Allenamento contro le vertigini

seguo per labirintite, emersa alcuni anni fa :(

... se faccio certi movimenti particolari, ad es ruotando molto la testa di lato o verso l'alto o il basso, soprattutto se li faccio velocemente, e mi parte la labirintite :(
guarda che non è labirintite.
La labirintite è una infiammazione dell'orecchio interno che ha origini virali o batteriche.
Può diventare cronica, nel senso che resta latente e si presenta in acuto con una certa ricorrenza, ma ad innescare l'episodio acuto NON sono MAI "movimenti particolari", ma situazioni (umidità, sbalzi termici in particolare, oltre a calo di difese immunitarie come durante periodi di stress) che consentono all'agente patogeno di tornare in attività.
Inoltre, la "labirintite", non solo non ti viene per "movimenti particolari" che fai ma tantomeno - e soprattutto - ti passa se smetti di fare i movimenti cui tu ne attribuisci la causa.
Probabilmente la natura del disturbo è altrove e posso anche ipotizzare dove: o hai una piccola lesione all'apparato vestibolare oppure si tratta di vertigini da cervicale.
Te lo dico perchè ho due amiche con questi problemi. Una ha una lievissima lesione all'apparato vestibolare, provocata da un paio di furiose otiti che aveva fatto ed ora se pratica sport - che ha sempre fatto prima - con riptetuta oscillazione ritmica, come pattinaggio e sci, dopo un paio di ore spesso le insorge una nausea terribile e vertigini; l'altra soffre da anni di problemi legati alla cervicale: a volte le danno mal di testa, altre volte vertigini.
 
guarda che non è labirintite.
La labirintite è una infiammazione dell'orecchio interno che ha origini virali o batteriche.
Può diventare cronica, nel senso che resta latente e si presenta in acuto con una certa ricorrenza, ma ad innescare l'episodio acuto NON sono MAI "movimenti particolari", ma situazioni (umidità, sbalzi termici in particolare, oltre a calo di difese immunitarie come durante periodi di stress) che consentono all'agente patogeno di tornare in attività.
Inoltre, la "labirintite", non solo non ti viene per "movimenti particolari" che fai ma tantomeno - e soprattutto - ti passa se smetti di fare i movimenti cui tu ne attribuisci la causa.
Probabilmente la natura del disturbo è altrove e posso anche ipotizzare dove: o hai una piccola lesione all'apparato vestibolare oppure si tratta di vertigini da cervicale.
Te lo dico perchè ho due amiche con questi problemi. Una ha una lievissima lesione all'apparato vestibolare, provocata da un paio di furiose otiti che aveva fatto ed ora se pratica sport - che ha sempre fatto prima - con riptetuta oscillazione ritmica, come pattinaggio e sci, dopo un paio di ore spesso le insorge una nausea terribile e vertigini; l'altra soffre da anni di problemi legati alla cervicale: a volte le danno mal di testa, altre volte vertigini.

ehm... e' labirintite :)

purtroppo, parecchi dottori concordano. nel mio caso specifico hanno scoperto di recente che, oltre ad una malformazione alla gola (che mi dona una voce graziosa come un cesso intasato, ma vabbe'), ho una lieve deviazione nasale ed una piccola malformazione ad un orecchio. per questo ed altri motivi, le mie orecchie si prestano ad infezioni batteriche varie.

poi c'e' anche dell'altro, ma la labirintite c'e'.
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Sì si è salvato, è proprio quello che mi ha accompagnato questo sabato. Anche lui però ha riportato conseguenze psicologiche simili alle mie, paradossalmente forse più lievi.
e posso crederlo :si:

forse e' che, vivendolo, il cervello ad un certo punto stacca, e' come se andasse in pausa aspettando il peggio. ho ricordi sfumati dei miei schianti peggiori. mentre, vivendolo da testimone, il trauma resta
 
Da quel momento è cambiato tutto, qualsiasi pendio troppo inclinato, traverso esposto o roccetta mi causa i tipici sintomi dell'attacco di panico. Il corpo inizia a percepire un pericolo spesso in maniera esagerata, mi sudano le mani, le gambe diventano poco sicure e la testa fa solo orribili pensieri di morte.
Ti porti dietro gli effetti di una esperienza che ti ha chiaramete traumatizzato.
Magari se ti fai aiutare, riesci a superarla.

