Data: 9/10 settembre 2023
Regione e provincia: Canton Vallese Svizzera
Località di partenza: Quota 3150 ghiacciaio Hhlaubgletscher dalla fermata intermedia del Metro Alpin
Località di arrivo: Mittelallalin e poi Saas Fee per impianti di risalita
Tempo di percorrenza: 5 ore circa
Chilometri: 6
Grado di difficoltà: AD-
Descrizione delle difficoltà: Crepacci lungo il percorso su ghiacciaio,su cresta passaggi su roccette e infine parete sommitale III+
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: niente lungo la via di cresta,via normale evidente
Dislivello in salita: 828 m
Dislivello in discesa: 620 m
Quota massima: 4027 m
Accesso stradale: Da Domodossola E62 fino a Brig e Visp.Da quì prendere la Talstrasse fino a Stalden,poi Illas.Seguire la strada direzione Saas Grund e infine salire a Saas Fee
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-alpinismo/allalinhorn-per-la-cresta-est-hohlaubgrat-146685329

Descrizione

[01] Allalinhorn Hohlaubgrat.jpeg


"La vita in montagna è molto semplice, si sale con le proprie gambe e poi si scende".

Antefatto
Non è stato facile metabolizzare la deludente trasferta sul Castore nel 2019.Dal punto di vista del risultato finale l'ho considerata un insuccesso. Col senno di poi forse avrei potuto programmare e gestire la gita in maniera meno pretenziosa e con più giudizio. Infine ho detto: "a volte credo...il primo passo è un passo indietro”. Ma se capita di fare un passo indietro devi reagire e farne due in avanti.
Così subito dopo la brillante salita alla Cima Grande di Lavaredo che mi ha restituito un po' di sana autostima ho cominciato a pianificare una nuova sortita su un 4000, e questa volta sarebbe dovuta andare bene. Ho scelto il Canton Vallese che ancora non conoscevo, volgendo lo sguardo all'Allalinhorn, una imponente vetta della regione montuosa dei Mishabel che raggiunge i 4027 m, incorniciato in un sontuoso ambiente glaciale. È considerato il 4000 più facile e gettonato delle Alpi per la sua via normale, relativamente breve e vicina agli impianti di risalita, per questo molto battuta e frequentata.
Invece ho optato per una alternativa più impegnativa e accattivante, lontano dalla massa, la sua elegante ed aerea cresta est chiamata Hohlaubgrat. Nonostante si tratti di una classica della zona presenta tratti su ghiaccio o neve fino a 45 con punte di 50° e passaggi su roccia fino al III+ con una difficoltà complessiva valutata AD-.

[02] Allalinhorn.jpg


Saas Fee
[65] Saas Fee.jpg


Giungo a Saas Fee il pomeriggio del 9 settembre entrando dalla Val d'Ossola, passando poi per Brig e prendendo uno dei caratteristici autobus gialli della "Postauto", che collega le valli del cantone. Saas Fee, chiamata anche "la perla delle Alpi", è un gioiello che sorge a1800 m di quota, incastonato nella valle Saastal e circondato dalla fantastica catena dei Mischabel, l'Alphubel con la sua impressionante cascata di seracchi e il Dom che comanda imponente e aderto dall'alto dei suoi 4545 m.È una delle più antiche colonie walser del Vallese, fondata dai walser provenienti da Saa Grund nella metà del XIII secolo. Oggi è un importante centro turistico, una base alpinistica e una stazione sciistica di prim'ordine.

Dopo essermi sistemato in albergo la serata trascorre placida lungo le stradine del borgo godendo prima di un magnifico tramonto tra il Dom e il Taschhorn e poi gustando un'ottima pizza in uno dei numerosi ristoranti, piuttosto cara ma veramente buona. Tutti parlano tedesco e non trovo un solo italiano, neanche tra i turisti. Noto inoltre che i gestori delle attività commerciali, ristoratori, albergatori, commercianti ecc. nutrono una sorta di avversione per l'euro, evidente al momento di calcolare la lieve differenza tra le due valute dando il resto categoricamente in franchi. Anche la macchinetta dei biglietti del treno alla stazione di Brig al momento della stampa stranamente mi bloccava la transazione in euro.

Lungo il corso osservo una statua in bronzo che ritrae il "sacerdote Johann Josef Imseng, guida alpina e cacciatore che promosse il turismo e costruì alberghi. Era un sacerdote e uomo lungimirante che aveva a cuore il benessere olistico del suo popolo. Era inoltre un botanico che conosceva gli effetti delle erbe medicinali come nessun altro" (www.saas-fee.ch/fr/culture-patrimoine).
Desta invece maggiore curiosità un busto, anch'esso in bronzo con una targa sulla quale è inciso un nome indiano, cosa piuttosto inusuale per questi luoghi. In realtà raffigura Swami Vivekananda, mistico indiano che viaggiò molto e visse anche a Saas Fee nel 1896. Fu un oratore e un riformatore che riunì le idee più alte dell'Oriente e dell'Occidente e "forse il primo indù che seppe davvero avvicinare occidente ed oriente. Il busto è un dono di Sadhana, figlia del artista Annaratnam Gunaratnam."(Wikipedia)
E poi vi è la pittoresca "chiesetta parrocchiale di Herz Jesu che si inserisce perfettamente nell'imponente paesaggio alpino intorno. I fianchi ripidi del campanile che ricordano mani in preghiera, fanno da contraltare ai fianchi ripidi del massiccio del Michabel (Outdooractive.com).

Altra peculiarità di Saas Fee è il divieto di circolazione per i mezzi a motore termico compresi quelli pubblici che hanno l'obbligo di stop al Parkhaus terminal all'ingresso del paese. Circolano soltanto piccoli veicoli elettrici poco impattanti, costruiti apposta per questi paesi di montagna dalle stradine e vicoli stretti. Per questo qui' regna una insolita quiete; soltanto il brontolio sommesso dell'immancabile torrente glaciale che attraversa il paese, il Feevispa mi accompagnerà in albergo dopo questa rilassante passeggiata. Rientrato in stanza preparo zaino e materiale e dopo un po' di TV si va a letto, domani sarà una giornata impegnativa.

