- Parchi del Piemonte
-
- Parco Nazionale Gran Paradiso
Data: 19-21/09/2018
Regione e provincia: Torino
Località di partenza: SP 65 del col del Nivolet - quota 2465 mt.
Località di arrivo: Bivacco Giraudo (2630)
Tempo di percorrenza: 6h
Chilometri: 12
Grado di difficoltà: E- E+ l'ultimo tratto per giungere al bivacco
Descrizione delle difficoltà: nessuna in particolare, percorso non tracciato e non perfettamente segnato nell'ultimo tratto, da percorrere su un breve tratto di pietraia prima di giungere al costone del bivacco
Periodo consigliato: autunno, per via dei tanti punti del percorso molto appartati, in cui è facile trovare dei nevai a inizio stagione
Segnaletica: discreta
Dislivello in salita: 800 circa
Dislivello in discesa: 600 circa
Quota massima: 3005
Accesso stradale: SP 65 del colle del Nivolet
Scrivo qualcosa sul mio giro fatto i giorni scorsi nel versante piemontese del parco del Gran Paradiso, che comprende un territorio immenso e in gran parte desolato, poco frequentato dagli escursionisti e agevolato da alcuni bivacchi posti lungo il percorso. E' infatti un tratto del percorso definito come "Alta via canavesana", del quale io ho perso 3 tappe (diciamo due e mezzo); in realtà ho tratto spunto, per il giro, dal libro di Priuli e Verlucca sui più bei percorsi di più giorni delle Alpi, tra cui c'era un percorso di 9 giorni che faceva tutto il giro del parco, compreso quindi il lato valdostano. L'anno scorso ho percorso due tappe del lato valdostano, Valnontey-Rif.Sella e Rif. Sella-Rif.Chabod (tra l'altro superando pure un tratto di via ferrata sotto il colle del Gran Neyron nonostante il sentiero fosse classificato EE (mah!)), poi sono stato male e non ho proseguito il giro, che avrebbe previsto il trasferimento dallo Chabod al rif Vittorio Emanuele II, la discesa a Pont Valsavarenche e la risalita al colle del Nivolet.
Quest'anno, ripartendo da dove avevo finito, ho però deciso di saltare il tratto Pont-Nivolet, non perchè ritengo che non ne valga la pena (infatti vorrei fare questo percorso per le ciaspole), ma più che altro per accorciare il viaggio. Il piano prevedeva di partire dalla frazione Muà di Ceresole Reale, ma visto l'orario tardo del mio arrivo e il fatto che ho trovato un passaggio fino al colle, ne approfitto togliendomi un po' di dislivello.
Alla buon ora delle 12:45 posso quindi partire dallo spiazzo di quota 2465 posto lungo la strada, e percorrere la mulattiera reale che conduce al colle della Terra. La mulattiera non è larghissima e percorre a mezzacosta i pendii posti alla testata della Valle Orco, con numerosi saliscendi che mettono già alla prova la mia scarsa condizione fisica. Dopo aver passato due piccoli laghetti con una breve risalita (laghi Losere, 2500 mt.) si continua quindi a percorrere la lunga mulattiera, molto panoramica sull'alta valle con la diga del Serrù e, ancora lontana, la diga di Ceresole (mi scuso per la qualità delle foto, la fotocamera doveva avere qualche problema..).
Il colle della Terra comincia a vedersi ma è ancora lontano, e dopo il lungo tratto in falsopiano si comincia a salire in maniera più decisa. In questo tratto vedo le uniche persone della giornata. Il colle è a destra insiema al modesto rilievo che è Punta Rocchetta, solo 11 metri più alta. A sinistra Mare Percia e Fourà
Le giornate ancora calde fanno sì che le nuvole avanzino velocemente, quindi presto mi ritrovo praticamente nella nebbia. Qui la vista dal colle
Dal colle si scende verso il lago Lillet, posto sotto i ripidi contrafforti della punta Fourà; in fondo il colle della Porta che si raggiunge in circa un'ora di cammino dal lago. Poco dopo il lago si incrocia anche il sentiero proveniente dalla borgata Muà. Il sentiero sale inizialmente molto dolcemente, poi si arriva al colle tramite dei tornantini non troppo ripidi; il sentiero si fa molto pietroso nel tratto finale ma è sempre chiaro e non presenta alcuna difficoltà. Si sbuca infine sopra il colletto, a una quota di 3005 metri secondo il cartello; questo indica il bivacco Giraudo a 50 minuti di cammino, ma saranno molti di più. Intanto lee nebbie continuano a salire e dissolversi continuamente
Qui la vista dal colle verso il bivacco, che nella foto non si riesce a scorgere facilmente, e anzi anche a occhio nudo appare come un minuscolo puntino giallo, a dispetto dell'apparente vicinanza nella mappa. In particolare, il bivacco è posto su un costone erboso che nella foto è in mezzo alla nuvola, un po' oltre il lago ben visibile.
