Allenamento contro le vertigini

Scrivo qui perché non voglio aprire un nuovo post che forse parrà inutile. Non soffro di vertigini, ma cengie esposte e tratti che - anche irrazionalmente - potrebbero essere scivolosi o sdrucciolevoli mi bloccano. Oggi mi è capitato di dover tornare indietro durante un’escursione a causa di una lingua di neve/nevaio incontrato durante l’uscita. Fin qui tutto bene, se non fosse che gli escursionisti dietro di me han tutti proseguito senza problemi. Si trattava di un nevaio che interrompeva il sentiero, forse inclinato tra i 50 e 60 gradi, oggettivamente percorribile ma… ero impossibilitato pure proseguendo carponi. Non soffro di vertigini, ma pure la paura di cadere si può affrontare, e in che modo? E quanto conta la propriocezione secondo voi, la gestione del baricentro, l’esperienza, il famoso “piede fermo”, ecc? Con tutto quello che investo emotivamente in montagna oggi sono tornato delusissimo. Allego le foto del nevaio da vicino e una che fa capire l’inclinazione, se avete parole di incoraggiamento…
Non vedo cosa c'è sotto al nevaio, ma era inclinato e il rischio di scivolare è oggettivo, però vedo anche che è molto tracciato, quindi si poteva attraversare prestando la giusta attenzione, e infatti gli altri escursionisti lo hanno fatto.

Da come lo descrivi il problema è chiaramente psicologico, vede giustamente un rischio, ma lo amplifichi troppo, fino a bloccarti.
La soluzione potrebbe essere affrontare situazioni simili in piena sicurezza, e.g. qualcuno che ti fa sicura, o "attrezzare il tratto", così puoi affrontare e vincere le tue paure, facendo così qualche volta, acquisterai sicurezza e prenderai confidenza (non esagerare però), così quando ti troverai di nuovo a situazioni simili, riuscirai a superarle con la dovuta attenzione.
 
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Oggi, a parte i nevai :)
Mi siete venuti in mente voi
Già l'hanno addomesticata così :biggrin:
Quel tratto ha una via alternativa su roccette da arrampicare roba facilissima, il ponticello che invece pareva bello solido al tatto era su un canale quasi verticale di almeno 200 metri di altezza.
 

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... Non soffro di vertigini, ma cengie esposte e tratti che - anche irrazionalmente - potrebbero essere scivolosi o sdrucciolevoli mi bloccano. ...

Affrontare una cengia sufficientemente larga a mio avviso è più un problema di vertigini.

Invece fare anche solo 2 o 3 passi su rocce sdrucciolevoli su un pendio inclinato di 60° mi sembra una piccola sfida, una di quelle situazioni in cui chi è sicuro dei propri mezzi e passa tranquillo rischia meno di chi è insicuro ed incerto ma...

... in realtà chi passa "tranquillo" lo fa perché ha esperienza non si tratta solo di vincere il sacrosanto timore che qualcosa vada storto...

... insomma è questione anche di consapevolezza dei propri limiti, cosa a mio avviso diversa dalla mancanza di fiducia in sé stessi...
 
