Escursione A spasso tra i laghetti di Campo Imperatore

Parchi d'Abruzzo
  1. Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Dati

Data: 31/12/2018
Regione e provincia: L'Aquila, Abruzzo
Località di partenza: Lago Racollo (più o meno...)
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: prendetevi tutto il tempo che volete
Chilometri: 15km
Grado di difficoltà: E oppure EAI
Descrizione delle difficoltà: nessuna in particolare
Periodo consigliato: tutto l'anno se la viabilità consente l'accesso alla piana
Segnaletica: latitante
Dislivello in salita: 500m
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 1700m
Accesso stradale: S.P. 97 del lago Racollo da Santo Stefano di Sessanio


Descrizione

Uno dei primi luoghi che da abruzzese d'adozione ho scoperto ed amato da subito è la piana di Campo Imperatore. Un posto probabilmente unico in Italia e forse in europa, un altopiano lungo circa 18km e largo 8, collocato tra i 1500 della Vetica ed i 2100m dell'omonimo albergo e circondato da vette imponenti e sovrastato dal re degli appennini, il Corno Grande del Gran Sasso.

Per una serie di circostanze meteo, di turni e di impegni vari, l'unico giorno disponibile prima di un previsto peggioramento meteo coincide anche con il secondo turno di notte consecutivo del socio @Leo da solo , che si è pure sparato il Gorzano da poco e quindi non è il caso di fare cose mirabolanti... anche perchè il meteo è previsto stabile, ma con addensamenti già dall'ora di pranzo e di stare troppo alti non è il caso.
Decido quindi di proporre a Leo un anello che parte dal Lago Racollo e dal suo rifugio, passa per i ruderi della antica abbazia di Santa Maria del monte e poi si tuffa nel cuore della piana interna e pastorale con i laghi di Passaneta e Barisciano. L'idea sarebbe anche di salire poi sul budello che separa questa piana da quella di Paganica, prendere la cresta del Monte di Faieto e tornare indietro ad anello, ma la cosa è da valutare con le gambe del socio anche se sono ottimista visto che ormai è una specie di trattorino...

Comunque partiamo di buon mattino da Teramo per sciropparci questa ora e passa di macchina fino alla meta (d'estate basterebbe attraversare la piana passando da Fonte Cerreto), la provinciale del Racollo per fortuna è aperta dal paese di Santo Stefano, ma realizziamo che non è stato pulito un tratto brevissimo di strada che ci farà fermare a circa 1km dal rifugio Racollo... me lo aspettavo perchè non è la prima volta che mi capita, ma oggi siamo a spasso senza pensieri, la piana è in una veste quasi primaverile ed è tutta per noi, quindi partiamo...

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Considerata la posizione di partenza propongo a Leo di non passare subito dal Racollo ma tenercelo alla fine, quindi mantenendoci a Sud percorriamo la dorsale che separa la piana dalla conca aquilana, qui la terra è padrona dell'orizzonte, monte Bolza (a destra nella foto) ed il monte Camicia (a sinistra) ci guardano le spalle

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Svalichiamo nel Prato del Bove e decidiamo di non perdere quota ma tenerci su questi dolci pendii a mezzacosta seguendo le tracce dei tanti animali che da secoli pascolano nella piana, al limitare del prato su una sella si fanno notare i ruderi della grengia di Santa Maria del Monte

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Che poi, dicendocela tutta, siamo passati di qui anche perchè c'è la neve e ci piace calpestarla, guadagnando quota un Corno Grande quasi trasfigurato appare severo alla nostra destra

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Il vento, che non era previsto ma di questi tempi le previsioni stan facendo una certa fatica, è insistente già da un po' e la cosa non è affatto simpatica, sfuggiamo quindi alla tentazione di salire un cucuzzolo alberato sulla nostra sinistra e puntiamo più decisamente verso l'antica abbazia

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La visuale sul prato del Bove qui è splendida, con cavalli al pascolo sulla piana ed il monte Prena rude di fronte a noi a chiudere la scena

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Qualche altro traverso da pastore e siamo quasi ai ruderi, Leo si ferma per cambiare abbigliamento, il vento è davvero fastidioso, Zoe ha imparato ad aspettare seduta... sta crescendo

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Arrivati all'antica abbazia non si può fare a meno di pensare al posticino scelto per la costruzione ed alle sue dimensioni, doveva essere davvero imponente, ma chissà come si passavan qui gli inverni...

