Proposta Alta via del Lario

La montagna chiama.

Ecco che cosa ho in mente: itinerario classico qui descritto da compiersi nei 3 giorni previsti; si dorme in tenda.

Quando? Settimana prossima o tra due settimane, prima che le temperature calino bruscamente insomma.

Chi? Chiunque tu sia, purchè tu lo voglia davvero, a prescindere dalla compagnia che sarà comunque tutt'altro che invadente, data l'indole patologicamente solitaria del sottoscritto.
 

NOTA AMMINISTRATORE: gli eventi proposti sono regolati dall'articolo 7 del regolamento, prendine visione. Richiedi la compilazione del modulo informativo per chiarire: le difficoltà dell'evento, l'equipaggiamento, le capacità e l'esperienza necessaria.
Organizza e partecipa agli eventi in sicurezza, con criterio, umiltà e competenza, qualità fondamentali per praticare le attività outdoor.
Ciao Orso, benvenuto nel comasco! Mi sembra di capire dai tuoi altri post che sei canturino.. come me!

Sul lago esistono davvero tante possibilità di escursione. Sono "camminatore" da soli due anni e a poco a poco mi si è spalancato un mondo intero che ho sempre avuto davanti agli occhi, senza vederlo.

Ho cominciato informandomi su internet, per l'esattezza la mia prima fonte è stata il sito www.passolento.it : lì troverai delle proposte classiche e meno classiche, tutte molto accessibili e ben documentate.
In seguito ho scoperto delle mappe online liberamente consultabili sul sito cartoguide.it (tipo questa) e lì ho cercato ispirazione. Poi però mi sono accorto che, purtroppo, esistono molti sentieri poco frequentati e davvero "sporchi" o male segnalati (non so esprimerti la delusione e il rammarico che provo ogni volta per tutto questo potenziale sprecato!). Per questo motivo ho acquistato la mappa dei sentieri Kompass n°91 da portare sempre con me in caso di dubbi sul percorso; non un granchè come dettaglio (scala 1:50000) ma credo sia l'unica di facile reperibilità che copra queste zone.
Quando poi avrai familiarizzato con le zone a noi più vicini (triangolo lariano, frontiera svizzera, val d'intelvi, grigne, valsassina) potrai spostarti più a nord verso bassa valtellina e val chiavenna.
Ma per ora restiamo qua.
Dei superclassi semplici che posso proporti sono:
- monte san Primo dalla Colma di Sormano: in un paio d'orette (?) di rilassante camminata si raggiunge la punta più elevata del cosiddetto triangolo lariano (1600+) da cui godere di vista a 360° sui gioielli del Lario. Facile tutto l'anno.
- Corni di Canzo: nella zona a sud-est del triangolo, offrono passeggiate classiche molto frequentate
- Resegone: montagna caratterizzata da numerose punte allineate (da cui il nome resegone = grossa sega) in prossimità di Lecco. Varie possibilità di approccio con diversi gradi di difficoltà; molto bella a mio modo di vedere!
- Grigna meridionale e Grigna settentrionale: le "star" della zona, conosciute anche oltre provincia, hanno molte vie di accesso (le più classiche sono forse dai Piani Resinelli per la grignetta (sud) e da Esino Lario per il grignone). Richiedono un certo allenamento, soprattutto per via del terreno aspro e roccioso che colpisce duro gli ammortizzatori.

Come ti dicevo, esistono moltissime altre escursioni, non solo altrettanto belle ma forse ancora più affascinanti perchè meno frequentate. Sarò ben lieto di fornirti altre dritte, però in genere preferisco il trekking solitario.. non posso farci molto! L'Alta via del Lario è piuttosto impegnativa e su più giorni.. da qui la mia richiesta di compagnia/supporto (anche se credo proprio che ci andrò da solo).
 
Ultima modifica:
Eih... ma quanti avventurosi vicini di casa che sto scoprendo: io sono di Cabiate... a pochissimi km da cantu'!

Detto questo quoto gli itinerari indicati da lupodellasteppa, e aggiungo il rif.riella sul monte palanzone e il monte bolletone (si parte da albavilla a 2 passi da cantu'), e vi raccomando molto la valtellina e in particolar modo la valmalenco (che sto frequantando assiduamente ormai da quasi 10 anni) dove le possibilita' di trek sono praticamente infini!

Buon cammino a tutti!:)
 
Ciao Orso, benvenuto nel comasco! Mi sembra di capire dai tuoi altri post che sei canturino.. come me!

