Allenamento per Debris Shelter: meglio un bivvy o un liner?

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Speleoalp

Guest
No, purtroppo non avevo a disposizione molta terra, era piuttosto roccioso, con poca terra sopra.
In effetti probabilmente con la terra si alimenterebbe il fuoco, ossigenandolo, molto poco e quindi si allungherebbe la sua vita. Però è fantastico, almeno io l'ho trovato superbo.
 
Spesso in queste situazioni devi fare di necessità virtù o al più un esperimento per migliorare!
Comunque uno dei prossimi weekend vado in media quota e sperimentare il debris shelter con qualche accorgimento extra per umido e freddo.
Se avessi tempo extra voglio provare anche il fire-bed come si deve.

Grazia ancora a tutti delle dritte. Vi terrò aggiornati

:):)
 
in pochissime parole: un liner è un sacco che si mette dentro il sacco a pelo, solitamente è di cotone, seta o pile.
Serve per tenerlo più pulito all'interno o per aumentare la capacità isolante termica del sacco
 
Alla fine, dopo essermi fatto un po’ di idee, sono andato per consigli da un negoziante di articoli da outdoor/alpinismo con cui ho un minimo di confidenza e mi hanno suggerito il Pieps biwaksack single che c'è qui http://www.pieps.com/de/produkt/pieps-bivy

Ero totalmente scettico. Stavo puntando più lo Storm I della Salewa http://www.salewa.com/product/accessories-3/bivibag-storm-i-1-person mi ha detto di provarli. Pesano circa 300 grammi il primo e 450 il secondo, costano circa uguale (si trovano dai 45 ai 75 euro, dipende dove li trovi).

Subito noto che il Pieps ha un lato aperto ma stringibile e l'altro ha un'apertura dove far passare il collo e rimani con la testa fuori. "Ma stiamo sherzando? un bivy bag in cui la testa rimane fuori? e come ci entra il sacco a pelo?:azz:" Poi scopro che è fatto proprio a misura di persona (altezza max utile 1,85cm) senza zaino o simili; noto che è un sinteticone lontano dall’essere un buon traspirante però essendo completamente impermeabile. Cioè è un sacco da emergenza. Assolutamente inutile, mi dico.


Poi provo il salewa e, al confronto, lì dentro ci navighi. Non è proprio totalmente impermeabile e sembra “quasi traspirante”, un po' più del primo comunque. Poi noto la chiusura larga. L’apertura è ampia, sia sopra che sotto, e non facilmente stringibile quindi sì che espiri fuori ma entra un sacco di aria fredda. In più l’effetto riflettente non è buono come nel Pieps. L’eccessivo spazio in più (c’è posto per sacco a pelo largo e per un piccolo zaino per come dormo io) è tutta aria fredda che circola. In più il modello che ho visto io aveva la possibilità di aprirsi anche lateralmente, lasciando l’impressione di far entrare acqua e aria. Forse è solo un’impressione.

Riprendo in mano il pieps e, anche se sembra un plasticone sottile, ha un’aria più resistente. Lo indosso (è il termine appropriato) a lungo e, considerando di avere la testa fuori e l’apertura regolabile per il collo, sono riuscito ad avere un buon controllo dell’umidità in condizioni molto fredde.:sleep:

In più, chiudendo l’apertura del collo e ribaltandolo si ha anche un buon contenitore per un sacco a pelo a mummia (come potrebbe esserlo un sacco della spazzatura molto resistente che però riflette egregiamente il calore) e lo copre quasi interamente (dico questo perché l’apertura ora superiore, normalmente quella dei piedi, è perdendicolare al telo e non laterlae: impone affacciarsi con la cupola del sacco a pelo che spunta.

La prova in esterno è stata molto soddisfacente, anche perché pensavo di bagnarmi come un pollo e patire un freddo totale invece ( pochi gradi sotto lo zero, molta umidità, giaciglio naturale, copertura in legno e col fuoco) è stato quasi comfortevole.:zzz:

Non lo consiglierei perché è una soluzione estremamente personale ma credo che valga una seconda occhiata nella scelta din un bivy di emergenza. Anche invernale. Abbinato a un passamontagna impermeabile e/o a un telino piccino picciò per deviare gli scrosci d’acqua diretti al viso potrebbe essere una soluzione interessante.