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Il muro meglio conservato è anche uno splendido riparo dal vento (che a tratti però pare venire da qualsiasi parte) quindi facciamo una breve sosta


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Volendo si potrebbe salire sul Monte di Faito anche da qui, lascio Leo a rilassarsi un altro po' ed a sfumacchiare e mi inerpico sul dosso che sovrasta l'abbazia, vi trovo un cippo senza iscrizioni (quota circa 1700m) che Zoe ovviamente ispeziona a modo suo

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Il vento, come era prevedibile, salendo è davvero insopportabile... monte di Faito è 200m di dislivello più su e dovremmo percorrere la lunga cresta fino quasi alla fossa di Paganica, Leo mi ha quasi raggiunto a quota 1700m, in basso il lago di Passaneta è una pista di pattinaggio su ghiaccio

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Non è davvero il caso di salire di quota ulteriormente, il socio è davvero molto infastidito dal vento, gli propongo di cercare riparo nella piana che pure sarà ventosa ma mai come più in alto... non è convinto, ma lo anticipo anche per fargli da "motivatore", poi però mi volto e la fotografia è di quelle che descrivono bene l'atmosfera di questi luoghi fuori dal tempo

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Una strettoia ci introdurrà alla zona del lago di Barisciano, strettoia che essendo innevata diventa anche elemento di discontinuità e ipotesi di trovare un minimo di riparo dal vento oppure un vento ancor più violento se è da qui che si incanala

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In realtà giunti nei pressi del lago ghiacciato di Barisciano il vento cala piuttosto vistosamente, non perchè siamo riparati, proprio perchè il meteo è un po' matto in questo periodo... sulle nostre teste però possiamo ancora vedere che in quota spinge le nuvole a tutta birra, abbiamo fatto bene a non salire...

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A questo punto, dovendo tornare indietro sulla stessa direttrice, approfittiamo della pausa del vento per la pausa pranzo... anche perchè si è fatta l'ora giusta e pure Linda e Zoe hanno un languorino

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Iniziamo quindi la marcia per rientrare, mi spiace non aver fatto l'anello, ma sarebbe stato una fatica più che un piacere, giunti nel pianoro del lago di Passaneta però Leo parte per la cresta sud mentre io mi tengo centrale perchè voglio passare per un rifugio pastorale... Zoe non capisce queste separazioni, sono strani questi uomini...

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Giungo al rifugio del lago di Passaneta e ci gironzolo un po' attorno, l'ho sempre visto durante la bella stagione ed essendo usato da pastori non mi ci sono mai avvicinato per questioni di discrezione, non è un albergo a 5 stelle ma la posizione non è malaccio

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Qui ci ricongiungiamo con Leo e Linda e gli propongo questa volta di passare dalla piana, dal prato del Bove e non a mezza costa come all'andata, per non fare lo stesso itinerario e perchè trovo passeggiare in questa piana davvero molto molto rilassante... chissà se lo è stato anche per il socio

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Puntiamo il crinale che ci separa dal rifugio Racollo dove abbiamo deciso di prepararci un te, ma prima di scendere alla struttura non possiamo fare a meno di approfittare di una lingua di neve per goderci il panorama

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Le panche al sole e la zona semi coperta per il fornello sono il massimo per questa sosta prima dello strappo finale, peccato che la gestione delle strade di queste zone non permetta una fruizione tutto l'anno della piana e di questo rifugio (come di altri posti), ma forse qualcosa si muove, qualcosa può cambiare, si spera

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Dopo il te caldo anticipo nuovamente Leo che si prende il consueto supplemento di sosta per sfumacchiare, in questo periodo dell'anno la luce è sempre piuttosto trasversale e strana, ora però si è addolcita e qualche nuvoletta contribuisce a creare fotogrammi già pronti mentre il socio mi segue a distanza

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L'ultimo strappo per arrivare all'automobile offre nuovi scenari ammalianti, il Bolza da qui è davvero ipnotico e ci strappa una promessa per un prossimo futuro

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Un ultimo sguardo a questa piana fuori dal tempo

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E dopo l'ultimo dosso la mia macchina appare, solitaria, come in attesa di accoglierci e riportare a casa i ricordi di questa giornata...

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Alla prossima!
 
questa parte del Gran Sasso la amo particolarmente, nonostante sia profondamente diversa dal versante teramano e da quello aquilano "tosto"..ci sono particolarmente affezionato per averlo in passato vissuto con persone a me care. E' la zona bucolica del Gran Sasso, quella dei laghetti, delle cime arrotondate e dolci..è la zona che ancora odora di pastorizia e transumanza.
Sono anni che desidero farvi un trekking di 2 giorni per vivere meglio tutti quei valloncelli, quei laghetti e quelle collinette, e dalle tue foto vedo che ora è ancora più bello.
Grazie dello splendido post.
 