Sul lago esistono davvero tante possibilità di escursione. Sono "camminatore" da soli due anni e a poco a poco mi si è spalancato un mondo intero che ho sempre avuto davanti agli occhi, senza vederlo.

Ho cominciato informandomi su internet, per l'esattezza la mia prima fonte è stata il sito www.passolento.it : lì troverai delle proposte classiche e meno classiche, tutte molto accessibili e ben documentate.
In seguito ho scoperto delle mappe online liberamente consultabili sul sito cartoguide.it (tipo questa) e lì ho cercato ispirazione. Poi però mi sono accorto che, purtroppo, esistono molti sentieri poco frequentati e davvero "sporchi" o male segnalati (non so esprimerti la delusione e il rammarico che provo ogni volta per tutto questo potenziale sprecato!). Per questo motivo ho acquistato la mappa dei sentieri Kompass n°91 da portare sempre con me in caso di dubbi sul percorso; non un granchè come dettaglio (scala 1:50000) ma credo sia l'unica di facile reperibilità che copra queste zone.
Quando poi avrai familiarizzato con le zone a noi più vicini (triangolo lariano, frontiera svizzera, val d'intelvi, grigne, valsassina) potrai spostarti più a nord verso bassa valtellina e val chiavenna.
Ma per ora restiamo qua.
Dei superclassi semplici che posso proporti sono:
- monte san Primo dalla Colma di Sormano: in un paio d'orette (?) di rilassante camminata si raggiunge la punta più elevata del cosiddetto triangolo lariano (1600+) da cui godere di vista a 360° sui gioielli del Lario. Facile tutto l'anno.
- Corni di Canzo: nella zona a sud-est del triangolo, offrono passeggiate classiche molto frequentate
- Resegone: montagna caratterizzata da numerose punte allineate (da cui il nome resegone = grossa sega) in prossimità di Lecco. Varie possibilità di approccio con diversi gradi di difficoltà; molto bella a mio modo di vedere!
- Grigna meridionale e Grigna settentrionale: le "star" della zona, conosciute anche oltre provincia, hanno molte vie di accesso (le più classiche sono forse dai Piani Resinelli per la grignetta (sud) e da Esino Lario per il grignone). Richiedono un certo allenamento, soprattutto per via del terreno aspro e roccioso che colpisce duro gli ammortizzatori.

Come ti dicevo, esistono moltissime altre escursioni, non solo altrettanto belle ma forse ancora più affascinanti perchè meno frequentate. Sarò ben lieto di fornirti altre dritte, però in genere preferisco il trekking solitario.. non posso farci molto! L'Alta via del Lario è piuttosto impegnativa e su più giorni.. da qui la mia richiesta di compagnia/supporto (anche se credo proprio che ci andrò da solo).


Ciao Lupo.. grazie per le innumerevoli info. ora cerco sui siti che mi hai consigliato e poi ti farò sapere. :woot:
Io abito al confine con Cantù ma non sono canturino! :biggrin:arrivo dalla provincia di Brescia.

Per le escursioni. anche a me piacerebbe fare un giro di qualche giorno, quando torna il beltempo.. però non sarebbe male prima fare un'escursione di un giro per vedere un pò come ci si trova in compagnia. per il discorso solitario.. be'.. anche io amo vivere la montagna in maniera silenziosa e rispettosa.
Cmq dai ci teniamo aggiornati.
 
Eih... ma quanti avventurosi vicini di casa che sto scoprendo: io sono di Cabiate... a pochissimi km da cantu'!

Detto questo quoto gli itinerari indicati da lupodellasteppa, e aggiungo il rif.riella sul monte palanzone e il monte bolletone (si parte da albavilla a 2 passi da cantu'), e vi raccomando molto la valtellina e in particolar modo la valmalenco (che sto frequantando assiduamente ormai da quasi 10 anni) dove le possibilita' di trek sono praticamente infini!

Buon cammino a tutti!:)
Grazie per i consigli. mi fa piacere che ci siano molto itinerari!

ciao!
 