[64] Saas Fee.jpg


il Feevispa
[66] Saas Vispa extra.jpg


Johann Josef Imseng
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Swami Vivekananda
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Chiesa di Herz Jesu
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Tramonto sul Dom
[76] Saas Fee tramonto sul Dom.jpg


L'ascensione
[63] Allalinhorn traccia cresta est.jpg


L'indomani 10 settembre, mentre il sole sorto da poco infuoca le pareti dei monti, mi dirigo verso gli impianti di risalita. È una splendida giornata e penso al gran caldo di questa estate settembrina che sembra non finire più, ma almeno mi consentirà di salire in alta quota godendo di condizioni meteo eccezionali. Alla stazione dell'Alpin express, funivia che sale a Felskinn c'è Pietro ad aspettarmi, con cui ho condiviso l'indimenticabile salita al Cervino undici fa. E’ un vero piacere rivederlo sempre in forma dopo tanto tempo.
L'ingresso è gremito di gente, ma noi alpinisti dobbiamo attendere che salgano prima gli sciatori che hanno la precedenza sulla cabinovia. Dopo i due tronconi della funivia raggiungiamo Felskinn, stazione inferiore del Metro Alpin che dà accesso al Mittelallalin, vetta minore situata a 3.456 metri, sotto la quale è posizionata la stazione a monte, ben nota per il ristorante girevole più alto del mondo e per una grotta sul ghiacciaio.
La Metro Alpin è una funicolare sotterranea, la più alta del mondo e unica nel suo genere che fa da spola tra la stazione di Felskinn e il Mittelallalin. Il tunnel scavato nel ghiaccio ha una lunghezza di 1.749 metri con un dislivello di 476 metri tra le due stazioni. Qui' incontriamo una cordata di italiani che faranno la nostra stessa via (che bello vedere finalmente qualcuno che parla italiano).
Ma prima di salire a bordo, in biglietteria dobbiamo firmare una liberatoria per richiedere la fermata intermedia in quanto l'accesso al ghiacciaio si trova ad una quota inferiore. Usciti dalla Metro Alpin una porta in metallo dà accesso al ghiacciaio passando prima dentro una sorta di grosso tubo di servizio utilizzato per lo scarico dei detriti durante la realizzazione del tunnel.

Alphubel
[03] Alphubel.JPG


Taschhorn e Dom de Mishabel
[04] Dom de Mishabel.JPG


Mittelallalin a sinistra e l'Allalinhorn al centro
[05] Da Felskinn.jpg


[06] Uscita dal metroalpin.jpg


Finalmente si esce allo scoperto e l'Allalinhorn si svela maestoso davanti a noi. Con lo sguardo già possiamo seguire l'intero percorso di cresta che dovremo fare per salire in vetta. Scendiamo pochi metri per sfasciumi mettendo piede prima sulla morena e poi sull' Hohlaubgletscher a 3150 metri circa di quota. Tiriamo fuori corda, imbrago, casco, ramponi, occhiali fattore 4 e cominciamo a muovere i primi passi. Il senso di solitudine totale che ti pervade mentre ti avvii lungo questa distesa di ghiaccio ha dell'incredibile, infatti non vi è la gran calca di alpinisti e sciatori in cordata che si vede solitamente da altre parti, anzi al momento della partenza non c’è proprio nessuno. Mi par d'essere sulla nord del Pollino durante un'escursione invernale.
Attraversiamo quasi in piano il ghiacciaio puntando ad un rilevo a quota 3350. Di solito si passa a sinistra ma noi preferiamo aggirarlo da destra risalendo un pendio più ripido ma in ombra, scegliendo il percorso migliore in base alle condizioni del ghiacciaio abbastanza crepacciato. L’ambiente è grandioso, siamo all'interno di una gigantesca conca, chiusa a nord dalla cresta est dell'Allalinhorn e a sud dall'immane parete del Mittelallalin sul cui bordo occhieggia la stazione del Metroalpin. Aggirando vari crepacci risaliamo la rampa nevosa che nella prima parte non supera i 35°.Visto la consistenza della neve, piuttosto molle penso che i bastoncini, o almeno uno sarebbe stato più utile della piccozza.

Hohlaubgletscher
[07] Hohlaubgletscher.jpg


[08] Hohlaubgletscher.jpg


[10] Hohlaubgletscher.JPG


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Stazione a monte del Metro Alpin
[12] Mittelallalin.JPG


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[21] Allalinhorn Hohlaubgrat.jpeg


[23] Weismiess e Oberland.JPG


Ghiacciaio di Allalin e lago Mattmark
[24] Ghiacciaio Allalin e lago Mattmark.JPG


Raggiunto il filo di cresta il panorama comincia ad aprirsi soprattutto verso la Weissmies, il Lagginhor e lontano a nordest l'Oberland bernese. Tra le cime più note si intravedono lo Jungfrau e l'Aletschhorn. Sotto di noi si distende invece la terminale del ghiacciaio di Allalin che serpeggia verso il lago Mattmark che fu oggetto di una grave tragedia il secolo scorso. Il 30 agosto 1965 si staccò parte del ghiacciaio investendo dei cantieri allestiti per la costruzione della diga di Mattmark, 102 furono le vittime, delle quali 55 italiani e sette calabresi di San Giovanni in Fiore.
Aggirato un crepaccio da destra ci dirigiamo verso una fascia di facili roccette attraversate le quali ci introduciamo forse nella parte più dura del percorso. Dobbiamo infatti risalire faticosamente una "terribile" gobba nevosa molto ripida, circa 40° da spezzare il fiato. In Appennino me la sarei mangiata, ma qui' la quota si fa sentire. Le pause in questo tratto aderto sono ben gradite e ci permettono non solo di riprendere fiato ma di ammirare al contempo gli splendidi panorami a perdita d'occhio, come la catena del Taschhorn, Dom, Nadelhorn e Lentzspitze, tutte montagne dalle cime aguzze e seghettate. Nel frattempo ci sorvola un elisoccorso per raggiungere probabilmente uno sciatore ferito sulle piste a valle.

[26] Allalinhorn Hohlaubgrat.jpg


Rimpfischhorn a destra e Strahlhorn a sinistra
[27] Rimpfischhorn e Strahlhorn.JPG


[31] Strahlhorn.JPG


[32] Allalinhorn Hohlaubgrat.JPG


Superato questo ostico crinale guadagniamo finalmente un colletto pianeggiante a quota 3800 m. dal quale si apre una vista superba sulla maestosa piramide dell'Allaninhorn, che da questa prospettiva ricorda il Cervino. Immancabile la foto classica dell'escursione. Da questo punto panoramico si ha anche una visuale da paura su altri magnifici 4000 del comprensorio quali il Rimpfischhorn dal profilo affilatissimo e lo Strahlhorn, che fanno da contraltare ai giganti del Monte Rosa che si innalzano dietro in direzione sud.
Dopo il colletto che ci permette di rifiatare ci aspetta l'ultima pettata, la ripida e affilata cresta prima della fascia rocciosa sommitale che vediamo come una liberazione perché questo tratto tocca una pendenza di 45° con punte di 50°. In compenso però siamo vicini alla vetta, ma prima dobbiamo superare quest'ultimo ostacolo. I primi 15 metri sono serviti da una grossa catena che ci permette di vincere atleticamente una bella placca altrimenti di III+, IV-. Il resto è una piacevole arrampicata su difficoltà intorno al III° ma con esposizione a volte su roccia sporca di fango. Infine si esce a destra aggirando una piccola torre rocciosa. Adesso sì che vediamo la croce di vetta. Mi volto un attimo per vedere da dove siamo venuti e quello che abbiamo fatto. Saas Fee sta lì in fondo incastonata nella stretta e profonda valle dalla quale si innalzano da subito numerosi e spettacolari quattromila.