Anche io ho vissuta una esperienza simile risalendo un canalone ghiacciato anni fa in primavera: il mio amico ha messo male uno sci ed ha cominciato a perdere l'equilibrio. Avevo fatto in tempo ad avvicinarmi e stavo per afferrarlo quando è scivolato via. Ricordo la mia mano che ha sfiorato il suo zaino senza riuscire a prenderlo. Ricordo i nostri occhi che si sono fissati un istante, sbarrati, la bocca aperta e muta. E' volato giù a salti e rotoloni per 200 metri, poi si è fermato per fortuna. Miracolosamente non aveva sbattuto molto su rocce, quindi non aveva grosse fratture, però era una statua di sangue, perchè la neve ghiacciata durissima lo aveva escoriato e tagliato ovunque, togliendogli persino i pantaloni (era caduto testa in giù) ed alzandogli le maniche della maglia, oltre che la maglia sulla pancia e sulla schiena.
E' stato ricoverato una settimana e poi per altri 15 giorni aveva medicazioni giornaliere...
Per fortuna non sono uno che si impressiona, ma sulle prime è sicuramente di impatto.
 
C'è un'altra spiegazione oltre a quelle già esposte, utile nella maggior parte dei casi è la seguente:
L'equilibrio è gestito dal nostro cervello che usa come punto di riferimento "stabile" normalmente il terreno su cui camminiamo, ma nel caso che vediamo superfici piu o meno da lontano ci si deve abituare ad usare questo riferimento (abitudine che arriva dopo pochi minuti a qualche ora a seconda della distanza, Qualche esempio a me successo: da ragazzo abitavo al quarto piano e non mi faceva nessun effetto guardare la strada sottostante. Nel seguito con traslochi fatti sempre al primo o secondo piano mi ero abituato al terreno vicino; arrivato per caso di nuovo al quarto piano mi girava di nuovo la testa.
Poi: abitavo al secondo piano e un giorno sono dovuto andare sul tetto (sopra il terzo piano) per fissare una antenna: solo il fatto di mettere il piede fuori dall'abbaino mi girava la testa e camminavo a passo d'oca attaccato al muro. Per fissare l'antenna ci è voluto piu di una ora: alla fine giravo per il tetto come fossi a casa mia. Terzo e ultimo esempio molto piu alto: la Torre Eiffel: al primo ascensore gia sentivo agitazione, al secondo e ultimo ascensore (quello piu lungo) mi sentivo già cadere e stavo attaccato ai miei. Non lo dico quando sono uscito: giravo pianissimo attaccato al muro e non riuscivo a guardare giu. Dopo un'ora circa giravo sullo stesso pianerottolo come se fossi quasi a casa. Ultimo: Sono salito su una piattaforma porta persone gia a 20 metri mi tremavano le gambe. I tecnici che ci lavoravano ci stavano come fossero a casa. E' tutto dovuto al riferimento che usa il cervello che si abitua pensare come piano di "terra" quello normalmente usato. Ma se pensiamo che la superficie della terra dove camminiamo potrebbe ad esempio essere mille metri sopra un enorme fossato profondo appunto mille metri, ci sentiremmo tremare. Provate a sfilare i pantaloni in equilibro su una gamba sola: se guardate il piede che si muove per sfilare il pantalone non ce la fate a stare in piedi; se invece fissate un punto fisso davanti a voi non c'é poblema a stare in equilibrio ! Aggiungo un aio di foto ormai classiche sulla altezza da grattacielo, quando ci si abitua !
Ciao, io mi trovo spesso nella situazione di non riuscire a mantenere l'equilibrio in presenza di vuoto a dx o sx, attenzione vuoto anche di pochi metri. La mia unica soluzione è fissare la schiena del compagno davanti stando a distanza ravvicinata, oppure se si sale sul ripido fisso i suoi piedi e così la risolvo, è capitato già diverse volte che senza riferimenti vado a 4 zampe.
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No, non ti gira la testa la ragione che dici.
Il capogiro (o giramento di testa) per il solo guardare in basso da elevata altezza ha solo ed esclusivamente natura psichica, tant'è che chi ha queste fobie, se non guarda in basso, il giramento di testa lo risolve immediatamente, ma gli resta la paura fino a quando non si allontana da quello che percepisce come un pericolo.
Se fosse come dici, uno avrebbe giramenti di testa e nausea per diverso tempo anche dopo essere rientrato nell'appartamento dopo aver guardato giù dal terrazzo. Ma non è così.
Inoltre, fosse come dici, il problema si presenterebbe ogni volta che uno si trova a cambiare il proprio orizzonte, ogni volta che uno guarda dall'alto in basso.
Invece, come dici tu, dopo un po' che hai familiarizzato con l'ambiente ti passa la paura! Perchè a passarti è esattamente questa.