solo a vedere uno che pulisce i vetri di un grattacielo in tv sta male
Quello che mi fa veramente paura è un'altra cosa: le vertigini.
Purtroppo soffro di vertigini, e il trekking all'EBC ha una ventina di ponti tibetani alti anche un centinaio di metri. La sola idea di percorrerli mi terrorizza, ma questo non può essere un motivo per desistere dall'esperienza.
se non ho qualcuno davanti da tenere come riferimento visivo finisco a quattro zampe
Prendendo questi come esempi, vi do il mio modesto parere.
Persone che soffrono di vertigini - quelle vere - sono poche ed hanno problemi più generali, anche indipendentemente dalla altezza e dal vuoto: di solito soffrono di turbative dell'equilibrio anche in cambi posturali (passare da distesi ad eretti), in condizioni di scarsa luminosità, in condizioni di pavimentazioni non fisse (es. pontili, passerelle elastiche, etc.) e persino nel fare certi movimenti ad oscillazioni ripetute (es. pattinare, andare in barca), questo perchè le vertigini derivano da lesioni relative al sistema vestibolare oppure al cervelletto. Ci sono poi le vertigini da calo di pressione, che sono chiaramente riconoscibili e sono indipendenti dall'attività svolta e sono solo transitorie.
Quindi, state tranquilli, nessuno di voi sta male o ha problemi fisiologici.
State benissimo, avete solo fifa, paura. E' un problema di "testa".
Lo dico senza voler prendere in giro nessuno eh, sia chiaro! Però riconoscere il problema e dargli un nome è il primo modo per cercare di risolvere il problema.
Il disturbo di cui soffrite è di natura esclusivamente psicologica e nasce da da insicurezza, da poco allenamento dell'equilibio o scarsa fiducia nelle proprie doti e dalla non familiarità con l'altezza o con il vuoto.
Come fare a far passare la paura?
Frequentando le situazioni temute, esponendocisi progressivamente con un crescendo di frequenza ed intensità, in compagnia di chi riteniamo possa esserci d'aiuto.
Bisogna poi imparare a controllarsi e, anche, imparare a fidarsi di sè stessi e imporsi di tentare e ritentare, con un atteggiamento positivo, senza dirsi 10 volte al secondo "ecco, adesso cado, adesso scivolo, ora inciampo e finisco di sotto"...
Non sarà facile, non sarà immediato, ma la pratica ed un corretto atteggiamento mentale aiutano molto.
Tutti possiamo migliorare, se vogliamo. Bisogna volerlo dentro.
 
Ovvio! la paura serve e fa parte dell'istinto di sopravvivenza.
Il problema è quando la paura ti blocca anche quando e dove proprio non serve.
Tuttavia, anche il non avere mai paura è un problema, diverso e serio, anche se è un po meno frequente dell' aver troppa paura.
Poi ciascuno ha il proprio carattere, la propria indole, le proprie specificità: non nasciamo tutti con le stesse capacità intellettive e fisiche, non abbiamo tutti le stesse inclinazioni e predisposizioni. Non siamo tutti uguali.
Ciascuno ha cose in cui riesce meglio ed altre dove stenta più di altri.
Però per vincere la paura (qualsiasi), l'unica cosa è cimentarsi, imporsi il dominio delle emozioni ed il controllo della mente, ma senza rendere le cose un dramma.
E' un po' come quando all'asilo si impare ad andare in bici: si ha paura di cadere, di farsi male ed a buon diritto, perchè capita... Però tutti impariamo, almeno di base. Poi, certo, ci sarà chi ci mette di meno e chi di più, chi sin da subito va via naturalmente e chi resta con andatura incerta tutta la vita, chi si divertirà subito a correre e chi invece andrà per sempre con molta calma, etc.
Idem per il camminare in luoghi esposti: entro certi limiti, tutti siamo in grado di farlo senza problemi, tutti siamo in grado di attraversare un ponte sospeso senza avere problemi e di camminare su sentieri o mulattiere esposte; lo dimostrano le popolazioni indigene dei ponti tibetani succitati; oppure le popolazioni di montagna di tutto il mondo...
 
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La paura ci tiene in vita, non è da ritenere una cosa negativa di per sè :)

Comunque ci si può lavorare, come hanno già scritto.
Vero, ma la paura è anche uno dei principali ostacoli/blocchi per chi fa le attività in montagna.
Inoltre la paura fa anche sbagliare, fare certi passi titubanti è molto più pericoloso che farli in scioltezza/sicurezza (e.g. passi arrampicata in aderenza).

Bisogna sempre trovare il giusto compromesso: se vuoi avere la sicurezza totale, certe cose non le farai mai o comunque i tempi cresceranno a dismisura con tutte le conseguenze del caso; d'altra parte se eccedi in sicurezza, e limiti al minimo la sicurezza, rischi di pagare carissimo anche un piccolo errore.
 