La meraviglia di quella piana fuori dal tempo circondata da tutte quelle vette, rende superfluo anche solo pensare di salirci sopra.
Quando ci sono andato, un paio di anni fa, ho cercato informazioni: d'inverno l'Abbazia chiudeva (rimanevano un paio di monaci di guardia) e si trasferiva armi e bagagli (e bestiame) nel sottostante Piano delle Locce, dove sono i ruderi di Santa Maria dei Carboni e di altre costruzioni sparse.
P.S. poverini... addirittura un'oretta di macchina...
 
Che pace e tranquillità questa giornata
 

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Ottimo fotoracconto. Complimenti ad entrambi e grazie per aver condiviso.

Grazie, gentilissimo Orso!

Quando sfoderi dal cilindro questi mirabili itinerari, comprendo appieno il motivo per cui tu sostieni di non voler raggiungere la vetta ad ogni costo.

Grazie Stefano... non riuscire a fare l'anello un po' mi è dispiaciuto, ma dopo la vetta del San Franco che ci ha maltrattati di vento e freddo e che abbiamo preso davvero col coltello tra i denti, dopo una serie di uscite necessariamente in certi ambienti perché le valli con la neve diventano ostiche, sentivo proprio l'esigenza di una camminata di questo tipo ed il fato ha voluto che fosse anche adatta al meteo ed alla condizione del socio. Le vette mi piacciono, ma quell'entusiasmo che dura comunque quell'attimo e basta, non mi appaga quanto la sensazione di sospensione del percorso nelle valli o in creste o a mezzacosta, insomma quelle situazioni di moto quasi ipnotico, forse anche ridondante come un mantra e Campo Imperatore si presta tanto a questo genere di esperienza... grazie ancora.
 
questa parte del Gran Sasso la amo particolarmente, nonostante sia profondamente diversa dal versante teramano e da quello aquilano "tosto"..ci sono particolarmente affezionato per averlo in passato vissuto con persone a me care. E' la zona bucolica del Gran Sasso, quella dei laghetti, delle cime arrotondate e dolci..è la zona che ancora odora di pastorizia e transumanza.
Sono anni che desidero farvi un trekking di 2 giorni per vivere meglio tutti quei valloncelli, quei laghetti e quelle collinette, e dalle tue foto vedo che ora è ancora più bello.
Grazie dello splendido post.

Grazie a te per l'apprezzamento, caro Alex... ti dico che è una cosa che anche io desidero fare da tanto tempo, preferirei senza animali per questioni pratiche e siccome la primavera veste la piana di colori splendidi chiazzati di neve, non credo di riuscirci quest'anno ma sicuramente il periodo sarà quello del verde dell'erba nuova e del viola dei fiori che bucano il bianco della neve... Grazie!
 
La meraviglia di quella piana fuori dal tempo circondata da tutte quelle vette, rende superfluo anche solo pensare di salirci sopra.
Quando ci sono andato, un paio di anni fa, ho cercato informazioni: d'inverno l'Abbazia chiudeva (rimanevano un paio di monaci di guardia) e si trasferiva armi e bagagli (e bestiame) nel sottostante Piano delle Locce, dove sono i ruderi di Santa Maria dei Carboni e di altre costruzioni sparse.
P.S. poverini... addirittura un'oretta di macchina...

Grande presidente, ho indicato a Leo la zona delle Locce e delle Condole in una sosta forzata alla fontana che si incontra poco dopo aver lasciato Barisciano... perché hai ragione sul fatto che la mia velata lamentela sulle distanze in auto è screanzata verso chi sta effettivamente più lontano, ma la colpa è mia che non ho menzionato il problema ovvero il cane vomitino... la sosta infatti era per quello, io e Leo siamo veramente fortunati e ce lo diciamo sempre, ma il viaggio per Zoe è ogni tanto un mezzo calvario e lo diventa anche per me che la vedo star male... e che devo pulire...

Comunque poi si arriva e passa tutto! L'abbazia sapevo fosse presidiata tutto l'anno ma non con i dettagli che hai aggiunto, come dicevo a Leo quel giorno, lì c'è davvero tanto da vedere e con quel ritmo da pastorizia che porta davvero ad uno stato mentale particolarmente rilassato... l'anello però lo voglio ritentare!

P.S. Col nuovo giocattolo fotografico la schiena ringrazia, i files son pazzeschi, devo prendere la mano con pulsanti ed ergonomia ma dopo la seconda uscita non posso lamentarmi.
 
