondo per dire di fermarci tutti). Qualche minuto di esitazione, poi la ritirata. Ci fossimo trovati con quel vento già poco sotto la vetta, sarebbe stata tutta un'altra storia.
Ci chiniamo al cospetto del gigante, mangiamo protetti dal vento e più tardi io e Anna prendiamo lezioni di sci da Tiziana e Massimo. Sì lo so che sembra assurdo e senza senso a metà luglio poi, ma proprio per questo, è così e non è assurdo. Perché cambiando l’ordine dei fattori...la discesa non cambia. Questo l’ho imparato e ora lo porterò sempre nello zaino.
Accantonate malsane idee di deviare l’escursione per prenderci almeno, comunque una croce scendiamo quindi per la via di andata fino a Campo Imperatore e birretta (calda) tra moto da bava e salumi da bavissima. Mentre guardavo una coppa (lonza per i nordici) che sembrava chiamare come una sirena del mare, si para davanti una motociclista che un po’ esagerata era vestita tutta di pelle da capo a piedi...vabbè finite le visioni. Guardo Anna che commenta il "pellame" vario...Ma pensiamo alla coppa no?!
Ringrazio Tiziana e Massimo doverosamente e non solo per la divertentissima compagnia e come sempre ringrazio...ehm...mo’ non mi ricordo il nome. L’Intermesoli invece...beh non si possono scrivere parolacce.
Luca
Per maggiori dettagli sul percorso rimando al bellissimo e completo resoconto di fabri64, qui
Vedi l'allegato 22400
no non hanno vinto, festeggiano i saldi di campo imperatore
pizzo cefalone sul tracciato che aggira la portella
il nostro obiettivo mancato e parte del percorso per raggiungerlo
Vedi l'allegato 22403
eppure il quadro era perfetto: la bionda, la mora...e l'infame
Vedi l'allegato 22404
e noi eravamo tutti motivati
fino a qui e poco oltre, poi il vento, ancora e sempre lui
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