Abbigliamento per la notte a 0°

A proposito di dormire sottozero: ho delle idee confuse circa l'ipotermia/assideramento nel sonno.
Secondo voi è possibile morire di freddo dormendo? Senza accorgersi?

A casa, non appena sento freddo a letto, il mio cervello sembra attivarsi e dà ordine al corpo di svegliarsi. Ma in tenda a -10°?

Mi vengono in mente ricordi confusi di escursionisti o alpinisti che, per combattere il freddo durante la bufera, cercano in tutti i modi di non addormentarsi sapendo che sarebbe stata morte certa nel sonno.....
Che io sappia, il "sistema d'allarme" scatta solo nel sonno, nel senso che il cervello si attiva solo quando l'abbassamento di temperatura corporea sopraggiunge dopo che ci si è addormentati "caldi". Se invece ci si addormenta già con una temperatura corporea bassa, il rischio di ipotermia aumenta sensibilmente. Per questo si cerca in ogni modo di restare svegli quando si ha freddo.
 
Ho letto da qualche parte, su uno dei soliti siti affidabili (università, centri di studio sull'artico, forze armate, siti medici... ma non ricordo quale) che è impossibile morire di freddo nel sonno, perchè il tremore convulso ti fa svegliare prima, ma non ci metterei la mano sul fuoco, perchè in alcuni libri sulla ritirata italiana in Russia (mi sembra Centomila gavette di ghiaccio, o Tappe della disfatta) c'era scritto che i soldati si addormentavano e non si svegliavano più.

Poi c'è da dire che se dormi il metabolismo basale si riduce al minimo, e quindi il corpo produce poco calore, mentre se ti muovi il corpo ne genera parecchio.

Quindi per rispondere: non so, dovrei cercare quel testo dove si parlava dell'argomento, ma se dovesse succedere a me di trovarmi a molti gradi sotto zero senza protezione non dormirei, ma mi costruirei qualcosa per ripararmi, tipo una truna o un qualsiasi tipo di ricovero, e un bel fuoco, così farei movimento e rimarrei caldo fino ad avere la possibilità di dormire senza troppi rischi.

Adesso comunque vado a cercare il testo.
 
Una volta ho rischiato di assiderare, anche se non dormivo ed era pieno giorno.
Io e un mio amico eravamo partiti per un escursione con le ciaspole e, anche se già alla partenza nevischiava leggermente, non ci preoccupammo eccessivamente perchè, essendo un crinale, pensavamo che sarebbe stato semplice ritornare dietro seguendo la linea di cresta.
Pian piano il nevischio si trasformò in una vera e propria bufera, con un vento gelido e forte che riduceva la visibilità a pochi metri e cancellava le nostre stesse impronte.
Quando decidemmo di tornare indietro ormai eravamo provati dal freddo intenso e fui colto da una sensazione del tutto particolare, quello che si potrebbe definire l'aspetto psichico dell'ipotermia: era come se fossi anestetizzato emotivamente, a un certo punto mi accasciai per terra dicendo a me stesso con tutta tranquillità che mi sarei riposato un poco e che alla peggio sarei morto. il tutto senza alcuna partecipazione affettiva.
Per fortuna l'amico che era con me mi spronò a rialzarmi e a sforzarmi di proseguire.
Cosa che non fu facile un pò per l'estrema debolezza, un pò perchè le condizioni ambientali rendevano difficile distinguere il crinale principale da tutte le dorsali secondarie.In questo caso la bussola ci fu provvidenziale!
Da quest'esperienza ho tratto tre importanti insegnamenti:
1) L'ipotermia non ti colpisce solo nel fisico, ma ti deforma anche l'esame di realtà, esponendoti a riflessioni e sentimenti che a mente lucida non avresti mai;
2) Anche quello che in condizioni ambientali normali è un banale sentiero di crinale appenninico, evidente, segnato e inequivocabile, in condizioni ambientali estreme può diventare irriconoscibile e tutt'altro che scontato.
3) Anche con l'avvento del GPS la bussola rimane in certe situazioni uno strumento assolutamente insostituibile.(il giorno dopo il telegiornale annunciò la morte di diversi escursionisti per via del maltempo durante il week-end...)
 