Tutte le sensazioni di cui parli sono prodotte e mediate dalla paura e risiedono nella psiche. Infatti, nemmeno provavi a guardare giu.
Ammettere di aver paura è dura, è difficile, perchè spesso le persone vivono con vergogna la cosa, come se si trattasse di ammettere una debolezza che li rende inferiori, inadeguati.
Invece, bisogna superare questo preconcetto e accettare la cosa: non siamo tutti uguali e nella variabilità delle cose, ci sta che uno possa aver paura di qualcosa, sia più timoroso di un altro.

L'errore che stai facendo è questo: confondi la capacità di mantenere l'equilibrio con i capogiri!

Non è vero, io ci sono sempre riuscito benissimo! In ogni caso l'equilibrio si può allenare: guarda i ginnasti ad esempio.

La capacità di mantenere l'equilibrio è una cosa completamente diversa dall'avere i capogiri!!
Ti faccio un esempio pratico: la prima volta che sali su una slackline, fatichi a mantenere l'equilibrio indipendentemente dal fatto che questa sia a 30 centimetri da terra o più in alto e continuerai a cadere giù, ma senza che ti venga la nausea o il capogiro. Certo, se guardi un punto fisso davanti a te invece dei piedi, aiuta, ma non è lì il punto.
Il mio problema non è guardare giù, è guardare avanti e non vedere cosa ho sotto ai piedi, sul balcone se guardo avanti e nel mio campo visivo non c'è la ringhiera o una colonna o una persona io vado all'indietro. In moto sulle strade delle alpi Francesi dove non c'è un guardrail neanche a pagarlo, quando sono dal lato a valle non riesco a tenere la moto dritta.
 
E' una cosa di cui soffrivo da giovane in modo abbastanza evidente e poi con il tempo è andata scemando.
Anche se non lo consiglio certo come soluzione applicabile ed efficace, a me ha fatto cmq. tanto bene praticare per un breve periodo di tempo parapendio e paracadutismo ;)
 
Ciao a tutti,

da qualche anno ho piacevolmente riscoperto il trekking in ambiente alpino, quasi sempre sopra i 2.000 metri.
L'anno scorso il periodo difficile tra lockdown, due mesi di positività al Covid e le conseguenze fisiche sentite nei mesi successivi mi hanno impedito di raggiungere il traguardo successivo, ossia superare i 3.000.

Quest'anno vorrei appunto raggiungere quel traguardo, ma siccome su ogni cosa che faccio ho bisogno di una motivazione per alzare l'asticella, mi sarei posto l'obiettivo per novembre 2022 di andare a fare l'Everest Base Camp Trek in Nepal, che è il mio sogno da sempre.

Sono già in contatto con un preparatore atletico per l'allenamento aerobico e anaerobico, e questo non è un problema, perché mi dicono che 18 mesi sono più che sufficienti per allenarsi fisicamente.

Quello che mi fa veramente paura è un'altra cosa: le vertigini.
Purtroppo soffro di vertigini, e il trekking all'EBC ha una ventina di ponti tibetani alti anche un centinaio di metri. La sola idea di percorrerli mi terrorizza, ma questo non può essere un motivo per desistere dall'esperienza.

