abbandonare la società e vivere liberi

per me non esistono le leggi sono supertramp :) comunque sto quasi male a pensare come sia diventato il mondo ormai, se fosse così semplice abbandonare tutto lo avrei già fatto, ma chissà magari un giorno troverò il mio vero scopo ahaha (tanto per sfociare un po' nella filosofia) e spero tanto che sia quello di vivere nella natura :)
 
Comunque capisco benissimo quello che dici e non penso sia OT, io semplicemente la vedo diversamente.

Se devo andare a vivere, per me pseudo-come vorrei... per colpa loro che vengono a prendermi... (non sò da voi, ma da noi se lo fanno una volta e sei etichettato sei sotto controllo...) e quindi se ogni volta passa un mese e poi mi fanno andare tutto a "putt...e"... Allora preferisco accettare il fatto che non posso vivere liberamente e in disparte come vorrei.... e vivo in società con i miei modi e filosofie... cosa che gli dà comunque molto fastidio e brucia, ahahah

Io non rinnego la tecnologia, modernità, ecc e non la sdegno, semplicemente trovo onesto che ognuno possa decidere e fare come preferisce.. nel limite di non rubare e far del male agli altri.
Infatti vivere in società, come faccio e quindi non facendo la marionetta, mi infastidisce molto di meno che anni e anni fa in cui mi si propinava l'idea di dover fare quello che dicono, eheh ahé.

Infatti il mio problema principale non è tanto il come vivo adesso o vorrei andare a vivere.... ma martellare e rompere le palle alla società in cui vivo sul fatto "voi volete vivere così e state bene e non siete perseguibili...io se vivo come voglio io e sarebbe mille volte meno incisivo sugli altri di come vivete voi... sono perseguibile, denunciabile....ok, ma vivo comunque in base a quello che ritengo giusto"
Se non hai niente non hai niente da perdere, quindi non farti intestare nulla (case auto ecc). Al massimo ricostruisci il il campo in luogo diverso se lo distruggono.
 
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Speleoalp

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ahah, io l'ho fatto diverse volte. A farlo adesso finirei in galera, non ho più la pazienza di un tempo... ed ero abbastanza istintivo già prima... ma solo a chi veniva, viene a rompermi le palle senza che gli ho chiesto o fatto qualcosa. Divisa o civile per me siamo tutti uguali. Quando dico istintivo... non so se è il caso di dire cosa facevo, ahahah Nella mia valle nativa avevo due soprannomi, dati da altri...non da me. "Rambo" e il "mentalmente instabile", ahahah che per i più è offensivo, per me è un complimento, ahah
 
S

Speleoalp

Guest
Se non hai niente non hai niente da perdere, quindi non farti intestare nulla (case auto ecc). Al massimo ricostruisci il il campo in luogo diverso se lo distruggono.

Infatti ho molto poco,... ma è una palla e con il mio carattere vorrei starmene tranquillo... non sopporto la gente di quel genere, ahaha
 
Certo, il problema della coercizione non è da sottovalutare (ho provato pure quello, non mi faccio mancare nulla), e ovviamente ognuno si muove in base a ciò che ritiene più nelle sue corde, momento per momento. Ho fatto certe precisazioni nel caso in cui qualcuno per troppa foga non valuti bene tutte le eventualità scaturite da scelte che sono individuali si, ma sempre spiate da altri. Se uno sa a cosa va in contro poi può decidere la strada da percorrere. Intanto mi è tornata voglia di sapere se Campanara c'è ancora e se è com'era...se so qualcosa vi aggiorno
 
coercizióne s. f. [dal lat. coërcitio -onis, der. di coërcere; v. coercibile]. –

1. L’obbligare altri a fare o non fare una cosa, usando la forza o minacciando d’usarla; coazione, costrizione, limitazione della libera volontà: fare uso della c.; ricorrere alla c.; subire una c. morale.

2. In diritto militare, c. diretta, attribuzione al comandante militare del potere di passare o far passare immediatamente per le armi coloro che, in guerra, risultino manifestamente colpevoli di reati di disobbedienza, insubordinazione, ammutinamento o rivolta.
 