Ovviamente parliamo di paura ingiustificata e invalidante, non di una sana paura che ci porta ad adottare cautele e prudenze.
Per dare dei riferimenti tecnici, le vertigini sono una serie di sintomi ben noti e tipizzati in medicina, che sono innescati da problemi organici. https://www.humanitas.it/sintomi/vertigini/
Invece, una cosa molto diversa è la paura dell'altezza e del vuoto, che è ben nota in medicina come "Acrofobia" e che il DSM-5 (manuale ufficiale di psichiatria) classifica fra i disturbi psichiatrici -- fobie --- disturbi fobici specifici. Qui vi posto un articoletto: https://www.msdmanuals.com/it-it/pr...rrelati-allo-stress/disturbi-fobici-specifici

Ora, non è che se avete paura dell'altezza/vuoto siete carne da clinica psichiatrica.
Però è giusto chiamare le cose con il loro nome: molti dicono "soffro di vertigini" come se la cosa dipendesse da qualche parte del loro organismo che non funziona e, nel dire questo, c'è la tendenza delle persone di restare inerti, come per dire "non dipende da me", "non posso farci niente", etc. etc.
Invece non hanno le vertigini.
Hanno paura, troppa paura, una paura ingiustificata ed eccessiva.
Prendere coscenza di questo è già un primo passo.
Per cercare di migliorare, l'unica via è prendere coscenza della realtà e chiamarla per nome: paura.
La paura si può controllare e vincere e questo va detto a tutti, perchè, salvo pochi casi davvero bisognosi di aiuto da parte di medici/psicologi, tutti - davvero! - possiamo muoverci anche in altezza.
 
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Ovviamente parliamo di paura ingiustificata e invalidante, non di una sana paura che ci porta ad adottare cautele e prudenze.
Per dare dei riferimenti tecnici, le vertigini sono una serie di sintomi ben noti e tipizzati in medicina, che sono innescati da problemi organici. https://www.humanitas.it/sintomi/vertigini/
Invece, una cosa molto diversa è la paura dell'altezza e del vuoto, che è ben nota in medicina come "Acrofobia" e che il DSM-5 (manuale ufficiale di psichiatria) classifica fra i disturbi psichiatrici -- fobie --- disturbi fobici specifici. Qui vi posto un articoletto: https://www.msdmanuals.com/it-it/pr...rrelati-allo-stress/disturbi-fobici-specifici

Ora, non è che se avete paura dell'altezza/vuoto siete carne da clinica psichiatrica.
Però è giusto chiamare le cose con il loro nome: molti dicono "soffro di vertigini" come se la cosa dipendesse da qualche parte del loro organismo che non funziona e, nel dire questo, c'è la tendenza delle persone di restare inerti, come per dire "non dipende da me", "non posso farci niente", etc. etc.
Invece non hanno le vertigini.
Hanno paura, troppa paura, una paura ingiustificata ed eccessiva.
Prendere coscenza di questo è già un primo passo.
Per cercare di migliorare, l'unica via è prendere coscenza della realtà e chiamarla per nome: paura.
La paura si può controllare e vincere e questo va detto a tutti, perchè, salvo pochi casi davvero bisognosi di aiuto da parte di medici/psicologi, tutti - davvero! - possiamo muoverci anche in altezza.
C'è un'altra spiegazione oltre a quelle già esposte, utile nella maggior parte dei casi è la seguente:
L'equilibrio è gestito dal nostro cervello che usa come punto di riferimento "stabile" normalmente il terreno su cui camminiamo, ma nel caso che vediamo superfici piu o meno da lontano ci si deve abituare ad usare questo riferimento (abitudine che arriva dopo pochi minuti a qualche ora a seconda della distanza, Qualche esempio a me successo: da ragazzo abitavo al quarto piano e non mi faceva nessun effetto guardare la strada sottostante. Nel seguito con traslochi fatti sempre al primo o secondo piano mi ero abituato al terreno vicino; arrivato per caso di nuovo al quarto piano mi girava di nuovo la testa.
Poi: abitavo al secondo piano e un giorno sono dovuto andare sul tetto (sopra il terzo piano) per fissare una antenna: solo il fatto di mettere il piede fuori dall'abbaino mi girava la testa e camminavo a passo d'oca attaccato al muro. Per fissare l'antenna ci è voluto piu di una ora: alla fine giravo per il tetto come fossi a casa mia. Terzo e ultimo esempio molto piu alto: la Torre Eiffel: al primo ascensore gia sentivo agitazione, al secondo e ultimo ascensore (quello piu lungo) mi sentivo già cadere e stavo attaccato ai miei. Non lo dico quando sono uscito: giravo pianissimo attaccato al muro e non riuscivo a guardare giu. Dopo un'ora circa giravo sullo stesso pianerottolo come se fossi quasi a casa. Ultimo: Sono salito su una piattaforma porta persone gia a 20 metri mi tremavano le gambe. I tecnici che ci lavoravano ci stavano come fossero a casa. E' tutto dovuto al riferimento che usa il cervello che si abitua pensare come piano di "terra" quello normalmente usato. Ma se pensiamo che la superficie della terra dove camminiamo potrebbe ad esempio essere mille metri sopra un enorme fossato profondo appunto mille metri, ci sentiremmo tremare. Provate a sfilare i pantaloni in equilibro su una gamba sola: se guardate il piede che si muove per sfilare il pantalone non ce la fate a stare in piedi; se invece fissate un punto fisso davanti a voi non c'é poblema a stare in equilibrio ! Aggiungo un aio di foto ormai classiche sulla altezza da grattacielo, quando ci si abitua !
 