Per farvi capire il grado di paura, riesco a prendere una funivia senza grossi problemi, ma finché la cabina non arriva a destinazione cerco di aggrapparmi in una posizione più centrale possibile nella cabina, oppure sedermi nella parte posteriore e comunque le mie gambe tremano per tutto il percorso.

Avete qualche consiglio su un percorso "terapeutico" contro le vertigini?
Qualcuno dice che semplicemente l'unico modo è andare, ma da qui a iniziare a fare ponti tibetani in Italia per prepararsi a quelli Nepalesi credo che ci possa essere qualche step intermedio :)

Grazie per i consigli che potrete darmi!
Ciao

Ciao!

Anche io soffro di questa sensazione se mi trovo in situazioni esposte ma "sicure" come può essere un ponte tibetano o un balcone. Mi succede se non sono allenata, quindi se è passato molto tempo dall'ultima volta in cui mi sono trovata in queste situazioni.

Quello che cerco di fare nell'immediato è trovare 4 appoggi solidi per mani e piedi, chiudo gli occhi e respiro profondamente. Mi concentro innanzitutto sul respiro, libero la mente e cerco di dimenticarmi di dove sono, cerco anche di immaginarmi che per esempio sono in un posto sicuro, se per esempio mi capita quando arrampico mi immagino di essere a un metro da terra dove ancora non mi vengono le vertigini. Altra cosa sulla quale mi concentro sono i 4 appoggi solidi e cerco di realizzare il fatto che in effetti sono solidi e che in effetti non ho niente di cui preoccuparmi!

Mi prendo il tempo che mi serve e poi quando ci sono riapro gli occhi... se arrampico fortunatamente la prima cosa nel mio campo visivo è la roccia a 2 centimetri dal mio naso, in generale bisognerebbe cercare di riaprire gli occhi focalizzandosi sul tracciato, scale, quello su cui devi andare, cercando di non focalizzarsi sul background, bisogna impegnarsi a far sì che questo rimanga sfocato, come quando stai facendo una foto in primo piano.

Io facendo così, se ho lavorato bene prima con la testa, riesco ad andare avanti... identifico la paura come una voce che strilla e quando mi riprendo la sento ancora certo, però è molto lontana e io riesco ad usare il cervello per fare quello che sto facendo, senza bloccarmi.... sono uscita da una marea di situazioni con questo sistema, ma funziona solo se effettivamente sono in una situazione sicura, se sono su una cresta o a 3 metri dal rinvio no! -.-'

In generale dopo un mese o due non devo neanche fare questi sforzi e posso anche guardare nel vuoto senza sentire niente, godendomi semplicemente il paesaggio.
 
Mi avete ricordato un episodio curioso. Un 30 o 40 anni fa, ero a Vigo di Fassa, a zonzo per il paese con un mio cugino, che aveva casa lì. Ad un certo punto, si ferma a chiacchierare con un tizio, poi me lo presenta. Era uno famoso, molto, nell'ambiente di montagna. Onestamente, non ricordo più chi. :wall:
Però, davvero un nome noto, in quegli anni. Scalatore, sciatore estremo, roba così.
Per fare due chiacchiere, chiedo se ha qualcosa in programma e lui, di rimando, secco: "No, soffro di vertigini". Non potevo credere alle mie orecchie. LUI soffre di vertigini? E come ha fatto, per tutti questi anni?
Pensando ad un problema passeggero, gli chiedo se si è fatto visitare da un medico e lui: "Si, mi ha detto che è colpa dello stress. Quando andavo in montagna, ero ragazzo e non ne avevo. Poi, moglie, figli, il mutuo per il negozio..." (aveva uno o due negozi di articoli sportivi, seppi poi, da mio cugino).

Triste. Però ci sta. La montagna non vuole altri legami, è una morosa gelosa...:biggrin:
 
Ciao!

Anche io soffro di questa sensazione se mi trovo in situazioni esposte ma "sicure" come può essere un ponte tibetano o un balcone. Mi succede se non sono allenata, quindi se è passato molto tempo dall'ultima volta in cui mi sono trovata in queste situazioni.