S

Speleoalp

Guest
Il mio primo processo ???
Militare.... amavo e un po' "vanitosamente" ero uno dei migliori della mia scuola reclute.... ma non amavo per nulla il dover dare potere, importanza con determinati gesti e sottomissioni a certe persone solo perché avevano una divisa. Soprattutto non accetto l'arroganza e la superiorità nel rivolgersi agli altri, in nessun caso. Ho preso armi e bagagli e me ne sono andato a casa!! Da lì la trafila,... marionetta sì... fino ad un certo punto.

Seconda condanna ???
Guida senza licenza di condurre per oltre 6 anni... ho sempre ritenuto e ne sono convinto (ho prove decennali su questa teoria ed esperienze dirette) che per fare qualcosa il pezzo di carta non serve e sicuramente non vuol dire che qualcuno ha delle capacità superiori ad altri. Parlo solo delle capacità pratiche per fare una cosa, non di mille particolari che forse si usano una volta nella vita.

Terza condanna ???
Ho vissuto in maniera nomade nei boschi senza annunciarmi, senza permesso legale, ecc....

Quarta condanna, quinta, .... ecc ???

Paradossale.... ma mi sento comunque una persona migliore di moltissime altre che non hanno mai fatto uno sgarro e parlano di comunità, altruismo, ecc.... ma quando devono metterle in pratica si ritirano come un pistolino nell'acqua congelata.... mentre io mi rovino pure per aiutare anche uno sconosciuto, perché il mio non è odio verso nessuno è semplicemente "..fatti i ca..i tuoi, che io mi faccio i miei..", se non si segue questo unico comandamento che ho, và bene,... ahahah ma dovrei scrivere la "quarta condanna, la quinta, eccc..." ahahahaha
 
Ho apprezzato molto questo post, perchè in molte considerazioni mi ci rivedo e molti pensieri espressi e scritti li faccio continuamente e continuamente mi schianto contro la dura e amara realtà.
Il problema di fondo è quello sociale ragazzi, quando nasciamo nessuno ci chiede se vogliamo o non vogliamo fare parte di questo modello di società e crescendo pensiamo che sia l'unico modello vivibile esistente, per il semplice fatto che "tutti" vivono così. La scelta è subordinata ai nostri genitori che con ogni probabilità seguiranno alla lettera il modello societario, le sue regole, le sue credenze ( vedi battesimi, comunioni ecc..ecc) senza pensare minimamente all'individualità dell'essere che hanno concepito ma effettuando una scelta molto egoistica che gratifichi loro e che li mostri agli occhi degli "altri" e della società come persone "normali e rispettabili".
Ho letto nei post precedenti, un nome che mi ha fatto sobbalzare dalla sedia: Thoreau!
Basta leggere Walden per comprendere almeno in parte le difficoltà che ha dovuto incontrare lui, problematiche presenti nel 1870 circa e che oggi si sono evolute e moltiplicate a dismisura.
Il libro è proprio un Vademecum per chi ha in mente l'idea di volersi staccare dai ritmi frenetici che impone la società e da coloro che la vivono e non la confutano.

citando Thoreau: " Io mi aguzzai la vista con l'esperienza, e così mi apparve evidente che la maggior parte di voi conduce una vita meschina e abietta: siete sempre in bilico, tentando di entrare in affare e insieme di tirarvi fuori dai debiti. - Ma gli uomini s'affaticano poichè partono da principi sbagliati. La parte migliore dell'uomo è subito arata nel suolo, per farne concime. E da un fato simile, che è comunemente chiamato necessità, egli è impiegato come dice un vecchio libro a riporre tesori che tignole e ruggine presto corroperanno e che i ladri violeranno e ruberanno. E' una vita da pazzi, come capirà egli stesso quando ne sarà giunto alla fine, se non prima. - Diciamo che il nostro è l'unico modo di vita: ma ve ne sono tanti altri! tanti quanti i raggi che in un cerchio possono essere tracciati dal centro. Ogni mutamento è un miracolo da contemplare: e un miracolo che s'avvera ad ogni istante. "

Detto ciò credo che sia molto difficile poter riuscire al giorno d'oggi nell'impresa di staccarsi del tutto dalla società attuale e vivere in armonia con la natura i suoi ritmi e le sue leggi, ma non impossibile.
Bisogna però ricordarsi che la società intesa come ente astratto ma materialmente costituita dalle istituzioni e dai governi possiede e vuole possedere ogni signolo umano e conoscerne spostamente e sfruttarne le energie al fine di alimentare se stessa, quindi chi volesse cimentarsi in un progetto di chiamiamolo distaccamento deve valutare molti aspetti con raziocinio (come fece thoreau che calcolava pesi, costi e misure di ogni singolo elemento), che lo facciano vivere veramente in armonia. Inutile dire infrango le regole vado contro tutto e tutti spacco botilia e amazo familia, non ha senso perchè poi andare in tribunale, fare processi, pagare parcelle ad avvocati e farsi anche qualche mese se non anno di galera è veramente da stolti. Abbiamo il dono dell'intelletto, usiamolo.