[33] Allalinhorn Hohlaubgrat.jpg


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Oberland bernese all'orizzonte e la Weissmies a destra
[41] Allalinhorn vetta.JPG


Prima di toccare l'agognata cima dove sono già presenti alcuni alpinisti che hanno fatto la normale, con un pizzico di commozione non posso che ringraziare Dio perchè oggi mi ha permesso di vedere tutto questo. Una volta sulla croce di vetta un urlo liberatorio, un abbraccio con Pietro ma poi si rimane in silenzio per contemplare l'infinito. Impossibile elencare il tripudio di vette di questo immenso oceano che si estende a perdita d'occhio. Tra i quattromila più famosi sfilano in parata tutti quelli del Monte Rosa, da sud la Punta Gniffetti con la Capanna Margherita visibile in cima, la Zumstein, Dufour e Nordend. Spostando lo sguardo si scorge la vetta occidentale del Lyskamm e a seguire il Castore, il Roccia Nera e la catena dei Breithorn.
A ovest si innalza in tutta la sua eleganza e arditezza l'unico e il più bello, lo “Scoglio più nobile d’Europa”, il Cervino con il suo satellite Dent d'Herens e dietro, molto lontano sua maestà il Monte Bianco. Rientrando in Svizzera svetta l'inconfondibile profilo della Dent Blanche con il più basso Ober Gabelhon, lo Zinalrothorn e l'imponente Weisshorn. E per chiudere da nordovest a nordest i già citati Alphubel, la catena del Dom e il gruppo della Weissmies. Gli occhi e lo spirito pare non riescano a saziarsi di tale superlativa grandezza e bellezza tanto che da questo luogo non vorresti mai andare via, ma purtroppo bisogna scendere.

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[45] vetta Allalinhorn.jpeg


Rimpfischhorn e Monte Rosa dietro
[47] Rimpfischhorn.JPG


Al centro Punta Gniffetti, Zumstein, Nordend, Dufour
[48]  Strahlhorn e Monte Rosa.JPG


Cervino e Dent d'Herens
[49] Cervino Dent d'Derence.JPG


Dent Blanche e Zinalrothorn
[51] Dent Blanche e Zinalrothorn.JPG


Weisshorn Alphubel Taschhorn Dom Nadelhorn e Lentzspitze
[52] Alphubel.JPG


Monte Bianco
[53] Monte Bianco.JPG


[55] Vetta Allalinhorn.jpg


[56]  Vetta Allalinhorn.jpg


Dopo aver consumato qualche barretta comincia la discesa per roccette a tratti insidiose e viscide sotto la cima. Terminato il tratto roccioso prendiamo il fianco occidentale su ripido pendio glaciale adducente al colle del Feechopf a 3810 m. che non toccheremo. Dal valico traversiamo verso nordest zigzagando su molti crepacci toccando pendenze fino a 35,40° scendendo lungo la verticale del Feechopf. Il versante nordovest dell'Allalinhorn è assolutamente glaciale con la presenza di enormi e paurosi crepacci. Concludiamo la nostra avventura attraverso il Feegletscher fino alla stazione del Mittelallalin dove prendiamo prima il Metroalpin e poi i due tronconi dall' Alpinexpres a ritroso fino a Saas Fee.
Saluto così il mio compagno di viaggio che rientrerà a Formazza. Io invece tra fiumi di birra che scorrono nelle strade e gente in costume tipico per una imprecisata festa di paese, mi concederò un terzo tempo in un ristorantino tra una spaghettata ai gamberi e una birra eccelsa come solo qui' sanno servire.
Penso sia stata una salita magnifica dal punto di vista paesaggistico, di grande soddisfazione e mai troppo difficile tecnicamente, ma era quello che mi serviva in questo momento. Credo di aver dato così delle risposte a me stesso.

[57] Allalinhorn discesa dalla normale.jpg


Colle del Feechopf
[58] Feejoch 3810 m.jpg


[60] Allalinhord ver. nord.JPG


[61] Allalinhord ver. nord.jpg


Feegletscher e in fondo la stazione del Mittelallalin
[62] Mitellalalin.JPG


«Siedi ai bordi dell'alba, il sole sorgerà per te. Siedi ai bordi della notte, la luna nascerà per te. Siedi ai bordi di un torrente, un uccello canterà per te. Siedi ai bordi del silenzio e Dio ti parlerà»

Swami Vivekananda
 
Data: 9/10 settembre 2023
Regione e provincia: Canton Vallese Svizzera
Località di partenza: Quota 3150 ghiacciaio Hhlaubgletscher dalla fermata intermedia del Metro Alpin
Località di arrivo: Mittelallalin e poi Saas Fee per impianti di risalita
Tempo di percorrenza: 5 ore circa
Chilometri: 6
Grado di difficoltà: AD-
Descrizione delle difficoltà: Crepacci lungo il percorso su ghiacciaio,su cresta passaggi su roccette e infine parete sommitale III+
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: niente lungo la via di cresta,via normale evidente
Dislivello in salita: 828 m
Dislivello in discesa: 620 m
Quota massima: 4027 m
Accesso stradale: Da Domodossola E62 fino a Brig e Visp.Da quì prendere la Talstrasse fino a Stalden,poi Illas.Seguire la strada direzione Saas Grund e infine salire a Saas Fee
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-alpinismo/allalinhorn-per-la-cresta-est-hohlaubgrat-146685329

Descrizione

Vedi l'allegato 253258

"La vita in montagna è molto semplice, si sale con le proprie gambe e poi si scende".

Antefatto
Non è stato facile metabolizzare la deludente trasferta sul Castore nel 2019.Dal punto di vista del risultato finale l'ho considerata un insuccesso. Col senno di poi forse avrei potuto programmare e gestire la gita in maniera meno pretenziosa e con più giudizio. Infine ho detto: "a volte credo...il primo passo è un passo indietro”. Ma se capita di fare un passo indietro devi reagire e farne due in avanti.
Così subito dopo la brillante salita alla Cima Grande di Lavaredo che mi ha restituito un po' di sana autostima ho cominciato a pianificare una nuova sortita su un 4000, e questa volta sarebbe dovuta andare bene. Ho scelto il Canton Vallese che ancora non conoscevo, volgendo lo sguardo all'Allalinhorn, una imponente vetta della regione montuosa dei Mishabel che raggiunge i 4027 m, incorniciato in un sontuoso ambiente glaciale. È considerato il 4000 più facile e gettonato delle Alpi per la sua via normale, relativamente breve e vicina agli impianti di risalita, per questo molto battuta e frequentata.
Invece ho optato per una alternativa più impegnativa e accattivante, lontano dalla massa, la sua elegante ed aerea cresta est chiamata Hohlaubgrat. Nonostante si tratti di una classica della zona presenta tratti su ghiaccio o neve fino a 45 con punte di 50° e passaggi su roccia fino al III+ con una difficoltà complessiva valutata AD-.