Quello che cerco di fare nell'immediato è trovare 4 appoggi solidi per mani e piedi, chiudo gli occhi e respiro profondamente. Mi concentro innanzitutto sul respiro, libero la mente e cerco di dimenticarmi di dove sono, cerco anche di immaginarmi che per esempio sono in un posto sicuro, se per esempio mi capita quando arrampico mi immagino di essere a un metro da terra dove ancora non mi vengono le vertigini. Altra cosa sulla quale mi concentro sono i 4 appoggi solidi e cerco di realizzare il fatto che in effetti sono solidi e che in effetti non ho niente di cui preoccuparmi!

Mi prendo il tempo che mi serve e poi quando ci sono riapro gli occhi... se arrampico fortunatamente la prima cosa nel mio campo visivo è la roccia a 2 centimetri dal mio naso, in generale bisognerebbe cercare di riaprire gli occhi focalizzandosi sul tracciato, scale, quello su cui devi andare, cercando di non focalizzarsi sul background, bisogna impegnarsi a far sì che questo rimanga sfocato, come quando stai facendo una foto in primo piano.

Io facendo così, se ho lavorato bene prima con la testa, riesco ad andare avanti... identifico la paura come una voce che strilla e quando mi riprendo la sento ancora certo, però è molto lontana e io riesco ad usare il cervello per fare quello che sto facendo, senza bloccarmi.... sono uscita da una marea di situazioni con questo sistema, ma funziona solo se effettivamente sono in una situazione sicura, se sono su una cresta o a 3 metri dal rinvio no! -.-'

In generale dopo un mese o due non devo neanche fare questi sforzi e posso anche guardare nel vuoto senza sentire niente, godendomi semplicemente il paesaggio.
Complimenti per la capacità di concentrazione, io non ci sono mai riuscito...
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Mi avete ricordato un episodio curioso. Un 30 o 40 anni fa, ero a Vigo di Fassa, a zonzo per il paese con un mio cugino, che aveva casa lì. Ad un certo punto, si ferma a chiacchierare con un tizio, poi me lo presenta. Era uno famoso, molto, nell'ambiente di montagna. Onestamente, non ricordo più chi. :wall:
Però, davvero un nome noto, in quegli anni. Scalatore, sciatore estremo, roba così.
Per fare due chiacchiere, chiedo se ha qualcosa in programma e lui, di rimando, secco: "No, soffro di vertigini". Non potevo credere alle mie orecchie. LUI soffre di vertigini? E come ha fatto, per tutti questi anni?
Pensando ad un problema passeggero, gli chiedo se si è fatto visitare da un medico e lui: "Si, mi ha detto che è colpa dello stress. Quando andavo in montagna, ero ragazzo e non ne avevo. Poi, moglie, figli, il mutuo per il negozio..." (aveva uno o due negozi di articoli sportivi, seppi poi, da mio cugino).

Triste. Però ci sta. La montagna non vuole altri legami, è una morosa gelosa...:biggrin:
E io invece ho le stesse reazioni fin da bambino, ho sempre cercato di combattere la cosa ma non riesco a trovare soluzioni. Per me è limitante e anche frustrante, uscendo quasi sempre da solo scarto un sacco di punte per evitare problemi e faccio solo colli...
 
Nelle scorse settimane ho fatto due gite abbastanza toste da questo punto di vista, perchè erano al limite tra escursionismo e alpinismo... la seconda con più esposizione reale, la prima con una parte più verticale e lunga.

- Monte Emilius
- Grand Tournalin e Petit Tournalin

In linea teorica mi preoccupavano un po' entrambi, poi sono andate lisce e quindi ora sono un po' gasato.

Personalmente ho sempre preferito la neve alla roccia, percui ho dovuto anche un po' imparare proprio ad averci a che fare. E non è che ora sono "imparato" comunque :)

Ci sono arrivato molto gradualmente, sia con gite in compagnia che da solo. Sto parlando di anni.
Ferrate, un po' di falesia, uscire quasi tutti i weekend dell'anno su qualsiasi terreno, fare esperienza insomma. E anche la preparazione fisica trovo sia complementare a quella psicologica, importante non essere troppo stanchi per viversela meglio e anche avere un core allenato penso aiuti a mantenere l'equilibrio e ad avere una buona connessione tra occhi, orecchio interno e il resto del corpo.
 