:si::si:

Ps: quando leggete o sentite il termine “traspirante” riferito a un bag di emergenza, valutate con mano perché questi tessuti (a parte il Goretex, credo, dalle recensioni che leggo: mai avuto uno!) sono condireati tali in relazione alla propria funzione come dire

“ Figo lo Storm I, è traspirante* ”

poi vai a leggerti l’asterisco

*= per essere un bivy bag, se fosse una giacca ci fai il bagno

Magari mi sbaglio, chi ne sa più di me di tessuti avrà probabilmente altre opinioni, ma questa è l’impressione che ne ho avuto io
 
S

Speleoalp

Guest
Complimenti per le prove e per lo scritto, interessante.

Chiaramente non ci sono regole ;) nel senso che il benessere con determinati oggetti e in determinate situazioni dipende moltissimo dalla persona, dalle sue abitudini, caratteristiche fisiche e volontà ;))

A prima vista il "Pieps" non mi dispiace esteticamente ;)), anzi è parecchio carino ,-))

Io non ci capisco nulla di tessuti a livello teorico, termini, caratteristiche, specifiche e balle varie...., ma quasi con ogni materiale mi comporto così ;))
Vado di pratica, esperienze e prove in situazioni reali ;)) da lì mi faccio un'idea e mi faccio un'impressione reale e chiaramente personale ;))))

COMPLIMENTI ANCORA e grazie per la condivisione :))
 
Grazie mille dei complimenti! Lo so che sono pensieri da novellino ed estremamente personali ma, leggendo altri post, sono prorpio da questi che uno riesce a farsi un'idea. E' un piacere condividere, specie con chi apprezza:D:si:
 
S

Speleoalp

Guest
Per come la vedo io non sono pensieri da "novellino", hai dato una tua impressione su delle prove reali che hai eseguito e quindi è utile ;)).

Io adoro le impressioni personali in base a delle esperienze pratiche sul terreno, sugli attrezzi, oggetti e materiali... perché ricercando le caratteristiche "fisiche" (a grandi linee chiaramente) della persona che descrive le proprie sensazioni, uno può fare delle comparazioni con la propria persona e "sperare" già che quel determinato oggetto faccia o meno al caso suo.
Al contrario di "etichette", "dichiarazioni ufficiali" e "tradizioni nell'utilizzo".

GRAZIE ancora ;)))
 
S

Speleoalp

Guest
Solitamente mi esprimo nella mia lingua, ahahahah quindi dico quello che penso che sia o comunque quello che presumo sia inteso ;))

Un rifugio realizzato con materiali natura reperiti sul posto (bosco,...)
 
Esattamente! Almeno, io intendo una "capannina" formata da uno scheletro di paleria grande (generalmente un treppiede) su cui si adageranno diversi strati di materiale che trovi intorno a te in natura.
Tronchi e legna come base, frasche e tronchetti come prima copertura primaria a cui va aggiunta una notevole quantità di terra o foglie e rami leggeri. Alla fine si compatta il tutto con ulteriori gravi. E' basilare trovare tronchi molto solidi per la base, incastrarli e/o legarli molto bene e piantarli nel terreno cosicchè non scivolino per il peso sovrastante.
Alcuni creano questo tipo di rifugio partendo dal materiale che trovano per terra, selezionandolo molto bene e senza lavorarlo affatto (da qui "debris" = detriti).
Se i livelli di materiali sono eterogenei e ben compatti riparerà molto bene dall'acqua e dal vento e tratterrà una notevole quantità di calore. Io accendo spesso anche un fuoco a poco più di un metro e mezzo dall'entrata. Più lo spazio nel debris shelter è ridotto meglio sarà trattenuto il calore.
E' una tecnica molto utile perchè, se non si conta trovare ripari naturali, è l'unica che ti consente di procurarti un rifugio senza l'ausilio di alcuno strumento.
Ovviamente farlo a regola d'arte richiede molti tentativi e molte accortezze ma vale la pena tentare!
Spero di aver risposto alla tua domanda:si:
 
Grazie mille, risposta molto esaustiva e attenta!:)
Sarei curioso di vedere qualche riparo realizzato in questo modo, ma ho cercato in giro e non ho trovato fotografie molto rapprsentative...
 
S

Speleoalp

Guest
Sempre da come io lo interpreto... tipo questi
 

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