Vedi l'allegato 253259

Saas Fee
Vedi l'allegato 253261

Giungo a Saas Fee il pomeriggio del 9 settembre entrando dalla Val d'Ossola, passando poi per Brig e prendendo uno dei caratteristici autobus gialli della "Postauto", che collega le valli del cantone. Saas Fee, chiamata anche "la perla delle Alpi", è un gioiello che sorge a1800 m di quota, incastonato nella valle Saastal e circondato dalla fantastica catena dei Mischabel, l'Alphubel con la sua impressionante cascata di seracchi e il Dom che comanda imponente e aderto dall'alto dei suoi 4545 m.È una delle più antiche colonie walser del Vallese, fondata dai walser provenienti da Saa Grund nella metà del XIII secolo. Oggi è un importante centro turistico, una base alpinistica e una stazione sciistica di prim'ordine.

Dopo essermi sistemato in albergo la serata trascorre placida lungo le stradine del borgo godendo prima di un magnifico tramonto tra il Dom e il Taschhorn e poi gustando un'ottima pizza in uno dei numerosi ristoranti, piuttosto cara ma veramente buona. Tutti parlano tedesco e non trovo un solo italiano, neanche tra i turisti. Noto inoltre che i gestori delle attività commerciali, ristoratori, albergatori, commercianti ecc. nutrono una sorta di avversione per l'euro, evidente al momento di calcolare la lieve differenza tra le due valute dando il resto categoricamente in franchi. Anche la macchinetta dei biglietti del treno alla stazione di Brig al momento della stampa stranamente mi bloccava la transazione in euro.

Lungo il corso osservo una statua in bronzo che ritrae il "sacerdote Johann Josef Imseng, guida alpina e cacciatore che promosse il turismo e costruì alberghi. Era un sacerdote e uomo lungimirante che aveva a cuore il benessere olistico del suo popolo. Era inoltre un botanico che conosceva gli effetti delle erbe medicinali come nessun altro" (www.saas-fee.ch/fr/culture-patrimoine).
Desta invece maggiore curiosità un busto, anch'esso in bronzo con una targa sulla quale è inciso un nome indiano, cosa piuttosto inusuale per questi luoghi. In realtà raffigura Swami Vivekananda, mistico indiano che viaggiò molto e visse anche a Saas Fee nel 1896. Fu un oratore e un riformatore che riunì le idee più alte dell'Oriente e dell'Occidente e "forse il primo indù che seppe davvero avvicinare occidente ed oriente. Il busto è un dono di Sadhana, figlia del artista Annaratnam Gunaratnam."(Wikipedia)
E poi vi è la pittoresca "chiesetta parrocchiale di Herz Jesu che si inserisce perfettamente nell'imponente paesaggio alpino intorno. I fianchi ripidi del campanile che ricordano mani in preghiera, fanno da contraltare ai fianchi ripidi del massiccio del Michabel (Outdooractive.com).

Altra peculiarità di Saas Fee è il divieto di circolazione per i mezzi a motore termico compresi quelli pubblici che hanno l'obbligo di stop al Parkhaus terminal all'ingresso del paese. Circolano soltanto piccoli veicoli elettrici poco impattanti, costruiti apposta per questi paesi di montagna dalle stradine e vicoli stretti. Per questo qui' regna una insolita quiete; soltanto il brontolio sommesso dell'immancabile torrente glaciale che attraversa il paese, il Feevispa mi accompagnerà in albergo dopo questa rilassante passeggiata. Rientrato in stanza preparo zaino e materiale e dopo un po' di TV si va a letto, domani sarà una giornata impegnativa.

Vedi l'allegato 253262

il Feevispa
Vedi l'allegato 253263

Johann Josef Imseng
Vedi l'allegato 253264

Swami Vivekananda
Vedi l'allegato 253265

Chiesa di Herz Jesu
Vedi l'allegato 253266

Vedi l'allegato 253267

Vedi l'allegato 253268

Tramonto sul Dom
Vedi l'allegato 253269

L'ascensione
Vedi l'allegato 253270

L'indomani 10 settembre, mentre il sole sorto da poco infuoca le pareti dei monti, mi dirigo verso gli impianti di risalita. È una splendida giornata e penso al gran caldo di questa estate settembrina che sembra non finire più, ma almeno mi consentirà di salire in alta quota godendo di condizioni meteo eccezionali. Alla stazione dell'Alpin express, funivia che sale a Felskinn c'è Pietro ad aspettarmi, con cui ho condiviso l'indimenticabile salita al Cervino undici fa. E’ un vero piacere rivederlo sempre in forma dopo tanto tempo.
L'ingresso è gremito di gente, ma noi alpinisti dobbiamo attendere che salgano prima gli sciatori che hanno la precedenza sulla cabinovia. Dopo i due tronconi della funivia raggiungiamo Felskinn, stazione inferiore del Metro Alpin che dà accesso al Mittelallalin, vetta minore situata a 3.456 metri, sotto la quale è posizionata la stazione a monte, ben nota per il ristorante girevole più alto del mondo e per una grotta sul ghiacciaio.
La Metro Alpin è una funicolare sotterranea, la più alta del mondo e unica nel suo genere che fa da spola tra la stazione di Felskinn e il Mittelallalin. Il tunnel scavato nel ghiaccio ha una lunghezza di 1.749 metri con un dislivello di 476 metri tra le due stazioni. Qui' incontriamo una cordata di italiani che faranno la nostra stessa via (che bello vedere finalmente qualcuno che parla italiano).
Ma prima di salire a bordo, in biglietteria dobbiamo firmare una liberatoria per richiedere la fermata intermedia in quanto l'accesso al ghiacciaio si trova ad una quota inferiore. Usciti dalla Metro Alpin una porta in metallo dà accesso al ghiacciaio passando prima dentro una sorta di grosso tubo di servizio utilizzato per lo scarico dei detriti durante la realizzazione del tunnel.

