per carità qualche volta ci scappa la battutina ma comunque un pò perchè non siamo adolescenti l'autocontrollo di solito fa la sua parte
Non bisogna per forza passare a toni polemici, anzi magari un passo in avanti potrebbe essere quello di cercare di comprendere gli altri, donare un po di ascolto, tutti hanno da dire qualcosaDi tanto in tanto ripasso in questa discussione per... sollevarmi lo spirito!
Non credo di essere stato particolarmente fortunato nella vita (salvo che in un punto: esser da sempre libero dalla condizione economica del "bisogno") sono ben lontano dall' essere (passatemi il termine) "scoppiato" come tanti che scrivono come se vivessero in galera quando tutti i giorni si incontra gente che vive alla grande affrontando i problemi quotidiani senza farsi sopraffare, cogliendo le opportunità che gli si propongono e riuscendo perfino a dare alla società che li circonda molto più di ciò che ricevono, non perché costretti, ma perché si sentono in dovere di condividere la loro fortuna, le loro energie, la loro voglia di fare con chi è meno fortunato di loro.
E' scientifico: l' emozione che si prova nel dare è più forte e duratura di quella che si prova nel ricevere.
Chi, caduto in disgrazia in una società ben più crudele di questa, si consolava dicendo ho quel che ho dato, aveva ragione: il bene fatto agli altri nessuno ve lo potrà mai togliere.
E voi, aspiranti eremiti, potete dire di aver mai dato qualcosa per la gioia di farlo, non perché vi sia stato estorto, ma per il sentirsi parte di una comunità - che sia una tribù, una famiglia o l'intero mondo - quel sentirsi parte da cui a quanto pare volete fuggire per vivere lontano da tutto e da tutti?
Non buttiamoci dentro la procreazione su, una cosa però, se tot invidui sentono il bisogno di staccarsi dalla società credo rientri nella norma, se invece è quasi un movimento o è stato preso come moda oppure questa fantomatica società sta regredendoIn questi ultimi decenni conosciamo sempre di più la natura umana, anni fa di qualcuno si diceva magari "è uno strano", oggi si dice "ha la sindrome di Asperger" (o un' altra qualsiasi, è solo un esempio)... non si sa magari da cosa dipenda ma si sa riconoscere un quadro comportamentale che costituisce sostanzialmente un quadro clinico non perché lo "strano" vada curato ma perché è bene che ci si rapporti a lei/lui tenuto conto della sua particolarità ineliminabile (probabilmente genetica).
Si arriverà (o si è arrivati) a definire la sindrome dell' eremita? Il rifiuto della società come tratto caratteriale (non ovviamente come scelta politica di costruire una società diversa!) implica il rifiuto a socializzare, il rifiuto ad appartenere ad una comunità, perfino il rifiuto si una sessualità condivisa con un partner - per non parlare del rifiuto a generare, ormai piuttosto comune anche tra coloro che nella società sono felicemente inseriti.
Il paragone più naturale viene con la figura dell' eremita del periodo medioevale ma, attenzione, quella figura aveva una sua funzione sociale. Si pensava che la sua scelta spirituale facesse del bene nella comunità e la sua vita austera era un esempio di rettitudine in un mondo dominato dalla sopraffazione. Alcune "eremi" poi non erano altro che avamposti dei conventi per il controllo del territorio e, pur nella loro peculiarità, erano funzionali alla sopravvivenza di una comunità più grande.
L' eremita individualista di cui qui si parla dà invece più l'idea (sia detto senza offesa) della fuga dello sconfitto dal campo di battaglia.
Nel confronto tra animali della stessa specie la scelta del più debole è tra lottare fino a soccombere, sottomettersi o fugire.
All'animale non abbastanza forte per vincere il contrasto ma con un carattere troppo forte per sottomettersi non resta quindi che abbandonare il branco. Diventerà un "lupo solitario", cercherà di sopravvivere cacciando da solo ed affrontando da solo le avversità e le cattive stagioni, finendo il più delle volte per morire anzitempo e restando, comunque, impossibilitato a procreare per cui la prossima generazione sarà quella del branco, mentre il solitario sparirà nel nulla senza lasciar traccia di sé.
Non buttiamoci dentro la procreazione...
...La libertà fa paura...
E un fattore sostanziale per chi? Per la società, da cui un individuo con spiccate doti individualiste cerca di allontanarsi per magari,partorire pensieri e obiettivi più importanti di quei singoli che compongono suddetta società? Dobbiamo assolutamente entrar bell ottica che le diversità, soprattutto nelle scelte, sono un arricchimento altrimenti si starà sempre peggio perché così gli eremiti li facciamo noi ma non in un eremo incantato ma in città affollate di trafficoPerché no? Invece è un fattore sostanziale... nelle comunità che scelgono il ritorno alla natura (credo che ancora ne esistano...) ci sono uomini e donne, vita sociale e, appunto, procreazione. Una esperienza completamente diversa anche se simile come substrato di ideali propugnati rispetto a quella dell' eremita solitario, che è fondamentalmente (la parola che segue va intesa in senso tecnico e non dispregiativo) asociale.
Citare gaber dopo i tuoi pensieri non mi sembra proprio coerentissimo pero epr caritàLa libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione...
(Gaber / Luporini, 1972)
libertà è partecipazione...
(Gaber / Luporini, 1972)
affollate di traffico
Citare gaber dopo i tuoi pensieri non mi sembra proprio coerentissimo pero epr carità
...una società che ti toglie i soldi di tasca o la pelle di dosso?...
Non stiamo parlano dei "Politici" o del "potere" ma della comunità, dei tuoi vicini di casa, degli abitanti della tua città, delle gente che magari condivide le tue idee... o ti senti forse solo contro il mondo?
Puoi dirmelo tranquillamente non capisco cose di frequente e chiedo sempre chiarimenti, voglio dire solo una cosa e forse non mi sono espresso bene fino adesso, non capisco (ecco vedi) perché si debbano delineare così tante regole in una comunità come dici tu, non è che forse questa società ha delle crepe strutturali e per porre rimedio mette delle toppe e magari qualcuno qiesto non lo vede o se lo vede per sentirsi più sicuro di sé si allinea a queste riparazioni complimenta dosi e compiancendosi per l operato? Eovviamente criticando ed emarginando l unico che lo dice??Non amo dire "non hai capito" a chi mi legge, a me sembra che io e Gaber stiamo dicendo esattamente la stessa cosa, cioè che:
Libertà è partecipare alla vita sociale, starsene da soli in un bosco lontani dal mondo non è libertà è esilio.
Sulla procreazione: non parlo della scelte se procreare o no ma del fatto che l' eremita non ha scelta
E, bada bene: l'uomo che vive in società pur non procreando partecipa alla crescita della società stessa e, quindi, parlando delle generazioni successive potrà ben dire "i nostri figli" ben sapendo che con quei ragazzi non ha alcun rapporto diretto.