In fine ci tenevo a dire, che probabilmente a parte tutti gli aspetti materiali (uno su tutti un terreno di proprietà) la cosa essenziale almeno per ciò che penso io sia solo una, trovare qualcuno che condivida il tuo stesso sogno qualunque esso sia.
 
S

Speleoalp

Guest
Ho apprezzato molto questo post, perchè in molte considerazioni mi ci rivedo e molti pensieri espressi e scritti li faccio continuamente e continuamente mi schianto contro la dura e amara realtà.
Il problema di fondo è quello sociale ragazzi, quando nasciamo nessuno ci chiede se vogliamo o non vogliamo fare parte di questo modello di società e crescendo pensiamo che sia l'unico modello vivibile esistente, per il semplice fatto che "tutti" vivono così. La scelta è subordinata ai nostri genitori che con ogni probabilità seguiranno alla lettera il modello societario, le sue regole, le sue credenze ( vedi battesimi, comunioni ecc..ecc) senza pensare minimamente all'individualità dell'essere che hanno concepito ma effettuando una scelta molto egoistica che gratifichi loro e che li mostri agli occhi degli "altri" e della società come persone "normali e rispettabili".

Questa è una cosa che penso anche io e quindi condivido.... però mi viene da fare una considerazione,...

Sono cresciuto in una famiglia particolare e in situazioni particolari (per mia fortuna), ma di base i miei genitori hanno sempre cercato di insegnarmi quelle cose di cui parlavi anche te, "del modello di vita"....
Però ho sempre, fin da bambino, avuto il mio modo di vedere e ragionare.... le uniche cose su cui non ho mai avuto "ribellioni" serie ma solo da bimbo era sui discorsi del rispetto, non rubare, aiutare chi ha bisogno, ecc... Ma pur rispettando sempre queste regole, ho sempre avuto i miei comportamenti sul ragionare del perché dovevo o non dovevo fare qualcosa, sul perché dovevo o non dovevo pagare qualcosa, sul perché avrei dovuto vivere in una certa maniera in base al fatto che me lo dicevano gli altri, ecc... Quindi mi son sempre convinto e lo sono comunque tutt'ora, che la colpa stà in ognuno di noi e che la scelta di chiudere gli occhi e spegnere parte del cervello e seguire senza domande quello che ci viene detto di fare, non fare, come fare è una scelta personale e quindi se in un certo senso è vero che si cresce in un determinato ambiente con dei determinati insegnamenti...dall'altra parte c'è sempre la propria colpa di non voler guardare più in là del proprio naso o semplicemente per come la penso io,... aver semplicemente perso la capacità di ragionare fuori dagli schemi che ci sono stati insegnati dalla società... ma pur sempre scelta personale.
 
Credemi, che se non affronti particolari problematiche e difficoltà difficilmente risvegli la tua buona coscienza, probabilmente tutti noi che sentiamo questa necessità di cambiamento abbiamo avuto una qualche scintilla in grando di risvegliarci. Io vedo continuamente che la gente che mi circonda è in uno stato di totale assenza, vivono in un vuoto pieno di cose, dei loro effetti materiali e di convinzioni installate da condizionamenti ormai centenari della società, sono assuefatti e a meno di grandi eventi che scuotano il loro animo, che schiariscano la loro vista e inneschino il processo di rivoluzione spirituale e intellettuale continueranno a dormire, continueranno a praticare e cosa più grave a professare e tramandare questo stile di vita come giusto, come sacro e come unica scelta possibile.
Per l'umanità non c'è speranza ragazzi, per l'uomo come individuo invece ci sarà sempre.
 