Alphubel
Vedi l'allegato 253271

Taschhorn e Dom de Mishabel
Vedi l'allegato 253272

Mittelallalin a sinistra e l'Allalinhorn al centro
Vedi l'allegato 253273

Vedi l'allegato 253274

Finalmente si esce allo scoperto e l'Allalinhorn si svela maestoso davanti a noi. Con lo sguardo già possiamo seguire l'intero percorso di cresta che dovremo fare per salire in vetta. Scendiamo pochi metri per sfasciumi mettendo piede prima sulla morena e poi sull' Hohlaubgletscher a 3150 metri circa di quota. Tiriamo fuori corda, imbrago, casco, ramponi, occhiali fattore 4 e cominciamo a muovere i primi passi. Il senso di solitudine totale che ti pervade mentre ti avvii lungo questa distesa di ghiaccio ha dell'incredibile, infatti non vi è la gran calca di alpinisti e sciatori in cordata che si vede solitamente da altre parti, anzi al momento della partenza non c’è proprio nessuno. Mi par d'essere sulla nord del Pollino durante un'escursione invernale.
Attraversiamo quasi in piano il ghiacciaio puntando ad un rilevo a quota 3350. Di solito si passa a sinistra ma noi preferiamo aggirarlo da destra risalendo un pendio più ripido ma in ombra, scegliendo il percorso migliore in base alle condizioni del ghiacciaio abbastanza crepacciato. L’ambiente è grandioso, siamo all'interno di una gigantesca conca, chiusa a nord dalla cresta est dell'Allalinhorn e a sud dall'immane parete del Mittelallalin sul cui bordo occhieggia la stazione del Metroalpin. Aggirando vari crepacci risaliamo la rampa nevosa che nella prima parte non supera i 35°.Visto la consistenza della neve, piuttosto molle penso che i bastoncini, o almeno uno sarebbe stato più utile della piccozza.

Hohlaubgletscher
Vedi l'allegato 253275

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Stazione a monte del Metro Alpin
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Vedi l'allegato 253282

Vedi l'allegato 253283

Vedi l'allegato 253284

Vedi l'allegato 253285

Ghiacciaio di Allalin e lago Mattmark
Vedi l'allegato 253286

Raggiunto il filo di cresta il panorama comincia ad aprirsi soprattutto verso la Weissmies, il Lagginhor e lontano a nordest l'Oberland bernese. Tra le cime più note si intravedono lo Jungfrau e l'Aletschhorn. Sotto di noi si distende invece la terminale del ghiacciaio di Allalin che serpeggia verso il lago Mattmark che fu oggetto di una grave tragedia il secolo scorso. Il 30 agosto 1965 si staccò parte del ghiacciaio investendo dei cantieri allestiti per la costruzione della diga di Mattmark, 102 furono le vittime, delle quali 55 italiani e sette calabresi di San Giovanni in Fiore.
Aggirato un crepaccio da destra ci dirigiamo verso una fascia di facili roccette attraversate le quali ci introduciamo forse nella parte più dura del percorso. Dobbiamo infatti risalire faticosamente una "terribile" gobba nevosa molto ripida, circa 40° da spezzare il fiato. In Appennino me la sarei mangiata, ma qui' la quota si fa sentire. Le pause in questo tratto aderto sono ben gradite e ci permettono non solo di riprendere fiato ma di ammirare al contempo gli splendidi panorami a perdita d'occhio, come la catena del Taschhorn, Dom, Nadelhorn e Lentzspitze, tutte montagne dalle cime aguzze e seghettate. Nel frattempo ci sorvola un elisoccorso per raggiungere probabilmente uno sciatore ferito sulle piste a valle.

Vedi l'allegato 253287

Rimpfischhorn a destra e Strahlhorn a sinistra
Vedi l'allegato 253288

Vedi l'allegato 253289

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Superato questo ostico crinale guadagniamo finalmente un colletto pianeggiante a quota 3800 m. dal quale si apre una vista superba sulla maestosa piramide dell'Allaninhorn, che da questa prospettiva ricorda il Cervino. Immancabile la foto classica dell'escursione. Da questo punto panoramico si ha anche una visuale da paura su altri magnifici 4000 del comprensorio quali il Rimpfischhorn dal profilo affilatissimo e lo Strahlhorn, che fanno da contraltare ai giganti del Monte Rosa che si innalzano dietro in direzione sud.
Dopo il colletto che ci permette di rifiatare ci aspetta l'ultima pettata, la ripida e affilata cresta prima della fascia rocciosa sommitale che vediamo come una liberazione perché questo tratto tocca una pendenza di 45° con punte di 50°. In compenso però siamo vicini alla vetta, ma prima dobbiamo superare quest'ultimo ostacolo. I primi 15 metri sono serviti da una grossa catena che ci permette di vincere atleticamente una bella placca altrimenti di III+, IV-. Il resto è una piacevole arrampicata su difficoltà intorno al III° ma con esposizione a volte su roccia sporca di fango. Infine si esce a destra aggirando una piccola torre rocciosa. Adesso sì che vediamo la croce di vetta. Mi volto un attimo per vedere da dove siamo venuti e quello che abbiamo fatto. Saas Fee sta lì in fondo incastonata nella stretta e profonda valle dalla quale si innalzano da subito numerosi e spettacolari quattromila.

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Oberland bernese all'orizzonte e la Weissmies a destra
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Prima di toccare l'agognata cima dove sono già presenti alcuni alpinisti che hanno fatto la normale, con un pizzico di commozione non posso che ringraziare Dio perchè oggi mi ha permesso di vedere tutto questo. Una volta sulla croce di vetta un urlo liberatorio, un abbraccio con Pietro ma poi si rimane in silenzio per contemplare l'infinito. Impossibile elencare il tripudio di vette di questo immenso oceano che si estende a perdita d'occhio. Tra i quattromila più famosi sfilano in parata tutti quelli del Monte Rosa, da sud la Punta Gniffetti con la Capanna Margherita visibile in cima, la Zumstein, Dufour e Nordend. Spostando lo sguardo si scorge la vetta occidentale del Lyskamm e a seguire il Castore, il Roccia Nera e la catena dei Breithorn.
A ovest si innalza in tutta la sua eleganza e arditezza l'unico e il più bello, lo “Scoglio più nobile d’Europa”, il Cervino con il suo satellite Dent d'Herens e dietro, molto lontano sua maestà il Monte Bianco. Rientrando in Svizzera svetta l'inconfondibile profilo della Dent Blanche con il più basso Ober Gabelhon, lo Zinalrothorn e l'imponente Weisshorn. E per chiudere da nordovest a nordest i già citati Alphubel, la catena del Dom e il gruppo della Weissmies. Gli occhi e lo spirito pare non riescano a saziarsi di tale superlativa grandezza e bellezza tanto che da questo luogo non vorresti mai andare via, ma purtroppo bisogna scendere.