Ultima modifica:
un esercizio utile quando si soffre di vertigini/esposizione è anche quello di guardare in basso (automaticamente la testa pensa a come potresti cadere e farti male, nel 99% dei casi) e li immaginare lo stesso corpo che risale all'indietro e torna in "te", facendo questo esercizio allena la mente a non focalizzarsi sul disastro, mi è stato insegnato tempo fa da uno psicoterapeuta
 
un esercizio utile quando si soffre di vertigini/esposizione è anche quello di guardare in basso (automaticamente la testa pensa a come potresti cadere e farti male, nel 99% dei casi) e li immaginare lo stesso corpo che risale all'indietro e torna in "te", facendo questo esercizio allena la mente a non focalizzarsi sul disastro, mi è stato insegnato tempo fa da uno psicoterapeuta
Potresti spiegare meglio?
 
ragazzi, scusate se insisto, ma le "vertigini" (capogiro e nausea) sono un'altra cosa ed hanno cause legate a patologie, quindi il malcapitato sperimenta le vertigini in molteplici situazioni.
Ne hanno parlato recentemente anche su rai due alcuni giorni fa.
I casi questo thread, invece, riguardano la paura e nello specifico la "paura dell'altezza", che trova la propria ragione in vulnerabilità psicologiche di chi ne soffre.
È una paura vincibile, con un po' di pratica e allenamento e al limite, nei casi più resistenti, con un po' di aiuto psicologico/psicoterapeutico.
 
ragazzi, scusate se insisto, ma le "vertigini" (capogiro e nausea) sono un'altra cosa ed hanno cause legate a patologie, quindi il malcapitato sperimenta le vertigini in molteplici situazioni.
Ne hanno parlato recentemente anche su rai due alcuni giorni fa.
I casi questo thread, invece, riguardano la paura e nello specifico la "paura dell'altezza", che trova la propria ragione in vulnerabilità psicologiche di chi ne soffre.
È una paura vincibile, con un po' di pratica e allenamento e al limite, nei casi più resistenti, con un po' di aiuto psicologico/psicoterapeutico.
Di vertigini "patologiche" ho sofferto tutto l'inverno e me le sono levate verso giugno quando ho avuto l'ultimo evento.
Per quanto riguarda le "paura dell'altezza" sono circa 40 anni che ci combatto e il rimedio non lo trovo, direi che se fosse solo una questione di abitudine il problema sarebbe risolto da un pezzo, se devo dire la verità io non avverto paura o simili emozioni, semplicemente mi sento attratto verso il vuoto e per riflesso mi appoggio dove riesco.
 
Per quanto riguarda le "paura dell'altezza" sono circa 40 anni che ci combatto e il rimedio non lo trovo, direi che se fosse solo una questione di abitudine il problema sarebbe risolto da un pezzo, se devo dire la verità io non avverto paura o simili emozioni, semplicemente mi sento attratto verso il vuoto e per riflesso mi appoggio dove riesco
Per i medici queste non sono "vertigini".
Gli psicologi invece parlano impropriamente di vertigini per descrivere alcune delle sensazioni sgradevoli che in alcuni provoca la vista del vuoto.
La paura del vuoto in medicina (psichiatria) è compresa sotto i nomi di acrofobia e kenofobia.
Nell'ambito di questi problemi psicologici rientra anche la sensazione di sentirsi tirati dal vuoto o quella addirittura di pensare di buttarcisi, pur se non si vuole.
Sono casi ben noti in psicologia e Medicina, ma sempre legati a questioni psicologiche, di natura ansiosa.
La cosa è tanto nota, che trovi notizie anche su siti insospettabili:
https://www.google.com/amp/s/www.ra...di-gettarti-nel-vuoto-ecco-perche-succede.amp
https://www.focus.it/comportamento/psicologia/perche-alcuni-si-sentono-attirati-dal-vuoto