Credemi, che se non affronti particolari problematiche e difficoltà difficilmente risvegli la tua buona coscienza, probabilmente tutti noi che sentiamo questa necessità di cambiamento abbiamo avuto una qualche scintilla in grado di risvegliarci. Io vedo continuamente che la gente che mi circonda è in uno stato di totale assenza, vivono in un vuoto pieno di cose, dei loro effetti materiali e di convinzioni installate da condizionamenti ormai centenari della società, sono assuefatti e a meno di grandi eventi che scuotano il loro animo, che schiariscano la loro vista e inneschino il processo di rivoluzione spirituale e intellettuale continueranno a dormire, continueranno a praticare e cosa più grave a professare e tramandare questo stile di vita come giusto, come sacro e come unica scelta possibile.

A leggerti, sembra esserci lo zampino di Gurdjieff nel tuo percorso ;)
 
Illuminazione e risvegliodella coscienza

Gran parte del cosiddetto male che avviene nella vita delle persone è dovuto all’inconsapevolezza. Si crea da solo, o, meglio, è creato dall’io. Talvolta io chiamo queste cose dramma. Quando siamo pienamente consapevoli, il dramma non entra più nella nostra vita. Vorrei rammentare brevemente come opera l’io e come crea il dramma. …

… L’io è la mente non osservata che gestisce la nostra vita quando non siamo presenti come consapevolezza testimone, come osservatori. L’io si percepisce come frammento separato in un universo ostile, senza alcuna connessione interiore con ogni altro essere, circondato da altri io che considera potenziali minacce o che cercherà di usare per i propri fini. Gli schemi fondamentali dell’io sono creati per combattere la sua radicata paura e il suo senso di mancanza. Si tratta di resistenza, dominio, potere, avidità, difesa, attacco. Alcune delle strategie dell’io sono estremamente abili, eppure non risolvono mai alcuno dei suoi problemi, semplicemente perché l’io stesso è il problema.

Quando gli io si riuniscono insieme, che si tratti di rapporti personali o di organizzazioni o istituzioni, prima o poi accade il male: un dramma di qualche genere, sotto forma di conflitti, problemi, lotte di potere, violenza emotiva o fisica, eccetera. Fra questi vi sono mali collettivi come guerre, genocidi e sfruttamenti, tutti dovuti all’inconsapevolezza accumulata. Inoltre molti tipi di malattie sono causati dalla resistenza continua dell’io, che crea restrizioni e blocchi nel flusso di energia attraverso il corpo. Quando ci ricolleghiamo all’Essere e non siamo più gestiti dalla nostra mente, smettiamo di creare queste cose. Non creiamo e non partecipiamo più al dramma.

Quando due o più io si uniscono insieme, ne consegue un dramma di qualche genere. Ma anche chi vive completamente solo crea il proprio dramma. Quando noi ci sentiamo dispiaciuti per noi stessi, questo è dramma. Quando ci sentiamo in colpa o in ansia, questo è dramma. Quando lasciamo che il passato o il futuro oscurino il presente, creiamo il tempo, il tempo psicologico, la sostanza di cui è fatto il dramma. Quando non onoriamo il momento presente consentendogli di essere, creiamo il dramma.

Quasi tutti sono innamorati del proprio dramma di vita particolare. La loro storia è la loro identità. L’io gestisce la loro vita. Vi hanno investito l’intero loro senso del sé. Perfino la loro ricerca (di solito infruttuosa) di una risposta, di una soluzione, o di una guarigione ne diventa parte. Ciò che temono e a cui resistono di più è la fine del loro dramma. Fintanto che SONO la loro mente, ciò che temono e a cui resistono di più è il loro risveglio.

Quando viviamo in completa accettazione di ciò che esiste, questa è la fine di ogni dramma della nostra vita. Nessuno può nemmeno litigare con noi, per quanto ci provi. Non possiamo litigare con una persona pienamente consapevole. Il litigio implica l’identificazione con la mente e una posizione mentale, nonché resistenza e reazione alla posizione dell’altra persona. Il risultato è che le opposte polarità si forniscono energia reciprocamente. Questa è la meccanica dell’inconsapevolezza. Possiamo ancora esprimere la nostra opinione chiaramente e fermamente, ma non vi sarà dietro nessuna forza reattiva, nessuna difesa e nessun attacco. Allora non si trasformerà in dramma. Quando siamo pienamente consapevoli, smettiamo di essere in conflitto. Nessuno che sia in unione con se stesso può nemmeno concepire un conflitto: questo si riferisce non soltanto al conflitto con altre persone ma fondamentalmente al conflitto dentro di noi, che viene meno quando non vi è più alcuno scontro fra le esigenze e le aspettative della mente e ciò che esiste.
 