Grazie Stefano... non riuscire a fare l'anello un po' mi è dispiaciuto, ma dopo la vetta del San Franco che ci ha maltrattati di vento e freddo e che abbiamo preso davvero col coltello tra i denti, dopo una serie di uscite necessariamente in certi ambienti perché le valli con la neve diventano ostiche, sentivo proprio l'esigenza di una camminata di questo tipo ed il fato ha voluto che fosse anche adatta al meteo ed alla condizione del socio. Le vette mi piacciono, ma quell'entusiasmo che dura comunque quell'attimo e basta, non mi appaga quanto la sensazione di sospensione del percorso nelle valli o in creste o a mezzacosta, insomma quelle situazioni di moto quasi ipnotico, forse anche ridondante come un mantra e Campo Imperatore si presta tanto a questo genere di esperienza... grazie ancora.
Capisco cosa intendi, anche se non ho mai avuto il piacere di immergermi nell'ambiente del Piccolo Tibet e girovagare tra quei variegati dossi circondati dai giganti del Centenario, ad eccezione di piccoli scampoli utilizzati per avvicinarmi all'attacco dei sentieri.
Oltre al Bolza (che si trova da tempo anche sulla mia lista della spesa), ora mi hai incuriosito con questa Cima di Faiete che avrebbe fatto parte del tuo anello.
Nelle mie incursioni in quella zona, lo sguardo verso Sud era calamitato dall'elegante profilo della Costa Ceraso ma penso che lì dietro ci sia un mondo tutto da scoprire (eccole in una vista d'insieme dalla cresta della Scindarella):
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Scusate il sintetismos ma ho probbpro didscrittura alla tastiera solo si questo sitos E nonnn capiscca percpe
 

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Capisco cosa intendi, anche se non ho mai avuto il piacere di immergermi nell'ambiente del Piccolo Tibet e girovagare tra quei variegati dossi circondati dai giganti del Centenario, ad eccezione di piccoli scampoli utilizzati per avvicinarmi all'attacco dei sentieri.
Oltre al Bolza (che si trova da tempo anche sulla mia lista della spesa), ora mi hai incuriosito con questa Cima di Faiete che avrebbe fatto parte del tuo anello.
Nelle mie incursioni in quella zona, lo sguardo verso Sud era calamitato dall'elegante profilo della Costa Ceraso ma penso che lì dietro ci sia un mondo tutto da scoprire (eccole in una vista d'insieme dalla cresta della Scindarella):
Vedi l'allegato 168218

Si, bellissima! Anche io sono molto attratto dal Ceraso, pensa che tra Faito e Ceraso dovrebbe anche esserci un rifugetto... Ora che il meteo si stabilizza voglio davvero farmi dei bei giretti da quella parte, tra l'altro devo ancora fare un giro serio dello Scindarella (anche se con un gruppo di persone in gambissima lo abbiamo conquistato da Sud, Vallefredda dritto per dritto). Insomma, le cose da fare sono tante e tocca cominciare... Ma Faito e Ceraso ormai sono in cantiere!
 
Grande presidente, ho indicato a Leo la zona delle Locce e delle Condole in una sosta forzata alla fontana che si incontra poco dopo aver lasciato Barisciano... perché hai ragione sul fatto che la mia velata lamentela sulle distanze in auto è screanzata verso chi sta effettivamente più lontano, ma la colpa è mia che non ho menzionato il problema ovvero il cane vomitino... la sosta infatti era per quello, io e Leo siamo veramente fortunati e ce lo diciamo sempre, ma il viaggio per Zoe è ogni tanto un mezzo calvario e lo diventa anche per me che la vedo star male... e che devo pulire...

Comunque poi si arriva e passa tutto! L'abbazia sapevo fosse presidiata tutto l'anno ma non con i dettagli che hai aggiunto, come dicevo a Leo quel giorno, lì c'è davvero tanto da vedere e con quel ritmo da pastorizia che porta davvero ad uno stato mentale particolarmente rilassato... l'anello però lo voglio ritentare!

P.S. Col nuovo giocattolo fotografico la schiena ringrazia, i files son pazzeschi, devo prendere la mano con pulsanti ed ergonomia ma dopo la seconda uscita non posso lamentarmi.
P.S. Anche la collega, che viene dalla Nikon D600 è soddisfattissima.

Questa cosa che ora i cani soffrano la macchina è incredibile. Ne ho avuto per 50 anni e viaggiavano nel bagagliaio o davanti ai piedi di mia madre senza problemi.
Ora anche la mia se devo farla viaggiare devo avvolgere l'abitacolo di panni assorbenti e munirmi di rotoli di scottex. E il problema lo sento anche in altri padroni. Non mi do una spiegazione.
 
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