Ciao, ho letto ieri la proposta dell'Alta Via del Lario di settembre, sei poi riuscito ad andare? Io da anni avevo in mente quell'escursione, finchè quest'estate l'ho affrontata due volte:
La prima volta il 3 giugno scorso, approfittando del fatto che mia moglie se n'era andata al mare con le bimbe (senza di me, evento eccezionale forse irripetibile).
Purtroppo il tempo era pessimo, ovunque temporali e tempeste, ma lungo il mio tragitto soltanto nuvole. I temporali sono rimasti a bassa quota.
Sono partito da San Bartolomeo sopra Sorico intenzionato a percorrere tutte le tappe fino al Rifugio Menaggio in tre giorni tenendomene un quarto di scorta, senza appoggiarmi a rifugi o bivacchi ma dormendo in tenda e cucinando col fornelletto o eventualmente un fuoco. Mi sono portato viveri per più giorni, pentole sacco a pelo, vestiti pesanti... insomma circa 30 chili di zaino! Nono ho mai incontrato nessuno, solo capre, pecore, marmotte e un capriolo. Unici rumori il suono delle campanelle delle capre, i fischi delle marmotte e lo scroscio dell'acqua.
Mi sono reso però conto di essere stato un pò incosciente, che un percorso come quello è molto più prudente affrontarlo diversamente, cioè con uno zaino pià leggero e non DA SOLO! lo zaino così voluminoso mi è stato di intralcio in presenza di roccette laterali sporgenti e in alcuni passaggi stretti ed ha ostacolato anche il mio equilibrio, in un'occasione ho rischiato molto, nella discesa dal Sasso Canale alla Bocchetta di Manco (il tratto secondo me più pericoloso del percorso).
Giunto al tratto attrezzato al termine della variante che conduce al bivacco Petazzi/Ledù ho constatato che la corda metallica era in alcuni tratti sepolta in cumuli di neve e di sassi e dopo un primo tratto la corda era anche tranciata (forse da una frana, forse da un fulmine, penso una frana).
Giunto sul versante opposto, la visibilità era pressochè nulla a causa delle nuvole. Qui sono sceso perdendo 200 metri di quota dalla parte sbagliata ed ho dovuto tornare indietro. Alla fine sono arrivato a pochi metri dalla Bocchetta di San Pio. Ma avevo perso l'orientamento, non si vedeva quasi nulla ed avevo il dubbio di non essere dove effettivamente ero ma di aver sbagliato strada e il tempo peggiorava, già tardo pomeriggio, non valutavo sicuro piantare la tenda e decidevo di tornare indietro fino al bivio per Dangri e scendere verso Pianezza prima che facesse buio per piantare la tenda, ero stremato. Quindi ho camminato ancora un paio d'ore, scendendo fino all'ALpe Inghirina, non sapendo che in mezz'ora di cammino avrei raggiunto Capanna Como! Alle 20:00 ho piantato la tenda all'Alpe Ingirina tra i 1600 ed i 1700 metri s. l. m. (dopo 14 ore di cammino!) e la mattina seguente sono sceso a Dangri, avendo rinunciato a proseguire.
Il 4 agosto l'ho rifatto con un amico, senza tenda, con circa 13 chili di zaino, avendo recuperato le chiavi di tutti i rifugi. Bellissima giornata, ed io conoscevo già il tragitto. Inoltre avevo saputo dal CAI di Dongo che il tratto attrezzato era stato rifatto nel mese di luglio, infatti l'ho trovato nuovissimo e completamente diverso, con catene al posto della fune d'acciaio, anche se mi è sembrato più lungo. Anche la segnaletica era stata rifatta. Ma durante la discesa dal Sasso Canale, dopo circa quattro ore di cammino il mio compagno di viaggio ha cominciato ad avvertire dolori al menisco. E' stato forte ed ha proseguito nonostante il dolore e fidandosi di seguirmi senza conoscere la strada. Quando siamo arrivati alla Bocchetta di San Pio ed abbiamo visto sotto il rifugio Capanna Como, ho realizzato che la volta precedente ero quasi arrivato ma ero tornato indietro! Siamo arrivati a Capanna Como, finalmente.
Ma il giorno dopo, il mio amico non era in grado di affrontare le tappe seguenti a causa del menisco, quindi siamo scesi a Gravedona, passando da Dangri e Livo.. (tragitto in discesa comunque molto impegnativo per quel ginocchio). Un'altra rinuncia!
Ora conosco bene il tratto da San Bartolomeo a Capanna Como, atrraverso la variante dal Sasso Canale al Bivacco Ledù (le guide la indicano come più difficile ma più frequentata, sicuramente è la più breve), ma ho ancora la brama di completare l'escursione fino al Rifugio Menaggio. Conto di farlo l'anno prossimo, da valutare il periodo.
Devo dire che il 3 giugno ho trovato ancora cumuli di neve sul percorso, mentre il 4 agosto l'ostacolo è stata la grandine probabilmente caduta durante la notte che ha ricoperto con palline grosse come ciliege parte dell'itinerario rendendo ancor meno agevole la discesa dal Sasso Canale
verso la Bocchetta di Manco.
L'ho trovata un'escursione meravigliosa, appagante, impegnativa anche psicologicamente, soprattutto da solo, in luoghi lontani da tutto, dove per raggiungere qualsiasi segno di civiltà devi camminare ore. Un eccellente opportunità per vivere una profonda relazione con la montagna, con la natura, con me stesso e con Dio, ma anche un'opportunità per condividere un'esperienza di vita con persone che condividono lo stesso animo, senza la necessità delle parole.
La proporrei solo a persone allenate, con una certa resistenza fisica, prudenza e forza d'animo.
 