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L'equilibrio è gestito dal nostro cervello che usa come punto di riferimento "stabile" normalmente il terreno su cui camminiamo, ma nel caso che vediamo superfici piu o meno da lontano ci si deve abituare ad usare questo riferimento (abitudine che arriva dopo pochi minuti a qualche ora a seconda della distanza,
No, non ti gira la testa la ragione che dici.
Il capogiro (o giramento di testa) per il solo guardare in basso da elevata altezza ha solo ed esclusivamente natura psichica, tant'è che chi ha queste fobie, se non guarda in basso, il giramento di testa lo risolve immediatamente, ma gli resta la paura fino a quando non si allontana da quello che percepisce come un pericolo.
Se fosse come dici, uno avrebbe giramenti di testa e nausea per diverso tempo anche dopo essere rientrato nell'appartamento dopo aver guardato giù dal terrazzo. Ma non è così.
Inoltre, fosse come dici, il problema si presenterebbe ogni volta che uno si trova a cambiare il proprio orizzonte, ogni volta che uno guarda dall'alto in basso.
Invece, come dici tu, dopo un po' che hai familiarizzato con l'ambiente ti passa la paura! Perchè a passarti è esattamente questa.
Ultimo: Sono salito su una piattaforma porta persone gia a 20 metri mi tremavano le gambe.
solo il fatto di mettere il piede fuori dall'abbaino mi girava la testa e camminavo a passo d'oca attaccato al muro
la Torre Eiffel: al primo ascensore gia sentivo agitazione, al secondo e ultimo ascensore (quello piu lungo) mi sentivo già cadere e stavo attaccato ai miei. Non lo dico quando sono uscito: giravo pianissimo attaccato al muro e non riuscivo a guardare giu.
Tutte le sensazioni di cui parli sono prodotte e mediate dalla paura e risiedono nella psiche. Infatti, nemmeno provavi a guardare giu.
Ammettere di aver paura è dura, è difficile, perchè spesso le persone vivono con vergogna la cosa, come se si trattasse di ammettere una debolezza che li rende inferiori, inadeguati.
Invece, bisogna superare questo preconcetto e accettare la cosa: non siamo tutti uguali e nella variabilità delle cose, ci sta che uno possa aver paura di qualcosa, sia più timoroso di un altro.

L'errore che stai facendo è questo: confondi la capacità di mantenere l'equilibrio con i capogiri!
Provate a sfilare i pantaloni in equilibro su una gamba sola: se guardate il piede che si muove per sfilare il pantalone non ce la fate a stare in piedi
Non è vero, io ci sono sempre riuscito benissimo! In ogni caso l'equilibrio si può allenare: guarda i ginnasti ad esempio.
se invece fissate un punto fisso davanti a voi non c'é poblema a stare in equilibrio !
La capacità di mantenere l'equilibrio è una cosa completamente diversa dall'avere i capogiri!!
Ti faccio un esempio pratico: la prima volta che sali su una slackline, fatichi a mantenere l'equilibrio indipendentemente dal fatto che questa sia a 30 centimetri da terra o più in alto e continuerai a cadere giù, ma senza che ti venga la nausea o il capogiro. Certo, se guardi un punto fisso davanti a te invece dei piedi, aiuta, ma non è lì il punto.
 
