Vi racconto la storia de l'Eremita.
Lo conobbi nel 1984, ero quattordicenne, e carta IGM alla mano, esploravo il territorio andando sempre piu' in la', lui invece era gia' cinquantenne.
Si era fatto una casetta in una radura di un grande bosco, in zona remota; aveva un orto, alberi da frutta, due tralci di vite, ma soprattutto allevava cinchiali... o meglio, dava da mangiare ai cinghiali che vivevano nella zona e che aveva abituato ad accorrere, numerosi, al suo mais... ogni tanto ne prendeva uno
Si era trasferito li' gradualmente... inizialmente stava qualche giorno, poi rinuncio' a tornare in paese, anche perche' non gli serviva... ogni tanto riceveva visite e barattava o comprava zucchero, latte, sale, ecc.
Negli anni '80 poi iniziava la moda del 4x4 e la domenica era tappa dei fuoristradisti, che ospitava al suo tavolo e a cui preparava maialino al forno con patate... e gli raccontava storie, di lupi, volpi, tassi...
Insomma, non era isolato veramente, seppure in inverno soprattutto potevano passare un mese senza che vedesse qualcuno...
Mori ultraottantenne...un infarto.
Oggi pero' una cosa del genere non la consentirebbero... verrebbe spenta sul nascere, almeno nella mia zona.