Che bello, che bello, che bello!
Grazie per aver condiviso il tuo racconto, cosa che io non ho fatto perchè... perchè anche il mio tentativo purtroppo è rimasto incompiuto e non mi andava di rendere pubblica la mia onta.. ma ora che leggo delle tue sventure mi rendo conto che ogni storia può fornire indicazioni interessanti, o quantomeno essere di consolazione!

Questo è il mio racconto.
Dunque la mia partenza avviene alle 7.30 circa di una mattina di fine settembre fresca ma non troppo e dal cielo limpido. Lo zaino non pesa eccessivamente, sicuramente meno di 15kg (30?, sei pazzo!), anche se non sono abituato a portarne più di 5. Comunque la gamba almeno in teoria è buona e conto di rispettare i tempi. Riempio la bottiglia d'acqua alla fontana all'inizio del percorso e mi incammino verso la prima tappa, il bel villaggetto di Porcido, baciato dall'alba. Forse distratto dalla bellezza del paesaggio perdo di vista i segnavia e proseguo per alcuni minuti lungo una sterrata troppo comoda e in piano per non destare sospetti. Torno indietro e finalmente noto i segnali che invitano a risalire immediatamente alle spalle di Porcido. Così proseguo senza intoppi fino alla base del Sasso Canale dove cominciano le rocce che costringono a qualche slalom fino all'approssimarsi della cima dove il percorso, costituito da sfasciumi, diventa molto sdrucciolevole e in certi punti anche piuttosto ripido, costringendo a fare particolare attenzione. In alcuni tratti ci sono residui di neve ma non tali da costringere a deviazioni (ho optato per scarpe estive, con collo basso e a impermeabilità zero.. ma estremamente agili). A questo punto mi trovo in cima al Sasso Canale e sono trascorse 3 ore, mi trovo quindi in perfetto orario e la stanchezza ancora non si sente. Il Bivacco Ledù è dato ad altre 3 ore. E qui comincio ad avere qualche problema. Seguo il percorso più breve verso il Pizzo Ledù, cioè quello in cresta e che non scende per bocchette. Questo tratto è davvero molto selvaggio, seguire il percorso segnato è praticamente impossibile e forse nemmeno utile perchè i segnavia sembrano zigzagare in maniera del tutto casuale, quindi tanto vale proseguire per la propria via. Diciamo che per percorrere un tratto di 10 metri occorre farne 20, e che con l'impaccio dello zaino l'avanzamento viene ulteriormente rallentato. E' dunque un tratto stressante più dal punto di vista psicologico che non fisico. Inoltre, benchè la mia gamba sia buona in condizioni ideali, la mia scarsa agilità rappresenta un handicap ulteriore. Ciò detto impiego 3 ore per raggiungere un punto di snodo su terreno finalmente pianeggiante (non ricordo il nome del crocevia) che sta però ancora al di qua del pizzo Ledù, e che segnala il bivacco a 45 minuti. Male, il mio piano comincia a vacillare, anche perchè vado perdendo freschezza e sto per finire pure l'acqua. Proseguo fino alla base del Pizzo. Sono in affanno e mi si prospetta un breve ma faticosissimo tratto su sfasciume. L'acqua è finita e decido di bere del latte che per qualche motivo ho deciso di portare. Dopo pochi minuti comincio ad avvertire dei forti crampi allo stomaco che non ne vogliono sapere di andarsene e mi costringono ad una serie infinita di soste su questo tratto ostico. A questo punto mi rendo conto di non avere le energie mentali per tornare indietro a San Bartolomeo e che