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Ciao a tutti,

da qualche anno ho piacevolmente riscoperto il trekking in ambiente alpino, quasi sempre sopra i 2.000 metri.
L'anno scorso il periodo difficile tra lockdown, due mesi di positività al Covid e le conseguenze fisiche sentite nei mesi successivi mi hanno impedito di raggiungere il traguardo successivo, ossia superare i 3.000.

Quest'anno vorrei appunto raggiungere quel traguardo, ma siccome su ogni cosa che faccio ho bisogno di una motivazione per alzare l'asticella, mi sarei posto l'obiettivo per novembre 2022 di andare a fare l'Everest Base Camp Trek in Nepal, che è il mio sogno da sempre.

Sono già in contatto con un preparatore atletico per l'allenamento aerobico e anaerobico, e questo non è un problema, perché mi dicono che 18 mesi sono più che sufficienti per allenarsi fisicamente.

Quello che mi fa veramente paura è un'altra cosa: le vertigini.
Purtroppo soffro di vertigini, e il trekking all'EBC ha una ventina di ponti tibetani alti anche un centinaio di metri. La sola idea di percorrerli mi terrorizza, ma questo non può essere un motivo per desistere dall'esperienza.

Per farvi capire il grado di paura, riesco a prendere una funivia senza grossi problemi, ma finché la cabina non arriva a destinazione cerco di aggrapparmi in una posizione più centrale possibile nella cabina, oppure sedermi nella parte posteriore e comunque le mie gambe tremano per tutto il percorso.

Avete qualche consiglio su un percorso "terapeutico" contro le vertigini?
Qualcuno dice che semplicemente l'unico modo è andare, ma da qui a iniziare a fare ponti tibetani in Italia per prepararsi a quelli Nepalesi credo che ci possa essere qualche step intermedio :)

Grazie per i consigli che potrete darmi!
Ciao
aggiungo un paio di foto orami classiche: altezze da grattacielo !!!
No, non ti gira la testa la ragione che dici.
Il capogiro (o giramento di testa) per il solo guardare in basso da elevata altezza ha solo ed esclusivamente natura psichica, tant'è che chi ha queste fobie, se non guarda in basso, il giramento di testa lo risolve immediatamente, ma gli resta la paura fino a quando non si allontana da quello che percepisce come un pericolo.
Se fosse come dici, uno avrebbe giramenti di testa e nausea per diverso tempo anche dopo essere rientrato nell'appartamento dopo aver guardato giù dal terrazzo. Ma non è così.
Inoltre, fosse come dici, il problema si presenterebbe ogni volta che uno si trova a cambiare il proprio orizzonte, ogni volta che uno guarda dall'alto in basso.
Invece, come dici tu, dopo un po' che hai familiarizzato con l'ambiente ti passa la paura! Perchè a passarti è esattamente questa.



Tutte le sensazioni di cui parli sono prodotte e mediate dalla paura e risiedono nella psiche. Infatti, nemmeno provavi a guardare giu.
Ammettere di aver paura è dura, è difficile, perchè spesso le persone vivono con vergogna la cosa, come se si trattasse di ammettere una debolezza che li rende inferiori, inadeguati.
Invece, bisogna superare questo preconcetto e accettare la cosa: non siamo tutti uguali e nella variabilità delle cose, ci sta che uno possa aver paura di qualcosa, sia più timoroso di un altro.

L'errore che stai facendo è questo: confondi la capacità di mantenere l'equilibrio con i capogiri!

Non è vero, io ci sono sempre riuscito benissimo! In ogni caso l'equilibrio si può allenare: guarda i ginnasti ad esempio.