Ho provato la stessa cosa, credo che sia importante far capire bene a tutti che freddo non vuol dire solo disagio, ma anche morte. Ti prende una specie di apatia, di spossatezza, di rassegnazione che sono pericolosissime. Occorre una forte volontà per muoversi nel freddo estremo senza un adeguato equipaggiamento. E la neve rende tutto irriconoscibile, anche le zone che in estate conosciamo come le nostre tasche. C'è un effetto, che si chiama in inglese snowblindness, è l'effetto sulla vista causato dal riflesso della luce, anche in condizioni di nuvole, sui cristalli di ghiaccio, che causa una specie di bruciatura degli occhi, può portare a cecità temporanea, e comunque riduce la capacità visiva. E ce n'è un altro che si chiama Whiteout, che è una riduzione notevole della visibilità, causato sia dalla neve che dal vento, ma che si verifica anche in condizioni di bel tempo. E mai pensare che tanto possiamo seguire le nostre orme a ritroso: in certe situazioni, facilmente verificabili, ci vuole pochissimo per cancellare ogni traccia.

Il freddo può essere bellisimo, ma può uccidere. Io amo il freddo e l'inverno, è in questo periodo che mi piace andarmene a zonzo con le ciaspole, mi piace il silenzio, l'aria che pizzica, gli odori particolari, ma mi muovo sempre con una quantità e qualità di attrezzature più che adeguata. In queste situazioni il peso diventa assolutamente irrilevante!!
 
Hai ragione, sono incredibili gli effetti ottici che si verificano sulla neve,soprattutto con cielo grigio.
In un campo innevato si perde il senso della profondità e della pendenza, figuriamoci quano il grigio della neve si confonde con quello della nebbia e quando i fiocchi di neve ti si impacchettano sugli occhiali creando uno strato di ghiaccio!
 
Ho letto da qualche parte, su uno dei soliti siti affidabili (università, centri di studio sull'artico, forze armate, siti medici... ma non ricordo quale) che è impossibile morire di freddo nel sonno, perchè il tremore convulso ti fa svegliare prima, ma non ci metterei la mano sul fuoco, perchè in alcuni libri sulla ritirata italiana in Russia (mi sembra Centomila gavette di ghiaccio, o Tappe della disfatta) c'era scritto che i soldati si addormentavano e non si svegliavano più.


(Bellissimo "Centomila gavette di ghiaccio") comunque penso siano situazioni non comparabili, una cosa è un escursionista che si perde ed è costretto a improvvisare una notte fuori ma comunque durante i giorni precedenti ha mangiato eccetera, un'altra è un soldato della ritirata di Russia che magari negli ultimi cinque giorni aveva mangiato solo qualche rimasuglio trovato in una dacia.
 
Si, in effetti loro erano sfiniti da settimane di fame, freddo e marce forzate. Ho letto su quei libri (che consiglio a tutti, sono capolavori nella loro drammaticità) che uno camminava, e un altro appoggiava le mani sulle sue spalle del primo, da dietro, e "dormiva" camminando.

Non sono ancora riuscito a trovare l'articolo :( :( :(
 
Anche mio nonno mi raccontava una cosa simile (ma non ha fatto la ritirata di Russia, era in altre occasioni). Praticamente uno stava al centro, due lo reggevano a destra e sinistra, e quello al centro "dormiva" camminando
 
Non riesco a trovare un documento scientifico che risponda alle mie domande e pare che anche il mio medico abbia dei dubbi.

Ho già dormito al freddo, adeguatamente coperto, ma non mi ha mai abbandonato questa paura.

Voglio dire: uno mette la tenda invernale, ci butta dentro 2 materassini in schiuma e un autogonfiante, si infila in un sacco da -10° e si sente protetto e al caldo. Si addormenta. Ma cosa succede se la temperatura durante la notte scende a -30° (parliamo per grandi cifre, nemmeno assurde per le prealpi esposte a vento e bufere) e il corpo inizia a raffreddarsi? Ci si sveglia o si può morire nel sonno senza accorgersene?
Parliamo di una persona sana, che ha mangiato prima di dormire, uno di noi, non un soldato provato o di un'escursionista non attrezzato.