l'unica cosa da fare è proseguire fino al bivacco, sebbene sia consapevole di dover affrontare un tratto attrezzato la cui difficoltà non ho potuto capire in anticipo (c'è chi la segnala come arrampicata F o PD, c'è chi come semplice percorso EE). Eccomi allora con davanti la dura verità: un canale di roccia molto ripido alla base del quale c'è un cumulo di neve. Non ho scelta: dimentico le mie scarpe inadatte e le vertigini e mi aggrappo alle catene, fortunatamente salde (rimesse a nuovo, come conferma chikai). A un certo punto la neve mi arriva fin quasi alle ascelle e sono costretto a scavarmi il passaggio da una parete all'altra. Proseguo la salita quasi in stato di trance, senza quasi sentire nulla, ma senza tuttavia smettere di pensare al fatto che una discesa altrettanto ripida dall'altro lato non sarei stato in grado di affrontarla (per me, scoordinato come sono, un conto è salire, un conto è scendere!). Per fortuna la discesa è sì abbastanza ripida ma nulla a che vedere con il primo tratto. Coi piedi zuppi e alcuni tagli alle mani mi trovo non senza un certo sollievo dall'altra parte, ma adesso sì, sono proprio stanco. Camminando forse più lentamente di quanto pensi e comunque sempre, estenuantemente, a zig zag arrivo al bivacco Ledù a pomeriggio inoltrato, dopo 4 ore e mezza da Sasso Canale. Fermarmi al bivacco per la notte è d'obbligo, anche perchè ora ho una nausea che non ci vedo. Nel bivacco trovo del disinfettante (un grazie di cuore a chi lo ha lasciato) che uso per le mani e delle bustine di tè. Mi faccio un tè che riesco a malapena a bere. Lo scenario è strepitoso ma le mie condizioni mi impediscono di goderlo. Firmo il registro e sfoglio il libro degli ospiti, trovando conferma del fatto che i tempi indicati dalla segnaletica non sono proibitivi soltanto per me: anche senza problemi fisici non ce l'avrei fatta in 6 ore a raggiungere il bivacco e non mi pare di avere normalmente un passo lento; semplicemente questo percorso presenta difficoltà tali da dover essere valutato con criteri diversi, dal momento che non tutti hanno la stessa agilità, pur essendo escursionisti esperti. Effettivamente sul registro mi dichiarerò come appartenente ai "Bradipi di montagna". La sera tento di mandare giù della minestra e mi addormento, a 2400, in un bivacco: prima volta per me. La mattina, ancora piuttosto debole e non potendo in ogni caso sforare il budget di 3 giorni, prendo la decisione di lasciare l'AVL e tornare indietro scendendo al rifugio Pianezza e proseguendo per la via dei monti lariani. La discesa sarà piuttosto lenta (ancora una volta impossibile rispettare le indicazioni temporali sui cartelli segnavia) e anche a causa di tratti male segnalati e a conseguenti errori di percorso non riuscirò a tornare a San Bartolomeo in giornata, finendo col piantare la tenda nei pressi di Tabbiadello. Poi da lì alla macchina in 2-3 ore.
Il motivo dei crampi allo stomaco? Boh! Qualcosa che ho bevuto, ossia il famigerato latte o la manciata di neve sul Sasso Canale, o l'acqua della fontana... o le due Guinness + piadina al pub la sera prima.. oppure ancora lo stress da affaticamento, che se non altro ha aggravato la situazione. Non so, finchè non mi ricapita non posso saperlo.
L'anno prossimo ci riprovo, con giornate più lunghe e zaino se possibile ancora più leggero.
Da solo ovviamente ;)
 