La capacità di mantenere l'equilibrio è una cosa completamente diversa dall'avere i capogiri!!
Ti faccio un esempio pratico: la prima volta che sali su una slackline, fatichi a mantenere l'equilibrio indipendentemente dal fatto che questa sia a 30 centimetri da terra o più in alto e continuerai a cadere giù, ma senza che ti venga la nausea o il capogiro. Certo, se guardi un punto fisso davanti a te invece dei piedi, aiuta, ma non è lì il punto.
Grazie; la mia esperienza mi ha risposto come ho percepito. Ci possono essere varie interpretazioni e non è possibile discuterne per lettera, riducendo tutto a pochi fatti; bisognerebbe fare una analisi medica statistica molto piu vasta per confermare una o piu soluzioni. Comunque apprezzo e valuto le vs osservazioni, il dibattito è sempre utile, allarga l'orizzonte. Mi ha fatto piacere conoscere altri punti di vista ed esperienze. Franco
 
bisognerebbe fare una analisi medica statistica molto piu vasta per confermare una o piu soluzioni.
Infatti nel mio post immediatamente precedete al tuo primo intervento, avevo riportato due link a descrizioni mediche del problema, proprio per chiarire la cosa in modo oggettivo.
Ci sono poi altri siti più generici che, in modo divulgativo ed approssimativo, comunque dicono la stessa cosa:
https://www.pazienti.it/contenuti/malattie/acrofobia
https://www.paginemediche.it/benessere/corpo-e-mente/acrofobia-come-superare-la-paura-delle-altezze#:~:text=L'acrofobia è la paura,si sporge da un'altura.
https://www.migros-impuls.ch/it/movimento/escursionismo/nozioni-di-escursionismo/l-acrofobia
https://www.sac-cas.ch/it/le-alpi/spegnere-lallarme-mentale-29774/
https://camminiditalia.org/2020/03/19/come-superare-le-vertigini-e-la-paura-delle-altezze/
Ma di spiegazioni così ne trovi a palate.
Chi lamenta le c.d. "vertigini" guardando in basso ha solo paura. E' un problema psicologico/psichiatrico
 
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Quando ero piccolo pure io avevo paura dell'altezza in genere.Roba che manco dal balcone di dove abitava zio mario (7 piano in via G reni) E si che con la testa arrivavo si e no sopra la ringhiera,roba che manco volendo avrei potuto cadere di sotto.

Alla festa del paese c'era la giostra aerei . Mai salito,fino ad allora (avrò avuto dieci anni...se va bene) E mio zio se ne arriva con un sacchetto di gettoni.
All'inizio quasi mi facevo la popò addosso poi poco per volta ,complie anche il modo di condurre aggressivo dello zio al volante del disco mi sono sbloccato e alla fine digerivo perfettamente sia le violente discese e la "cavalletta" (su e giù sfruttando l'inerzia pneumatica) .

Ogni cosa va affrontata a un millimetro per volta. E se non basta a un decimo per volta
 
io da ragazzino ancora avevo una paura cane se mi trovavo esposto a rischio di cadere giù da elevate altezze, però era colpa mia e lo sapevo!
Sono sempre stato un po' sbadato e frettoloso, quindi spesso mi capitava di inciampare o di sbilanciarmi e questo mi faceva avere paura quando era necessario tenere l'equilibrio perchè non mi fidavo di me stesso.
In realtà non ho mai avuto problemi di equilibrio, però di sbadataggine si e se ti senti insicuro finisce che ti caghi sotto sempre, anche quando non serve.
Ad un certo punto mi son detto che dovevo fidarmi e mi è passata la paura
 
La vertigine può essere conseguenza di uno stato di ansia, magari latente, che si manifesta come paura di perdere l'equilibrio, cadere, sensazioni provocate da un'alterazione del ritmo del respiro.

Magari lo yoga potrebbe aiutarti a migliorare la respirazione e a gestire meglio, oltre che a soffrirne meno intensamente, gli episodi di vertigine.

Se non hai già provato, a me aiuta molto camminare a piedi scalzi, sentire la pianta del piede che si spalma bene sul pavimento, o terreno. Io ho il piede piatto, magari per me è più facile :D
 
La vertigine può essere conseguenza di uno stato di ansia, magari latente, che si manifesta come paura di perdere l'equilibrio, cadere, sensazioni provocate da un'alterazione del ritmo del respiro.