"Mentre invece, ad esempio, la Comunità degli Elfi non dovrebbe essere abusiva."

<A me pare di si>

Anche a me, e a memoria c'era stato un po' di discussione a riguardo in qualche 3ad passato.

L'esperienza comunarda non è di per sè stessa illegale, così come non lo sono eventualmente quelle di eremitaggio, di autosufficienza e così via. Lo diventano quando alla scelta di vita si accompagna il rifiuto di ottemperare alle regole base della società a cui apparteniamo, che a ben vedere sono tutto sommato abbastanza elastiche o poco occhiute, se ad esempio in Val Grande c'è una persona che vive senza grandi problemi in una baita abbandonata da una vita o in un rifugio inutilzzato. e questo è solo un esempio.
 
Eccomi, ci sono anche io nel gruppo dei viaggioni mentali :) ;)
Quello di vivere in natura , lontano dalla società moderna, è il mio sogno ma ho capito che è decisamente utopistico per tutti i motivi qui sopra elencati...
Adesso io sto provando a avvicinarmi ad un'indipendenza per quel che posso ( ho 15 anni) , per esempio con le "medicine" e il cibo... Poi naturalmente continuo a costruire ripari in giro per il bosco ... Potrei ospitare un paese ;)
L'unico vero problema della vita in natura sarebbe conoscere le piante e la salute... Perché se vai a casaccio , o becchi quella giusta ,o quella che ti stende ;)
Per il riparo e fuoco credo che quello poi venga da se... ;)
 
S

Speleoalp

Guest
Certo, ma essendo così giovane hai tutto il tempo di imparare e farti insegnare ;) Non serve nemmeno conoscere tutto e di più, bastano le conoscenze delle erbe più comuni, magari perenni e sicure... per ogni stagione.
In realtà poi basta conoscere le risorse per stagione, una base sul come conservarne alcune e via...

Ci vuole pazienza e passione, ma è tutto fattibile ;)) se così non fosse, l'umanità non sarebbe arrivata a noi, ahahah
 
Quello sicuro ;) ti impari quelle erbe che puoi trovare da te e sei apposto ;) di sicuro se vivi in alto Adige non ti devi preoccupare di saper riconoscere l'aloe nel bosco ;)
Il tempo lo sto sfruttando bene :rofl:
 
"Mentre invece, ad esempio, la Comunità degli Elfi non dovrebbe essere abusiva."

<A me pare di si>

Anche a me, e a memoria c'era stato un po' di discussione a riguardo in qualche 3ad passato.

Anche le baite abbandonate hanno un proprietario.
Si può tentare di occupare un casolare fatiscente solo perchè ormai il valore della montagna è sceso a meno di zero.
Anche a me, pare, qualcuno mi abbia occupato un terreno, non vale neanche la fatica di andare ad accertare.
 
" Lo diventano quando alla scelta di vita si accompagna il rifiuto di ottemperare alle regole base della società a cui apparteniamo, che a ben vedere sono tutto sommato abbastanza elastiche o poco occhiute, se ad esempio in Val Grande c'è una persona che vive senza grandi problemi in una baita abbandonata da una vita o in un rifugio inutilzzato. e questo è solo un esempio.

Bhè ... più di una volta le autorità si sono impuntate e l'hanno prelevato più o meno "a forza" e portato via in elicottero, non lo dico per sentiro dire, me l'ha detto proprio lui. Che i rifugi in cui vive siano inutilizzati può essere vero per un certo periodo dell'anno (inverno) ma vi assicuro che negli altri periodi sono utilizzati eccome e non è raro che si generino attriti tra le abitudini del personaggio e quelle degli altri frequentatori, e anche qui potrei parlare per certe scenette da teatrino a cui ho assistito, non solo per ciò che mi è stato raccontato. Per non parlare delle intrusioni nella baite per cercare cibo in tempi di magra: dai commenti uditi personalmente dai proprietari di baite tutt'altro che abbandonate, gli montava una rabbia addosso a sentire il suo nome, che gli avrebbero tirato il collo.
Resta comunque un gran personaggio che ammiro !
 
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