Il sentiero scende tra la pietraia, in un tratto lo perdo e mi ritrovo a ravanare un po' in un tratto di pietraia, poi scoprirò che il sentiero continuava a destra ma dopo aver attraversato un nevaio non ho ritrovato più i segni bianco-rossi. Comunque, scendendo nei pressi del torrente e camminando per qualche minuto giungo al lago visibile dal colle, nei pressi del quale c'è il bivio: continuando dritti si scende verso il pian del Broglio, a sinistra si va al bivacco, ancora non vicinissimo. Intanto le montagne del Gran Paradiso danno bella mostra di sè: sono sempre visibili i denti del Broglio, la Becca di Monciair e altre vette importanti. Questa non so però che vetta possa essere.
Questi potrebbero essere il Ciarforon con a destra il colle della Torre, valico di 3185 metri raggiungibile dal bivacco Giraudo con un percorso ripido e sfasciumoso. E' così possibile fare un anello per il vallone del Roc (quello del bivacco) e il vallone di Ciamousseretto con i suoi due laghi, posti tra Ciarforon e Tresenta. Il giorno dopo andrò a vedere il lago inferiore con una breve deviazione. Qui una bella cascata che scende dai contrafforti nei dintorni del bivacco, purtroppo la foto non rende, ma come per le altre foto spero che possano minimamente rendere costo della bellezza del luogo.
Nel percorso per giungere al bivacco, come detto, si attraversa una breve pietraia, si attraversa un torrente e si riprende a salire con il bivacco visibile solo a tratti. In questo tratto i segni non sono particolarmente abbondanti, mi perdo almeno tre volte e giungo al bivacco senza seguire più la traccia, andando semplicemente verso la direzione in cui lo avevo visto poco prima.
Viste dal bivacco, dove arrivo alle 19 dopo 6 ore e 15 di cammino (in cui è inclusa anche una divagazione per tornare a prendere il cappello da me dimenticato in una precedente sosta - poi vedrete che fine farà il cappello...). Il luogo è veramente bello ed è raggiungibile con un percorso lungo ma fattibilissimo da Ceresole (tempo ufficiale di 3 ore e 45'). Per il percorso da me seguito i tempi ufficiali indicano 4 ore, un foglio posto all'interno del bivacco addirittura 3 e 30, ma onestamente penso che si debba andare veramente a un passo velocissimo per stare in questi tempi. Invece il percorso dalla frazione Muà è percorribile in circa 6 ore, e infatti probabilmente non sarei riuscito ad arrivare prima del calar della notte se fossi partito da là (in generale i tempi indicati sembrano essere molto stretti e non pensavo che fosse così).
Questo è il pian del Broglio, dove si dovrà scendere l'indomani per poi continuare sul sentiero per il Gran Piano di Noasca
Mi dispiace veramente per le foto, non pensavo fossero venute così male anche se la fotocamera mi sta dando problemi, comunque le foto dei giorni seguenti dovrebbero essere migliori. Spero comunque che, come detto, queste orrende fotografie possano essere utili per dare un'indicazione riguardo ai luoghi.
Nonostante siano dei luoghi molto isolati, devo dire che nei libri dei bivacchi sono presenti diverse firme, a indicare che forse non sono così sconosciuti; in particolare, ci sono molte persone che si cimentano in una traversata di qualche giorno, dal Nivolet fino a Locana o Pont Canavese o addirittura Cogne, percorrendo il pezzo del giro -che io non ho fatto -che percorre il lato orientale del parco, con la val Soana e i suoi solitari valloni.
Più tardi scriverò qualcosa sulle altre due tappe, sperando che le foto siano maggiormente all'altezza dei luoghi attraversati.