Questa cosa mi mette davvero ansia e mi blocca nelle uscite invernali :(
 
Voglio dire: uno mette la tenda invernale, ci butta dentro 2 materassini in schiuma e un autogonfiante, si infila in un sacco da -10° e si sente protetto e al caldo. Si addormenta. Ma cosa succede se la temperatura durante la notte scende a -30° (parliamo per grandi cifre, nemmeno assurde per le prealpi esposte a vento e bufere) e il corpo inizia a raffreddarsi? Ci si sveglia o si può morire nel sonno senza accorgersene?
In questo caso credo che ci si sveglierebbe, in quanto sarebbe il freddo stesso a far attivare quei noti meccanismi di difesa, come il tremore. Il problema dell'ipotermia, a quanto ne so, risiede nel fatto che, durante il sonno, il metabolismo basale si riduce al minimo, facendo di conseguenza abbassare la temperatura corporea (fenomeno più evidente verso le 4-5 del mattino, se non erro, in cui c'è il picco negativo). Di conseguenza, se ci si è addormentati "caldi" e "carichi", l'eccessivo abbassamento di temperatura farà scattare l'allarme, facendoci svegliare. Se invece ci siamo addormentati già "freddi" e stanchi, i meccanismi di difesa potrebbero venire inibiti dall'eccessiva stanchezza, facendoci quindi continuare a dormire, con conseguenze facilmente immaginabili.


EDIT: in altre parole, se ci addormentassimo già "freddi", l'ulteriore abbassamento di temperatura (conseguente alla riduzione del metabolismo) potrebbe avere conseguenze disastrose.
 
Ultima modifica:
Se invece ci siamo addormentati già "freddi" e stanchi, i meccanismi di difesa potrebbero venire inibiti dall'eccessiva stanchezza, facendoci quindi continuare a dormire, con conseguenze facilmente immaginabili.

Parlo per esperienza personale: dopo 6 ore di marcia su pendii innevati con zaini pesanti, la stanchezza è elevatissima. Rimane il tempo per allestire il campo e cucinare qualcosa, ma che io ricordi, mi sono sempre infilato nel sacco stanco da morire (felice però! ;) ) ed infreddolito. Infatti è proprio nel sacco che cerco di guadagnare nuovamente una temperatura di comfort: entro con molti strati di vestiario e, man mano che i minuti passano e mi scaldo, ne tolgo qualcuno.

Quindi a letto stanco e infreddolito.
Ho sempre rischiato la morte? o_O
 
Parlo per esperienza personale: dopo 6 ore di marcia su pendii innevati con zaini pesanti, la stanchezza è elevatissima. Rimane il tempo per allestire il campo e cucinare qualcosa, ma che io ricordi, mi sono sempre infilato nel sacco stanco da morire (felice però! ;) ) ed infreddolito. Infatti è proprio nel sacco che cerco di guadagnare nuovamente una temperatura di comfort: entro con molti strati di vestiario e, man mano che i minuti passano e mi scaldo, ne tolgo qualcuno.

Quindi a letto stanco e infreddolito.
Ho sempre rischiato la morte? o_O
Non saprei: probabilmente il pericolo sopraggiunge solo quando ci si è già risvegliati per il freddo, cioè dopo che il metabolismo si è già abbassato, e quindi una successiva dormita lo rallenterebbe ancora di più. Il fatto che tu sia andato a dormire stanco e infreddolito è comunque avvenuto in condizioni di metabolismo "normale", quindi con buone possibilità di "recuperare la situazione".
In pratica, ragionando per logica (non sono un medico!), potrebbero formularsi le seguenti ipotesi:
- metabolismo "normale": anche se infreddolito e stanco, il corpo ha ancora la capacità di tenere sotto controllo e normalizzare la situazione, facendoci quindi svegliare in caso di necessità, riattivando così il metabolismo;
- metabolismo "ridotto": una volta addormentati, il metabolismo si ridurrebbe ancora di più, aumentando ulteriormente l'abbassamento della temperatura corporea a tal punto che il metabolismo stesso verrebbe inibito, impedendo ai meccanismi di allarme di "scattare".
 