Ripeto, non c'è nulla di cui vergognarsi, anzi, avere paura è normale.
Voglio solo dire di riconoscere e accettare la situazione, perché questo è l'unico modo per progredire e superarla in tutto o almeno in parte.
Se invece si tenta di attribuirla ad un qualche malfunzionamento del proprio equilibrio, allora ci si sta solo creando l'alibi per non affrontare il problema e non superarlo.
Il fatto di avere 40 anni di pratica ma senza benefici sulla sensazione che provi non significa molto: forse nel tuo caso il problema sotteso non lo superi o limiti solo con la pratica, ma anche con altro aiuto.
Per dire, mia mamma è da ben più di 60 anni che ha paura dei cani grossi e la controlla solo impegnandosi. Ma non l'ha mai superata. E abbiamo avuto un cane!


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non sono un tuttologo eh, ma queste cose ce le hanno spiegate quando ci hanno fatto formazione come istruttori, perché saperlo era di aiuto sia a noi stessi, sia anche per capire e gestire eventuali difficoltà di allievi
 
Ultima modifica:
Per i medici queste non sono "vertigini".
Gli psicologi invece parlano impropriamente di vertigini per descrivere alcune delle sensazioni sgradevoli che in alcuni provoca la vista del vuoto.
La paura del vuoto in medicina (psichiatria) è compresa sotto i nomi di acrofobia e kenofobia.
Nell'ambito di questi problemi psicologici rientra anche la sensazione di sentirsi tirati dal vuoto o quella addirittura di pensare di buttarcisi, pur se non si vuole.
Sono casi ben noti in psicologia e Medicina, ma sempre legati a questioni psicologiche, di natura ansiosa.
La cosa è tanto nota, che trovi notizie anche su siti insospettabili:
https://www.google.com/amp/s/www.ra...di-gettarti-nel-vuoto-ecco-perche-succede.amp
https://www.focus.it/comportamento/psicologia/perche-alcuni-si-sentono-attirati-dal-vuoto

Ripeto, non c'è nulla di cui vergognarsi, anzi, avere paura è normale.
Voglio solo dire di riconoscere e accettare la situazione, perché questo è l'unico modo per progredire e superarla in tutto o almeno in parte.
Se invece si tenta di attribuirla ad un qualche malfunzionamento del proprio equilibrio, allora ci si sta solo creando l'alibi per non affrontare il problema e non superarlo.
Il fatto di avere 40 anni di pratica ma senza benefici sulla sensazione che provi non significa molto: forse nel tuo caso il problema sotteso non lo superi o limiti solo con la pratica, ma anche con altro aiuto.
Per dire, mia mamma è da ben più di 60 anni che ha paura dei cani grossi e la controlla solo impegnandosi. Ma non l'ha mai superata. E abbiamo avuto un cane!


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non sono un tuttologo eh, ma queste cose ce le hanno spiegate quando ci hanno fatto formazione come istruttori, perché saperlo era di aiuto sia a noi stessi, sia anche per capire e gestire eventuali difficoltà di allievi
No no per carità, seguo la discussione per prendere nuovi spunti mica per trovare giustificazioni e anche ammettere le paure non è assolutamente un problema. Chi non ha paura di qualcosa? Onestamente mi sembra un po' riduttivo metterla su questo piano.
Diciamo che le cose dette nelle pagine precedenti le avevo già provate tutte senza nessun tipo di miglioramento, neanche minimo.
Rimane l'aiuto esterno ma per ora lo psicologo sta bene senza i miei soldi...
 
beh, ma mi pare di capire che tu non abbia seri problemi, perché le cose riesci a farle ugualmente: se riesci a gestire la paura e non ti blocchi, puoi anche conviverci così.
 
beh, ma mi pare di capire che tu non abbia seri problemi, perché le cose riesci a farle ugualmente: se riesci a gestire la paura e non ti blocchi, puoi anche conviverci così.
Si mi sforzo molto perché ho la testa dura, ho provato anche a fare giri con persone che non hanno problemi per scopiazzare un po' gli atteggiamenti e alzare il livello però la roba seria la evito proprio. Grazie delle info
 
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