Regione e provincia: Torino
Località di partenza: SP 65 del col del Nivolet - quota 2465 mt.
Località di arrivo: Bivacco Giraudo (2630)
Tempo di percorrenza: 6h
Chilometri: 12
Grado di difficoltà: E- E+ l'ultimo tratto per giungere al bivacco
Descrizione delle difficoltà: nessuna in particolare, percorso non tracciato e non perfettamente segnato nell'ultimo tratto, da percorrere su un breve tratto di pietraia prima di giungere al costone del bivacco
Periodo consigliato: autunno, per via dei tanti punti del percorso molto appartati, in cui è facile trovare dei nevai a inizio stagione
Segnaletica: discreta
Dislivello in salita: 800 circa
Dislivello in discesa: 600 circa
Quota massima: 3005
Accesso stradale: SP 65 del colle del Nivolet
Scrivo qualcosa sul mio giro fatto i giorni scorsi nel versante piemontese del parco del Gran Paradiso, che comprende un territorio immenso e in gran parte desolato, poco frequentato dagli escursionisti e agevolato da alcuni bivacchi posti lungo il percorso. E' infatti un tratto del percorso definito come "Alta via canavesana", del quale io ho perso 3 tappe (diciamo due e mezzo); in realtà ho tratto spunto, per il giro, dal libro di Priuli e Verlucca sui più bei percorsi di più giorni delle Alpi, tra cui c'era un percorso di 9 giorni che faceva tutto il giro del parco, compreso quindi il lato valdostano. L'anno scorso ho percorso due tappe del lato valdostano, Valnontey-Rif.Sella e Rif. Sella-Rif.Chabod (tra l'altro superando pure un tratto di via ferrata sotto il colle del Gran Neyron nonostante il sentiero fosse classificato EE (mah!)), poi sono stato male e non ho proseguito il giro, che avrebbe previsto il trasferimento dallo Chabod al rif Vittorio Emanuele II, la discesa a Pont Valsavarenche e la risalita al colle del Nivolet.
Quest'anno, ripartendo da dove avevo finito, ho però deciso di saltare il tratto Pont-Nivolet, non perchè ritengo che non ne valga la pena (infatti vorrei fare questo percorso per le ciaspole), ma più che altro per accorciare il viaggio. Il piano prevedeva di partire dalla frazione Muà di Ceresole Reale, ma visto l'orario tardo del mio arrivo e il fatto che ho trovato un passaggio fino al colle, ne approfitto togliendomi un po' di dislivello.
Alla buon ora delle 12:45 posso quindi partire dallo spiazzo di quota 2465 posto lungo la strada, e percorrere la mulattiera reale che conduce al colle della Terra. La mulattiera non è larghissima e percorre a mezzacosta i pendii posti alla testata della Valle Orco, con numerosi saliscendi che mettono già alla prova la mia scarsa condizione fisica. Dopo aver passato due piccoli laghetti con una breve risalita (laghi Losere, 2500 mt.) si continua quindi a percorrere la lunga mulattiera, molto panoramica sull'alta valle con la diga del Serrù e, ancora lontana, la diga di Ceresole (mi scuso per la qualità delle foto, la fotocamera doveva avere qualche problema..).
Il colle della Terra comincia a vedersi ma è ancora lontano, e dopo il lungo tratto in falsopiano si comincia a salire in maniera più decisa. In questo tratto vedo le uniche persone della giornata. Il colle è a destra insiema al modesto rilievo che è Punta Rocchetta, solo 11 metri più alta. A sinistra Mare Percia e Fourà
Le giornate ancora calde fanno sì che le nuvole avanzino velocemente, quindi presto mi ritrovo praticamente nella nebbia. Qui la vista dal colle
Dal colle si scende verso il lago Lillet, posto sotto i ripidi contrafforti della punta Fourà; in fondo il colle della Porta che si raggiunge in circa un'ora di cammino dal lago. Poco dopo il lago si incrocia anche il sentiero proveniente dalla borgata Muà. Il sentiero sale inizialmente molto dolcemente, poi si arriva al colle tramite dei tornantini non troppo ripidi; il sentiero si fa molto pietroso nel tratto finale ma è sempre chiaro e non presenta alcuna difficoltà. Si sbuca infine sopra il colletto, a una quota di 3005 metri secondo il cartello; questo indica il bivacco Giraudo a 50 minuti di cammino, ma saranno molti di più. Intanto lee nebbie continuano a salire e dissolversi continuamente
Qui la vista dal colle verso il bivacco, che nella foto non si riesce a scorgere facilmente, e anzi anche a occhio nudo appare come un minuscolo puntino giallo, a dispetto dell'apparente vicinanza nella mappa. In particolare, il bivacco è posto su un costone erboso che nella foto è in mezzo alla nuvola, un po' oltre il lago ben visibile.