Ciao,

se la proposta c'e ancora io mi unirei volentieri nei prossimi mesi. Sono in astinenza da montagna e non vedo l'ora di andarci. Direi però che sono disponibile da marzo perchè prima devo riprendere allenamento. Son stato fermo tre mesi a causa di uno stiramento alla gamba...

Huskie~~
 
Ciao Huskie, come sta la tua gamba, ti stai allenando? L'escursione la riserverei per un periodo compreso tra giugno e settembre, a seconda delle condizioni metereologiche. Se fosse come l'anno scorso, continui temporali ed acquazzoni a maggio e giugno, a inizio giugno erano ancora presenti scomodi cumuli di neve, per cui sarebbe meglio più avanti. L'incognita maggiore per me sarà più ancora che ottenere tre giorni di ferie, riuscire ad andarmene ancora tre giorni lasciando a casa moglie e bimbe! Ma su questo sto già lavorando da alcuni mesi... Non escludo l'eventualità di affrontare prima singolarmente le due tappe mancanti, riuscendo, forse in tal caso a pernottare fuori solo una notte.
 
Ciao Huskie, come sta la tua gamba, ti stai allenando? L'escursione la riserverei per un periodo compreso tra giugno e settembre, a seconda delle condizioni metereologiche. Se fosse come l'anno scorso, continui temporali ed acquazzoni a maggio e giugno, a inizio giugno erano ancora presenti scomodi cumuli di neve, per cui sarebbe meglio più avanti. L'incognita maggiore per me sarà più ancora che ottenere tre giorni di ferie, riuscire ad andarmene ancora tre giorni lasciando a casa moglie e bimbe! Ma su questo sto già lavorando da alcuni mesi... Non escludo l'eventualità di affrontare prima singolarmente le due tappe mancanti, riuscendo, forse in tal caso a pernottare fuori solo una notte.

Ciao. Sto cercando di riprendere gradualmente...ma purtroppo la gamba non è ancora totalmente apposto. Devo andarci piano, ci sta mettendo più del previsto :'( dannazione son fermo da più di due mesi ormai, non dovrebbe essere passato??

In ogni caso son felice che l'idea di fare il giro ci sia ancora :) e ancora più felice che si voglia farlo quest'estate, così avrò tutto il tempo di riprendermi come si deve!

Per i giorni, a meno di iniziare a lavorare (ora studio) , io ci son sempre. Quindi la decisione la lascerei a voi ;)

Non so, teniamoci in contatto :)

Huskie~~
 
Salve a tutti, qualcuno è stato di recente a bivacco Ledù? vorrei andarci questo fine settimana (10-11 marzo), sapete com'è la situazione neve nella zona?
 
Riprendo questa discussione perché è l'alta via mi interessa: ne ho fatto dei tratti, ma non l'ho mai completata interamente. Le due relazioni del forum confermano quello che mi era stato detto di persona: una camminata molto tosta, veramente difficile da fare. Però ho visto panorami strepitosi, e mi piacerebbe completare il percorso. C'è qualcuno che vorrebbe eventualmente unirsi?
 
Ciao a tutti,
avrei qualche domanda da fare a chi ha già fatto questo trekking.
Anticipo che vorrei farlo con un amico in tenda ad Agosto e leggendo qua e là ho trovato che non ci sono molte fonti d'acqua in giro, inoltre molti rifugi non sono custoditi.
Vorrei sapere se è possibile trovare almeno una fonte d'acqua per tappa (ci porteremmo dietro un depuratore) o se la sua reperibilità è veramente un grosso problema.

Grazie in anticipo a tutti
 
Ciao,
in effetti di acqua lungo la via ce n'è ben poca. Ti consiglierei anzitutto di provare a prendere questa cartina, veramente ottima (e ormai quasi esaurita) che riporta l'intero tracciato.
http://www.escursionista.it/categor...ia-alto-lario-occidentale-1-25-000-ing17.html
I rifugi sono quasi tutti incustoditi, però dubito che in agosto siano deserti.
Tutta la via corre attorno ai 2000 metri e tenendo conto che ad esempio il pezzo del costone del Bregagno è proprio di cresta, in effetti di acqua ce n'è pochina, anche se le valli sono ricche di ruscelli scendendo di 2-300 metri.
In agosto però non so, perché già adesso siamo abbastanza più ridotti, avendo piovuto poco.
Ti faccio vedere qualche foto, così ti rendi conto
Bregagno-rifugio Sommafiume (è tutta sulla cresta, il rifugio è a destra, il puntino bianco).

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dal Sommafiume al Marmontana

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dal Marmonatana verso il monte Cardinello (qui trovi i due laghetti)

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Dal Cardinello alla valle di Mugiam (si deve passare dal passo dell'orso che è a metà circa del costone che vedi.

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Infine la discesa dal passo dell'Orso al lago Darengo e la risalita al pizzo San Pio al Pizzo Ledù a destra.

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con l'arrivo al Sasso Canale e alla Corvegia e poi la discesa al lago.

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Occhio che spesso si va a naso, perché il sentiero scompare quasi, anche se mi sembra abbiano rimesso i bolli abbastanza nuovi.

Buon viaggio
Roberto
 
Ciao! Finalmente missione compiuta. Adesso sono in grado di dare il mio resoconto personale!
Periodo del percorso: da giovedì 14 a sabato 16 luglio. Cielo sereno, piuttosto ventilato soprattutto al mattino in quota, visibilità ottima.
Alcune scomodità, soprattutto se non si abita in zona: dover andare il giorno prima a prendere le chiavi di Capanna Como e raggiungere San Bartolomeo (soprattutto alla fine del percorso, per recuperare a piedi l'auto, da Sorico sono altri mille metri di dislivello...).
Due borracce da un litro di acqua ogni giorno, sono bastate.
Peso dello zaino: 10 kg scarsi, zaino da 40 litri.
Calzature: Scarponi.
Non ho sofferto il caldo. Sono risultati utili nello zaino durante il cammino: acqua, panini, frutta, protezione solare, pantaloni lunghi, maglia termica a maniche lunghe, poncho (per il vento). In alcun tratti, alla mattina, avrebbe giovato anche un berretto per il vento.
In questa escursione, anche le mani assaggiano abbondantemente la roccia.
Le nozioni base dell'arrampicata aiutano.
Evitare zaini pesanti e con tasconi sporgenti lateralmente o altre sporgenze laterali.