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Rimpfischhorn e Monte Rosa dietro
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Al centro Punta Gniffetti, Zumstein, Nordend, Dufour
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Cervino e Dent d'Herens
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Dent Blanche e Zinalrothorn
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Weisshorn Alphubel Taschhorn Dom Nadelhorn e Lentzspitze
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Monte Bianco
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Dopo aver consumato qualche barretta comincia la discesa per roccette a tratti insidiose e viscide sotto la cima. Terminato il tratto roccioso prendiamo il fianco occidentale su ripido pendio glaciale adducente al colle del Feechopf a 3810 m. che non toccheremo. Dal valico traversiamo verso nordest zigzagando su molti crepacci toccando pendenze fino a 35,40° scendendo lungo la verticale del Feechopf. Il versante nordovest dell'Allalinhorn è assolutamente glaciale con la presenza di enormi e paurosi crepacci. Concludiamo la nostra avventura attraverso il Feegletscher fino alla stazione del Mittelallalin dove prendiamo prima il Metroalpin e poi i due tronconi dall' Alpinexpres a ritroso fino a Saas Fee.
Saluto così il mio compagno di viaggio che rientrerà a Formazza. Io invece tra fiumi di birra che scorrono nelle strade e gente in costume tipico per una imprecisata festa di paese, mi concederò un terzo tempo in un ristorantino tra una spaghettata ai gamberi e una birra eccelsa come solo qui' sanno servire.
Penso sia stata una salita magnifica dal punto di vista paesaggistico, di grande soddisfazione e mai troppo difficile tecnicamente, ma era quello che mi serviva in questo momento. Credo di aver dato così delle risposte a me stesso.

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Colle del Feechopf
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Feegletscher e in fondo la stazione del Mittelallalin
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«Siedi ai bordi dell'alba, il sole sorgerà per te. Siedi ai bordi della notte, la luna nascerà per te. Siedi ai bordi di un torrente, un uccello canterà per te. Siedi ai
Data: 9/10 settembre 2023
Regione e provincia: Canton Vallese Svizzera
Località di partenza: Quota 3150 ghiacciaio Hhlaubgletscher dalla fermata intermedia del Metro Alpin
Località di arrivo: Mittelallalin e poi Saas Fee per impianti di risalita
Tempo di percorrenza: 5 ore circa
Chilometri: 6
Grado di difficoltà: AD-
Descrizione delle difficoltà: Crepacci lungo il percorso su ghiacciaio,su cresta passaggi su roccette e infine parete sommitale III+
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: niente lungo la via di cresta,via normale evidente
Dislivello in salita: 828 m
Dislivello in discesa: 620 m
Quota massima: 4027 m
Accesso stradale: Da Domodossola E62 fino a Brig e Visp.Da quì prendere la Talstrasse fino a Stalden,poi Illas.Seguire la strada direzione Saas Grund e infine salire a Saas Fee
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-alpinismo/allalinhorn-per-la-cresta-est-hohlaubgrat-146685329

Descrizione

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"La vita in montagna è molto semplice, si sale con le proprie gambe e poi si scende".

Antefatto
Non è stato facile metabolizzare la deludente trasferta sul Castore nel 2019.Dal punto di vista del risultato finale l'ho considerata un insuccesso. Col senno di poi forse avrei potuto programmare e gestire la gita in maniera meno pretenziosa e con più giudizio. Infine ho detto: "a volte credo...il primo passo è un passo indietro”. Ma se capita di fare un passo indietro devi reagire e farne due in avanti.
Così subito dopo la brillante salita alla Cima Grande di Lavaredo che mi ha restituito un po' di sana autostima ho cominciato a pianificare una nuova sortita su un 4000, e questa volta sarebbe dovuta andare bene. Ho scelto il Canton Vallese che ancora non conoscevo, volgendo lo sguardo all'Allalinhorn, una imponente vetta della regione montuosa dei Mishabel che raggiunge i 4027 m, incorniciato in un sontuoso ambiente glaciale. È considerato il 4000 più facile e gettonato delle Alpi per la sua via normale, relativamente breve e vicina agli impianti di risalita, per questo molto battuta e frequentata.
Invece ho optato per una alternativa più impegnativa e accattivante, lontano dalla massa, la sua elegante ed aerea cresta est chiamata Hohlaubgrat. Nonostante si tratti di una classica della zona presenta tratti su ghiaccio o neve fino a 45 con punte di 50° e passaggi su roccia fino al III+ con una difficoltà complessiva valutata AD-.

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Saas Fee
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Giungo a Saas Fee il pomeriggio del 9 settembre entrando dalla Val d'Ossola, passando poi per Brig e prendendo uno dei caratteristici autobus gialli della "Postauto", che collega le valli del cantone. Saas Fee, chiamata anche "la perla delle Alpi", è un gioiello che sorge a1800 m di quota, incastonato nella valle Saastal e circondato dalla fantastica catena dei Mischabel, l'Alphubel con la sua impressionante cascata di seracchi e il Dom che comanda imponente e aderto dall'alto dei suoi 4545 m.È una delle più antiche colonie walser del Vallese, fondata dai walser provenienti da Saa Grund nella metà del XIII secolo. Oggi è un importante centro turistico, una base alpinistica e una stazione sciistica di prim'ordine.

Dopo essermi sistemato in albergo la serata trascorre placida lungo le stradine del borgo godendo prima di un magnifico tramonto tra il Dom e il Taschhorn e poi gustando un'ottima pizza in uno dei numerosi ristoranti, piuttosto cara ma veramente buona. Tutti parlano tedesco e non trovo un solo italiano, neanche tra i turisti. Noto inoltre che i gestori delle attività commerciali, ristoratori, albergatori, commercianti ecc. nutrono una sorta di avversione per l'euro, evidente al momento di calcolare la lieve differenza tra le due valute dando il resto categoricamente in franchi. Anche la macchinetta dei biglietti del treno alla stazione di Brig al momento della stampa stranamente mi bloccava la transazione in euro.

Lungo il corso osservo una statua in bronzo che ritrae il "sacerdote Johann Josef Imseng, guida alpina e cacciatore che promosse il turismo e costruì alberghi. Era un sacerdote e uomo lungimirante che aveva a cuore il benessere olistico del suo popolo. Era inoltre un botanico che conosceva gli effetti delle erbe medicinali come nessun altro" (www.saas-fee.ch/fr/culture-patrimoine).
Desta invece maggiore curiosità un busto, anch'esso in bronzo con una targa sulla quale è inciso un nome indiano, cosa piuttosto inusuale per questi luoghi. In realtà raffigura Swami Vivekananda, mistico indiano che viaggiò molto e visse anche a Saas Fee nel 1896. Fu un oratore e un riformatore che riunì le idee più alte dell'Oriente e dell'Occidente e "forse il primo indù che seppe davvero avvicinare occidente ed oriente. Il busto è un dono di Sadhana, figlia del artista Annaratnam Gunaratnam."(Wikipedia)
E poi vi è la pittoresca "chiesetta parrocchiale di Herz Jesu che si inserisce perfettamente nell'imponente paesaggio alpino intorno. I fianchi ripidi del campanile che ricordano mani in preghiera, fanno da contraltare ai fianchi ripidi del massiccio del Michabel (Outdooractive.com).