Il sentiero scende tra la pietraia, in un tratto lo perdo e mi ritrovo a ravanare un po' in un tratto di pietraia, poi scoprirò che il sentiero continuava a destra ma dopo aver attraversato un nevaio non ho ritrovato più i segni bianco-rossi. Comunque, scendendo nei pressi del torrente e camminando per qualche minuto giungo al lago visibile dal colle, nei pressi del quale c'è il bivio: continuando dritti si scende verso il pian del Broglio, a sinistra si va al bivacco, ancora non vicinissimo. Intanto le montagne del Gran Paradiso danno bella mostra di sè: sono sempre visibili i denti del Broglio, la Becca di Monciair e altre vette importanti. Questa non so però che vetta possa essere.
Questi potrebbero essere il Ciarforon con a destra il colle della Torre, valico di 3185 metri raggiungibile dal bivacco Giraudo con un percorso ripido e sfasciumoso. E' così possibile fare un anello per il vallone del Roc (quello del bivacco) e il vallone di Ciamousseretto con i suoi due laghi, posti tra Ciarforon e Tresenta. Il giorno dopo andrò a vedere il lago inferiore con una breve deviazione. Qui una bella cascata che scende dai contrafforti nei dintorni del bivacco, purtroppo la foto non rende, ma come per le altre foto spero che possano minimamente rendere costo della bellezza del luogo.
Nel percorso per giungere al bivacco, come detto, si attraversa una breve pietraia, si attraversa un torrente e si riprende a salire con il bivacco visibile solo a tratti. In questo tratto i segni non sono particolarmente abbondanti, mi perdo almeno tre volte e giungo al bivacco senza seguire più la traccia, andando semplicemente verso la direzione in cui lo avevo visto poco prima.
Viste dal bivacco, dove arrivo alle 19 dopo 6 ore e 15 di cammino (in cui è inclusa anche una divagazione per tornare a prendere il cappello da me dimenticato in una precedente sosta - poi vedrete che fine farà il cappello...). Il luogo è veramente bello ed è raggiungibile con un percorso lungo ma fattibilissimo da Ceresole (tempo ufficiale di 3 ore e 45'). Per il percorso da me seguito i tempi ufficiali indicano 4 ore, un foglio posto all'interno del bivacco addirittura 3 e 30, ma onestamente penso che si debba andare veramente a un passo velocissimo per stare in questi tempi. Invece il percorso dalla frazione Muà è percorribile in circa 6 ore, e infatti probabilmente non sarei riuscito ad arrivare prima del calar della notte se fossi partito da là (in generale i tempi indicati sembrano essere molto stretti e non pensavo che fosse così).
Questo è il pian del Broglio, dove si dovrà scendere l'indomani per poi continuare sul sentiero per il Gran Piano di Noasca
Mi dispiace veramente per le foto, non pensavo fossero venute così male anche se la fotocamera mi sta dando problemi, comunque le foto dei giorni seguenti dovrebbero essere migliori. Spero comunque che, come detto, queste orrende fotografie possano essere utili per dare un'indicazione riguardo ai luoghi.
Nonostante siano dei luoghi molto isolati, devo dire che nei libri dei bivacchi sono presenti diverse firme, a indicare che forse non sono così sconosciuti; in particolare, ci sono molte persone che si cimentano in una traversata di qualche giorno, dal Nivolet fino a Locana o Pont Canavese o addirittura Cogne, percorrendo il pezzo del giro -che io non ho fatto -che percorre il lato orientale del parco, con la val Soana e i suoi solitari valloni.
Più tardi scriverò qualcosa sulle altre due tappe, sperando che le foto siano maggiormente all'altezza dei luoghi attraversati.