1 tappa: da San Bartolomeo a Capanna Como, circa 9 ore. Lunghezza 15 km. Sopra il terminone il vento era piuttosto forte, addirittura mi ha quasi spostato! Il tratto attrezzato del Ledù era ancora in buone condizioni. Ma la roccia sempre friabile... devi assaggiarla prima di fidarti perchè afferri un pezzo e si stacca, posi il piede su un altro e si stacca... Io ero da solo, ma se hai qualcuno dietro è facile scaricargli qualche pietra, occorre molta attenzione. Poi fino al bivacco e fino a Capanna Como non ho riscontrato particolari difficoltà.
A Capanna Como c'è la corrente, ma l'unica presa non va, funziona soltanto la luce, quindi non confidate per caricare il cellulare o altro... Chi sale, porti qualche fiammifero, ne sono rimasti pochi.
Abbondano invece, le ciabatte.
Possibilità di rifornimento acqua a San Bartolome0 (fontana), Alpe di mezzo (fontana), Lago Ledù (sorgente), Capanna Como (fontana).

2 tappa: da Capanna Como al rifugio San Jorio, 8 ore circa. Per la lunghezza, causa batteria scarica e perdite di segnale, mi manca qualche pezzo, approssimativamente circa 14-15 km. Il tratto più isolato, con più difficoltà a raggiungere punti di appoggio. Difficoltà ricezione satelliti (vale anche per la linea del telefono). Sono riuscito a rilevare la lunghezza solo dal passo dell'orso all'alpe Paina e dai laghi di Roggio fin sopra al rifugio San Jorio, per un totale di 10,5 km.
La placca da discendere per attraversare il passo dell'orso può essere un pò impressionante alla vista, ma non difficile, anche grazie all'aiuto di qualche piolo di ferro. In questa seconda tappa è più facile perdere l'orientamento, l'ambiente è severo, le vallate si assomigliano. Il tratto attrezzato della schena di Mogn ha il suo perchè: la catena è piuttosto utile, oltre a dare un pò più il senso di sicurezza (che in un ambiente così isolato non guasta), gli appigli mi sono sembrati abbastanza scarsi, in particolare nella discesa sul versante opposto (sarà anche che io sono un metro e un tappo...). Per l'orientamento, occorre fare con calma e guardarsi intorno, se non vedete più i segnavia cercate pazientemente che li trovate, altrimenti se non si conosce il posto è facile sbagliare direzione. Aggirato il Cardinello, dalla Val Fiumetto nel scendere verso l'alpe Paina, occhio a non scendere troppo, se non vedete i bollini. Qui spesso sembrano svaniti, ma basta spostarsi di qualche metro che ricompaiono. Oltrepassata la boccchetta di Camedo, dopo una lieve discesa, si sale attraversando una breve pietraia infida, qui davvero quello che tocchi vien giù, altro che Ledù! Ma a parte questo particolare, il tratto più difficile di questa tappa mi è sembrato quello tra l'avert di Caurga e l'alpe Paina.
Risalita la pietraia, inizia l'attraversamento della valle fino ai laghetti (di Roggio, o della Boga, a seconda della cartina), che ho trovato interminabile, ma la vista della bocchetta di Stazzona ha giovato. Dalla bocchetta, un comodo sentiero su pascolo e finalmente ti trovi sopra al rifugio, gestito dai simpatici e accoglienti volontari del Mato Grosso, aperto tutta l'estate. Mezza pensione (cena, notte e colazione) 40 €, escluso bevande e caffè.
Possibilità di rifornimento acqua in val Fiumetto/Alpe Paina (torrentelli), nei pressi dei laghi della Boga, sotto al rifugio San Jorio (fontana) e al rifugio.