Altra peculiarità di Saas Fee è il divieto di circolazione per i mezzi a motore termico compresi quelli pubblici che hanno l'obbligo di stop al Parkhaus terminal all'ingresso del paese. Circolano soltanto piccoli veicoli elettrici poco impattanti, costruiti apposta per questi paesi di montagna dalle stradine e vicoli stretti. Per questo qui' regna una insolita quiete; soltanto il brontolio sommesso dell'immancabile torrente glaciale che attraversa il paese, il Feevispa mi accompagnerà in albergo dopo questa rilassante passeggiata. Rientrato in stanza preparo zaino e materiale e dopo un po' di TV si va a letto, domani sarà una giornata impegnativa.

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il Feevispa
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Johann Josef Imseng
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Swami Vivekananda
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Chiesa di Herz Jesu
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Tramonto sul Dom
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L'ascensione
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L'indomani 10 settembre, mentre il sole sorto da poco infuoca le pareti dei monti, mi dirigo verso gli impianti di risalita. È una splendida giornata e penso al gran caldo di questa estate settembrina che sembra non finire più, ma almeno mi consentirà di salire in alta quota godendo di condizioni meteo eccezionali. Alla stazione dell'Alpin express, funivia che sale a Felskinn c'è Pietro ad aspettarmi, con cui ho condiviso l'indimenticabile salita al Cervino undici fa. E’ un vero piacere rivederlo sempre in forma dopo tanto tempo.
L'ingresso è gremito di gente, ma noi alpinisti dobbiamo attendere che salgano prima gli sciatori che hanno la precedenza sulla cabinovia. Dopo i due tronconi della funivia raggiungiamo Felskinn, stazione inferiore del Metro Alpin che dà accesso al Mittelallalin, vetta minore situata a 3.456 metri, sotto la quale è posizionata la stazione a monte, ben nota per il ristorante girevole più alto del mondo e per una grotta sul ghiacciaio.
La Metro Alpin è una funicolare sotterranea, la più alta del mondo e unica nel suo genere che fa da spola tra la stazione di Felskinn e il Mittelallalin. Il tunnel scavato nel ghiaccio ha una lunghezza di 1.749 metri con un dislivello di 476 metri tra le due stazioni. Qui' incontriamo una cordata di italiani che faranno la nostra stessa via (che bello vedere finalmente qualcuno che parla italiano).
Ma prima di salire a bordo, in biglietteria dobbiamo firmare una liberatoria per richiedere la fermata intermedia in quanto l'accesso al ghiacciaio si trova ad una quota inferiore. Usciti dalla Metro Alpin una porta in metallo dà accesso al ghiacciaio passando prima dentro una sorta di grosso tubo di servizio utilizzato per lo scarico dei detriti durante la realizzazione del tunnel.

Alphubel
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Taschhorn e Dom de Mishabel
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Mittelallalin a sinistra e l'Allalinhorn al centro
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Finalmente si esce allo scoperto e l'Allalinhorn si svela maestoso davanti a noi. Con lo sguardo già possiamo seguire l'intero percorso di cresta che dovremo fare per salire in vetta. Scendiamo pochi metri per sfasciumi mettendo piede prima sulla morena e poi sull' Hohlaubgletscher a 3150 metri circa di quota. Tiriamo fuori corda, imbrago, casco, ramponi, occhiali fattore 4 e cominciamo a muovere i primi passi. Il senso di solitudine totale che ti pervade mentre ti avvii lungo questa distesa di ghiaccio ha dell'incredibile, infatti non vi è la gran calca di alpinisti e sciatori in cordata che si vede solitamente da altre parti, anzi al momento della partenza non c’è proprio nessuno. Mi par d'essere sulla nord del Pollino durante un'escursione invernale.
Attraversiamo quasi in piano il ghiacciaio puntando ad un rilevo a quota 3350. Di solito si passa a sinistra ma noi preferiamo aggirarlo da destra risalendo un pendio più ripido ma in ombra, scegliendo il percorso migliore in base alle condizioni del ghiacciaio abbastanza crepacciato. L’ambiente è grandioso, siamo all'interno di una gigantesca conca, chiusa a nord dalla cresta est dell'Allalinhorn e a sud dall'immane parete del Mittelallalin sul cui bordo occhieggia la stazione del Metroalpin. Aggirando vari crepacci risaliamo la rampa nevosa che nella prima parte non supera i 35°.Visto la consistenza della neve, piuttosto molle penso che i bastoncini, o almeno uno sarebbe stato più utile della piccozza.

Hohlaubgletscher
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Stazione a monte del Metro Alpin
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Ghiacciaio di Allalin e lago Mattmark
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Raggiunto il filo di cresta il panorama comincia ad aprirsi soprattutto verso la Weissmies, il Lagginhor e lontano a nordest l'Oberland bernese. Tra le cime più note si intravedono lo Jungfrau e l'Aletschhorn. Sotto di noi si distende invece la terminale del ghiacciaio di Allalin che serpeggia verso il lago Mattmark che fu oggetto di una grave tragedia il secolo scorso. Il 30 agosto 1965 si staccò parte del ghiacciaio investendo dei cantieri allestiti per la costruzione della diga di Mattmark, 102 furono le vittime, delle quali 55 italiani e sette calabresi di San Giovanni in Fiore.
Aggirato un crepaccio da destra ci dirigiamo verso una fascia di facili roccette attraversate le quali ci introduciamo forse nella parte più dura del percorso. Dobbiamo infatti risalire faticosamente una "terribile" gobba nevosa molto ripida, circa 40° da spezzare il fiato. In Appennino me la sarei mangiata, ma qui' la quota si fa sentire. Le pause in questo tratto aderto sono ben gradite e ci permettono non solo di riprendere fiato ma di ammirare al contempo gli splendidi panorami a perdita d'occhio, come la catena del Taschhorn, Dom, Nadelhorn e Lentzspitze, tutte montagne dalle cime aguzze e seghettate. Nel frattempo ci sorvola un elisoccorso per raggiungere probabilmente uno sciatore ferito sulle piste a valle.