Una volta mi è capitato di accamparmi in montagna in dicembre con una temperatura esterna che sarà stata di almeno -10 (aghi di ghiaccio sotto le foglie secche, acqua degli abbeveratoi con uno strato di 40 cm di ghiaccio, acqua della nostra bottiglia di plastica che si congelava in pochi minuti).
Io ero ben protetto, con parecchi vestiti e un sacco a pelo in piumino di quasi due kg e sono stato bene, l'amico pazzo che era con me, che aveva pochissimi e scadenti vestiti addosso e un sacco a pelo che si sarebbe potuto definire estivo senza neppure il materassino, sopravvisse alla notte, anche se ogni tanto lo chiamavo temendo di trovarmelo assiderato, ma da quella volta ha perso un poco di sensibilità e di forza nelle mani.
Comunque, anche sulla base della mia esperienza descritta precedentemente in questa dscussione, concordo con quanto ha ipotizzato Nemeton, cioè che se uno si addormenta, per quanto stanco, in una condizione psicofisica decente, si sveglierà dal freddo, se invece si addormenta nel corso di un processo di assideramento già in atto, rischia di non svegliarsi più.
 
Io mi sono svegliato tante volte perchè avevo freddo. Fateci caso, succede anche a casa: se di notte vi girate tanto e vi scoprite molto spesso vi svegliate, e non parliamo di temperature polari, ma di 18 gradi.

Oggi ci ragionavo: se uno non si può riparare, ha come unica difesa dal freddo quella di produrre più calore di quello che perde, e quindi di continuare a muoversi, per quello non deve addormentarsi, per continuare a far lavorare il corpo. Se è tanto sfinito da non riuscire più a muoversi adeguatamente allora si addormenterà, e morirà. Ma morirà anche se starà sveglio, perchè sta perdendo più di quello che produce, e il suo corpo ha già usato tutte le risorse a disposizione. Ricordiamoci che i tremori sono una delle fasi iniziali della reazione all'ipotermia, non una delle finali, quindi se il corpo non trema più vuol dire che la temperatura basale è già scesa oltre un certo livello. Se uno è a posto, e comincia a raffreddarsi, è il corpo stesso che innescherà i meccanismi di difesa classici: vasocostrizione periferica e tremore. E queste botte di muscoli che si contraggono sveglierebbero anche me :p Forse l'articolo che avevo letto si riferiva a questo: è impossibile morire di freddo nel sonno perchè il corpo ti avvisa prima che succeda, svegliandoti. Se invece il corpo non è in grado di avvisarti vuol dire che sei praticamente già fottuto, sia che dormi sia che stai sveglio. Purtroppo non riesco a trovarlo, ma insisto!
 
3) Anche con l'avvento del GPS la bussola rimane in certe situazioni uno strumento assolutamente insostituibile.(il giorno dopo il telegiornale annunciò la morte di diversi escursionisti per via del maltempo durante il week-end...)
vado un attimo OT
Parole Sante!!!!!!!!! :si::si::si::si:
Domenica scorsa salendo verso un crinale mi sono imbattuto in un nebbione veramente vasto.il bosco lo conoscevo e quindi mi sentivo tranquillo;decido di abbandonare la strada conosciuta per addentrarmi 300 mt all'interno del bosco(pensavo tra me e me..."tanto basta tornare indietro in linea retta e il gioco è fatto..").Ebbene : sapete dove sono sbucato? 150 mt più in basso da dove avevo lasciato il sentiero principale!!!!!:( Se non avevo la bussola (avevo memorizzato la posizione del sentiero principale prima di abbandonarlo) mi toccava chiamare il soccorso alpino!!

Scusate l' OT ma era una cosa che ritenevo importante sottolineare...
 
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