3 tappa: dal rifugio San Jorio al Rifugio Menaggio, circa 7 ore - 7 e mezzo. Anche qui, a causa delle perdite di satelliti tra il monte Marnotto e il Bregagno e per esaurimento della batteria dello smartphone nell'ultimo chilometro circa, non ho il rilevamento della lunghezza completa. Ho rilevati solo 22 km e mezzo circa. La lunghezza totale potrebbe essere circa 25km fino al Rifugio Menaggio. Questa terza tappa è sicuramente la più facile, ma assolutamente la più lunga. Ma anche qui non si pensi di camminare sempre su sentieri. Gran parte del tragitto consiste nell'attraversamento in costa su prato.
Ci sono alcuni brevi tratti attrezzati, ma facili.
Dall'inizio: il rifugio Giovo è comodamente raggiungibile lungo una larga carrareccia, ma io proprio non avevo voglia di rischiare incontri con veicoli, quindi ho preferito salire al Passo San Jorio e all'omonima chiesetta e dalla croce ho seguito la cresta sulla sinistra fino al Giovo. Da qui al rifugio Sommafiume l'itinerario è comune alla via del Ferro che congiunge la Val Morrobbia, in Svizzera, all'italiana Val Cavargna e si svolge su una comoda strada militare, quasi pianeggiante fin sotto al rifugio.
Passato il Pizzo di Gino, dopo aver "sorvolato" l'alpe Piazza Vacchera, sotto la Cima Pianchette fare molta attenzione a non lasciarsi ingannare dai bolli bianco -rossi, uguali a quelli dell'Alta Via ma più evidenti, e dai mastodontici ometti di sassi che portano al rifugio Croce di Campo. Se non hai coscienza della direzione che devi prendere, finisci comodamente al rifugio, su invitante dolce pendio erboso perdendo circa trecento metri di quota nella direzione opposta! Partendo preparati e sapendo dove si deve andare, qui la direzione dovrebbe essere ovvia, perchè non ci sono difficoltà di orientamento. Però quella traccia inganna e tenta!
Da qui fino al Bregagnino si resta sul versante della val Cavargna, in vista di Porlezza e della parte terminale del Ceresio. Saliti sul Bregagnino ricompare in una delle sue viste più belle e complete, il lago di Como, amato Lario, il lago più bello del mondo... con la sua cornice di monti.
Nelle due tappe precedenti erano bastate due borracce da un litro. In questa terza, dopo il monte Marnotto ho cominciato a pensare di risparmiare acqua temendo di esaurirla prima della meta, ma quando ho cominciato a pensare di razionalizzare il consumo, ecco spuntare provvidenzialmente la Fonte Boscoluminoso, circa un'ora e venti dopo la bocchetta di Aigua e circa un'ora - un'ora e venti dal rifugio Menaggio.
Finalmente in cresta, inizia la piacevole discesa su pendio erboso, leggermente ripida verso Sant'Amate, ma godevole (un sentiero!), per poi imboccare il graduale sentiero per il Rifugio. Presso la chiesa di Sant'Amate, un bivio consentirebbe di deviare a sinistra direttamente verso Breglia, senza passare dal rifugio.
La discesa dal rifugio Menaggio a Breglia è elementare.
Possibilità di rifornimento acqua in questa terza tappa: rifugio Giovo (fontana), rifugio Sommafiume (fontana), fonte Boscoluminoso (fontana), Rifugio Menaggio (fontana).
 

Allegati

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Ultima modifica:
Per ora sono salito solo fino al lago Darengo da Dangri. Due anni fa verso settembre, normale che per attraversare il torrente si deve saltare da un sasso all'altro? Il sentiero portava li . Avendo zaino pesante non ero molto agile come non lo son troppo di mio .
Salito al rifugio ha cominciato a nevicare anche se poco poco e son tornato indietro . Arrivo nel bosco e piove forte .. per poi uscire un bellissimo sole !
 
riapro questo thread per chiedere se qualche utente ha esperienze di questi sentieri in stagione primaverile (diciamo intorno ad aprile e non maggio-giugno come leggo consigliato sul web)... se ci sono tratte veramente proibitive dove si passerebbe solo con due picche o una calata in doppia :gover: e se si trovano abbastanza facilmente spiazzole sicure per mettere una tenda fra i vari rifugi e bivacchi.
ps: chiaramente contatterò anche i CAI di como/menaggio/dongo per porre le stesse domande
 
riapro questo thread per chiedere se qualche utente ha esperienze di questi sentieri in stagione primaverile (diciamo intorno ad aprile e non maggio-giugno come leggo consigliato sul web)... se ci sono tratte veramente proibitive dove si passerebbe solo con due picche o una calata in doppia :gover: e se si trovano abbastanza facilmente spiazzole sicure per mettere una tenda fra i vari rifugi e bivacchi.
ps: chiaramente contatterò anche i CAI di como/menaggio/dongo per porre le stesse domande
Interessato anche io, nell' attesa prova anche a guardare reddit o altre fonti.
 
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