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Rimpfischhorn a destra e Strahlhorn a sinistra
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Superato questo ostico crinale guadagniamo finalmente un colletto pianeggiante a quota 3800 m. dal quale si apre una vista superba sulla maestosa piramide dell'Allaninhorn, che da questa prospettiva ricorda il Cervino. Immancabile la foto classica dell'escursione. Da questo punto panoramico si ha anche una visuale da paura su altri magnifici 4000 del comprensorio quali il Rimpfischhorn dal profilo affilatissimo e lo Strahlhorn, che fanno da contraltare ai giganti del Monte Rosa che si innalzano dietro in direzione sud.
Dopo il colletto che ci permette di rifiatare ci aspetta l'ultima pettata, la ripida e affilata cresta prima della fascia rocciosa sommitale che vediamo come una liberazione perché questo tratto tocca una pendenza di 45° con punte di 50°. In compenso però siamo vicini alla vetta, ma prima dobbiamo superare quest'ultimo ostacolo. I primi 15 metri sono serviti da una grossa catena che ci permette di vincere atleticamente una bella placca altrimenti di III+, IV-. Il resto è una piacevole arrampicata su difficoltà intorno al III° ma con esposizione a volte su roccia sporca di fango. Infine si esce a destra aggirando una piccola torre rocciosa. Adesso sì che vediamo la croce di vetta. Mi volto un attimo per vedere da dove siamo venuti e quello che abbiamo fatto. Saas Fee sta lì in fondo incastonata nella stretta e profonda valle dalla quale si innalzano da subito numerosi e spettacolari quattromila.

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Oberland bernese all'orizzonte e la Weissmies a destra
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Prima di toccare l'agognata cima dove sono già presenti alcuni alpinisti che hanno fatto la normale, con un pizzico di commozione non posso che ringraziare Dio perchè oggi mi ha permesso di vedere tutto questo. Una volta sulla croce di vetta un urlo liberatorio, un abbraccio con Pietro ma poi si rimane in silenzio per contemplare l'infinito. Impossibile elencare il tripudio di vette di questo immenso oceano che si estende a perdita d'occhio. Tra i quattromila più famosi sfilano in parata tutti quelli del Monte Rosa, da sud la Punta Gniffetti con la Capanna Margherita visibile in cima, la Zumstein, Dufour e Nordend. Spostando lo sguardo si scorge la vetta occidentale del Lyskamm e a seguire il Castore, il Roccia Nera e la catena dei Breithorn.
A ovest si innalza in tutta la sua eleganza e arditezza l'unico e il più bello, lo “Scoglio più nobile d’Europa”, il Cervino con il suo satellite Dent d'Herens e dietro, molto lontano sua maestà il Monte Bianco. Rientrando in Svizzera svetta l'inconfondibile profilo della Dent Blanche con il più basso Ober Gabelhon, lo Zinalrothorn e l'imponente Weisshorn. E per chiudere da nordovest a nordest i già citati Alphubel, la catena del Dom e il gruppo della Weissmies. Gli occhi e lo spirito pare non riescano a saziarsi di tale superlativa grandezza e bellezza tanto che da questo luogo non vorresti mai andare via, ma purtroppo bisogna scendere.

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Rimpfischhorn e Monte Rosa dietro
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Al centro Punta Gniffetti, Zumstein, Nordend, Dufour
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Cervino e Dent d'Herens
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Dent Blanche e Zinalrothorn
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Weisshorn Alphubel Taschhorn Dom Nadelhorn e Lentzspitze
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Monte Bianco
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Dopo aver consumato qualche barretta comincia la discesa per roccette a tratti insidiose e viscide sotto la cima. Terminato il tratto roccioso prendiamo il fianco occidentale su ripido pendio glaciale adducente al colle del Feechopf a 3810 m. che non toccheremo. Dal valico traversiamo verso nordest zigzagando su molti crepacci toccando pendenze fino a 35,40° scendendo lungo la verticale del Feechopf. Il versante nordovest dell'Allalinhorn è assolutamente glaciale con la presenza di enormi e paurosi crepacci. Concludiamo la nostra avventura attraverso il Feegletscher fino alla stazione del Mittelallalin dove prendiamo prima il Metroalpin e poi i due tronconi dall' Alpinexpres a ritroso fino a Saas Fee.
Saluto così il mio compagno di viaggio che rientrerà a Formazza. Io invece tra fiumi di birra che scorrono nelle strade e gente in costume tipico per una imprecisata festa di paese, mi concederò un terzo tempo in un ristorantino tra una spaghettata ai gamberi e una birra eccelsa come solo qui' sanno servire.
Penso sia stata una salita magnifica dal punto di vista paesaggistico, di grande soddisfazione e mai troppo difficile tecnicamente, ma era quello che mi serviva in questo momento. Credo di aver dato così delle risposte a me stesso.

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Colle del Feechopf
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Feegletscher e in fondo la stazione del Mittelallalin
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«Siedi ai bordi dell'alba, il sole sorgerà per te. Siedi ai bordi della notte, la luna nascerà per te. Siedi ai bordi di un torrente, un uccello canterà per te. Siedi ai bordi del silenzio e Dio ti parlerà»

Swami Vivekananda
Bravo!
Bel report per quella che,secondo me,è la più bella via di salita all'Allalinhorn.
C'era ancora il fittone ballerino sulla placca?
 
Splendide fotografie, complimenti.

L'unica nota negativa?
Gli Svizzeri Tedeschi, per noi Ticinesi della Svizzera Italiana chiamati ZUCCHINI,
:D:poke::biggrin::rofl:

Comunque confermo, quì non é che amiamo particolarmente gli Euro.
Però devo dire che sono avanti rispetto alla parte Italiana della Svizzera, se sono stati lì a fare il cambio, ecc. Non sò bene cosa dicano i display delle casse, ma in genere chì ci lavora impiega poco, il solito, ed avvisano semplicemente che il resto é dato in franchi e spesso che si accettano solo banconote e non monete. Ma ormai "paese che vai ...".
 
Diciamo che non è tanto l'aspetto tecnico,tanto euro e franchi si equivalgono,ho avvertito nelle loro espressioni questo senso di fastidio come se li stessi pagando in rubli
 
Poi la cosa della macchinetta automatica dei biglietti è "inquietante".Ti propone le due opzioni e ti blocca tutto se premi euro,tanto che mi sono un po' preoccupato pensando "chissà adesso mi trattiene il bancomat?"
 
Poi la cosa della macchinetta automatica dei biglietti è "inquietante".Ti propone le due opzioni e ti blocca tutto se premi euro,tanto che mi sono un po' preoccupato pensando "chissà adesso mi trattiene il bancomat?"
Su quello purtroppo non sò, l'ho sempre usato con i franchi, quindi sò dirti se era un difetto di quell'apparecchio o qualche furbata delle loro ;) Tutto é possibile ;)
 
Giusto per sapere, le macchinette erano quelle del treno (FFS-SBB) alla stazione di Briga?
Tipo queste?
 

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