Magari lo yoga potrebbe aiutarti a migliorare
ho già risolto da molti anni: la fase della paura mi è durata fino ai 16 anni, poi mi son messo alla prova da solo, semplicemente ragionando con il buon senso.
Yoga, psicologi e menate da newage no grazie :rofl:
A me è bastato ragionare un attimo, credo che sia così per tutti, salvo persone molto particolari
 
Secondo me oltre alla predisposizione c'è la consuetudine. Cioè più spesso lo fai e meno lo senti.
Per esempio questa catena per anni l'ho trovata divertente, non vedevo l'ora di arrivarci. Dopo anni che non mi capitavano escursioni esposte invece, qualche tempo fa, mi ha dato fastidio in discesa.
Non so se è newage, dato che persino durante il servizio militare se ne parlava (respirazione diaframmatica).
Faccia a monte, qualche respiro consapevole con la pancia, un po' di scioglimento di spalle e mani, e via.
Se ne può fare a meno, ma è come mangiare con le mani se hai una forchetta accanto al piatto..

Quella scala quando ero al liceo mi aveva spaventato, la prima volta non ero riuscito a farla. Inchiodato come un mulo alla base. Credo mi tremassero addirittura le gambe.
Tornai un pomeriggio da solo e andai avanti e indietro più volte per un paio di ore.

Meglio il metodo newage, è meno faticoso.
 

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ah va beh, ma allora stiamo parlando di livelli di paura diversi.
Io avevo paura, ma non mi ha mai bloccato o impedito di fare le cose. Le facevo, ma con una tensione e paura notevoli, sempre con la paura di inciampare o perdere l'equilibrio.
Poi mi son detto che era stupido ragionare così ed ho cercato di dirmi che dovevo pensare positivo ed ha funzionato così. E' semplice.
 
seguo per labirintite, emersa alcuni anni fa :(

non amo particolarmente l'altezza e i dirupi, ma se guardo giu' solitamente non ho grossi problemi di per se. il problema invece e' se faccio certi movimenti particolari, ad es ruotando molto la testa di lato o verso l'alto o il basso, soprattutto se li faccio velocemente, e mi parte la labirintite :(

esiste qualcosa per farsela passare?
 
A me il tutto è iniziato quando avevo 23 anni. Fino ad allora ricordo di non aver mai avuto nessun problema con l'altezza e i sentieri esposti, anzi. In gioventù nelle mie estati ho percorso tutta la Valsassina e la Valvarrone in largo e in lungo, arrampicandomi su qualsiasi cosa spesso anche senza averne le capacità e l'esperienza adeguate.
Poi un maledetto giorno di Febbraio del 2005 con due amici abbiamo deciso di fare il versante ovest del Monte Due Mani. Eravamo a metà di una ripidissima salita su un pendio erboso che nascondeva il terreno ghiacciato, quando ho sentito un urlo dietro di me e girandomi ho visto il mio migliore amico scivolare tendendomi una mano come a chiedere un aiuto che ormai non potevo più dargli. L'ho guardato andare giù per centinaia di metri, schivando rocce e alberi nel tentativo di aggrapparsi a qualsiasi cosa, fino a finire in un burrone dove non potevo più vederlo.
Ho chiamato il soccorso alpino e sono stato ad aspettare che l'elicottero lo tirasse su con il verricello, senza sapere se fosse ancora vivo o che danni avesse riportato. Ricordo ancora che era impossibile scendere da quel pendio, e che ho dovuto finire l'escursione con le gambe che mi tremavano e i conati di vomito dalla paura. Per mesi, forse anni, ho rivisto la scena della caduta ogni notte, con quella mano tesa verso di me e io che non posso fare nulla per afferrarla.
Da quel momento è cambiato tutto, qualsiasi pendio troppo inclinato, traverso esposto o roccetta mi causa i tipici sintomi dell'attacco di panico. Il corpo inizia a percepire un pericolo spesso in maniera esagerata, mi sudano le mani, le gambe diventano poco sicure e la testa fa solo orribili pensieri di morte.
Ho provato poco alla volta a superare i miei limiti, e in qualche caso a fatica ci sono pure riuscito (come questo sabato alla Bocchetta di Lareggio, sempre con l'amico di cui sopra che per inciso dalla caduta ha riportato solo la lussazione di entrambe le spalle, più botte ed escorazioni), ma in generale rimane una cosa fastidiosa e invalidante, che mi impedisce di godere a pieno la mia passione più grande, la montagna. Spero davvero di riuscire a risolverla una volta per tutte prima o poi.

Un saluto e un abbraccio a tutti i "fifoni" come me.
 
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